We'd go down to the river (and into the river we'd dive)

di The Writer Of The Stars
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Inarcò la schiena lattea, l’epidermide graffiata dalla ghiaia umida. Respirò e pianse, afferrò i suoi ciuffi così scuri da far invidia alla notte che li chiudeva nella sua bolla di silenzio, li tirò con forza mentre lui affondava il volto nell’incavo dei suoi seni così piccoli, una donna col corpo ancora da bambina. Le baciò la spalla, sussurrandole qualcosa sull’amore che ancora non capiva, con l’eco dell’acqua scrosciante che rimbombava lamentosamente nei timpani. Il fiume li accoglieva sulla sponda e tra le sue acque. Scorreva sulle loro pelli a contatto, così brucianti in quelle dannate notti d’estate, diciassette anni e già una vita non ancora nata ad incatenarli.
Il fiume, come un’incantatrice, chiama a sé ogni notte e invita ad annegare tra le sue acque. E le loro anime tormentate, ogni notte, rispondono.

“Quella notte
Andammo giù al fiume
E nel fiume ci tuffammo”



Nota autrice:           
Straccio di AU ispirata da quel capolavoro di “The River” di Bruce Springsteen. Perché il Boss è il Boss, e chi lo ama è eternamente perduto (come me.)
Sasusaku, ovviamente.
 
Letizia




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