Troppo lontano, mai irraggiungibile di DadaOttantotto (/viewuser.php?uid=75651)
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Troppo lontano, mai irraggiungibile
[Storia partecipante al contest 'Il
telefono', indetto da MontyDeeks sul forum di Efp]
È stata una di quelle giornate che sembrano non finire mai.
C'è
stato un omicidio, una ragazza di appena diciotto anni. Per Roberto
è stato difficile non rivedere Mauretta in quei capelli
biondi, in quegli occhi chiari che non vede già da un po'. E
si è sentito mancare la terra sotto i piedi mentre l'aria
sembrava non voler riempire i polmoni e il cervello vagava tra ricordi
e scenari immaginari troppo spaventosi.
È
in giorni come questo che Roberto si sente solo. Francesca è
volata in Australia, portandosi via Michele e Francesco. Mauretta si
è trasferita a Milano per seguire i corsi di Psicologia
all'università. La casa è troppo grande per lui,
piena di ricordi ma priva di vita. Gli mancano tutti, anche Angela, e a
volte vorrebbe non essere tornato a Roma; in Sicilia1
le cose andavano bene, aveva ancora una famiglia.
L'indomani il
telefono giace sul tavolino dove lo ha lasciato la sera prima,
impaziente di permettere all'acqua calda della doccia di lavare via
quella brutta sensazione. È come se lo aspettasse.
È come un invito a fare ciò che continua a fare
da una settimana.
Magari
chiamerà Maura. Sì, ci riproverà
un'altra volta. Anche se lei non risponderà - non lo fa
quasi mai - e si ritroverà a parlare con una voce
registrata. Ma non può farne a meno: è sua
figlia. E gli manca da morire. Non sono in ottimi rapporti da un po',
la responsibilità è sua e si sente in colpa,
perché è il suo lavoro a tenerli lontani. Se lui
non fosse sempre così occupato, se avesse più
tempo per lei... forse avrebbe potuto evitare che si allontanassero
così tanto.
Quando lo
schermo del cellulare si illumina, il cuore di Roberto perde un battito.
"Pronto?"
risponde subito, senza neanche controllare.
"Robe',
abbiamo una pista per l'omicidio di ieri."
Non
è Mauretta. È solo Claudio2.
È
solo l'inizio di un'altra giornata si lavoro.
Milano3
è bella. Non può dire che non lo sia, davvero,
perché è una città che le è
sempre piaciuta. Ammira la sua grandezza, la sua bellezza e, deve
ammetterlo, anche il suo caos. Un po' assomiglia a Roma, la fa sentire
quasi a casa. Il fatto che l'abbia scelta come sede per i suoi studi ha
però a che fare con il padre, con la voglia di staccarsi da
lui.
Roberto
Ardenzi è un poliziotto. A volte è solo quello.
Non ci sono orari, non c'è sicurezza. Forse è per
questo che Francesca se n'è andata. È certamente
per questo che ad andarsene è stata lei. Era stanca di una
vita fatta di cene lasciate in frigo, di compleanni persi, di serate
solitarie. Era stanca di un padre che non c'era4.
Certo, a
Milano è sola. Ha speso la prima settimana cercando di
capire come arrivare all'università senza perdersi. Ha
conosciuto delle persone simpatiche - la sua coinquilina5
legge libri di stregoneria e ha già tentato di farle bere
qualcosa di strano, ma non si lamenta. Ha persino incontrato un ragazzo.
È
di lui che vorrebbe poter raccontare a suo padre, pensa mentre tiene il
telefono stretto tra le mani, il dito sospeso a un centimetro dallo
schermo. Di lui e delle prime lezioni che ha seguito, dei libri
pesantissimi che è costretta a portarsi dietro. Vorrebbe
avere la libertà di avere una conversazione con lui senza
dover rispettare degli orari, senza dover aspettarsi che non risponda.
Senza provare rancore nei suoi confronti.
Ora
è come se quel piccolo affare fosse un macigno, un peso che
aiuta a tenerli distanti. È tentata di premere quel pulsante
verde, ma finirebbe per ascoltare il suono ripetitivo e poi la voce
elettronica della segreteria. Non vuole un altro motivo per avercela
con suo padre.
Mauretta
butta il cellulare sul letto e sospira.
Meglio
rimettersi a studiare.
Il telefono
suona già da un po' quando Roberto riesce a raggiungerlo.
Lancia un'occhiata veloce allo schermo prima di rispondere. Quel nome -
Mauretta -
quasi gli mozza il fiato.
"Pronto?"
"Papà?"
Gli si
stringe il cuore a sentire la sua voce. Una voce che, per una volta,
pronuncia quella parola senza essere carica di fastidio o rabbia.
Vorrebbe chiederle come sta, riempirla di domande
sull'università, sulla sua vita, sapere tutto, o perlomeno qualcosa. Ma
conosce sua figlia, si innervosirebbe e gli farebbe una sfuriata,
magari gli riattaccherebbe il telefono in faccia, e lui non vuole
questo. Non adesso che è riuscito a conquistare qualche
minuto con lei.
"Ciao,
tesoro. Va tutto bene lì a Milano?"
Mauretta si
prende qualche secondo prima di replicare. Quando lo fa, il tono
è incerto, quasi temesse la sua risposta.
"Non ho
lezione venerdì, quindi pensavo... potrei tornare a casa per
il fine settimana."
E Roberto si
concede di sperare un po' più forte.
Note:
1. 'Squadra Mobile' è lo spin off di 'Distretto di Polizia',
nel quale ritroviamo i personaggi di Roberto e Mauretta Ardenzi.
1: Quando Roberto Ardenzi lascia il 'X
Tuscolano', lo fa per trasferirsi in Sicilia all'Antimafia. Per poi
ritornare a Roma e iniziare a lavorare alla Mobile.
2: Claudio Sabatini (interpretato nella serie da
Daniele Liotti). Amico di Roberto, è un vice questore
aggiunto corrotto della Narcotici che lavora a stretto contatto con la
Mobile.
3: Mauretta si trasferisce a Milano per
frequentare l'Università, più precisamente
Psicologia.
4: Mauretta è costantemente
arrabbiata con il padre sia per il suo lavoro e l'incertezza dei suoi
orari (una volta ritorna addirittura a Milano perché Roberto
fa tardi per cena) che perché ha scoperto che lui le ha
mentito sulla morte della madre.
5: Durante la serie, si vedono Mauretta e
Simone, il fidanzato, nella stessa casa; ma non è chiaro se
i due convivino o meno.
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