Un numero

di Anja Ivashkov
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Avanti e indietro. Destra e sinistra. Il muoversi di quel piccolo ago, nero, quasi invisibile, è in sincronia con il battito del tuo cuore. Il suo moto dinamico ti condiziona, ti paralizza per poi portarti ad una lenta morte quando si ferma proprio dove non vuoi. Sul quel numero maledetto che non ti rispecchia, almeno è questo che cercano di insegnarti.
Cos’è un numero? Può rappresentarti davvero pienamente? Sofia pensa di sì, questo è possibile. Lo ha imparato a sue spese ogni giorno della sua vita, quando tutti i momenti e le azioni erano condizionate da quel peso così ingombrante che non è mai stato solo fisico. Il fardello più grande è sempre stato nella sua testa.
Il numero è parte di lei, lo sente addosso, è la sua pelle, il suo grasso. Quel numero è presente ogni volta che prova ad indossare qualcosa di diverso che non siano le solite magliette larghe e deformi ed i pantaloni della tuta. Lui ha il sopravvento, decide lui cosa puoi portare o meno, decide come farti sentire.
La cifra segnata sulla bilancia è subdola, ti colpisce proprio quando ti senti bene e pensi di essere accettata, di poter essere come tutti. Basta un niente: osservarsi allo specchio, sedersi e vedere quei rotoli che sono parte integrante di te, sentire i commenti delle persone e le tue certezze crollano. Il castello di convinzioni e di autostima si sgretola definitivamente e nulla servono le protezioni.
Cosa resta? Come si può essere accettati? Sofia sa la risposta, è sempre stata lì davanti ai suoi occhi, mentre l’ago oscilla per rivelare quello che già sa. La soluzione è chiudere la bocca, tappare quel pozzo senza fondo che esprime il suo malessere. La sua bocca per cercare di non urlare trova un’alternativa. Ma come può fare a meno della sua unica consolazione nella vita? Non lo sa, non ha risposte e intanto l’ago oscilla.




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