papa
Le gocce di pioggia
scivolavano veloci sulle lapidi di marmo, e sembrava facesse piangere le statue
del cimitero, con la loro espressione addolorata.
E si confondevano
con le lacrime dell'uomo vestito di nero. Il suo sguardo era sfocato, perso
nella nebbia lontana, incapace di posarsi sulla terra smossa ai suoi piedi.
Terra sotto cui era appena stato deposto il cadavere della sua unica figlia.
Un bel po' dopo che
le poche persone che avevano assistito al funerale della bimba se ne furono
andate, l'uomo trovò il coraggio di uscire dal cancelletto del cimitero,
situato sulla cima della collina.
Scese fino al
villaggio, il cielo sempre più buio.
Non aveva bisogno di
guardarsi in giro per trovare la strada di casa, quella al fondo dell'unica via
di quel paesino immerso nella campagna.
Una volta davanti
all'uscio, si fermò. Si rese conto che da quel momento in poi la casa sarebbe
stata completamente vuota, senza le risate della sua figlioletta. Non c'era
nessun altro con lui.
Fece un respiro
profondo e aprì la porta. Dentro, il buio totale. Esitò un attimo prima di
accendere la luce: non avrebbe più trovato la sua principessina in agguato, al
buio, che cercava di spaventarlo, come ogni sera quando tornava tardi dal
lavoro.
Con la mano tremante
l'uomo, completamente fradicio di pioggia, accese la luce. Fece qualche passo,
e sentì forte lo scricchiolio delle assi di legno sotto ai suoi piedi. Rimase
in ascolto, e quello che sentì fu… silenzio. Non si era mai reso conto di quanto
fosse silenzioso quel paesino. Le auto passavano raramente, e gli unici rumori
che si potevano sentire a quell'ora erano i versi di gufi e civette.
Fece qualche altro
passo, con la mente che vagava senza controllo tra ricordi e dolori, e senza
rendersene conto aveva salito la scala che portava al piano di sopra. E ora si
trovava davanti alla camera da letto della sua bambina.
Entrar lì dentro
avrebbe accentuato il suo dolore, ma sentiva, nel profondo del cuore, che
doveva farlo, anche se non ne sapeva il motivo.
Esitante, mise la
mano sulla maniglia della porta. La abbassò lentamente, e spinse piano piano la
porta di legno. Il cigolio che emise quasi rimbombò tra quelle vecchie mura e
in quel silenzio così opprimente.
La mano dell'uomo
trovò l'interruttore della luce sul muro, e un bagliore dorato illuminò la
stanza.
E davanti a lui la
vide, bellissima come sempre, con quel vestito bianco che le aveva regalato due
anni fa, senza un motivo preciso, solo per renderla ancora più bella. Si sentì
mancare, chiuse e riaprì gli occhi un paio di volte, ma lei era sempre lì.
"Ciao
papà!"
Tutto divenne nero,
quando l'uomo perse i sensi e cadde sul pavimento.
N.d.A.: Ciao a tutti! Spero vi sia
piaciuto questo brevissimo racconto. Adoro i racconti dark/horror, ma
con la loro scrittura sono ancora alle prime armi, quindi spero
possiate perdonarmi se c'è qualcosa che non funziona nel testo.
Voglio ringraziare tutti quelli che leggono e soprattutto quelli che
spenderanno qualche minuto a darmi consigli e/o critiche costruttive,
a dirmi semplicemente se la storia è piaciuta o meno!
A presto!
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