Prompt “35 canzoni (nella loro interezza)”: nr. 3
Bohemian Rhapsody (Queen)
Flashfic (426 parole)
Erano
lì, a terra, in mezzo a quel vicolo poco illuminato: umido e
maleodorante di immondizia. Nell'aria persisteva l'odore acre della
polvere da sparo, che lei conosceva bene. Fino a poco prima, fra i
rumori delle ventole d'aerazione e l'abbaiare dei randagi, risuonavano
le risate sfottenti di quell'uomo e le sue parole sprezzanti che la
sfidavano a premere il grilletto, sicuro non ne sarebbe stata capace.
Ora invece, tutto taceva, tranne i sibili delle ventole.
Non sapeva quanto tempo fosse trascorso. Di certo, troppo.
China su di lui, con i vestiti sporchi e strappati, Caroline teneva
stretto a sé Saga, ancora privo di sensi. Si dondolava
avanti e indietro, con lentezza, in trance, cullandolo come una madre
amorevole, come a proteggerlo, nonostante ormai tutto fosse finito. Le
lacrime scendevano silenziose sul suo volto tirato e insudiciato di
schizzi di sangue. Qualche metro più in là,
riverso in una pozzanghera del suo stesso sangue, giaceva Johnson
Deline, il suo peggiore incubo: freddato con tre colpi.
Ora, quell'incubo era finito. Davvero.
Era stata lei stessa a scrivere la parola fine a quella parte della sua
vita tanto dolorosa, ma quale prezzo le era costato? Aveva spezzato la
vita di un uomo, ma anche la sua era finita in pezzi.
Un refolo di vento portò alle sue narici l'odore della
morte, investendola come un'accusa. Cosa avrebbe fatto da quel momento
in avanti, cosa avrebbe potuto dire a sua madre, a suo fratello e
all'uomo che amava? Forse, col cuore spezzato, anche sua madre
l'avrebbe biasimata per aver sprecato il suo futuro?
Saga respirava piano, abbandonato nel suo abbraccio. Lui era vivo. Solo
questo contava per lei. «Ho appena ucciso un uomo, amore
mio», gli aveva sussurrato. «Anch'io sono
morta.»
Con la mano tremante gli aveva accarezzato il viso, pulendogli la
guancia da uno sbaffo di fango: forse si erano sporcato quando era
crollato a terra dopo essere stato colpito alle spalle.
«Cosa ho fatto...» singhiozzò. Lo aveva
coinvolto ancora una volta nei suoi guai e quasi ne rimaneva ucciso.
Si era raddrizzata e si era passata il dorso della mano sugli occhi. Il
suo sguardo si era istintivamente posato sulla pistola accanto a lei.
Era stata la prima volta che l'aveva usata contro una persona. Non
sentiva rimorso per quello che aveva fatto, né aveva esitato
un solo istante. Lei ora era libera. Si chinò di nuovo su
Saga e gli diede un bacio sulla fronte.
In lontananza finalmente si sentivano le sirene della polizia e quelle
dell'ambulanza. Non le importava delle conseguenze per sé,
ma sperava facessero presto.
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