Urlene: l'addio di Marlene

di eclairswickedworld
(/viewuser.php?uid=941781)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


“Torna, ti prego, Marlene, torna!” ripeteva Uriah, proprio accanto a me, o meglio, proprio accanto al mio corpo senza vita sul lettino dell’infermeria. Era rimasto solo da poco, Lynn non riusciva proprio a stare accanto a me, doveva sentirsi in colpa, in fondo Tris aveva scelto di salvare Hec, non me. Uriah teneva stratta la mia mano bianca, quanto avrei voluto rispondere a quel gesto, stringere la sua mano per l'ultima volta. “Mar, su, svegliati! Ti prometto che quando tornerai mangerai tutta la torta al cioccolato che vorrai, ma ti prego Mar, torna!” Avrei tanto voluto dirgli che ero proprio lì accanto a lui e che avrei tanto voluto un pezzo della nostra deliziosa torta al cioccolato della nostra fazione, ma da subito avevo capito che non poteva né sentirmi né vedermi: mi ero risvegliata davanti al mio corpo che, stranamente, continuava ancora a resistere. Era questione di qualche minuto, ne ero certa, altrimenti sarei rimasta nel mio corpo, pronta a risvegliarmi e a stare con Uriah. Finalmente avevo trovato il coraggio di baciarlo, mi sentivo felice, mi sentivo completa. Ma non era destino, questo è certo, altrimenti non sarei stata io una delle prime, avrei resistito, oh, sarebbe stato meglio se fossi stata una Divergente! Quella simulazione non avrebbe avuto nessun effetto su di me… ma qualcun altro sarebbe morto. Sì, la mia morte ha evitato di coinvolgere un’altra persona, forse un altro bambino, e una cosa del genere non poteva accadere, non DOVEVA accadere e, grazie a Tris, non sarebbe mai accaduto. “Ehi Mar, ricordi la zip-line? Appena ti risvegli andremo a fare un altro giro, solo noi due, o chi chiunque altro vuoi. Tu sei forte Mar, tu puoi farcela! Sei un’Intrepida!” Uriah aveva la voce rotta dal pianto e gli occhi gonfi. Io adoro quegli occhi. Io ADORAVO quegli occhi. Oh, quanto avrei voluto sentire ancora una volta il vento tra i capelli. Di mia legittima volontà, non comandata da una simulazione. “Sei bellissima mentre dormi, Marlene. Ho sempre voluto dirtelo, ma avevo paura mi prendessi in giro, e ora è troppo tardi.” Sorrise, si stava prendendo in giro da solo. All’improvviso la macchina a cui ero attaccata emise un bip. Gli occhi di Uriah erano simili a delle cascate ora. “Ti amo Marlene, e questo non potrà mai cambiare” disse, ma la voce si confondeva con le lacrime. “Addio, mio muffin” e lasciò cadere la mia mano. “Ti amo anch’io Uri.”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3457641