ti odio, ma ti amo di lucyette (/viewuser.php?uid=69252)
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Il
giorno dopo, mi svegliai felice, infatti era sabato, e per completare
l’opera, un flebile raggio di sole, mi svegliò,
questo era il segno che ci sarebbe stata una bellissima giornata,
nonostante fosse febbraio, E cosa importante, mi ero completamente
dimenticata, dell’incontro dell’altra sera.
Come ogni giorno, mi alzai, mi lavai, e misi la divisa, della scuola
superiore Giovanni Verga, una scuola privata, frequentata solo da
ragazzi ricchi, poi scesi le scale, e mi diressi in cucina, dove
già, mi attendevano, le mie fette biscottate, con la
marmellata, preparati da Vanda la mia colf, e anche la mia bambinaia,
se posso reputarla così, sopra al tavolo c’era
come ogni giorno il solito bigliettino dei miei “buongiorno cara, noi
siamo dovuti uscire presto per il lavoro, tu fa la brava, ci vediamo
questa sera, bacioni" ogni giorno il solito
biglietto
-buongiorno Vanda- salutai, senza nemmeno guardare quel pezzo di carta
-buongiorno signorina- mi rispose
-è già sceso Tommaso?- chiesi con indifferenza
-no, suo fratello sta ancora dormendo, ieri sera è tornato
tardi- mi rispose Vanda
-se la sarà spassata, con una bella ragazza, che adesso
starà piangendo- pensai ad alta voce
-signorina, non dovrebbe essere così severa con i maschi- mi
disse
-lo sai che, per me i maschi sono solo degli animali- dissi andando
verso la porta
-ciao Vanda, ci vediamo più tardi- la salutai uscendo
Davanti alla porta mia spettava già, sopra il suo motorino,
la mia migliore amica, Sandra, anche io avevo un motorino, ma non lo
prendevo mai, non mi piaceva guidalo, per questo usavamo sempre il suo
-giorno Cinzia- mi salutò con aria malinconica
-giorno Sandra, ma cosa ti è successo- chiesi
-il mio ragazzo mi ha lasciato…. di nuovo- disse
-oh Sandra, ma quante volte te lo detto di non fidarti dei ragazzi- gli
dissi sicura
-cosa è successo?- chiesi, ma la risposta la sapevo
già, perché era sempre la stessa
-è inutile che te lo dica, come sempre ci ha provato con me,
e quando mi sono rifiutata, mi ha lasciata- disse rassegnata
-uffa non capisco perché, non riesco a trovare un ragazzo
che mi rispetti- esclamò
-ma Sandra, non esistono ragazzi così- risposi saltando sul
motorino e andando verso la scuola.
Ecco, Sandra era la persona, che più al mondo, mi faceva
tenere alta la mia idea dei maschi, lei, era una ragazza davvero
affascinante, mora, dagli occhi verde acqua, alta, e magra, per
tagliarla corta, aveva tutto quello che i ragazzi bramavano.
Quella giornata, passò molto lentamente, come tutti i sabati
del resto, per fortuna, il prof di chimica, era assente,
quindi potemmo rilassarci un’ora, la mia amica, per tutto il
giorno non fece altro che parlare, del suo ex, ormai non ce la facevo
più, ogni volta era la stessa storia, ma visto che le volevo
bene, la ascoltavo. Dopo scuola siamo andati a casa sua, a fare i
compiti che ci avevano assegnato, facendo questo, e l’altro
si fecero le 20, e io me ne andai a casa
-andiamo, al centro commerciale domani?- mi chiese Sandra prima di
andare
-si, perché no, a che ora?- risposi
-alle 10:30- mi rispose
Arrivata a casa, trovai i miei genitori, in cucina, sembrava
discutessero di qualcosa di importante, infatti appena mi videro mi
guardarono severamente
-è successo qualcosa?- chiesi curiosa
-cara, abbiamo trovato questo in bagno- disse mia madre, porgendomi un
bracciale maschile in cuoio, con una lastra di d’oro
-e cosa significa?- richiesi ancora confusa
-non è di tuo fratello, e neanche di tuo padre…-
rispose ancora severa
In quel momento, mi ricordai lo spiacevole incontro
dell’altra sera, e capì dove volesse arrivare, non
potevo credere che i miei mi conoscessero così poco, e
sapevano come disgustassi i ragazzi, certo, per tutta la mia vita, non
c’erano stati, apparte qualche compleanno, la domenica, le
feste, e le sere, ma da qui a sospettare che fossi stata con un ragazzo
ce ne voleva…
-cosa vorresti dire mamma?- chiesi incredula
-sappiamo che non ci siamo mai, ma fare entrare un ragazzo, non
è la soluzione- disse
-ma state scherzando vero?, questo è di Sandra- mentii, non
avevo altre possibilità
-non sono una stupida, la tua amica non porta braccialetti maschili-
disse mia madre
-lei no, ma il suo ragazzo si- cominciai, piena di me -glielo ha
regalato il suo ragazzo, dicendole di amarla, ma la lasciata appena non
ha accettato di andare con lui, in fondo da un maschio non ci si
può aspettare altro-
-non esagerare cara, non tutti i maschi sono così- si
intromise mio padre
-ah si?, perché non chiedi al tuo figliolo dove è
finita la sua ragazza, di certo non ti dirà che li ho
sorpresi nel suo letto, e che ho saputo, che la lasciata una settimana
dopo- dissi acida
-senti bambina, non ti permettere- mi minaccio mio fratello
-Tommi, è vero quello che ha detto tua sorella?- gli chiese
mio padre
-non è questo il momento, cosa ci faceva, il bracciale del
ragazzo di Sandra, nel nostro bagno?- li interruppe la mamma
-è venuta da me ieri sera, per confidarsi, e lo ha lasciato
qui- mentii di nuovo
-va bene, scusaci per aver pensato male- si scusò la mamma
-lascia stare, dammi qua, glielo riporto domani- dissi arrabbiata, e
cominciai a salire le scale.
In quel momento li odiavo più che mai, non andavo
d’accordo con i miei, fin da bambina, mi anno lasciata sempre
da sola, troppo occupati per la loro figlia, con il tempo, ho
cominciato a non sopportarli, mio padre, è uno stimato
giudice di pace, è un uomo con i capelli e gli occhi scuri,
mia madre, è una donna affascinante, bionda, dagli occhi
nocciola, è un famoso avvocato, quasi tutti si rivolgono a
lei, mentre mio fratello, è un ventenne, che studia legge,
ovviamente, anche lui biondo, dagli occhi nocciola, però, a
differenza dei miei genitori, da bambina, lo adoravo, era il mio mito,
stavamo sempre insieme, ci divertivamo….. mi rendeva felice.
Appena arrivata nella mia camera, presi di mala voglia quel foglio, con
su scritto il numero, e telefonai
-pronto?- si sentii dalla cornetta
-ciao, sono la ragazza di ieri sera- dissi irritata
-ah, gattino, sapevo che mi avresti chiamato- disse sicuro
-hai lasciato un bracciale, da me, se mi dici dove, domani te lo porto-
risposi senza dargli retta
-ah si, il mio bracciale, mi chiedevo dove fosse finito, ti aspetto in
piazza principale alle 9:30 ciao gattino- disse, e riattaccò
Feci un lungo respiro profondo, e mi calmai, poi mi misi sotto le
coperte, era stata una bella giornata, ma in pochi minuti, la mia
famiglia, e quel ragazzo l’avevano rovinata.
ecco il secondo
cap. spero vi sia piaciuto anche questo, grazie a chi ha recensito, e a
chi questa storia la messa tra i preferiti!! scusate per eventuali
errori grammaticali.
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