welcome to my life
Eccomi di nuovo qua con un’altra one-shot sui Simple Plan e
in particolare dedicata a David il bassista…
Colgo
l’occasione per dire che nè lui nè i
Simple Plan mi appartengono.
Quanto segue
è frutto della mia immaginazione mentre
ascoltavo “Welcome to my life” e
“One”….
Aspetto recensioni!!!!
Grazie ^ ^
Kajsa
[Welcome To
My Life]
Nel mio
quartiere non ero ben voluto.
I punk non
erano considerati bene e io facevo parte di loro.
Capelli neri
tagliati corti col ciuffetto che copriva gli occhi.
Vestiti neri
e a righe.
Sempre le
cuffiette sulle orecchie.
Una chitarra.
Nel mio caso
il basso.
La musica era
la mia via d’uscita.
Mi sentivo
fuori posto.
I miei
genitori non mi capivano, e nemmeno i miei compagni di classe. Ma in
fondo chi ci voleva parlare.
Persone senza
una meta nella vita.
Senza uno
scopo da seguire.
Per loro
l’importante era prendere in giro i più deboli.
Io ero uno
dei deboli.
Ma non mi
importava. Il mondo mi crollava addosso e non potevo fermarlo.
Do
you ever feel like breaking down?
Do you ever feel out of place?
Like somehow you just don't belong and no one understands you.
Una volta
sono pure scappato da casa.
I miei
genitori se ne sono accorti solo dopo due giorni. Credevano che fossi
andato a casa di qualche amico.
Quale amico?
Non avevano
manco chiamato nessuno.
La polizia mi
trovò in periferia il terzo giorno dalla mia fuga.
Ero stato in
un ostello. Li avevo conosciuto alcune persone come me.
Che non erano
volute dagli altri.
Un uomo di
mezz’età mi diede un consiglio
“Cera
di accettare gli altri se no non otterrai mai niente.”
Il giorno che
tornai a casa restai rinchiuso in camera con la musica a stecca.
Mi misi a
gridare.
Non riuscivo
nemmeno a sentire la mia voce.
Meglio
così.
Do you ever wanna run away?
Do you lock yourself
in your room
With the radio on
turned up so loud so that no one hears you screaming.
C’era,
però, un migliore amico.
Ance lui punk.
Anche lui
preso in giro.
Lui
però usava cose che io non avevo il coraggio nemmeno di
vedere.
Il fumo.
Mi
spaventava. A lui no, e solo pochi sanno dove lo ha portato.
Lo vado a
trovare ogni tanto.
Gli parlo.
Gli racconto della mia vita. Lui ne era il benvenuto. Ma non amava la
sua e alla fine l’ha persa.
Mi sono
sentito perduto quando quella notte è suonato il telefono e
i suoi genitori mi hanno dato la brutta notizia.
Mi sono
sentito ferito.
A scuola ne
hanno parlato nei giorni seguenti.
Finalmente
qualcuno lo conosceva. Qualcuno si ricordava di lui.
Per me fu
diverso.
Dei bulletti
da strapazzo iniziarono a picchiarmi e a prendermi in giro.
“Ora
on hai più nemmeno il tuo amichetto? Come farai piccolo
David?”
Come osavano
deriderlo. Deridermi. Chiamarmi per nome.
Mi sentivo
come sull’orlo di un precipizio.
Avevo
iniziato a bere.
Ero disperato.
Il barista
una volta provò a chiedermi cosa avessi.
Gli raccontai
del mio amico. Degli altri ragazzi. Lui non mi comprese.
Disse che
dovevo farmi forza e non perdere la retta via.
Quanto avrei
voluto che solo per un istante avesse provato quello che stavo provando
io!
Ma in fondo
che c’entrava?
Non c’era nessuno li a sostenermi. A salvarmi.
No
you don't know what its like when nothing feels alright
No you don't know what its like to be like me to be hurt to
To feel lost to be left out in the dark
To be kicked when you're down
You feel like you've been pushed around to be
On the edge of breaking down and no one's there
To save you no you don't know what its like
Welcome to my life.
Non era
finita però la mia vita.
Provai a
essere qualcun altro.
Gettai via i
miei vestiti da punk.
Quanto mi
pianse il cuore quando mi vidi allo specchio.
Gli occhi
struccati. I capelli ben pettinati.
I miei
genitori erano contenti.
Non ascoltavo
più la mia musica.
Non ero
più io.
A scuola non
mi evitavano. Ma non mi venivano nemmeno a cercare.
Le cose erano
cambiate.
Ma
né in meglio né in peggio.
Volevo
provare a essere considerato qualcuno.
Allora entrai
a far parte di una band.
Alcuni
ragazzi avevano messo su un gruppo e cercavano un chitarrista.
Andai a fare
un provino.
Mi
accettarono.
Facemmo pure
un concerto alla fine dell’anno.
Mi
applaudirono quando menzionarono il mio nome.
Anche i
bulletti che fino a qualche mese prima mi avevano preso a botte.
Odiavo quel
mondo.
Le sue
falsità
Ero
cambiato.
Ora mi
volevano bene.
Ma non ero io.
Loro
conoscevano un fantasma, una cosa che non esiste veramente.
Dentro di me
urlavo. Volevo uscire e tornare a come stavo prima.
Anche se non
avevo più problemi con gli altri, volevo tornare a credere
nei miei ideali.
Do you wanna be somebody else?
Are you sick of feeling
so left out?
Are you desperate to find
something more before your life is over?
Are you stuck inside a
world you hate?
Are you sick of everyone
around? with the big fake smiles and stupid lies
While deep inside your
bleeding
Alla fine
decisi di tornare a essere me stesso.
E i stupii
che, nonostante gli abiti diversi dal normale e il trucco in faccia,
qualcuno mi riconosceva e mi accettava.
We are the ones
The ones forgotten
And this time
The future is ours
It’s
in our hands
Grazie a tutti quelli che non si sono addormentati leggendo quanto ho
scritto sopra!! ^ ^
Aspetto recensioni, mi raccomando!!
Se vi va… leggete pure un' altra one-shot sui simple plan:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=345600&i=1
e le altre mie FF!
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=70620
Grazie!
Kajsa
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