Carezze

di LysL
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Carezze

 

Mute le labbra. Gli occhi sgranati. Cerca le parole, ma non trova nulla. Il sangue batte e scorre, le vene non contengono più la furia che le travolge. Si spaccano, ma non sanguinano. Non c’è sangue. Non c’è linfa. Non c’è vita. C’è vuoto.

Vuoto nero. Vuoto Vuoto. Vuoto. Solo vuoto.

Soli nel vuoto. Stelle giganti. Inondano quegli occhi spalancati, e le piume fragili delle ali di carta spalancate sulla schiena diafana e nuda. Bruciano e si fanno cenere, cenere che veste il corpo macchiato da leggere efelidi, sporcandone la dolce e bianca carne. E mani, mani che accarezzano con la tenerezza di un amante, la pelle viscosa di polvere grigia. Ne seguono i contorni, ogni profilo, come a voler marchiare d’inchiostro ogni più piccolo lembo di quel foglio d’epidermide. Adesso le labbra sono schiuse, e il respiro investe i polmoni stanchi dall’immobilità, brucia, ma non importa. Le mani spazzano via la cenere dal corpo venerato, rivelando la bellezza pura che essa stava nascondendo. Le mani lambiscono con assoluta lentezza. Le labbra cercano contatto, e donano nuovo respiro all’amante. Chiude gli occhi, perso adesso nel tocco immenso che pare sfiorare ogni singola fibra del suo essere. E’ un’emozione lenta, che si spande nel vuoto in cui entrambi si trovano. L’amata carne scivola sotto le mani, e le bocche parlano senza parole. I polpastrelli disegnano vita sul corpo latteo, risvegliandolo da quel torpore. E due palmi lisci e bianchi si posano sul collo. Toccano e riconoscono il viso caro. Le labbra suggellano quell’amore infinito e mai dimenticato. In un avvinghio di pallide membra, come se i due corpi volessero inglobarsi a vicenda, braccia sottili e forti che stringono e non lasciano andare. Corpi incastrati perfettamente, nell’infinità di quello spazio.





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