È
estate, e per tutti
questo vuol dire mare.
Vabbeh,
non per in Quincy
che pianificano un attacco alla Soul Society immersi nell'afa calda,
e con quei completi è un tormento, ma quest'anno il gruppo
di
Arrancar più sgangherato dell'Hueco Mundo ha ottenuto il
permesso di
andare in spiaggia dal loro capo logg
beneamato
re, beneamato
ovviamente solo
da quando ha detto di sì (eccetto che per
Tia e per
Ulquiorra che hanno il suo poster in camera ma sorvoliamo).
Il
motivo del suo assenso?
-Questo
posto d'estate fa schifo.-.
In
effetti, un deserto a giugno non è esattamente un posto
fresco e
ventilato, e anche Aizen ha reputato conveniente un giorno di relax.
Ma
domani tutti di nuovo al lavoro, sia ben chiaro!
Ai
dieci Espada questo interessa poco o niente, tutti hanno i loro buoni
motivi per andare in spiaggia anche solo per un giorno, molti dei
quali ben lungi dal nuotare...
-Yeah!-
Nnoitra, che sfoggia un costume bianco coi teschi, guarda soddisfatto
la distesa d'acqua davanti a lui, braccia incrociate e ghigno
spavaldo.
Le
onde, la schiuma, i pesci, le ragazze in costume, gli fanno venire in
mente una cosa sola.
“Uccidere
Tia!”.
C'è
solo un unico grande ostacolo tra lui e il mare dove ha deciso di
appostarsi.
È
alla fine della passerella, ma ci sono venti metri di sabbia cocente
davanti a lui.
“Non
ho scelta, devo correre! Questo e altro per dimostrare a quella
tettona mitomane il posto che le spetta, ovvero sotto i miei
piedi!”.
Così
muove il primo passo sulla sabbia, ma
il piede si ferma più in alto su
qualcosa di grosso.
Nnoitra
abbassa la testa e il suo sogghigno diventa una smorfia infastidita.
-Tesla,
che cacchio stai facendo?-.
Tesla
Lindocruz, la sua unica Fraccion nonché suo fanboy
sfegatato, è
disteso a pancia ingiù sulla sabbia, con il piede di Nnoitra
che gli
preme sulla schiena.
-Non
posso permettere che lei si scotti, nobile Nnoitra!-.
-Gentile
da parte tua, ma come pensi di arrivare fino in fondo? E poi non
vorrei dire ma il tuo viso sta bruciando...-.
-Non
è niente, lord Nnoitra, inoltre io...-.
-Kukuku...-
Una viscida risata alle spalle della Quinta Espada lo fa trasalire.
-Tutte
qui le tue risorse, Nnoitra?- Szayel Aporro si affianca a Nnoitra,
rivolgendogli un sorriso malevolo.
-Aporro,
testa di zucchero filato, che minchia stai dicendo?-.
Aporro
continua a sogghignare e alza il piede; prima di metterlo sulla
sabbia, però, schiocca le dita, e da sottoterra spuntano le
sue
Fraccion che si dispongono l'una davanti all'altra creando una
passerella fino alla riva.
-Kukuku!
Vedi, Nnoitra, un cucchiaio senza cervello come te è
destinato a
soffrire, mentre un brillante genio quale è il sottoscritto
risolve
qualsiasi tipo di problema con la scienza!-.
-E
tu questa la chiami scienza??? E poi come ti permetti di insultarmi,
uccello bucato???-.
Nnoitra,
imbestialito, gli punta contro la falce, ma la voce di Aizen lo
ferma.
-Davvero
patetici, usare le vostre Fraccion per delle sciocchezze simili!-.
Nnoitra
e Aporro, entrambi malvolentieri, si inchinano davanti allo
Shinigami, che vestito
elegantemente come al suo solito si
mette in mezzo a loro.
-Un
essere divino come me non ha paura di bruciarsi un po' i piedi:
osservate e prendete esempio!-.
Aizen
muove un piede ma anche lui se lo trova sopra a qualcosa.
Abbassa
lo sguardo insieme agli altri due, i quali per poco non scoppiano a
ridere.
-Ulquiorra,
che cosa fai?- Chiede Aizen dopo un silenzio imbarazzato.
La
Cuarta Espada, che nemmeno per l'occasione si è tolta la
divisa,
fissa il cielo con il suo solito sguardo apatico, immobile come un
cadavere, mentre il piede di Aizen gli preme sulla pancia.
-Non
è necessario che si abbassi a calpestare la sabbia, Sua
eccellenza
Lord Aizen.- Dice calmo.
-...Capisco,
ma non hai caldo?-.
Il
viso di Ulquiorra è rosso come un pomodoro e fuma, ma lui
non si
scompone minimamente.
-Il
calore non mi ferisce fintano che Lei mi copre con la Sua
magnificenza.-.
Nnoitra
e Aporro si sganasciano dalle risate, mentre Aizen è sempre
più
scuro in volto.
-Allora
spiegami come vorresti fammi arrivare a riva...-.
-Mi
fa piacere che me l'abbia chiesto.-.
Ulquiorra
inizia a rotolare a grande velocità verso il mare, e Aizen
non fa in
tempo a ritrarre il piede che si trova sopra di lui a sgambare
in avanti per non cadere.
Persino
lui, in quella situazione, non può fare a meno di sgranare
gli occhi
e gridare.
-Fermo!
Ulquiorra, fermati!-.
-Come
desidera.- Ulquiorra si ferma di colpo, ma Aizen no: l'ex capitano
vola via per diversi metri e finisce in acqua con un gran tonfo,
galleggiando inerme in una chiazza di tessuto bianco.
-Ahahahah!!!-
Nnoitra e Aporro sono troppo presi dal ridere per accorgersi di
essersi messi sopra Tesla per vedere meglio la scena, e non lo
sentono mugugnare: -Lord Ulquiorra ha avuto la mia stessa idea...-.
Solo
quando parte anche lui, e i due si ritrovano abbracciati l'uno
all'altro con il mare che viene pericolosamente incontro, si rendono
conto della situazione.
-Tesla,
idiota, fermati!!!- Urla Nnoitra.
-Sissignore.-
Tesla si ferma esattamente di fianco a Ulquiorra, e anche i due
Arrancar volano via.
-Ah!-
Aizen riemerge dall'acqua bagnato fradicio e con i vestiti
appiccicati al corpo, e fa appena in tempo a scostare i capelli che
gli sono caduti in faccia per vederseli arrivare addosso.
-Oh,
n...-.
TUNF
SPLASH
Tesla
e Ulquiorra, intanto, sono testa contro testa e guardano il sole
imperturbabili, nonostante i loro vestiti inizino a prendere fuoco.
-I
miei complimenti per il tuffo, Lord Nnoitra.- Dice Tesla.
Poi
le Fracciones di Aporro li calpestano e si tuffano in acqua per
recuperare il padrone, ovviamente travolgendolo, lasciando i due
arrancar immobili sulla sabbia pieni di segni di piedi e di ustioni,
ma ancora silenziosi.
Gin
intanto si era sdraiato su una brandina e, munito di binocolo, si era
dedicato a quello che è il vero senso delle giornate in
spiaggia:
sbirciare le ragazze in bikini.
Le
vide correre tra le increspature del mare, lanciandosi schizzi e
gridolini, buttandosi le une sulle altre in un meraviglioso
spettacolo di tette su tette su tette su altre tette ancora; per
qualche secondo la sua attenzione fu distratta da un esplosione di
reishi vicino alla riva che sollevò una colonna gialla fino
al
cielo, poi però individuò un gruppo di shinigami
della Soul
Society, e tra queste scorse l'unica ragazza che gli interessava
davvero, quella dai lunghi capelli color miele e dalla caratteristica
nona di seno, che se ne stava un po' in disparte a guardare le altre
divertirsi; a un certo punto si voltò verso di Gin, non lo
vide
ovviamente, ma questo bastò a farlo eccitare.
-Ah,
Matsumoto...-.
Improvvisamente
però la sua visuale fu oscurata da qualcosa;
abbassò il binocolo e
vide che si trattava di un inzuppato e (chissà come)
bruciato Aporro
che si trascinava dalla riva verso di lui.
Che
simpatico quell'Espada, e anche molto propositivo se si era fatto il
bagno in divisa!
-Ohi,
Aporro, come va?-.
Aporro
mugugnò qualcosa che era meglio non tradurre.
-Che
ti è successo?-.
-Nnoitra.-.
-E
le tue fraccion?-.
-Le
ho mangiate.-.
Mentre
Gin sghignazzava l'Octava gli si avvicinò e gli
rubò il binocolo.
-Ma
dai? Non sapevo che in fondo eri un pervertito!-.
Il
rosato abbassò il binocolo, tossicchiando.
-Si
sbaglia, se posso permettermi l'unico pervertito è lei;
insomma,
basta guardare come sono ridotti i suoi occhi.-.
-Ehi!-
Protestò Gin: -Guarda che io sono così fin dalla
nascita, da quando
ho visto per la prima volta le bocce di mia m... ehm... semmai
è
Tosen quello che ha esagerato! Ma comunque che stai facendo?-.
Aporro
trasse un profondo respiro, si mise una mano al cuore e rispose
entusiasta: -Sto studiando una rara forma di vita presente solo in
determinati periodi dell'anno, durante
i quali
la temperatura
media si innalza di una
decina
di gradi, in
determinati luoghi del
mondo, nei
quali le
terre emerse
confinano con quella
distesa conosciuta come Talassa,
una
specie che sovrabbonda solo a queste condizioni,
caratterizzata
dall'innalzamento nel
di
lei
corpo
di ormoni, di
melanina e del tasso di sudore rispetto alla media annua,
oltre
che un'apparente maggiore sensualità corporale,
comprovando alla sua corrispondente
maschile una proporzionale tendenza all'eccitazione!-.
-...in
pratica sbirci le ragazze in costume.-.
Aporro
guardò Gin stralunato.
-Cielo,
no! Le sto studiando!
Ha idea di come il corpo di una donna pubere sia soggetto a
variazioni nel corso dell'estate? Le curve si gonfiano, le vitamine
scarseggiano, il
metabolismo si accelera...
oh, che esemplari magnifici! Quanto vorrei imbottigliarle tutte in
una provetta!!!-.
-Tu
sei malato... Diglielo anche tu, Zommari... uh? Ehi, ma che fine hai
fatto?- Zommari, infatti, all'inizio si era sdraiato vicino a Gin,
solo che ora era sparito.
Gin
si guardò intorno alla ricerca della Séptima
Espada, quando lo
sentì.
-Coccobellococcoooo!
Gnamgnamgnam coccobellooooo!!!-.
-Zommari!
Ma che stai facendo?-.
Eccolo
lì, in camicia hawaiana, con in testa un panama
e in mano un secchiello; l'Espada lo guardò stupito, poi
guardò sé
stesso e sussultò.
-Oh,
mi zcuzi, deformazione profezzionale!-.
Gin
sospirò, fissò lui, poi Aporro che aveva ripreso
a guardare col
cannocchiale facendo innalzare qualcos'altro oltre al tasso di
sudorazione medio, e pensò che solo a lui potevano capitare
tipi
così senza speranze.
Fortunatamente
aveva un binocolo di riserva.
Qualche
fila di ombrelloni più indietro, Yammi, in un paio di boxer
a misura
di Hulk, stava camminando tenendo al guinzaglio il suo cucciolo.
Anzi,
i suoi due
cuccioli.
-Cane
di merda, ti avevo detto di startene a casa! Non vedi che ho
già
quest'altro qui a cui badare?- E diede uno strattone al guinzaglio
dell'altro, che gemette.
-Arf!-.
-Ti
ho detto di no! Su, sparisci, fatti un giro!- E, incredibilmente,
quello lo ascoltò e se ne andò.
Yammi
ansimò,
si guardò intorno, vide quattro ombrelloni ammassati l'uno
sull'altro
e capì che sotto doveva esserci Aaroniero;
e infatti lo
trovò subito,
seduto sulla sdraio, ricoperto di strati di crema solare che
gli appannavano la boccia
mente
si faceva le parole crociate.
-Ohi,
Aaroniero, me la tieni d'occhio per un po'? Io me ne vado a
mangiare!-.
La
Novena
Espada
lo guardò con le due teste, facendolo rabbrividire, ed
entrambe
annuirono.
-Va
bene, ma prendi qualche Hollow da portar via, anch'io ho
un languorino.- Disse la testa sopra.
-Prendine
due, prendine due!- Gridò l'altra, quella con la voce
maledettamente
stridula.
Yammi
si sturò le orecchie: -Sì, sì, certo,
ci vediamo...-.
Legò
la cagna ad uno degli ombrelloni e se ne andò.
-Ehm...
scusi signor Yammi! Signor Yammi!- Orihime lo chiamò
inutilmente,
quindi si sedette sulla sabbia e incrociò le braccia davanti
alle
ginocchia.
Aaroniero
non la guardava, sembrava non essersi nemmeno accorto di lei,
così,
dopo un po', provò a parlargli: -Ecco... salve, signor
Espada...-.
L'arrancar
la sentì e si voltò, sorridendole come solo due
teschi raggrinziti
come lui sapevano fare.
Orihime
sobbalzò, abbassò il viso imbarazzata e
tirò un lungo sospiro.
-Tsch!-
Sentì qualcuno dire di fianco a lei; alzò la
testa e vide che si
trattava di Barragan che, tutto tremolante sul bastone, sfoggiava un
costume monopezzo che grazie al cielo gli copriva il fisico.
-Che
razza di svergognata! Ai miei tempi le ragazze non andavano in giro
conciate così!-.
Non
sapeva se si riferiva al costume a due pezzi color arancio, che in
effetti le andava un po' stretto, o al collare, ma Orihime non voleva
che si facesse un'idea sbagliata di lei.
-Signor
Barragan, guardi che io...-.
-Ai
miei tempi- Riprese lui: -l'unico abito vistoso che avevano l'ardire
di indossare erano i pantaloni con la zappa! E invece adesso...
sembrano delle cortigiane, sembrano... e sempre attaccate ai loro
aggeggi telefonici senza filo... ma dove andremo a finire? Bah!- E,
zoppicando e massaggiandosi la schiena, si allontanò,
brontolando
com'era arrivato.
La
povera Inoue, rannicchiata su sé stessa, ripensò
a quando quella
mattina Ulquiorra era entrato nella sua cella e le aveva chiesto di
andare in spiaggia con loro, e lei al solo pensarlo era scoppiata
dalla gioia: certo non se l'era immaginata così la vacanza...
CIACK
CIACK CIACK
Apacci,
Mila Rose e
Sun-Sun,
vestite
con tre costumi che avrebbero fatto arrossire persino Ulquiorra
(comunque
in quel momento non si sarebbe notata la differenza, in quel poco che
gli rimaneva della faccia),
le prime due in bikini uno bianco e l'altro tigrato, e la terza in un
monopezzo rosa,
sguazzavano
in una secca distante una decina di metri dalla riva, schizzandosi e
tirandosi addosso sabbia, conchiglie, granchi
e meduse, nonché
qualche squalo passeggero.
-Ahah!
Smettila di bagnarmi!- Dicevano.
“Crepa!
Crepa crepa crepa!!!” Pensavano.
Ad
un certo punto, con la scusa di “divertirsi di
più”, Apacci
saltò addosso a Sun-Sun spingendola sott'acqua, e sempre
ridendo
cercava di annegarla; contemporaneamente, dietro di lei, Mila Rose si
avvicinava minacciosa con in mano un'aragosta grande quanto la sua
testa, che si preparava a lanciare contro la Fraccion.
All'ultima,
però, si fermarono.
-Certo
che è strano.- Commentò Mila: -A questo punto
Harribel-sama di
solito ci ferma.-.
-È
vero.- Convenne Apacci: -E poi, dov'è finita?-.
Sun
riemerse e, senza nemmeno riprendere fiato, commentò: -Mi
pare fosse
laggiù...-.
E
infatti la videro mente, chinata in avanti, dava loro le spalle e
sembrava essere concentrata su qualcosa.
Le
si avvicinarono incuriosite e la scossero per una spalla.
-Harribel-sama,
cosa sta facendo?-.
L'Espada
trasalì e si rialzò di scatto.
-Nulla,
nulla...-.
Non
le guardava, ma tutte e tre notarono una punta di imbarazzo nella sua
voce; molto strano, dato che di solito Tia era fredda e silenziosa.
Apacci
comunque era troppo impegnata a fissare il costume blu scuro della
padrona per riprendere: incredibile come le sue poppe sembravano
scalciare via il pezzo sopra, e anche quello sotto aveva qualche
difficoltà a rimanere fermo...
-Che
cosa stava guardando?- Sun-Sun si abbassò, ma Tia si
piazzò davanti
a lei.
-Proprio
niente!- Urlò, spalancando le braccia; metà viso
era nascosto da
una cuffia bucata che le copriva la bocca, ma le sue guance erano
visibilmente
scarlatte.
Le
Tres Bestias sgranarono gli occhi incredule.
Poi
in mezzo alle gambe della Tercera
sgusciò fuori un pesce che nuotò via sotto gli
sguardi basiti delle
quattro.
-Tia-sama...-.
-N-Non
è niente... è solo che... solo che...- Distolse
un poco gli occhi,
arrossendo
sempre di più:
-Mi piacciono molto i pesci...-.
Le
tre spalancarono le mascelle fin sott'acqua.
“Harribel
è una dandere! Con
i pesci!
È
una dandere con i pesci!!!”.
Poco
lontano, un redivivo e malconcio Nnoitra le spiava sogghignando,
preparandosi a colpire; dietro la schiena malcelava il falcione, che
gli spuntava da sopra la testa.
-Ehi,
Tia, hai visto che bel pesciolino che c'è qui?-.
Tia
alzò il capo e lo guardò con due occhioni
speranzosi che Nnoitra
non avrebbe mai pensato di vederle in volto nemmeno nelle sue
più
fervide fantasie (ed erano parecchie).
-Dove?-.
-Proprio
qui!-.
Ora,
Tia era una donna intelligente, ma i pesci erano evidentemente
il suo punto debole; così superò le Fracciones, ancora
sotto shock, e corse verso Nnoitra, che allargò il finto
sorriso;
quando le fu a portata di tiro, brandì la falce e
mirò alla testa,
senonché...
SPLASH
-Pff!-
Nnoitra sputò l'acqua che gli era finita in bocca, cercando
di
capire com'era caduto.
La
risposta gli apparve lampante.
-Tesla!
Perché mi sei balzato addosso???-.
-Mi
scusi, Lord Nnoitra.- Disse quello rialzandosi: -Ma vede cosa
c'è
lì?-.
Nnoitra
seguì il suo dito e vide un coso
marrone galleggiare a pelo dell'acqua.
-Quello
è un Pesce Spirito-Roccia, un raro animale della Soul Beach;
le sue
spine sono molto velenose, e lei stava per calpestarlo
inavvertitamente quando stava per colpire Lady Tia.-.
Nnoitra
digrignò i denti: -Il fatto che io abbia lo Hierro
più potente tra
gli Espada ti dice niente???-.
Tesla
ebbe un soprassalto.
-Mi
perdoni, ho agito d'istinto e...-.
-Fatti
ammazzare!!!- Gli balzò addosso e cominciò a
stritolarlo, senza che
quello reagisse; smise solo quando vide Tia che, accucciata, aveva
preso in mano il pesce e lo guardava con due occhioni e un rossore
alle guance che sembrava Nel davanti a un dolce.
Sì,
ma di quelli erotici.
-Oh,
che carino, devi sentirti solo, povero piccino...- E si
allargò la
parte sopra del costume per poi metterselo lì dentro.
Nnoitra
mollò Tesla, che cadde in acqua a
peso morto,
fissando
a bocca aperta la donna.
Tia
abbassò il volto impacciata, stringendosi le spalle e, per
qualche
legge della fisica estiva, facendo sballonzare le tette.
-B-Beh,
che c'è? N-Non capisco perché fai quella faccia,
ecco...-.
Al
ragazzo caddero le braccia.
“Dandere...”.
WROOOOOOOOO
Grimmjow
premette l'acceleratore, ridendo sguaiatamente; seduta dietro di lui,
Lilynette gli urlò: -Non starai andando troppo veloce???-.
-Nah!-
Rispose quello: -Notizie di Coyote???-.
Lilynette
si voltò verso la schiuma del motore.
-Mmm...
no, deve ancora svegliarsi!-.
Incredibile
come il sonno di Stark riuscisse a sorprenderla ogni volta: gli
avevano legato i piedi agli sci e le mani a una corda e se lo stavano
trascinando dietro col motoscafo, eppure ancora russava.
Lily
si sbilanciò in avanti, certo che stava bene cogli slip, gli
vedeva
tutti gli attributi...
Il
rumore del motore era forte, e non udì Grimmjow sghignazzare
malefico alle sue spalle; invece sentì benissimo il calcio
che gli
diede al sedere e che la fece cadere in avanti.
Le
alternative erano due: finire maciullata dall'elica oppure
aggrapparsi alla corda.
Optò
per la seconda, tuttavia invece di appendersi e basta finì
col
correrci sopra, senza riuscire a fermarsi.
-ACCIIIIIDEEEEENTIIIII!!!!-.
Si
scontrò contro Stark, che per poco non perse l'equilibrio e
non
cadde in acqua; ma poi, come faceva a stare dritto mentre dormiva?
Mah!
Fatto
sta che la Fraccion si sedette sulle sue spalle, cercando di non
cadere e iniziando a tirare bestemmie contro Grimmjow.
Poi
però si accorse di uno zaino che Stark aveva sulla schiena;
doveva
avercelo messo l'Espada quando l'aveva legato, chissà
perché...
Vide
che una cordicella penzolava da una tasca e, incuriosita, la
tirò.
Ora,
se avesse conosciuto meglio Grimmjow, non sarebbe stata tanto stupida
da sfidare la sua insanità
imprevedibilità nel fare scherzi. Ma non lo conosceva poi
così
bene, e prima di rendersene conto si ritrovò a penzolare
appesa a
una gamba del Primera, sospesa a qualche decina di metri da terra, a
urlare a squarciagola controvento.
-UN
PARACADUTE??? SUL SERIO???-.
Ma
non era finita lì: vide che Grimmjow si era girato e teneva
in mano
un paio di forbici.
Se
prima il ragazzo aveva avuto un paio di scrupoli sul continuare,
vedere la faccia terrorizzata e supplicante di Lilynette non solo
glieli spazzò via, ma si maledì per non essersi
inventato di
meglio!
Lilynette
sbiancò.
“No
Grimmjow no!!!”.
Sì
Grimmjow sì.
ZAK
Lilynette
chiuse gli occhi e si strinse all'Arrancar, preparandosi a cadere;
invece si rese conto di stare ancora volando.
Ma
certo! Che stupida! Anche se non era più trainato, un
paracadute non
cadeva mica come una pera!
Così, un poco rincuorata, riaprì gli
occhi.
Non
l'avesse mai fatto.
Grimmjow
la puntava con un lanciarazzi, ridendo malefico.
In
effetti, si era inventato qualcosa di meglio.
Lilynette
spalancò la bocca e per poco non mollò la presa,
ormai troppo
rassegnata per spaventarsi.
Solo
non ci poteva credere.
BOOM
-AAAAAAAAAAAAAH!!!-.
SPLASH
La
ragazzina riemerse sputando acqua salata, per qualche miracolo era
relativamente incolume.
Di
fianco a lei, Stark galleggiava a pelo dell'acqua ronfando ancor
più
di prima, anzi, si mise addirittura il pollice in bocca.
Lilynette
guardò il motoscafo allontanarsi rapidamente di lei, udendo
chiaramente le risa che la Sexta si stava facendo.
L'acqua
intorno a lei iniziò a bollire.
-Grimmjow...-.
Grimmjow,
intanto, sghignazzava senza accennare a smettere, pensando a
cos'altro poteva escogitare. Ad un certo punto, però, un
rumore alle
sue spalle lo fece voltare.
-Eheheh!
Eheh... eh?-.
Lilynette
stava solcando le onde usando Coyote come tavola da surf e usando un
Certo all'indietro come propulsore; l'occhio sembrava stare per
schizzare via dall'orbita e sbraitava come avesse un bankai nel culo.
Che
era quello che si sentiva Grimmjow in quel momento, mentre smetteva
di sorridere.
-Oh.-.
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM
Tosen
alzò la testa.
-Cos'è
stato?-.
Il
suo superudito alla Daredevil aveva sentito un boato in lontananza, e
così si volse verso il mare.
Non
capì quale fosse la causa del rumore, ma intuì
che era diventato
l'ultimo dei suoi problemi.
-Aizen...sama?-.
Aizen,
che dire bagnato era come dire che Yammy aveva problemi di
autocontrollo, procedeva verso di lui con un'aura nera che lo
circondava e la stessa aria di quando una volta aveva cercato di
convertire Nnoitra al femminismo.
-Non
dire niente.- Soffiò quello a denti stretti, con i capelli
che gli
coprivano gli occhi.
-Non
guardarmi neanche. Anzi, come fai a guardarmi tu?-.
-La
giustizia è la mia luce.-.
-Se
è una luce che asciuga, la voglio anch'io. A proposito di
fuoco,
dov'è Wonderweiss?-.
-Sta
giocando a Bleach [lol]
Volley con le Fracciones di Grimmjow contro quelle di Barragan, anche
se mi sembra che Edrad
abbia dato fuoco al pallone e
l'abbiano sostituito
con Rudborn...-.
-Requisisci
quel pallone e portamelo qui. Anzi, requisisci direttamente Edrad.-.
-Sa-
Continuò l'altro, senza dar segno di averlo sentito (cosa
impossibile): -Wonderweiss sta crescendo rapidamente, sono molto
fiero di lui. Pensa che ieri ha detto la sua prima parola di senso
compiuto.- disse asciugandosi una lacrima dagli occhi.
Aizen
girò le pupille.
“Oddio,
ora ricomincia...”.
-E
che ha detto, “papà”?-.
-No,
“stronzo”.-.
Aizen
sussultò.
-A
Gin, che gli aveva fatto lo sgambetto.-.
-Ah,
mi pareva...-.
-Gli
ha pure addentato i giornali porno e fatto la pipì sulla
piantina di
“canapa”, come si ostinava a chiamarla. Bravo il
mio ragazzo...-.
-Aha.-
Annuì l'altro: -Scommetto che è la luce dei tuoi
occhi, eh?-.
-Assolutamente
sì, mi accompagna sempre al guinzaglio quando vado per
strada!-.
Incredibile
come il suo senso di giustizia si rifiutasse di accettare l'ironia in
quanto forma di menzogna, e Aizen
ancora non capiva se Tosen vedesse l'Arrancar come un figlio, un
cane, o una bambola pedopornografica; ma no, il suo senso di
giustizia gli avrebbe impedito di fare certe cose con un ragazzo
di... uhm... qualche centinaio di anni sopra la maggiore
età...
-Che
c'è, perché mi guarda così?-.
-No,
niente, lascia perdere... invece
passami un asciugamano...-.
-Mi
spiace, le Privation Espada se li sono presi tutti per farci una sua
statua.-.
-Una
mia statua? E non potevano usare la sabbia?-.
-Hanno
detto che era troppo banale per una persona come lei.-.
-E
chi ha avuto la brillante idea?-.
-Dordoni.-.
-Ma
non mi dire...- Una volta tornati all'Hueco Mundo l'avrebbe fatto
frustare da tutti gli Espada, con quegli asciugamani.
Aizen
tirò un lungo respiro, poi ardì: -Senti,
compramene uno da un
vucumprà...-.
Se
a un nero è concesso di impallidire, così fece
Tosen in quel
momento; fece il segno della croce, girò su sé
stesso tre volte e
sputò a terra.
Aizen
guardò lo sputo alzando un sopracciglio.
-Sul
serio?-.
-Capitano,
ma cosa sta dicendo??? Questi... questi... questi aborri della natura
importunano gli spiaggianti paganti per vendere loro merci difettose
senza nemmeno una licenza regolare!!!-.
-Capisco
il tuo punto di vista, ma sto tremando, Kaname.-.
-Una
malattia nel nome della giustizia è più sana di
un benessere nel
male!-.
-Ma
una bronchite nel nome della stupidità è peggio
di tutte e due! E
ancora peggio è un ricovero in nome di Aizen incazzato,
quindi
comprami questo maledetto asciugamano!!!-.
Tosen
incrociò le braccia.
-Spiacente,
capitano, non vedo
nessun venditore in questa spiaggia.-.
Aizen
fumava dalla rabbia, tanto che da lì a poco forse non
avrebbe avuto
più bisogno di un asciugamano.
-Allora
leccalo, annusalo o marcarlo con l'urina, ma portamelo qui!!!-.
Tosen
usò l'Enma
Kōrogi su sé stesso.
-Argh!!!-.
Aizen
si girò alla ricerca di un vucumprà, e ne
individuò subito uno, di
asciugamani tra l'altro.
Solo
che...
-Zommari,
avresti la cortesia di cosa diamine stai facendo?-.
-Uh?
Azzidenti!- Zommari gettò a terra gli asciugamani.
-Perché
ogni volda ghe mi didraggo finidde codì?-.
-Fosse
solo quello...-.
-Vucumprà...-
-Vucumprà...- -Vucumprà...-.
Altri
cinque Zommari stavano girando per gli ombrelloni vendendo ognuno
qualcosa di diverso.
-I
miei Gemelos Sonido!-.
-Oh!
Che bello questo!- Qualche fila più indietro Luppi ne
fermò uno e
iniziò a svaligiarlo di braccialetti e fermagli.
Tosen
intanto ghignò soddisfatto, nonostante fosse ancora sotto la
cupola,
probabilmente il suo senso di giustizia se la godeva.
PAF
Aizen
si mise una mano in faccia.
“Perché
gli idioti tutti a me?
È
tanto chiedere un aiuto decente io
che voglio solo conquistare il mondo?”.
Poi
la gente si chiedeva perché considerasse uno schifo quello
attuale.
-Ghihihihih!-.
Silenziosa
come un gatto, Loly alzò l'ascia sull'ignara Orihime, che le
dava le
spalle.
“Questa
volta la uccido questa stronza!!!”.
Dietro
di lei, Menoly sbuffò.
Loly
brandì l'accetta, sorrise, poi ghignò, poi
ridacchiò, facendo
sobbalzare Inoue.
“Troppo
tardi! Nemmeno un miracolo potrebbe salvarti!!!”.
Ma
Grimmjow che si schiantava proprio sulla giovane hollow sì.
-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
PUM
Menoly
sgranò l'occhio, notando la mano dell'amica contorcersi
sotto il
peso dell'Espada.
Poi
scoppiò a ridere: -Ahahah! Sai cosa, ben ti sta!
Così impari a non
goderti la vacanza!!!-.
Orihime,
intanto, si era rialzata e guardava perplessa i tre Arrancar, poi
ebbe un sobbalzo.
-Menoly-san,
attenta!-.
-Eh?-
Menoly alzò la testa.
-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
PUM
Lilynette
e Stark la colpirono in pieno.
Loly
si levò lo svenuto e bruciacchiato Grimmjow di dosso e si
rialzò in
piedi, ridendo sguaiatamente.
-AHAHAH!!!
CHI È CHE SI MERITA COSA???-.
In
tutto questo Aaroniero era rimasto sdraiato e si limitava a fissarli,
scocciato dal loro baccano.
Se
almeno uno di loro fosse morto avrebbe potuto sgranocchiare qualcosa,
ma niente, tutti ostinati a rimanere in vita!
Cambiò
espressione solo quando vide un punto avvicinarsi minacciosamente
dall'altro.
-Oh
cazz...- Urlò qualcosa, poi si tuffò all'indietro
ma si trovò
sotto il sole e crollò essicato.
Loly
smise di ridere, guardandolo confusa.
-Eh?
Sbaglio o ha detto “motoscafo”?-.
Poi
sentì un'ombra coprirla.
…
Quando
Yammi tornò indietro con un paio di sandwich all'anima
infernale che
gli erano avanzati, si sorprese un poco a trovare un cratere fumante
al posto dell'ombrellone; dopodiché raccolse un'esanime
Orihime,
fece dietrofront e addentò un altro panino.
Il
bilancio di fine giornata fu il seguente:
tredici
arrancar in rianimazione per aver giocato a lanciare Cero al posto di
palloni da pallavolo (tutto
iniziato da una certa Fraccion che non aveva apprezzato l'essere
sostituita con un “teschio di montone ambulante
cagazombie”),
altri cinque più un umana con gravi contusioni e scottature causate
da
precipitazioni meteoriche di motoscafi in fiamme, uno
quasi
morto per disidratazione,
un
altro per ustioni solari che l'avevano reso una pizza margherita al
contrario,
un terzo
per indigestione di panini e
anime,
un altro ancora perché pestato da Nnoitra, Nnoitra stesso perché
pestato da Tia quando l'aveva attaccata in bagno, uno
shinigami pestato in circostanze analoghe ma con cause scatenanti
leggermente differenti,
un
Espada arrestato dagli shinigami per vendita illecita e
poi pestato perché nero (gli shinigami sono razzisti,
d'altronde
l'ultimo capitano di colore che hanno avuto si
era rivelato
un bastardo doppiogiochista),
quattro arrancar donne vittime di punture di pesci velenosi nelle
zone mammarie e riproduttive (e non si indagò oltre), uno
shinigami che recuperati i sensi si era trovato con i polmoni
strappati dal petto, un terzo shinigami che doveva sostituire
i polmoni ormai compromessi dalla pneumonite usandone un paio
“di
riserva”, tre Privation sculacciati fino a rimanere
scorticati, un altro che aveva avuto un diverbio con un certo
cane-Fraccion sul legale possesso di un cerchiello per capelli di non
lecita provenienza, diverbio
era finito con un calcio in faccia al cane che aveva risposto
morsicandogli i testicoli i quali, in antitesi con il suo aspetto,
aveva ben
sviluppati, e il solito Barragan che gli era presa l'artrite.
Insomma,
l'unico a rientrare
felice e ben ristorato dalla vacanza fu Szayel Aporro Grantz, il
quale non solo ne uscì sano e salvo, ma si trovò
con ben 38 nuovi
soggetti su
cui
testare quelle che si ostinò a chiamare, anche nei mesi
seguenti che
furono per sempre ricordati come “La notte della Resurrecciónes
viventi”,
“normalissimi antibiotici già provati
sulle mie Fracciones.”. Le
quali, tra parentesi, rimasero nello scarico sotto forma di feci per
tutta
la settimana successiva.
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