The Unforgiven

di _thunderstorm_
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Breeze still carries the sound
Maybe I'll disappear
Tracks will fade in the snow
You won't find me here…


La luna volgeva il suo sguardo indolente sui cadaveri lungo le strade, spettatrice incurante e lontana delle sanguinose vicende umane.
Itachi barcollò, come se improvvisamente le forze gli mancassero. Non avrebbe mai immaginato un dolore simile. Sentiva, in qualche modo, di essere morto. Quella notte aveva cancellato – ucciso – tutto ciò che era stato, le sue radici, i suoi legami.

Qualcosa dentro di lui si era rotto, palesandogli attraverso quella sofferenza quanto lui non lo fosse affatto, un mero strumento di guerra, facendogli percepire, dopo tutto quel gelo, il bruciore della perdita, del senso di colpa, del disgusto.

Strinse i pugni, immobile in mezzo alla strada, il petto scosso dai singulti di un pianto che non riusciva a trattenere.
Era scesa una calma innaturale intorno a lui, un silenzio opprimente, carico delle urla che lui aveva soffocato sul sorgere, degli sguardi dei cadaveri lungo la strada e all’interno delle case, sguardi che ancora presentavano una traccia di quella stupita, improvvisa consapevolezza, destinata immediatamente a perdersi nell’oblio della morte. Lo trafiggevano, immobilizzandolo; avrebbe potuto correre quanto più lontano riuscisse, dando fondo a tutto il chakra rimasto, ma a quelli non sarebbe mai più riuscito a sfuggire, ne aveva la certezza. Li avrebbe portati con sé in eterno.

Ma, soprattutto, lo dilaniava quello sguardo. Aveva in parte sperato di non incontrarlo, e invece gli aveva sbattuto in faccia tutta l’incredulità, la paura, il dolore che gli aveva suscitato. Aveva sempre avuto degli occhi bellissimi, grandi ed espressivi come quelli di Mikoto.

Itachi, promettimi che ti prenderai cura di Sasuke.

Rabbrividì. Il suo fratellino era riverso a terra alle sue spalle, svenuto e  ferito, ma era vivo. L’avrebbe lasciato solo, per davvero stavolta. Si voltò a fatica, chiudendo gli occhi e riaprendoli lentamente, mentre gradualmente riacquistava un’apparente padronanza di sé: a vedere quel corpo esile di bambino accasciato nel fango, circondato dalla morte, sperò davvero nelle sue stesse parole, che Sasuke lo odiasse profondamente.
Avrebbe vegliato su di lui nell’ombra, da lontano, in attesa dell’agognata morte di sua mano, in una definitiva resa dei conti. Allora, avrebbe finalmente trovato la pace.
Socchiuse gli occhi, stringendo lo sguardo, asciugandosi il viso rigato dalle lacrime, ricomponendo l’espressione.

Addio.

Sasuke era vivo.
La pace era preservata.
Il nome del clan non sarebbe stato intaccato, né quello del villaggio stesso.

Itachi se ne andò, trascinando con sé il peso di una verità scomoda che andava celata. Era, e sarebbe sempre stato, seppur nel disonore, un ninja del Villaggio Segreto della Foglia; questo era il suo sacrificio per la patria.



Ice is starting to form
Ending what had begun
I am locked in my head
With what I've done
[And all that could have been, Nine Inch Nails]


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Chi non muore si rivede. Questa raccolta è vecchissima, tanto che ora, a manga terminato, certe flash non sono perfettamente in linea con il proseguimento di trama che ha poi intrapreso Kishimoto (vedi quelle inerenti a Shisui), ma mi piace ancora, e mi piacerebbe prima o poi terminarla, forse modificandola leggermente per riadattarla almeno in parte a quanto ora si sa del filone di trama sugli Uchiha e su Sasuke in particolare. Sono parecchio arrugginita con la scrittura, spero questa flash non sia una ciofeca totale. Sono sempre ben accette recensioni, negative o positive che siano, purché costruttive.
Alla prossima,
_thunderstorm_




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