Ciao a tutti! Questa è la mia prima fan e spero tanto che
sia di vostro gradimento!!! Ci tengo ad avvisare i potenziali lettori che ho
una povertà lessicale veramente allucinante. In più non sono brava a descrivere
e inventare combattimenti.
Vi
chiedo di finire di leggere la fan se la iniziate (a meno che questo per voi
non voglia dire vomitare) e di essere più gentili che potete a dirmi che vi fa
decisamente troppo schifo (forse ho chiesto un po’ troppo…! ;p) comunque GRAZIE
MILLE! E adesso vi auguro buona lettura!( n.n”)
(questa
fan è incentrata su NaruHina, altre coppie sono ShikaTema, NejiTen, e un
accenno a KibaIno. Avrei voluto aggiungerci anche SasuSaku ma visto che lui è
ancora da Orochimaru e non sapevo come farlo tornare non ho potuto. Chiedo
perdono ai fan di quest’ultima coppia!)
PS:
non garantisco che il carattere dei personaggi della mia fan rispecchi alla
perfezione quello dei personaggi del cartone animato!!! ( n.n”)!!!
Grazie
ancora! ^ ^
Tra Incubi E Realtà
Parte Prima
Qual è il confine tra
un sogno e la realtà?
Una linea
sottilissima, che spesso gli umani non vedono.
Proprio perché
sottile.
E quando un sogno non
è più un sogno…
Quando il sogno non è
più un sogno ma un incubo…
…Qual è il confine?
Spesso anche il
confine tra realtà ed incubo è quasi invisibile…
Ma i sogni sono felici…
Gli incubi no…
Essi possono far
provare solo due cose:
La speranza che
l’incubo non sia la realtà…
…e la paura che la
realtà sia l’incubo.
*****
Il primo giorno di ottobre, un
giorno come tanti. Quel giorno splendeva il sole, e nonostante non riuscisse
più a riscaldare il Villaggio come due mesi prima, era sempre ben gradito. Ma
sebbene ci fosse ancora quel po’ di sole, che rendeva le giornate meno fredde,
la maggior parte della gente preferiva più che altro starsene in casa dove
poteva rimanere al caldo e uscire solo se davvero necessario. Di conseguenza le
strade erano quasi del tutto deserte. O per lo meno a quell’ora di mattina.
Quelli già svegli erano ancora in pochi. Il freddo contribuiva alla sonnolenza.
Solo poche persone vagavano per
le fredde strade quasi inanimate, tra cui un ragazzo e una ragazza…
“Chissà che vorrà
Nonna Tsunade da me di tanto urgente per farmi piombare in casa Hinata di
domenica mattina!” si chiedeva Naruto sbadigliando mentre camminava per il
villaggio con accanto Hinata, come solito imbarazzata. La guardò un attimo.
“Non che mi dispiaccia vedere Hinata, però…!”
--Sei sicura che Tsunade non ti
abbia detto nient’altro?-- domandò lui, intrecciando le dita dietro la nuca,
sperando che sapesse qualcosa.
--Ehm…sì, sono sicura. Ha solo
detto di aver urgente bisogno e di venirti a chiamare. Non so altro, mi
dispiace.-- rispose timidamente lei.
--Ah…e io che volevo starmene a
dormire almeno oggi!-- si lamentò sbadigliando ancora.
Hinata ridacchiò divertita.
--Siamo arrivati-- disse poi.
Ecco davanti a loro il palazzo
dell’ Hokage.
--Ehi ma c’è anche Kiba.-- disse
sorpreso Naruto.
--Si, dovevo andare a chiamare
anche lui.-- dichiarò la ragazza.
Kiba intanto li aveva visti e li
salutava agitando una mano, mentre Akamaru scodinzolava.
--Ciao ragazzi!-- li salutò
raggiante Kiba.
--Almeno tu un po’ di vitalità ce
l’ hai…-- lo invidiò Naruto.
--Hinata, ti ha detto l’ Hokage
che cosa vuole?-- chiese alla ragazza ignorando completamente l’altro.
--No, so solo che ha bisogno di
noi, niente di più.-- ripeté lei.
--Allora prima sappiamo cosa
vuole e prima me ne torno a casa a dormire.-- disse il biondo iniziando a
salire le scale seguito dagli altri. “Uffa! Se è una delle missioni di basso
livello che servono solo a farti annoiare allora poteva evitare di chiamarmi!”
Lunga rampa di scale, lungo
corridoio…ed ecco la porta dell’ufficio del 5° Hokage. Naruto bussò. “Speriamo
almeno che sia interessante” pensò.
--Avanti--
I tre entrarono nella stanza e si
fermarono davanti alla scrivania in attesa di informazioni.
--Oh, bene, siete voi, vi stavo
aspettando.-- disse la donna.
“E vorrei vedere! Mi ha fatto
svegliare troppo presto quindi spero almeno sia importante!”pensava Naruto poco
contento. --Perché ci ha fatti chiamare?-- chiese poi.
--Devo affidarvi una missione
importante.--
--Di che si tratta?-- domandò
Kiba. “Aria di missioni! Evviva! Era da un po’ che non me ne affidavano una!”
pensava felice. Ma Tsunade era tutt’altro che felice, anzi, sembrava preoccupata.
--È una missione delicata. E
molto importante. Voi siete i soli rimasti qui a Konoha, tutti gli altri sono
in missione, siete gli unici a cui posso affidare questa missione, e per
fortuna ci sei anche tu, Naruto.-- disse seria con le dita intrecciate sotto il
mento.
--Io?-- chiese stupito. Iniziava
già a sospettare di cosa si trattasse, e la cosa lo teneva con il fiato
sospeso.
--Sì. Si tratta di un ninja
traditore del proprio paese. La missione va effettuata al più presto, prima che
perdiamo le sue tracce. Crediamo che abbia qualcosa a che fare con…Sasuke.--
Tutti i presenti restarono a
bocca aperta, più di tutti Naruto.
--Sasuke? Ma…ma…manda solo noi tre in una missione del genere? Lui
e il suo team sono forti, solo in tre non abbiamo praticamente speranze!-- il
ragazzo si era messo quasi ad urlare.
La sua vera preoccupazione non
era quella di non essere abbastanza forte, sapeva che l’obiettivo di Sasuke non
erano loro, ma suo fratello Hitachi. Lui si preoccupava di un’altra cosa: se
avessero fatto del male a Hinata? Non si sarebbe mai perdonato di non essere
riuscito a proteggerla.
Il 5° Hokage si alzò sbattendo le
mani sul tavolo. --Credi che non lo sappia? Credi davvero che manderei dei
ninja del villaggio di cui sono il capo in una missione in cui metterebbero a
repentaglio la loro vita?-- fece una breve pausa. --È per questo motivo che voi
dovrete solo accertarvi se fa parte o no del team di Sasuke, e dovrete evitare
combattimenti inutili contro questo individuo.-- la donna sembrava irritata da
ciò che aveva detto Naruto. Lo guardava negli occhi con tanta rabbia da fargli
quasi paura.
--Si calmi signorina Tsunade.--
le si avvicinò immediatamente Shizune tenendo in braccio il porcellino, che si
era spaventato. Tsunade si sedette.
--È una missione delicata,
dovrete scoprire informazioni sul suo conto e nient’altro. E combatterete solo
se sarà necessario, se sarete in pericolo. Sono stata chiara?--
--Sì.-- risposero insieme i tre
ragazzi.
--Ma chi è questa persona? Come
faremo a trovarla e a riconoscerla?-- chiese Hinata un po’ preoccupata dalla
situazione.
--Questa è una sua fotografia.--
disse la donna facendo scivolare qualcosa verso di loro sulla sua scrivania.
--Nessuno sa dove si nasconde o dove viva, comunque si fa vedere di notte
qualche volta per seminare un po’ di panico o distruggere qualche casa.--
spiegò.
--Senti Nonna Tsunade, rimane
ancora il fatto che siamo solo in tre. Non si potrebbe aspettare ancora qualche
giorno? Il tempo che qualcuno torni dalle altre missioni.-- disse Naruto un po’
preoccupato. --Se poi finiamo nei guai? Insomma…siamo in troppi pochi, non mi
piace!--
--L’unico che finisce sempre nei
guai sei solo tu Naruto. Comunque non possiamo aspettare. Come ho già detto non
si sa dove viva e si fa vedere poche volte nel suo paese, si sposta di luogo in
luogo continuamente. Aspettare significherebbe perderne le tracce.-- riprese la
donna. --E poi non ti devi preoccupare, vi raggiungerà anche Sakura, così
nell’eventualità di un combattimento lei vi potrà curare, se avrete bisogno.--
--Partirà anche lei assieme a
noi?-- chiese timidamente Hinata con una ben mascherata preoccupazione.
“Sarebbe un intralcio…uffa! Se c’è anche lei Naruto le starà appiccicato!”
--No Hinata.-- la donna sembrava
essersi addolcita, o almeno calmata, e le sorrise. --Lei partirà domani, oggi
deve rimanere a lavorare all’ospedale, abbiamo bisogno del suo aiuto.--
--Quindi lei partirà da sola…?--
quella di Naruto sembrava più un’affermazione che una domanda.
--E qual è il problema?-- chiese
sorpresa.
--Non possiamo partire tutti
insieme domani?-- chiese nel tentativo di farle cambiare idea.
Ma quella era la goccia che aveva
fatto traboccare il piccolo vaso di pazienza che la donna aveva per Naruto.
Ancora una volta si alzò di scatto, arrabbiata. Sbatté una mano sulla
scrivania, si portò l’ altra a un fianco e si mise ad urlare.
--NARUTO SEI SORDO FORSE O SONO I
TUOI TIMPANI CHE NON SONO COLLEGATI CON IL TUO PICCOLO CERVELLINO???
DANNAZIONE! CON TE MI SEMBRA DI PARLARE UN’ ALTRA LINGUA! HO DETTO CHE NON SI
PUò ASPETTARE ALTRO TEMPO O SI POTREBBERO PERDERE LE SUE TRACCE!!! È QUESTO CHE
VUOI? SE LUI CENTRASSE QUALCOSA CON SASUKE TU LO LASCERESTI SCAPPARE? TI
PASSANO O NO QUESTE INFORMAZIONI PER L’ ANTICAMERA DEL CERVELLO, SEMPRE SE CE
L’ HAI?????-- si fermò un attimo per prendere fiato --A volte mi chiedo se tu
mi stia veramente ad ascoltare o faccia finta!--
Se prima Naruto aveva quasi preso
paura adesso si era davvero spaventato. La ramanzina di Tsunade pronunciata a
raffica e gridatagli contro lo avevano costretto a fare due passi indietro. L’
Hokage si sedette e sospirò, riprendendo la calma, mentre Naruto non sapeva
cosa dire, o meglio, non sapeva nemmeno se poteva muoversi senza essere
incenerito dallo sguardo di Tsunade. Era rimasto immobile, come tutti i presenti.
Il povero Tonton aveva perso almeno 10 anni della sua vita con quello spavento!
--Allora, sono stata chiara
Naruto? Mi hai sentita bene?-- chiese la donna che era tornata seduta, con i
gomiti appoggiati al tavolo e le mani sotto il mento.
--S-Sì.-- balbettò Naruto.
“Questa donna è pazza! No, non è una donna, è una belva isterica inferocita!”
--Signorina Tsunade…credo l’
abbiano sentita in tutto il Villaggio…-- disse Shizune leggermente intimorita
dal fatto di poter provocare un’ altra sfuriata come quella. Se fosse successo
di nuovo quell’ufficio avrebbe fatto a meno dei vetri per un po’!
La donna pareva non averla
minimamente ascoltata.
--Comunque…tornando al discorso
di prima…partirete tra un’ ora. Sakura vi raggiungerà fra un giorno, è in gamba
e anche se viaggia da sola se la caverà.-- parlava come se non fosse accaduto
niente. --Mi raccomando: niente combattimenti se non sono necessari. È un
individuo pericoloso. Dovrete solo raccogliere informazioni.-- ripeté la donna
nel caso in cui qualcuno non l’avesse sentita bene.
--D’ accordo.-- dissero tutti
insieme prima di uscire dall’ ufficio e lasciare la “ belva “ a calmarsi.
Una volta arrivati davanti alle
scale Kiba si lasciò sfuggire un commento, sicuro che lì non potesse essere
sentito da Tsunade.
--No, dico, ma l’ avete sentita?
Sembrava un vulcano in eruzione!-- disse mentre iniziavano a scendere le scale.
--Credi che io non me ne sia
accorto? Parlava proprio a me!--
--Infatti! L’ hai davvero fatta
arrabbiare questa volta!--
--Stai dicendo che è colpa mia?--
--OVVIO CHE LO È!--
--Ehi come facevo a sapere che
lei si sarebbe arrabbiata tanto solo per una semplice domanda?--
--L’ immaginazione non è il tuo
forte! Aveva già ripetuto più volte cosa c’era da fare! E tu come al solito non
l’ ascolti! Sei un impiastro!--
--Smetti di insultarmi brutto
cagnaccio!--
--Senti chi parla! Almeno io e
Hinata possiamo essere utili in questa missione. Fiuto e Byakugan servono molto
per cercare una persona, invece tu sei stato chiamato solo perché eri l’ultimo
rimasto e perché forse c’è Sasuke di mezzo!!!--
--Ragazzi smettetela!-- li interruppe Hinata. --Se
iniziate a litigare già da adesso, durante la missione non combineremo un bel
niente!--
--Sì Hinata, hai ragione,
scusa!-- le disse Kiba sorridendo.
--Scusa, durante la missione
faremo più attenzione a non litigare!-- disse Naruto ridendo con una mano
dietro la testa.
Ormai erano arrivati alla fine
della scalinata.
--Bene, allora fra un’ ora esatta
ci ritroviamo alle porte del villaggio.-- disse Hinata soddisfatta perché
forse, almeno quella volta, non avrebbero bisticciato su cose inutili.
Così si salutarono e ognuno andò
a casa propria per preparare il necessario per la missione.
***
“Che bello! Una missione con
Hinata! Sììììì!” Pensava Naruto tutto contento mentre preparava il suo zaino.
Strano credere che Naruto
pensasse queste cose, eh? Ma invece è proprio vero, quasi non ricordava che
alla missione avrebbe fatto parte anche Sakura, o forse è meglio dire che non
gli interessava più di tanto se lei ci fosse stata o meno, cosa che invece
tempo fa gli avrebbe fatto MOLTO piacere.
Ormai considerava Sakura solo un’
amica, aveva capito che lei avrebbe sempre preferito e voluto Sasuke, che l’
avrebbe aspettato. E a lui non avrebbe dato una misera possibilità. Perché lei
lo considerava solo un amico e compagno, niente di più. Il ragazzo sapeva che
se Sakura lo avesse accettato sarebbe stato solo amore falso, che si sarebbe
solo accontentata di lui visto che non poteva avere Sasuke. Quindi Naruto aveva
abbandonato l’idea di poter contare qualcosa di più per Sakura e l’ aveva
lasciata perdere. In questo modo aveva veramente aperto gli occhi e si era
accorto di una persona in particolare: occhi lilla chiaro, quasi bianco, lunghi
capelli nero-viola, sempre con le guance leggermente arrossate, gentile,
carina, dolce e soprattutto timida. Hinata Hyuuga.
D’ un tratto il sorriso di Naruto
scomparve.
“Se quell’ individuo è davvero
pericoloso come dice Nonne Tsunade…dovrò proteggere Hinata. E se quell’ uomo ha
qualcosa a che fare con Sasuke o con l’ Akatsuki lo sarà ancora di più.”
Strinse forte i pugni. “Non posso permettere che le accada qualcosa, proprio
adesso che mi sono reso conto di…”
Prese lo zaino che aveva appena
finito di riempire, se lo caricò sulle spalle e uscì di casa per recarsi dove
Hinata e Kiba lo stavano aspettando.
***
“Ma…non c’è ancora
nessuno…possibile che…no non ci credo, non posso essere arrivato in anticipo!”
E invece era proprio così.
Precisamente i minuti di anticipo erano 20.
“Bah, devo essere malato, e anche
molto! Ma forse è perché il fatto che tutto questo possa centrare con Sasuke mi
ha messo fretta. Si questo è molto più probabile. Dopotutto avevo fatto la
promessa a Sakura di riportarlo a casa, e dato che la devo ancora mantenere è
normale che mi interessi questa missione, anche se dobbiamo solo raccogliere
informazioni.” A Naruto tornarono in mente alcuni momenti dello scontro tra lui
e Sasuke avvenuto nella Valle della Fine tre anni prima. Ricordava che dopo
aver scatenato la prima coda della Volpe, grazie alla quale gli si era richiuso
il buco nella spalla, aveva rivolto a Sasuke queste precise parole: ‘ A costo
di rompere ogni singolo osso del tuo corpo ti riporterò a casa con me! ‘.
Ma le cose non erano andate a
finire come sperava lui…
“Maledizione Sasuke! Saresti
potuto diventare forte anche senza l’ aiuto di Orochimaru!” per la seconda
volta nella giornata strinse forte i pugni, arrabbiato. Questa volta però,
stringendo così tanto, rischiava di ferirsi al palmo delle mani con le unghie.
Ma non gli importava minimamente.
Scosse la testa per scacciare
quei pensieri.
Poi gli venne un idea…
***
--Hinata ti prego, fai
attenzione!-- il pover’ uomo l’ aveva seguita fino alla porta di casa pur di
ripeterle per la milionesima volta la stessa frase. E la ragazza ormai non
sapeva più che cosa fare (essendo una ragazza sincera aveva rivelato al padre
quanto fosse pericoloso l’ uomo, che era l’ oggetto della missione, secondo l’
Hokage, e questo fu il suo errore!) per farlo smettere e rassicurarlo se non
ribadirgli la stessa identica cosa, che sembrava proprio non volergli entrare
in testa:
--Sì padre, tranquillo, non mi
succederà niente, dobbiamo solo raccogliere informazioni. E poi ci saranno
anche Naruto e Kiba.-- spiegò pazientemente.
Lo sguardo del padre divenne
quasi omicida
--Sarà meglio per loro che non ti
accada niente o poi sarà a loro che accadrà qualcosa…-- disse lentamente.
--Sì padre, state calmo!--
La ragazza era arrivata alla
porta del recinto che circondava il giardino della villa…con il padre alle
calcagna che le ripeteva la solita lagna. Hinata vide con grande sorpresa e
gioia Naruto venirle incontro.
--Naruto! Ma cosa ci fai qui?--
chiese stupita.
Il ragazzo, che era arrivato
appena in tempo per sentire l’ ultima frase detta da Hiashi ed era rimasto
confuso dal suo tono di voce, non fece in tempo a rispondere che Hiashi spuntò
con la sua lamentela.
--Figlia mia! Per favore rifiuta
la missione!-- disse disperato.
Hinata era diventata paonazza.
“Accidenti papà! Proprio davanti a Naruto!”
--P-padre! Mi mettete in
imbarazzo !--
Fu in quel momento che Hiashi si
accorse della presenza di Naruto.
Il suo sguardo assunse la
scintilla omicida di prima.
--Tu…-- disse lentamente, freddo
come una statua. --Tu devi essere Naruto…--
Il ragazzo, perplesso, annuì con
un solo cenno del capo.
E fu il disastro…
L’ uomo si fece serio.
--Se Hinata non torna a casa sana
e salva, anzi, se ritorna con un solo graffio, per te non sarà una bella
esperienza…--
Naruto deglutì, un po’ intimorito, ma fece ancora un cenno
affermativo con la tasta.
A quanto pare, le ripetute frasi
di Hinata erano servite solo a fargli entrare in testa che assieme a lei nella
missione ci sarebbe stato anche il ragazzo.
--Padre smettetela! Adesso
dobbiamo andare, Kiba ci starà già aspettando, arriveremo in ritardo. E voi non
volete, vero, che il 5° Hokage si arrabbi perché partiamo in ritardo?!-- la
ragazza con quella frase si liberò facilmente del padre, che mai avrebbe voluto
far arrabbiare l’ Hokage, aiutando così anche Naruto.
--Ehm…io…no. Andate pure…--
Hiashi si arrese: la figlia sarebbe andata a quella missione.
E poi, come poter rifiutare l’
occasione di stare con Naruto?
--Bene, allora arrivederci!-- lo
salutò frettolosamente prendendo Naruto, ancora mezzo sconvolto dalla scena
alla quale aveva appena assistito, per una manica e trascinarlo via dall’
insolita iper protezione del padre.
Passando davanti a Hiashi, Naruto
si accorse di come lo guardava ancora male. Gli si fermò un attimo di fronte.
--Non si preoccupi signor Hyuuga,
a sua figlia non succederà niente!--la rassicurò sorridendogli.
L’ interessata arrossì appena,
poi tirò delicatamente la manica del ragazzo per avvisarlo che era ora di
andarsene. Così i due si rimisero a correre.
--Attenta!-- ripeté il padre, che
ricevette un “sì” leggermente seccato dalla figlia prima che i due, alla prima
stradina alla loro destra, curvarono e sparirono dalla vista di Hiashi.
Appena curvarono la ragazza si
fermò appoggiando la schiena contro il muro esterno di una vecchia casa,
sospirando di sollievo.
--Hinata, ma siamo veramente così
in ritardo?-- chiese Naruto che, poveretto, di tutto quello che aveva visto non
aveva capito quasi niente.
--No. È che non volevo più che
mio padre insistesse col fatto di fare attenzione! Era da un’ ora che mi
assillava chiedendomi di non partire. Mi dispiace per quello che è successo,
mio padre non diceva veramente, era solo…molto preoccupato. E…s-scusa se
ti ho trascinato via così.-- spiegò la ragazza un po’ in imbarazzo. Parlando,
non lo aveva guardato perché altrimenti avrebbe solo balbettato senza riuscire
a spiccicare una parola abbastanza comprensibile.
Naruto le sorrise allegramente.
--Ma no, figurati! In fondo era
solo in pensiero per te, non c’ è niente di male.--
--Sì, hai ragione, anche se non
aveva mai fatto tutte queste scenate.-- continuò a testa bassa. --Ma…che…che ci
facevi lì? Insomma, voglio dire, perché sei passato? Dovevamo trovarci tutti
alle porte del Villaggio…-- chiese più timida.
--Ero stranamente arrivato in
anticipo, non era arrivato ancora nessuno e non mi andava di aspettare. Così ho
deciso di passarti a prendere.-- disse il ragazzo.
In realtà c’erano altri due
motivi: uno perché se fosse rimasto da solo avrebbe continuato a pensare a
Sasuke, a quanto male aveva fatto a lui e a Sakura, a quanto era stato egoista.
E non aveva proprio voglia di rifletterci, avrebbe avuto tutto il tempo che
voleva durante la missione da dedicare al suo amico-rivale. Il secondo motivo
(ma non meno importante) perché così sarebbe stato con Hinata. “( n.n )
--G-grazie…S-s-sei stato molto
gentile.-- balbettò Hinata senza poter fare a meno di sorridere. “Fortuna che
ho avuto la bella idea di farmi crescere i capelli, così, se sto a testa bassa
non mi vede in volto. Perché se poi lo guardo e svengo? Non è proprio il momento
adatto!”
--Adesso però sarà meglio andare,
o faremo tardi sul serio.-- disse Naruto immaginando Kiba impaziente e
arrabbiato che li aspettava insieme ad Akamaru. “Anche la quarta ramanzina no
eh!!!” ( -.- )
Hinata annuì e si incamminarono.
Per la seconda volta nella giornata passeggiavano insieme. Su di loro calava
solo un imbarazzante silenzio, che nessuno dei due aveva il coraggio di
rompere.
“Perché non riesco a dirle niente? Accidenti.”
“Oddio, oddio, oddio, oddio! C’è
troppo silenzio…aiuto! Solitamente è così allegro e solare, perché adesso non
dice niente? Ok Hinata, calmati, cerca di camminare senza barcollare e
inciampare, e per l’ amor del cielo, respira!”
“Dai, non è difficile! Apri la
bocca e spari la prima cazzata che ti viene in mente!…No no! Poi ci faccio la
figura del cretino e mi prende per un povero deficiente di un imbecille!”
“Allarme! È a pochi centimetri da
me e stiamo camminando solo io e lui da soli! Aaaaaaaaaaaaaaaah! No mi devo
calmare, va tutto bene, è tutto come stamattina. Invece non è vero, perché lui
questa mattina parlava!…Forse…non gli piace la mia compagnia…”(o.0)
“Ma che cos’ ha Hinata? Forse…non
si sente bene. Spero di no! Perché…perché lei alla missione deve venire o io e
Kiba ci sbraneremmo, e poi soprattutto perché lei deve stare bene!!!”
“Magari è silenzioso perché nella
missione può averci qualcosa a che fare anche Sasuke…in fondo era il suo
miglior amico…è normale…”
Dopo 5 minuti passati senza dire
una parola, tra frasi solo pensate, arrivarono alle porte del Villaggio.
Kiba non c’era ancora.
--Uff! Per fortuna! Non avevo
proprio voglia di beccarmi anche la 4° sgridata!-- esclamò come se avesse
riacquistato la capacità di parlare.
Hinata ridacchiò divertita, poi
ancora una volta calò il silenzio imbarazzante.
Naruto si fece coraggio e parlò.
--Hinata, stai bene?-- chiese un
po’ titubante.
--Eh? Cosa? Ah, sì sto bene…--
--Mi sembravi strana…-- ”Almeno
no sta male. Però…c’è qualcosa in lei che non va…”
--Non ti preoccupare, stavo solo
pensando…-- “Si è accorto che sono preoccupata…” pensò un po’ triste.
--E a cosa pensi?-- domandò lui
spinto dalla curiosità.
Hinata tardava a rispondere.
--…Se vuoi dirmelo…-- aggiunse
Naruto pensando che forse si sentiva un po’ a disagio.
--È che…io…io pensavo…che forse
tu eri…preoccupato per Sasuke…-- “Ecco, adesso gli ho messo il morale sotto i
piedi. Complimenti a me stessa!”
Stavolta fu Naruto a non
rispondere. Era rimasto molto sorpreso dalla frase detta da Hinata.
--Se…se lo incontrerai…o se con
quella persona lui avesse qualcosa a che fare…che cosa farai?-- chiese
guardando in basso (come aveva fatto fino ad adesso per non balbettare!)
“Stupida, stupida, stupida, stupida, stupida, stupida! Come ho potuto
chiedergli veramente una cosa del genere?”
Il ragazzo aveva perso il
sorriso. Rispose in un tono freddo che non gli apparteneva. “Di nuovo quel
maledetto Sasuke…”
--Farei come ha detto Nonna
Tsunade, quindi non farei niente che non sia necessario fare. Combatterò solo
se saremo in pericolo.-- “Combatterò se
tu sarai in pericolo, Hinata. Lo farò per te. Non sono riuscito a
fermare il mio migliore amico, e l’ ho perso. E non voglio rischiare di poter
perdere anche la persona che amo, l’ unica che adesso è davvero importante,
quindi lo farò solo per te.”
--Scusami Naruto, non avrei
dovuto chiedertelo.-- disse la ragazza dispiaciuta, alzando appena lo sguardo.
Il ragazzo ritrovò il sorriso e
l’allegria.
--Non devi scusarti di niente
Hinata! È tutto a posto.--
Hinata, rassicurata dalle parole
del ragazzo, lo guardò e sorrise, felice che l’avesse perdonata.
Proprio in quel momento arrivò
Kiba, seguito dal suo fedele cane ninja.
--Ciao ragazzi!-- esclamò il
nuovo arrivato.
--Oh, ciao Kiba.-- lo salutò la
ragazza allegra.
--Ciao…-- lo salutò invece Naruto
con molto meno entusiasmo.
--Naruto? Ma…Sono io che sono
arrivato in ritardo o sei tu che sei malato e sei arrivato in anticipo?--
chiese Kiba sorpreso.
--Entrambe le cose!-- gli fece
notare il biondo, pungente.
E dopo essersi lanciati un’
occhiataccia in cui ognuno dei due vedeva negli occhi dell’altro tre cose
(1-una scintilla da killer. 2-la volontà di maledire chi aveva di fronte. 3-il
desiderio di fulminare, incenerire, polverizzare e carbonizzare la persona che
aveva davanti) Hinata li riportò alla “civile” realtà.
--Adesso sarà meglio partire, se
non vogliamo far arrabbiare la signorina Tsunade per il ritardo.-- “E se non
voglio scoprire che mio padre mi ha pedinata e che adesso spunterà dal nulla
venendomi addosso riprendendo la lagna…” si immaginava la ragazza che non si
era accorta dell’ occhiata dei due perché stava accarezzando Akamaru.
Così i tre ragazzi partirono, e
come al solito Naruto era quello più felice. O meglio, così sembrava. Così
faceva credere lui. Invece pensava a Sasuke. Hinata aveva ragione, che cosa
avrebbe fatto se l’avesse incontrato? In realtà non lo sapeva nemmeno lui.
Ormai a Sasuke non importava niente dei suoi vecchi amici, di Sakura, e di lui.
Sicuramente non avrebbe esitato ad ucciderli, e visto che era stato allenato da
Orochimaru era sicuramente diventato fortissimo, e non ci avrebbe messo molto a
farlo.
A lui importava solo la vendetta.
Voleva uccidere Itachi, solo questo era veramente rilevante. Tutta colpa del
Quintetto del Suono. O forse, era colpa di Naruto.
Se quel giorno non si fossero
scontrati sul tetto dell’ ospedale, se Sasuke non si fosse accorto della
potenza del Rasengan, se la rabbia infondata per considerarsi un debole non lo
avesse accecato.
Se Naruto non avesse accettato di
scontrarsi con lui… se tutto questo non fosse mai accaduto, le cose sarebbero
rimaste come all’ ora.
Se, se, se…troppi se. Ormai
quello che era successo non poteva essere cambiato, faceva parte del passato,
un passato che però si faceva ancora sentire nel dolore. Un passato che niente
avrebbe potuto cancellare. Un dolore che nonostante tutto sarebbe rimasto,
perché basta un semplice ricordo per fare del male. E questo Naruto lo sapeva.
Ma per lui, soffrire ormai non faceva più così tanta differenza, in fondo aveva
perso i genitori appena nato, aveva passato un’infanzia di solitudine e di
prese in giro da parte degli altri bambini, aveva un mostro sigillato nel
corpo, la ragazza che prima gli piaceva non lo aveva mai degnato di uno
sguardo, il suo migliore amico lo aveva abbandonato, il suo maestro se n’ era
andato per sempre. Il problema non era la sua, di sofferenza, ma quella di
Sakura. Ogni giorno, quando lui la guardava, gli veniva in mente la promessa
che non aveva mantenuto, ricordava le sue lacrime quando lei l’aveva incontrato
prima di partire per la missione di recupero di Sasuke, e sapeva che Sakura,
nella promessa, ci sperava ancora. E questo lo faceva star male. Lei aveva
creduto in lui, e lui aveva tradito la sua fiducia.
E se pensava che a Sasuke non
importava niente nemmeno di Sakura lo faceva arrabbiare. Va bene, poteva
fregarsene di lui, ma di Sakura, di quella ragazza che per lui avrebbe fatto
qualsiasi cosa, non poteva non importargli nulla! Quante persone sono disposte
a fare qualsiasi cosa per te? Ce ne sono ben poche, e spesso non si trovano.
Sasuke aveva voltato le spalle a tutto questo. Agli amici, alla fortuna di
avere qualcuno che ti considera importante, a tutto. Per cosa poi? Per la
vendetta. Per la forza. Per nulla di veramente importante.
Ma era stata una sua scelta.
Adesso era troppo tardi per tornare indietro.
--Naruto?! NARUTO!!!-- lo chiamò
Kiba arrabbiato e seccato allo stesso tempo.
--Ma che cavolo vuoi? Non c’è
bisogno di urlare!-- gli rispose il ragazzo.
--Invece sì idiota, sei sordo! Ti
sto chiamando da un’ ora.-- esplose l’ altro.
Naruto notò che lui e Hinata si
erano fermati a pochi metri di distanza da lui. Hinata vide il suo stupore e
gli spiegò perché l’avevano chiamato.
--A-abbiamo deciso di fare una
pausa…sono quasi tre ore che camminiamo.-- concluse.
“Tre ore???” pensò Naruto
sbalordito. Non se n’era nemmeno reso conto. Non si era accorto di aver
camminato così tanto e che fosse passato così tanto tempo. Aveva camminato in
testa al gruppo, stando a qualche passo di distanza da loro. Aveva pensato a
Sasuke tutto il tempo e non si era preoccupato di quello che gli accadeva
intorno. Si sbalordiva più del fatto che, avendo camminando davanti a Kiba e
Hinata, non avesse sbagliato strada visto che non era nemmeno stato richiamato
una sola volta da Kiba. O forse non se n’era accorto. No, Kiba gli avrebbe
urlato dietro come un attimo fa.
--Non startene lì imbambolato,
impiastro, vieni qui piuttosto!-- lo riscosse dai suoi pensieri Kiba, ancora
arrabbiato.
Naruto obbedì, raggiungendoli
dove avevano appena appoggiato gli zaini, prima di rendersi conto di cosa gli
aveva veramente detto Kiba.
--Come sarebbe a dire?
“Impiastro” a chi? Brutto cagnaccio rabbioso spelacchiato e pieno di pulci che
non sei altro!!!-- gli rispose Naruto sbraitando.
--Cosa? Ripetilo se hai
abbastanza fegato da affrontarmi!-- lo sfidò l’altro.
--Con piacere! Brutto cagnaccio
rabbioso spelacc-.-- venne interrotto.
--Ragazzi!-- li richiamò Hinata
seria e un po’ arrabbiata. --Mi avevate detto che non avreste litigato.-- gli
ricordò.
--Sì Hinata, scusaci.-- disse il
biondo chinando un po’ il capo, con espressione colpevole.
L’ ultima volta che si trovarono
in una missione solo loro tre, lui e Kiba non avevano fatto altro che litigare,
e Hinata si era fatta male a una caviglia a causa loro. E Naruto non voleva che
adesso la cosa si ripetesse.
La ragazza arrossì appena
vedendolo così dispiaciuto. --Non fa niente…però vedete di cercare di andare
d’accordo…o di fare finta, ma non litigate.--
--Bene, io vado a cercare
qualcosa da mangiare, tu Naruto vai a cercare della legna.-- dettò gli ordini
l’altro ragazzo.
--Cosa? E Hinata?-- Naruto si
trattenne dall’aggiungere altro, ma solo per Hinata.
--Con lei resterà Akamaru. Io,
con il mio fiuto, posso cavarmela anche da solo per cercare cibo.-- spiegò.
--Ci sono obbiezioni Hinata?-- le chiese gentilmente.
--N-no, no. Per me va bene, non
c’è problema.--
Così i due ragazzi presero due
strade diverse, lasciando Hinata con il grande cane bianco di Kiba.
*****
Naruto camminava tra gli alberi
con un mucchietto di legnetti in mano, cercando di intravedere tra i grossi
tronchi semi ricoperti di muschio, Hinata e Akamaru.
Ed ecco che li vide: Akamaru
sdraiato e accanto a lui Hinata, in ginocchio, lo accarezzava. E il cane ne
sembrava contento, infondo era un coccolone.
“Quanto vorrei essere quel cane!!!” pensò Naruto
arrossendo un po’. “Però infondo non mi piacerebbe essere un ammasso di pelo e
pulci.” Si disse per scacciare via il pensiero.
Attraversò gli ultimi alberi che
lo separavano da lei, facendosi così vedere.
--Oh…N-Naruto…sei già arrivato.--
disse lei un po’ sorpresa.
--Sì! E spero che la legna sia di
gradimento a quel pulcioso e che non si arrabbi.-- si lamentò facendo ridere
Hinata.
Poi il ragazzo andò a sedersi
vicino ad un albero per potersi appoggiare con la schiena al tronco. Il suo
sguardo era cambiato, non era più quello contento di prima. Adesso, i pensieri
che gli avevano occupato la mente sia durante il viaggio e mentre cercava la
legna, erano tornati a ronzargli in testa. E con quei pensieri per lui era
difficile apparire il solito ragazzo allegro e senza preoccupazioni di sempre,
perché in realtà non era così.
Hinata se ne accorse e, facendo appello a tutto il suo
coraggio, andò a sedersi accanto al ragazzo.
--N-Naruto…tutto bene?-- chiese un po’ timidamente.
Lui la guardò un attimo interrogativo prima di risponderle
falsamente allegro --Ma sì. Certo che va tutto bene!-- poi le rivolse un
sorriso forzato, anche se infondo era consapevole che Hinata non l’avrebbe
bevuta. Era intelligente e lo conosceva bene, lei sapeva che stava mentendo, gli
si leggeva in faccia.
--Naruto…con gli altri puoi fingere, ma con me è inutile
che ci provi. So che c’è qualcosa che ti turba…lo capisco…A me puoi dirlo, se
vuoi. E cercherò di starti vicino.-- disse senza però guardarlo in volto.
Lui si voltò a guardarla, sorpreso da quelle parole. Lei
era così bella, carina, gentile con tutti, e tanto dolce e comprensiva. La
fissava guardare davanti a se, le guance leggermente arrossate per le parole da
lei pronunciate, i lunghi e lisci capelli mossi da un leggero venticello, il
suo sguardo rivolto ad un punto indefinito.
Ma in qualche modo anche lo sguardo di Hinata sembrava
triste, triste perché vedeva Naruto esserlo.
--Pensavi a Sasuke anche questa volta…vero?-- aggiunse
lei. Ma non era come quando gliel’aveva chiesto quella mattina, quella volta
era diverso. Quella mattina glielo aveva domandato più per la curiosità di
sapere cosa pensasse. Adesso glielo chiedeva per aiutarlo.
Naruto abbassò lo sguardo --Sì…si vede che oggi non è un
giorno molto fortunato per me…Se devo essere sincero, Hinata, non so cosa farò
se lo incontrerò…-- fece una pausa --Ho paura…paura che possa fare ancora del
male. Specialmente che lo possa fare a Sakura.--
Quelle parole la colpirono. “È vero, lui è innamorato di
Sakura…e presto lei prenderà parte alla missione. Io…io posso già considerarmi
senza alcuna speranza.”
--Gliene ha già fatto tanto, non voglio che gliene faccia
ancora. Però…io non so se posso riuscire a impedirglielo, non ci sono riuscito
prima e niente mi da la certezza che possa riuscirci ora.-- disse appoggiando
il gomito su il ginocchio piegato e stringendo la mano a pugno.
--Non è tua la responsabilità di ciò che fa Sasuke,
Naruto, non sei tu il responsabile delle sue scelte e quindi non sei colpevole
della sofferenza di Sakura…--
--Però sono colpevole di aver infranto la promessa fatta a
Sakura, e questo l’ ha fatta soffrire ancora di più…--
--Tu quella promessa non l’ hai infranta, devi solo ancora
mantenerla. E ce la farai. Tu puoi fare tutto se ci credi veramente.--
--No…se fosse vero quella promessa l’avrei già mantenuta,
perché io credevo di poter riuscire a farlo.--
Lei si rattristò un po’ sentendogli dire quelle cose,
piegò le ginocchia e le prese tra le braccia.
--Forse non ci credevi a sufficienza…non eri abbastanza
sicuro di te stesso. Però Naruto tu ce la potrai fare, ne sono sicura, ci
riuscirai perché lo fai per Sakura. Io ci credo…-- confessò leggermente più
imbarazzata.
Ancora una volta lui la guardò sorpreso.
--Ehi ragazzi sono tornato!!-- annunciò Kiba, che non li
aveva minimamente notati, interrompendoli. Akamaru andò scodinzolando felice
verso il padrone.
--Comunque Naruto io ci sarò se avrai bisogno, per
qualsiasi cosa.-- gli disse lei, questa volta sorridendo, poco prima di
rialzarsi.
--Hinata!-- la richiamò il ragazzo appena un attimo prima
che lei scattasse in piedi. La guardò negli occhi, riconoscente.
--Grazie…davvero.-- disse anche lui sorridendo, questa volta un vero sorriso,
dolcemente.
Inutile dire che questo provocò l’ avvampare della povera
Hinata, che non svenne solo per chissà quale miracolo. E per fortuna che negli
ultimi anni aveva imparato ad essere meno timida e a cercare di arrossire meno
spesso!
*****
I quattro pranzarono con il cibo portato da Kiba. Le liti
non si presentarono solo per la buona volontà di Naruto che non voleva far
preoccupare Hinata e quindi non ribatteva alle battute del ragazzo (ci tengo a
precisare che aveva giurato a se stesso che gliel’avrebbe fatta pagare per
tutte quelle volte in cui era stato costretto a dargliela vinta senza
ribattere)
I ragazzi si rimisero in viaggio per arrivare finalmente
al paese dove avrebbero dovuto raccogliere informazioni.
Anche questa volta Naruto camminava davanti agli altri a
qualche passo di distanza. Stavolta però sorrideva, sorrideva per la
conversazione avuta con Hinata. Non si sarebbe mai aspettato di sentirsi dire
quelle cose proprio da lei. Non credeva che lei potesse infondergli tanto
coraggio e fiducia. Era riuscita a scacciare dalla sua mente il ricordo di
Sasuke, almeno per il momento. Ed era meglio così, Naruto non aveva voglia di
dedicargli altro tempo, gliene aveva già preso troppo.
Altre tre ore di viaggio, altre tre ore che per Naruto
sembravano non essere passate perché ancora una volta aveva troppi pensieri per
la mente che gli impedivano di rivolgere le proprie attenzioni a quello che gli
succedeva attorno e anche questa volta non aveva sbagliato strada.
“Sarà stata la Volpe a guidare i miei movimenti, si vede
che non voleva che io cadessi da un burrone!” pensò divertito quando Kiba
annunciò che erano giunti nel paese che era la loro destinazione.
--Dovremmo dividerci?-- chiese Hinata a Kiba.
--Forse è meglio di no, questo paese non sembra avere
gente molto pacifica con tutto quello che succede per colpa di quell’ uomo. E
poi se si facesse vedere potremmo essere in pericolo se siamo da soli, meglio
rimanere uniti.-- le rispose.
--Sì, hai ragione.--
--Da dove cominciamo?-- chiese Naruto
--Beh, non saprei, visto da qua non sembra che ci sia
molta gente per le strade del paese. Proviamo a vedere se per strada c’è
qualcuno altrimenti proviamo a vedere in un bar…-- rispose Kiba.
Quindi i ninja si incamminarono per le strade del piccolo
paese, che come aveva già immaginato Kiba erano praticamente deserte. Le poche
persone che li vedevano avvicinarsi da lontano subito cambiavano direzione e si
affrettavano ad entrare nelle proprie abitazioni…
Molto strano…
Sotto doveva esserci qualcosa di abbastanza serio…
--Oh andiamo! Neanche fossimo degli spietati e pericolosi
criminali evasi da una prigione!-- esclamò Naruto, spazientito da tutta quella
situazione.
--Forse hanno paura di qualcosa, o meglio di qualcuno…--
disse Hinata --Magari credono che siamo dalla sua parte e non vogliono avere
nulla a che fare con noi.-- concluse.
--Ah! Ma come si fa a stare dalla parte di quell’ uomo?!--
sbuffò Naruto.
--Ma se non l’ hai neanche mai visto!-- lo criticò Kiba.
--Oh…è vero!-- si ricordò --Ma se è per questo nemmeno tu
l’ hai visto…--
--La foto ce l’ ho io.-- disse Hinata prendendo l’oggetto
da una tasca e porgendolo ai due ragazzi.
I due guardarono con attenzione la fotografia per
ricordare bene il viso dell’uomo per poterlo poi riconoscere.
Era giovane, sulla trentina, taglio di capelli simile a
quello di Orochimaru (perdonate la fantasia…!) ma erano più corti, gli
arrivavano poco più giù delle spalle, neri e lisci. Un ciuffo gli copriva per
metà un occhio. Dallo sguardo in effetti non sembrava promettere nulla di
buono: occhi color ghiaccio, impassibili ed impenetrabili. E poi, a renderlo
ancora più tenebroso ma facile da riconoscere, aveva due cicatrici; una sul
lato sinistro del collo, obliqua, che gli partiva circa da dietro l’ orecchio,
e l’ altra verticale che gli partiva dalla tempia e gli arrivava fino alla
guancia, anch’essa sul lato sinistro del viso.
--Lui sì che dovrebbe essere considerato un criminale…!--
commentò Naruto.
--Già.-- concordò Kiba e Hinata annuì.
I tre ragazzi si accorsero della presenza di qualcuno alle
loro spalle.
Un’ anziana signora dai capelli grigi raccolti dietro la
nuca dall’ aria leggermente spaventata si trovava dietro di loro, poco
distante. Anche lei, come tutti gli altri, si voleva nascondere per non dover
incontrare i tre ninja. Sfortunatamente per lei casa sua era proprio quella
davanti alla quale si erano fermati i quattro “invasori”.
La donna fece uno scatto per raggiungere la porta dell’
abitazione senza essere fermata.
--Aspetti signora!-- le andò incontro Naruto intuendo il
suo scopo, dopo aver preso la foto dalle mani di Hinata. --Lei sa per caso
dirci qualcosa su quest’ uomo?-- chiese tendendo il braccio e mostrando
l’immagine.
Lei però lo evitò e riuscì a raggiungere la porta.
Allora, a convincerla a parlare, ci provò Hinata.
--La prego signora aspetti! Se lei può dirci qualcosa
allora lo faccia, per favore. È molto importante!-- chiese implorante.
La donna si bloccò mentre stava per entrare, sentendo le
suppliche della ragazza.
--Mi dispiace ma io non posso aiutarvi, non so niente su
quell’ uomo. Però accettate un mio consiglio: andatevene dal paese, e al più
presto se non volete dei guai e se non volete procurarli a noi. Qui gli
stranieri, come avete già potuto notare, non sono ben voluti.-- disse un po’
scortese, poi sparì dietro la porta.
--Che accoglienza…-- commentò Kiba non molto contento.
--Se fanno tutti così non combineremo niente.-- disse
Hinata.
--Continuiamo a cercare in giro.-- propose Naruto. Gli
altri due annuirono.
I ragazzi si misero a cercare perlustrando ogni minima
strada ma senza successo. Per le strade del piccolo paese non c’era anima viva.
L’unico rumore che si udiva era quello dei passi dei tre ragazzi che vagavano
in cerca di qualcuno a cui fare domande. Camminarono per vari minuti, quasi
un’ora, ma senza alcun successo. E, come prevedibile, iniziarono a stancarsi di
girare a vuoto.
Sentirono un rumore, come qualcosa di vetro che si
scontrava leggermente con un altro oggetto, anch’esso di vetro. Probabilmente
dei bicchieri. Si avvicinarono alla fonte di quel suono e si trovarono di
fronte ad un bar. Decisero di entrare, quella poteva essere l’ unica occasione
che avevano per chiedere informazioni.
Videro un uomo, dietro al bancone, molto robusto e più
simile ad un armadio. Dai tratti del viso sembrava un uomo severo, e la poca
luce che filtrava dalla porta contribuiva a farlo sembrare tale. Teneva in mano
un bicchiere di vetro ed era intento a passarvi sopra uno straccio per pulirlo.
Poco distante dal bancone, seduto a uno dei tanti tavoli
rotondi di legno che riempivano il locale, vi era un uomo, accasciato sul
tavolo, mezzo (e forse non solo quello) ubriaco e con una bottiglia di vino
quasi vuota stretta in una mano.
I tre ragazzi si avvicinarono all’ uomo dietro al bancone.
--Che volete?-- chiese brusco.
--Informazioni.-- rispose il biondino leggermente
infastidito.
L’ uomo ubriaco si portò la bottiglia alla bocca, scolando
la bottiglia fino all’ ultimo goccio, attirando l’attenzione dei presenti.
--Dammene un’ altra.-- disse singhiozzando l’uomo rivolto
al barista.
--No, non vedi che sei ubriaco marcio? Vattene da qui con
le tue gambe o ti ci butto fuori io a calci, non ho intenzione di servirti un
solo bicchiere in più.-- rispose seccato ma senza guardarlo.
--Maledizione.-- imprecò l’altro mentre si alzava
barcollando, lasciando sul tavolo la bottiglia vuota e una manciata di monete.
--È colpa di quel bastardo. Accidenti a lui!-- rischiò di cadere una volta
arrivato alla porta, ma riuscì a mantenere l’ equilibrio. --Quel fottutissimo
figlio di p*****a!-- disse poco prima di sparire dalla vista delle persone nel
locale, che lo osservavano.
Subito dopo il barista si rivolse al ragazzo.
--Non vedete che questo non è posto per mocciosi?
Andatevene o per voi saranno guai.--
Insistevano ancora tutti a chiamarlo moccioso, per l’ira
del ragazzo.
--Io non sono un moccioso! E poi non mi interessa un bel
niente se avrò dei guai. Ti chiediamo solo di rispondere alle nostre domande, è
così difficile o credi di potercela fare? O forse hai paura di consumare troppa
voce?-- ribatté Naruto acido per il commento da lui ricevuto.
--Senti ragazzino, non venire nel mio locale e pretendere
di fare il capo e di dettare ordini, capito?-- disse arrabbiato ma senza
agitarsi. --Se vuoi evitare di passare dei guai e farli passare anche a me.--
--Siamo stanchi di sentirci dire che passeremo dei guai, e
non ci interessa se accadrà.-- disse Kiba, parlando a nome di tutti.
--Allora se non interessa a voi di passarli, pensate alla
gente del paese che li passerà se voi non vi farete gli affari vostri.--
ribatté ancora una volta l’uomo.
--Ma noi siamo qui per aiutarvi. La prego signore,
risponda alle nostre domande, è importante!-- ed ecco le preghiere di Hinata,
che ebbero l’effetto precedente: ottenere ciò che si desidera (e poi come poter
rifiutare la richiesta di una ragazza così dolce e carina? Arma segreta e asso
nella manica).
Il barista sospirò, arrendendosi. --Parlando con voi sto
mettendo a rischio l’ incolumità degli abitanti del paese intero, ma se
veramente voi potete aiutarci allora vedrò cosa posso fare per voi. Cosa volete
sapere?--
--Sappiamo che lui è un uomo pericoloso.-- disse la
ragazza facendo scivolare la fotografia sul bancone.--Ma vorremmo sapere
qualcosa di più sul suo conto-- concluse.
--Immaginavo che si trattasse di lui…-- disse --Si chiama
Zantetsu, era nato in questo paese. Ma purtroppo il paese era spesso soggetto a
saccheggi vari e attacchi. Quelle persone facevano parte di un gruppo, non so
come si chiamasse, ma si divertivano a distruggere e uccidere. Zantetsu perse i
genitori a tre anni a causa loro, che invece di ucciderlo lo portarono con loro
e lo fecero diventare un membro del loro gruppo. Lo allenarono e gli
insegnarono a combattere, o meglio, a distruggere. Noi del paese scoprimmo che
era loro alleato solo otto anni dopo, quando prese parte al suo primo attacco
al luogo in cui era nato. Ora si dice che i membri del gruppo siano dimezzati,
per questo è parecchio che non attaccano, ma potrebbero farlo da un momento
all’ altro. Perciò è meglio se ve ne andate.--
--Ma non potete andarvene anche voi da qui?-- chiese
Naruto, che ricevette una gomitata da parte di Kiba in segno di tacere e di
lasciarlo continuare.
L’uomo fece un triste sorriso. --No, purtroppo noi siamo
condannati a restare qui. Loro ci possono spiare in qualsiasi momento, non
sappiamo dove si nascondono e anche se sono in pochi sono troppo forti perché
noi riusciamo a ribellarci. E, ci hanno detto chiaramente, che non dovevamo
rivelare a nessuno queste cose o sarebbero tornati. Per questo quando siete
arrivati voi tutti sono scappati. Tutti avevano già capito cosa volevate e nessuno
voleva aiutarvi.
C’è troppa paura in questo posto, e io non ce la faccio
più a vedere tutte queste persone soffrire, e so che non sono l’ unico a
volerlo.-- fece una pausa --L’uomo di prima, quello ubriaco, viene qui tutti i
giorni per dimenticare. Beve finché non sono io a mandarlo fuori. E tutto a
causa loro. È colpa loro, come diceva lui prima, che gli hanno tolto moglie e
figlio di soli cinque anni. O meglio, è colpa di Zantetsu. E lui non è certo
l’unico che ha un’esperienza del genere.-- finì il racconto.
--Forza, ora andatevene. Vi ho già detto tutto quello che
so, e ho rischiato molto, visto che non potevo dirvi niente. Vi chiedo solo una
cosa: cercate di fare il possibile per salvarci.--
--Grazie infinite, lei ha fatto molto per noi.-- lo
ringraziò Hinata.
--È stato molto coraggioso a dirci quello che sapeva.--
gli disse Kiba.
--Coraggioso…oppure folle…-- disse l’uomo.
In effetti aveva messo a rischio molta gente con quel suo
gesto.
--Non si preoccupi, faremo il possibile per aiutarvi.--
disse Naruto mentre i tre uscivano dal locale, prima di aver visto il sorriso
fiducioso dell’uomo.
Lui e le sue promesse. Avrebbe promesso qualsiasi cosa,
anche l’impossibile pur di rendere felice qualcuno. Pur di ridare la speranza.
O forse, solo un’illusione. Ma è meglio vivere in un illusione ed avere la
speranza per qualcosa, invece di vivere nella realtà e non avere speranze.
Anche se alla fine c’è la delusione.
La dolorosa verità.
Quella verità che ognuno sa di conoscere ma che non vuole
accettare.
Ma almeno non si è vissuto in una vita di solo dolore.
Ma si è vissuto in un’illusione di felicità apparente.
“io e le promesse…quando la smetterò? Ora che non riesco
nemmeno più a mantenerle è inutile che continui a promettere cose impossibili…”
pensava tristemente “Così non faccio altro che regalare false felicità e
speranze e faccio soffrire le persone…si vede che chi soffre è destinato a fare
soffrire gli altri…”
I ragazzi, accompagnati dal fedele Akamaru, si diressero
lungo la strada del ritorno. Il bosco era l’unica soluzione. Lì al paese non ci
sarebbe stato posto per loro, e dovevano trovare dove accamparsi prima del
tramonto, che si stava avvicinando.
Trovato il luogo, ancora una volta Kiba andò a cercare
cibo mentre Naruto andò a cercare la legna per il fuoco. Hinata invece doveva
montare le tende. O almeno provarci.
Naruto tornò prima di Kiba, con la legna da ardere, e
aiutò la ragazza con le tende. Ormai non sembravano più tende…erano tutte
ingarbugliate e non si capiva più dov’era un estremo e dov’era l’altro.
Rischiarono più di una volta di ammazzarsi a vicenda, cadendo, inciampando e
sbattendo sulle asticelle che dovevano sorreggere il telo. (perdonatemi ma io
non ho la più pallida idea di come si monti una tenda, di come si chiamino le
parti che la compongono e di quali siano, perciò dovrete usare l’immaginazione!
XP)
Nessuno dei due parlò dell’argomento che si era toccato
precedentemente. Le uniche parole pronunciate erano i ragionamenti su come
riuscire a mettere a posto le tende (perché ovviamente non potevano dormire in
tre, per di più due ragazzi e una ragazza, nella stessa tenda. Naruto e Kiba in
una, Hinata e Akamaru nell’altra. Ragionamento più che logico! Il pensiero di
Naruto fu “quanto vorrei essere quel maledetto cagnaccio! Adesso mi toccherà dormire
con uno mezzo ragazzo e mezzo cane, che per di più è sempre smaronato e non fa
altro che spaccare l’anima al prossimo! Uffa!”).
Proprio quando finirono di montare le tende tornò Kiba
trionfante con la cena.
*****
Il ragazzo si rigirò per l’ennesima volta nel sacco a
pelo, incapace di trovare una posizione soddisfacente per dormire. O forse, non
era tanto il sacco a pelo, ma i pensieri che gli occupavano insistentemente la
mente e che lo obbligavano a rivolgere a loro le sue attenzioni.
--E stai fermo, idiota!!!-- sussurrò Kiba per fare poco
rumore, girandosi e colpendo in testa Naruto con una scarpa.
--Ahia!!-- il biondino si sforzò di non urlare, e riprese
sussurrando -- Ma che fai stupido cretino di un mezzo cane? Ti è andato di
volta il cervelletto per caso?--
--Sono due ore che non fai altro che muoverti, brutto
impiastro arancione! Così non riesco a dormire!-- replicò il castano.
--Mettiti i tappi per le orecchie allora, e togli quella
tua scarpaccia puzzolente dalla mia testa, babbeo!!-- ormai stava per
esplodere. La rabbia repressa per non aver potuto ribattergli contro per tutta
la giornata stava crescendo.
--Testa quadra! Se non riesci a dormire allora vattene
fuori e fatti un giro!!!-- disse quasi sul punto di urlare.
Idea.
La rabbia di Naruto improvvisamente svanì. Un giretto
sarebbe stato l’ideale. Si alzò e fece per uscire dalla tenda.
--Oh, finalmente ti sei deciso a lasciarmi dormire, rompi
scatole!-- esclamò Kiba soddisfatto.
Il biondino però, sentito il commento, afferrò una scarpa
e la lanciò addosso a Kiba, poco prima di uscire. L’oggetto finì dritto dritto
sulla testa di Kiba,che non se lo aspettava, proprio come poco fa aveva fatto
lui a Naruto. “Hi hi hi! Ti sta bene cretino!” pensava felice Naruto per
essersi vendicato, anche se non ancora del tutto.
Adesso che era uscito poteva tranquillamente pensare a
quello che per circa due ore non l’aveva fatto dormire.
E chi era la causa?
Hinata.
Ma Naruto non pensava a quello che lei gli aveva detto
quando lo aveva visto giù di morale. Adesso ne era veramente certo. Se n’era
innamorato. E non era una cosa da poco, a lei ci teneva veramente tanto. Se
n’era reso conto solo quando era tornato dall’allenamento con Jiraya. L’ aveva
vista con occhi diversi: non era più la ragazzina di tre anni prima. Adesso era
cambiata, era diversa, era…stupenda. La più bella creatura che Naruto avesse
mai visto prima di allora. Se non fosse stato per i suoi occhi bianco-lilla non
l’avrebbe mai riconosciuta. Quegli occhi che non avrebbe mai confuso con altri,
che non avrebbe mai scordato.
Una semplice cotta passeggera, l’emozione per averla
rivista dopo tanto tempo, il suo cambiamento in una ragazza davvero molto
bella. Tutte sciocchezze. Tutte scuse. Quello era amore. Forse lo provava da
tempo, nei suoi confronti, ma se n’era accorto solo dopo averla incontrata tre
anni dopo. Prima era troppo preso da Sakura, che alla fine si era rivelata
essere solamente un’ amica che non avrebbe mai ricambiato un amore, che non era
nemmeno così grande e importante da essere considerato tale, verso un ragazzo
che non fosse Sasuke.
Invece adesso c’era lei. Gli bastava guardarla sorridere
per essere felice, e vederla triste per soffrire. Quando le era accanto il
cuore impazziva, il che non era mai successo con Sakura. Quando si guardavano
lui veniva colto dall’ imbarazzo e si sentiva avvampare, anche se cercava di
non darlo a vedere e spostava lo sguardo per sminuire l’imbarazzo.
Ci pensava da settimane ormai, e ne era sempre più certo
ogni volta che la guardava: l’amava. Perché lei era fantastica, era
speciale…era semplicemente stupenda.
E moriva dalla voglia di sapere che sapore avessero le sue
labbra…voleva baciarla…
*****
Il ragazzo non era l’unico che non riusciva a dormire. Una
ragazza dai lunghi capelli mossi appena dal venticello notturno se ne stava
sola, seduta alla riva di un ruscello. Pensava alla causa dei suoi pensieri,
cullata dal dolce e fresco vento, osservando l’immagine della grande luna piena
che si rifletteva sulle acque nere e appena increspate del piccolo corso d’acqua
che aveva di fronte.
Non faceva altro che pensare e ripensare, da mesi ormai,
ad una persona. Facile indovinare di chi si trattasse.
Da quando l’aveva incontrato dopo tutto quel tempo che non
si erano più visti ne sentiti, aveva capito. Ora ne era sicura. Prima credeva
solo che fosse un stupida cotta da ragazzina altrettanto stupida. Invece adesso
aveva capito che lui era davvero importante per lei. Lei si era innamorata,
innamorata perdutamente e dolcemente di un meraviglioso ragazzo.
Dopo quei tre anni era diventato davvero bello. Più alto,
più muscoloso, più maturo(anche se a volte non lo sembrava).
E poi, anche se non voleva illudersi, a volte sembrava
interessarsi a lei. Ma in fondo sapeva che a lui interessava Sakura e non lei.
Però faceva finta di non accorgersene, di non rendersene conto solo per non
soffrire, o per soffrire di meno, mentendo a se stessa. Ma se non l’avesse
fatto non avrebbe fatto altro che soffrire. Un dolore troppo forte che lei non
voleva sperimentare, perché sapeva che non ce l’avrebbe fatta. Un dolore che
non valeva la pena provare se prima non era felice.
Perché tutto ha un prezzo…si ha la felicità che
successivamente viene pagata col dolore. Quindi perché pagare se poi non si è
ottenuto quello per cui paghi?
All’improvviso una voce alle sue spalle la fece
sobbalzare, interrompendo i suoi pensieri.
Si voltò e con sorpresa scoprì che dietro di lei c’era
Naruto.
--Hinata! Che ci fai qua?-- chiese sorpreso il biondino.
--I-Io…non riuscivo a dormire…e così sono venuta a fare un
giro…-- spiegò un po’ in imbarazzo.
--Che coincidenza, anche io non riuscivo a dormire…--
disse mentre si sedeva accanto a ei non notando il rossore sulle guance della
ragazza, ben nascosto dal buio. --…e poi Kiba mi ha praticamente buttato fuori
dalla tenda!-- continuò ridacchiando, facendo ridere anche la ragazza al suo
fianco.
Finite le brevi risate calò un silenzio che nessuno dei
due aveva il coraggio di infrangere. Entrambi speravano che la persona accanto
non si accorgesse dall’imbarazzo e del batticuore dell’ altro.
Hinata avrebbe tanto voluto fargli una domanda, ma non lo
fece. Non voleva farsi spingere ancora dalla curiosità e fare l’errore di
quella mattina. Sapeva che il ricordo di Sasuke lo faceva star male, eppure
quella mattina gli aveva chiesto ugualmente di lui…che stupida. E lo era
indipendentemente dal fatto che volesse aiutarlo, in qualche modo.
--Hinata posso chiederti una cosa?-- domandò il ragazzo
ingenuamente.
--S-sì certo…--
--Tu per caso ti ricordi quando doveva raggiungerci
Sakura?-- voleva iniziare una conversazione e non sapeva come farlo, ma a
quanto pare lo fece nel modo più sbagliato.
--Dovrebbe arrivare domani pomeriggio…-- rispose. “Ma
allora lui l’Hokage non l’ ha proprio ascoltata!”
--Quindi la incontreremo lungo la strada del ritorno.
Meglio, così eviteremo di farle fare troppa strada per niente…--
--Sì…-- “Ecco, lo sapevo…pensa a lei. Ma..tanto sapevo già
di non avere speranze…”
--Perché non riuscivi a dormire?-- chiese d’un tratto
Naruto, sorprendendola.
--Stavo…Stavo pensando all’uomo per cui siamo dovuti
venire qui. E poi il barista di quel locale…dovremmo aiutarli…--
--Sì…e poi io gliel’avevo anche, diciamo, promesso.
Sarebbe giusto aiutarli però non fa parte della missione, quindi non
possiamo.--
Il ragazzo aveva ragione. Non potevano fare niente che non
fosse compreso nella missione. Se non
era quel paese a chiedere loro aiuto, certo i tre ragazzi non potevano fare
molto.
Specialmente contro una persona così pericolosa, a
giudicare dall’opinione del paese.
Entrambi fissavano il riflesso della luna sull’acqua.
Tristemente.
Dovevano aiutarli.
Quell’uomo aveva rischiato parecchio parlando con loro di
Zantetsu. Addirittura la morte.
E se Zantetsu li aveva spiati e sapeva che adesso degli
stranieri sapevano del suo conto, anche loro erano in pericolo.
Eppure Kiba aveva assicurato che, mentre stavano tornando
nel bosco per accamparsi, nessuno li stava seguendo. Non sentiva strani odori.
Da quando avevano saputo quelle informazioni dal barista,
i tre ragazzi si erano posti alcune domande.
Dov’erano i bambini? Perché non c’erano?
Anche se era normale e giusto che la gente avesse paura di
un imminente attacco e quindi doveva proteggere i bambini, non era comunque
giusto tenerli sempre e costantemente in casa. Bastava che li facessero giocare
davanti casa sotto sorveglianza di un adulto che potesse portarlo
immediatamente in casa nel caso di un attacco. E poi era da un po’ che il
gruppo non attaccava più.
Forse l’uomo non aveva raccontato loro tutta la verità. Ma
era comprensibile che avesse paura. Infondo aveva rivelato già molto più del
dovuto.
E poi…perché era da così tanto tempo che non attaccavano
più?
Perché i membri erano dimezzati? Cos’era successo?
E nemmeno l’ Hokage aveva informazioni così esatte,
rispetto quello che aveva detto loro il barista…
Ma probabilmente queste cose il barista non le sapeva.
Qualcosa interruppe i loro pensieri. Era Naruto che
sbadigliava rumorosamente.
--Forse sarà meglio andare a cercare di dormire. Manca
poco più di un’ora all’alba…--
--Hai ragione…e poi dovremmo partire presto se non
vogliamo che Sakura viaggi per niente.-- aggiunse impercettibilmente più
triste.
Uno spiffero d’aria un po’ più forte degli altri fece
rabbrividire Hinata.
--Hai freddo?-- chiese mentre si stava già slacciando la
giacca della tuta per offrirgliela come riparo dal vento.
--No, no. Non ti preoccupare.-- lo precedette lei. --Sto
bene.-- nel dirgli quelle parole si voltò a guardarlo.inutile dire che era
diventata paonazza. “Fortuna che è notte!! Però…è ancora più carino senza coprifronte!!!!!!!!!(,,
,,)! No Hinata, calmati, cerca di non pensarci. Anzi, voltati e non guardarlo
che è meglio!”
--Ok…-- la guardò ancora un attimo poi anche lui si voltò.
--Adesso però sarà meglio andare nelle nostre tende.--
--Oh…tu vai pure, io resto ancora qualche minuto-- disse
guardando il ruscello in cui il riflesso della luna stava lentamente
scomparendo.
Evidentemente la ragazza voleva stare un po’ da sola,
Naruto l’aveva capito. Però non voleva impicciarsi e chiederle il motivo.
--Non mi piace che tu resti fuori da sola di notte…--
sussurrò il ragazzo.
--Cosa?-- chiese la ragazza alla quale era parso di aver
sentito qualcosa.
--Eh?-- fece il finto tonto, Naruto. Ma a quanto pare ci
riuscì bene.
--Scusa, credevo avessi detto qualcosa…--
--Beh…allora io vado.-- disse alzandosi. Poi prese
precauzioni e si voltò per non far vedere che arrossiva un po’ nel dirle quello
che stava per pronunciare, anche se con il buio sarebbe stato difficile
vederlo. --Non restare qua molto però…sei da sola e per di più è notte,
potresti correre dei rischi e non voglio…-- terminò così di parlare il ragazzo.
Hinata invece si era voltata a guardarlo per la sorpresa.
Ma lo vide solo di spalle.
Apriva la bocca cercando di parlare ma non ci riusciva. Le
sue corde vocali non producevano alcun suono. Poi, finalmente, quando lo vide
iniziare a camminare per andarsene trovò il coraggio e le parole.
--O-ok…come vuoi tu…-- balbettò.
Il ragazzo intanto si allontanava in direzione della
tenda, dove avrebbe cercato di dormire. Oppure di pensare senza disturbare, e
essere disturbato, da Kiba.
Intanto la ragazza pensava agli avvenimenti accaduti poco
prima.
“Se mi imbarazzo solo perché una persona mi dice che non
vuole che rischi di essere in pericolo, chissà cosa mi succederà quando una
persona mi dirà di amarmi o mi bacerà?! Indubbiamente e sicuramente finirei per
svenire!…Però non ho considerato che a dirmelo è stata la persona che mi piace…
dannazione Hinata devi smettere di pensare a lui! Va bene,
è difficile…però tanto non hai speranza quindi è inutile continuare a farsi
delle false illusioni. Meno ci pensi meglio è…”
Piegò le gambe e le prese tra le braccia, appoggiando il
mento sulle ginocchia. Continuò a fissare la luna riflessa sull’acqua.
All’improvviso un rumore alle sue spalle la fece
sobbalzare…
*****
Naruto intanto era già arrivato da qualche minuto davanti
alla tenda, ma aveva deciso di rimanere un po’ seduto fuori perché tanto non
sarebbe riuscito a dormire.
La distanza tra il luogo dove si erano accampati e il
ruscello non era tanta, quindi il ragazzo non ci mise molto tempo ad
arrivare…ma questo significava che aveva avuto troppo poco tempo per continuare
a pensare, quindi era rimasto fuori proprio per quello: continuare a
pensare.(oddio, li sto facendo diventare MOLTO noiosi, scusatemi!( u.u”)…Ma
questo piccolo pezzo mi serve per far crescere la suspense…Chi sarà mai la
causa del rumore alle spalle di Hinata?…abbiate pazienza,HIHI!)
Questa volta però in parte pensava anche a Sasuke.
Lui aveva avuto la fortuna di trovare una persona che per
lui avrebbe fatto qualsiasi cosa. Invece Naruto probabilmente non l’avrebbe mai
trovata…E la persona disposta a fare di tutto per un’altra…era lui… era l’unica
cosa di cui era certo.
Sapeva di sicuro che lui, per lei, avrebbe fatto qualsiasi
cosa, avrebbe anche dato la vita.
Salvarla anche a costo di morire forse era l’unica cosa
che potesse realmente fare di significativo per farle capire quanto l’amava, e
questo l’avrebbe reso felice, impedendogli di aver paura della morte…
*****
La ragazza si voltò lentamente un po’ intimorita…
Un fruscio di foglie la fece scattare in piedi. Con le
mani già in posizione stava per attivare il Byakugan, ma si bloccò.
La causa dei rumori alle sue spalle era uscita allo
scoperto.
Un bambino…
Avrà avuto 6 o 7 anni circa.
Spaventato e col fiato corto.
Era a pochi passi da lei, che era rimasta piuttosto
sorpresa di vedere un bambino in quel posto, a quell’ora della notte e
soprattutto da solo…
Cosa ancora più strana…stava sicuramente scappando da
qualcosa, o qualcuno…ma chi?
Un momento…Un bambino? Non ne avevano vista nemmeno
l’ombra in quel paese…che cosa ci faceva allora in un bosco?
Il bambino, vedendo la ragazza sembrò spaventarsi di più,
ma poi vide il suo sguardo e si tranquillizzò un po’…
Hinata si inginocchiò e allargò le braccia. Aveva capito
che il bambino aveva bisogno di aiuto.
--Vieni piccolo, non voglio farti del male.--
Il piccolo non se lo fece ripetere due volte e le corse
incontro, capendo che lei voleva aiutarlo. Iniziò a piangere.
--Aiutami per favore, lui mi sta seguendo perché sono
scappato, vuole farci del male. Tu sei una ninja e ci puoi aiutare tutti.
Rivoglio il mio papà!--
--Sssh…tranquillo, siamo qui per aiutarti…-- lo rassicurò
lei accarezzandogli la testa. Poi si staccò e gli prese le spalle guardandolo
in volto.
--Adesso però mi devi dire cos’è successo, così possiamo
aiutarti, non devi avere paura.--
--Lui…lui ci ha rapiti tutti, vuole farci diventare come
lui e gli altri del gruppo, perché adesso è rimasto solo lui e ha bisogno di altri
membri…ci farà dimenticare tutto!--
--Spiegati meglio, lui chi?-- chiese paziente Hinata. Non
poteva aspettarsi molti dettagli dalle spiegazioni di un bambino.
Però il piccolo non fece in tempo a rispondere che
qualcuno lo fece per lui…
Un altro fruscio di foglie e dal buio apparì la figura di
un uomo.
--Quel lui sono io…-- disse lentamente e
freddamente.
Hinata, che intanto, avvertito il pericolo, si era alzata
in piedi e si era messa davanti al bimbo per proteggerlo in caso di attacchi,
rabbrividì sentendo quella voce…era così…malefica…
--Chi…chi sei?-- chiese titubante mentre lui faceva un
passo in avanti, mostrando così il viso agli ultimi raggi della luna…
Ridacchiò. --Dovresti avermi già visto…o almeno aver
sentito parlare di me, visto che quello stupido barista ha spifferato quasi
tutto sul mio conto…--
--…Zantetsu…-- sussurrò la ragazza impaurita. Si trovava
in un bel guaio…
--Esatto…--
--Che hai fatto a quell’uomo?-- domandò preoccupata.
--Solo una visitina per ricordargli chi tra noi comanda…--
La ragazza allora si posizionò ancora una volta per
attivare il Byakugan, in modo tale da poter prevedere le sue mosse e portare in
salvo il bambino. Purtroppo però l’uomo fu più veloce e le bloccò le mani prima
che lei potesse anche solo unirle.
--Mi dispiace signorina…ma non ti servirà a nulla…e poi è
meglio che collabori. Non voglio fare del male ad una ragazza così carina…--
sorrise maligno.
Lei rabbrividì per il disgusto, improvvisamente non riuscì
né a muoversi né a gridare.
Senza nemmeno accorgersene si ritrovò legata, seduta, con
la schiena contro un albero. Accanto a lei, non molto distante, il bambino,
anche lui legato, era svenuto.
--Cosa gli hai fatto?-- chiese preoccupata e spaventata.
--Preoccupati di te stessa…-- le suggerì l’uomo. --Al
bambino non ho fatto niente…lui mi serve ancora…--
--Cosa vuoi fargli?-- domandò con voce tremante…era sempre
più preoccupata e in ansia.
--Fai un po’ troppe domande tu…-- disse prendendole il
mento con la mano e costringendola a guardarlo. --Sai…mi dispiacerebbe davvero
molto dover fare del male a un bel fiorellino come te…--
Quegli occhi erano davvero agghiaccianti.
Hinata aveva paura…
…troppa…
Cosa voleva farle quell’uomo?
Non voleva nemmeno pensarci.
Ma la paura continuava ad aumentare…doveva chiedere
immediatamente aiuto prima che fosse troppo tardi per farlo…
Inspirò l’aria gelida della notte e la fece uscire tutta
d’un colpo sottoforma di un grido.
--AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!--
*****
Naruto aveva appena deciso di rientrare nella tenda.
Avrebbero dovuto affrontare il viaggio di ritorno la mattina presto, e visto
che non aveva praticamente chiuso occhio per tutta la notte, forse (solo
forse…) era arrivato il momento di provare a dormire.
Era proprio all’entrata della tenda quando…sentì un grido.
E come era possibile ignorarlo nel silenzio tombale della notte?
Era il grido di paura di una ragazza…
“Hinata…!” pensò il biondino voltandosi di scatto verso il
fitto del bosco, dove qualche minuto prima aveva lasciato la ragazza.
Il ragazzo, che fino a poco tempo fa dormiva beatamente,
si svegliò di soprassalto.
--Mh…ma…cos’è successo?-- chiese non sospettando di nulla,
sfregandosi un occhio.
--Dannazione, è Hinata! Forza Kiba alzati, non c’è tempo
da perdere, dobbiamo aiutarla!!!-- esclamò il biondino, afferrando in fretta il
coprifronte che aveva lasciato accanto al suo sacco a pelo.
--Eh? Non è che te lo sei sognato…?-- chiese a Naruto,
sperando di poter tornare a dormire. Ma lui lo guardò serio.
--No che non l’ ho sognato, sei tu che credi di essere
ancora nel mondo dei ogni, idiota!!!--
Il castano allora capì che non era uno scherzo e, senza
ribattere, si affrettò ad alzarsi e a prendere anche lui il coprifronte della
Foglia. Uscì dalla tenda e chiamò Akamaru che stava dormendo in quella accanto.
--Forza, Akamaru, sveglia!--
--Whrof…-- il cane uscì dalla tenda non molto contento di
essere stato svegliato.
Vide i due ragazzi e capì che era successo qualcosa e che
dovevano intervenire.(intelligente il cagnolone! n.n )
*****
--Stupida ragazzina!-- esclamò Zantetsu dandole uno
schiaffo e facendola cadere a terra su un fianco. --Te l’avevo detto che dovevi
tacere…se continui così sarò costretto a doverti fare del male.--
--Tanto verranno ad aiutarmi, farabutto!--
L’uomo ridacchiò.
--Questo è quello che credi tu…anche se quei due stupidi
ti avessero sentita e adesso stessero arrivando qui, non avrebbero speranze
contro di me…Specialmente il biondino, che non mi sembra granché forte.--
Ancora una volta le prese il mento con una mano, bloccandola.
--C-Che vuoi fare?-- chiese intimorita.
--Sto pensando che sei davvero molto, molto carina…--
disse mentre avvicinava il volto al suo.
Ancora una volta la paura si fece sentir dentro di lei.
Doveva impedirgli di fare qualcosa, qualsiasi cosa…
Hinata allora mosse velocemente la testa verso il basso,
in modo da potersi liberare della mano che la bloccava, e, una volta avuta la mano davanti, gli
morse un dito più forte che poté.
Zantetsu trattenne a stento un grido di dolore a causa
della forte presa della ragazza, che non sapeva in che altro modo allontanarlo.
--Bastarda, lasciami!--
Ma la ragazza non mollava la presa. Così l’uomo, per farsi
mollare il dito ormai viola, le diede un altro schiaffo, sulla stessa guancia.
Un altro urlo, anche se questo era meno forte del
precedente e più breve.
*****
I due ragazzi continuavano a correre saltando da un ramo
all’altro.
--Presto, è da questa parte.--
--Lo so, ero con lei prima.--
--Eri con lei e l’ hai lasciata sola?!?!?!-- chiese Kiba
sorpreso.
--Lo so, lo so…Ma aveva detto che sarebbe tornata dopo
qualche minuto!-- cercò di difendersi l’altro.
--Sei una testa quadra! Ma piuttosto la cosa più
preoccupante è che cavolo ci facevate voi due, da soli e di notte!!!--
--Non sono tenuto a risponderti, razza di stupido! Non
abbiamo fatto un bel niente, solo non riuscivamo a dormire!--
--Sei una testa quadra comunque…--
Il ragazzo non rispose, si limitò solo ad aumentare la
velocità per arrivare il prima possibile da Hinata.
“Accidenti, se le succederà qualcosa sarà solo a causa
mia! Non posso permetterlo…”
*****
Il bambino si stava riprendendo.
Ma Hinata era comunque preoccupata.
A cosa gli poteva servire un bambino?
L’uomo ridacchiò ancora. Sembrava una risata da pazzo
omicida.
--Sveglio, finalmente…Bene, vi porterò entrambi con me…e
tu, mocciosetto, ti meriti una punizione per essere fuggito. Ti pentirai per
non avermi dato retta. Farò in modo che la tua memoria venga cancellata al più
presto. Così non ti verrà mai più in mente di scappare.--
In quel momento, un rumore alle sue spalle, come un
fruscio di foglie seguito da qualcosa che toccava terra, lo sorprese.
Zantetsu si voltò e con grande soddisfazione vide i due
ragazzi ninja che stava cercando.
--Ragazzi!-- esclamò Hinata, mai così contenta di vederli.
--Lascia la ragazza.-- disse Naruto che si era accorto
prima di Kiba di dove fosse Hinata, ancora a terra.
--Non sei nella posizione per dettare ordini, bamboccio. E
comunque…non vedo l’ora di sbarazzarmi di lei e di voi due, siete a conoscenza
di troppe cose perché io vi lasci liberi.--
--Quindi tutto quello che vuoi è scontrarti con noi,
giusto?-- chiese Kiba, anche se già sicuro della risposta.
--Oh, ma come siamo perspicaci…! Se per farvi fuori
occorrerà uno scontro, allora la mia risposta è sì…--
Hinata era allo stesso tempo felice, perché fossero
arrivati Naruto e Kiba, e preoccupata, che ci voleva fare con dei bambini? A
giudicare da ciò che aveva detto il piccolo, lui non era l’unico ad essere
stato rapito. Con lui anche tutti gli altri bambini…ma perché? A quale scopo?
Pensava cosa volesse intendere lui prima, quando aveva
detto di dover cancellare la memoria a quel bambino che lei voleva aiutare.
Poi improvvisamente tutto le si presentò più chiaro.
Forse aveva capito cosa c’era dietro.
Una cosa del genere la fece rabbrividire.
--Tu…--
balbettò.
--Mh? Che
vuoi ? A te penserò più tardi, non ti preoccupare…-- Disse voltandosi quel
che bastava per guardarla in volto.
--Tranquilla Hinata! Non ti succederà niente, siamo qui
per salvarti!!-- esclamò Naruto.
La ragazza però sembrava non averlo ascoltato.
--TU SEI UN MOSTRO!--
--Grazie per il complimento…--
I due ninja compagni di Hinata non capirono la sua
reazione. Cosa centrava adesso?
--Tu hai rapito i bambini del paese con lo scopo di
cancellare loro la memoria e di farli diventare membri dell’organizzazione di
cui fai parte!!!--
I ninja rimasero increduli.
L’uomo si mise a ridere.
--Bell’intuito! Se me lo aveste chiesto avrei potuto
rispondervi io, visto che tanto dovrò uccidervi comunque.-- fece una pausa. --Perché
lo faccio? Perché dell’organizzazione sono rimasto solo io…per questo ho
bisogno di nuovi membri a cui dovrò cancellare la memoria e che dovrò allenare.
Ed è per questo motivo che è così tanto tempo che non attacco il paese…Contenti
ora?--
Il piccolo, che ora si era completamente svegliato, rimase terrorizzato quando vide la scena:
Hinata legata e a terra, accanto a lui; due ninja che non conosceva ma che,
anche se erano dalla parte di Hinata per via del coprifronte uguale, gli
mettevano paura per l’espressione che avevano assunto i loro visi; e poi c’era
Zantetsu, l’uomo che lo aveva rapito, strappandolo ai genitori, e che gli
faceva più paura di tutti.
--Sei solo un bastardo! Noi non ti permetteremo di far
diventare quei bambini come te!--
--Siamo qui per salvare la ragazza e salveremo anche i
bambini che hai portato via!-- aggiunse Kiba mentre Akamaru ringhiava.
--Se ci credete veramente…allora dovrete seguirmi…-- disse
poi, prendendo in braccio Hinata e il bambino. Poi all’improvviso si creò come una
grossa nuvola di fumo che avvolse Naruto e Kiba, facendo perdere loro
completamente l’orientamento.
Con quella intorno non riuscivano a vedere niente, né
tanto meno dove si diresse l’uomo subito dopo.
--No, Hinata!-- gridò invano Naruto nel tentativo di
fermarlo.
--Che vigliacco! Sarà andato a nascondere il bambino da
qualche parte per non farci sapere dov’è…-- azzardò Kiba.
--Non riesci a sentire il suo odore per capire da che
parte è andato?--
--Finché non usciamo da questa nuvola non sentirò altro che
l’odore del fumo.--
I due ragazzi si coprivano naso e bocca con le maniche
delle maglie per respirare meno gas possibile, tuttavia cominciarono a tossire.
Non potevano resistere ancora a lungo; c’era fumo a quantità industriale che
impediva loro di vedere a un palmo dal naso, quasi non capivano chi avevano
accanto, e di respirare decentemente.
--È inutile, non capisco dove cavolo finisce questa
dannata cosa!-- disse Kiba facendo qualche passo in avanti per cercare di
uscirne, continuando invano a coprirsi naso e bocca.
--Non c’è assolutamente tempo da perdere!-- esclamò Naruto
afferrando l’amico per la manica della maglia e iniziando a correre in avanti.
I due vennero subito seguiti dal cane.
Una ventina di passi e Naruto si ritrovò fuori da quella
dannata nuvola che gli aveva solo fatto perdere tempo prezioso per trovare
Hinata.
--Come cavolo sapevi che da questa parte potevamo
uscire?-- chiese ansimando per respirare aria pulita.
--Non lo sapevo…-- ammise mentre saltava sul ramo di un
albero, anche lui respirando un po’ affannosamente per riprendere fiato.
--Sei pazzo? Potevamo cadere nel fiume!-- lo rimproverò
Kiba.
--Volevi per caso continuare a intossicarti in quella
cazzo di nuvola? Perché se è così ti ci posso riportare sai? Mai una volta che
ti fidi di me…Ho un buon senso dell’orientamento, io!!!-- lo aggredì il
biondino infuriato per il ”rapimento” di Hinata.
--Su, Kiba, da che
parte sono andati?-- riprese più calmo.
il castano annusò l’aria, imitato dal cane al suo fianco.
--Per di qua!-- esclamò mentre con un balzo raggiunse un
ramo e iniziò a correre, seguito da Naruto e Akamaru.
I ragazzi dovevano fare in fretta. Dovevano salvare Hinata
e i bambini, creduti morti dagli abitanti del villaggio. Quell’uomo, come aveva
immaginato Kiba, aveva approfittato dell’occasione per nascondere il bambino
assieme agli altri.
E adesso aspettava i due ninja appositamente per
combattere, nel suo nascondiglio…
Sapevano troppe cose…non poteva permettersi di lasciare
liberi dei testimoni.
Gli unici.
Nessuno era mai andato oltre nelle indagini su di lui o
l’organizzazione.
Ma adesso i tre ninja di Konoha avevano superato il limite
di ciò che era concesso sapere e andavano eliminati. Che sapessero qualcosa in
più o qualcosa in meno non faceva più differenza. Per questo motivo era
disposto a rivelar loro tutta la verità, se avessero voluto. Perché tanto non
avrebbero avuto l’occasione di riferire informazioni a qualcun altro.
Entrarono in quella costruzione di pietra. Nessun
arredamento. Una sola stanza. Spaziosa. Di forma rettangolare. Appena superata
la soglia se lo trovarono davanti, in fondo alla parete opposta, quella più
corta.
--Ben arrivati, vi stavo
aspettando con ansia.-- disse sorridendo malignamente.
Ancora più maligno lo faceva
sembrare l’ oscurità dell’ ambiente. Solo uno spiraglio di luce che filtrava da
una piccola finestra illuminava l’ ampia stanza dalle pareti grigie e
dall’aspetto vecchio e cadente.
Ai due ragazzi ci volle un po’ di
tempo per abituarsi all’oscurità, tuttavia videro chiaramente l’ uomo tenere in
braccio la ragazza svenuta, e questo li fece arrabbiare parecchio. Specialmente
uno di loro.
Il grosso cane bianco cominciò a
ringhiare al loro fianco. Il ragazzo castano lo guardò e quello si calmò,
pareva gli avesse detto di trattenere la rabbia per dopo, ma anche lui si
tratteneva a stento dal ringhiare.
--Lascia stare la ragazza e
veditela con noi, vigliacco!-- esclamò il ragazzo biondo serrando i pugni.
--Con molto piacere, siete
proprio qui per questo motivo. Adesso che sapete non posso lasciarvi uscire
vivi da qui.-- poi si mise a ridere quasi come fosse un pazzo omicida.
--Tenetevi pure la ragazza, tanto anche a lei spetterà la stessa fine che
farete voi.-- e detto questo la lanciò verso di loro, sfoderando ancora la
risata da pazzo.
--HINATA!!-- esclamò il biondo in
procinto di correre a prenderla, ma successivamente bloccato perché l’altro
ragazzo l’ aveva preceduto.
Infondo era come lui se avesse
l’istinto e i riflessi di un cane.
--Hinata! Hinata svegliati, apri
gli occhi!-- ripeteva tenendola tra le braccia.
--Kiba! Come sta Hinata?--
domandò preoccupato.
--Bene, è soltanto svenuta.--
rispose voltandosi per poi tornare a cercare di svegliarla.
--Mmh…quindi la ragazza carina si
chiama Hinata, il ragazzo con il cane Kiba…e tu, stupido buono a nulla?!--
chiese interessato l’avversario.
Il ragazzo però non rispondeva,
ma continuava a guardarlo con disprezzo e rabbia, tanta rabbia. Ma per fortuna
aveva imparato a controllarla.
--Allora? Perché non mi rispondi?
Hai troppa paura?!--
Eh no, probabilmente non aveva
notato il suo sguardo, che era tutt’altro che impaurito.
--Non ti rispondo perché io non
sono lo stupido buono a nulla che tu credi che sia. Perché ti interessano i
nostri nomi?--
--Preferisco sapere chi ho
davanti. Sapere il nome di chi uccido.-- e poi ancora una breve risatina.
Il ragazzo sorrise alzando un
angolo della bocca.
--Mi dispiace doverti contraddire
ma conoscerai il nome di chi invece farà fuori te. Il mio nome è Naruto
Uzumaki, ninja del villaggio della
Foglia.--
L’ uomo parve soddisfatto.
--Bene, adesso possiamo iniziare
a combattere…-- e senza farselo ripetere due volte, con un balzo, si scagliò
contro Kiba e Hinata, che non si erano accorti di nulla, con in mano un kunai,
pronto ad ucciderli. Hinata si era appena ripresa e la prima cosa che vide
Zantetsu che le veniva contro a tutta velocità. Impaurita, chiuse gli occhi e
si riparò la testa con le mani.
1…2…3…
Passarono troppi secondi…avrebbe
già dovuto essere colpita…
Riaprì gli occhi e vide Naruto
davanti a lei che le dava le spalle.
--Kiba spostatevi da lì dietro.--
--Sì.--
Tenendo in braccio la ragazza con
un balzo all’indietro Kiba fu di nuovo accanto ad Akamaru, rimasto dov’era, e
fece scendere Hinata.
--Tutto bene?--
--Sì, grazie.-- rispose con le
guance leggermente arrossate.
Intanto Naruto era rimasto faccia
a faccia con Zantetsu, kunai contro kunai. Con la mano libera Zantetsu prese un
altro kunai e lo conficcò nello stomaco di Naruto.
Puf. Un polverone. Scomparso.
Era una copia. Il vero Naruto era
alle sue spalle. Accanto a lui un’altra copia, alla quale il vero Naruto
porgeva una mano.
--Hai fatto male a volerti
battere contro i ninja di Konoha.-- disse mentre concentrava il chakra e la
copia lo lavorava.
--RASENGAN.-- gridò il ragazzo
buttandosi contro Zantetsu e puntandogli la sfera di chakra allo stomaco.
Prima che potesse essere colpito,
Zantetsu scomparve. Naruto quasi non se ne accorse e cadde in avanti sbattendo
il naso per terra.
--Ahia!!!--
--Sei un impiastro!-- gli gridò
Kiba. --Ci pensiamo io e Akamaru!-- esclamò prima di correre in avanti a tutta
velocità, verso l’uomo che era tornato infondo alla stanza.
--Non credere che tra te e il tuo
amico ci sia molta differenza in fatto di forza. Nemmeno tu riuscirai a
colpirmi.--
--Questo lo credi tu.--
Akamaru fece un balzo in alto,
usando le spalle del ragazzo come una sorta di trampolino.
--SALTO DELLA ZANNA!-- gridò il
castano.
Zantetsu, distratto dal grosso
cane ancora a mezz’aria, che sicuramente da lì a poco l’avrebbe colpito, si
preparava a contrastarlo, senza accorgersi del ragazzo che, sempre più vicino,
era ormai pronto a sferrargli un potente pugno allo stomaco.
Il pugno lo prese in pieno, e
Kiba, così piegato e abbassato, che sembrava una saetta, non rischiava di
essere di intralcio ad Akamaru. Il cane infatti, con le fauci aperte, puntava
alla gola di Zantetsu. Ma lui riuscì a spostarsi in tempo e a farsi mordere la
spalla destra, mentre l’animale atterrava sulla schiena del padrone. (L’ ho
inventata…lo so, è una tecnica insulsa…!)
L’uomo trattenne un gemito di
dolore, mentre le zanne del cane affondavano nella sua pelle e il sangue caldo
scendeva dalle ferite.
Poi l’uomo si riprese e guardò
sprezzante il ragazzo, il quale alzò lo sguardo.
Un ghigno si dipinse sul volto
agghiacciante.
--Suppongo che ora sia il mio
turno…vi renderete conto di cosa sono realmente capace di fare…--
Prese con la mano sinistra il
polso di Kiba, il cui pugno era ancora sullo stomaco dell’uomo, e con la destra
prese Akamaru per la gola. Successivamente scagliò entrambi con forza verso la
parete opposta. I due caddero a terra a poca distanza da Hinata e Naruto.
--Kiba!-- gridò Naruto.
La ragazza gli andò incontro.
--Kiba, tutto bene?--
Il ragazzo si rialzò in piedi,
seguito da Akamaru.
--Sì, tutto bene…--
--Ah ah ah! Se siete tutti così
debolucci farò più in fretta di quanto mi aspettassi a farvi fuori!--
--Non ci spererei troppo se fossi
in te!-- esclamò Naruto correndogli incontro con un kunai in ogni mano.
L’uomo intanto si preparava a
riceverlo con il manico dei kunai infilato tra un dito e l’altro di ogni mano.
Il ragazzo era ormai davanti a Zantetsu e fece per colpirlo con il kunai, ma
l’uomo lo schivò con un salto e si preparò per colpirlo con i 4 kunai di una
mano. Il ragazzo schivò il colpo con un balzo all’indietro. Andarono aventi
così per qualche minuto, sferrando e schivando colpi, nessuno dei quali andò a
segno. Sembravano quasi due acrobati che eseguono un esibizione ad un circo.
Solo che quello non era un gioco…
Dopo poco, i due, con due balzi
all’indietro, si allontanarono dall’avversario. Avevano il fiato corto.
--Ti ho sottovalutato
mocciosetto…Sei veloce.-- sorrise, poi gli si lanciò addosso per colpirlo.
Il ragazzo posizionò le mani,
concentrò il chakra, e…
--TECNICA SUPERIORE DELLA
MOLTIPLICAZIONE DEL CORPO!!!--
Comparvero decine di copie.
--All’attacco ragazzi!-- gridò uno, e subito la massa di copie obbedì.
Tutti si scagliarono contro
Zantetsu che schivava i colpi e a sua volta ne sferrava, lanciando i kunai che
teneva tra le dita, facendo scomparire i falsi Naruto in una nuvola di fumo.
Poi ne rimase solamente uno,
entrambi erano rimasti con un solo kunai, ora erano faccia a faccia, ancora una
volta kunai contro kunai.
--Non è poi così speciale la tua
tecnica, mocciosetto.-- disse mentre una goccia di sangue scendeva da un
graffio sulla guancia destra.
(“Dannatissimo bastardo io non
sono un mocciosetto!!!”)
Il ragazzo sorrise, soddisfatto
per averlo colpito.
Qualcosa si mosse alle spalle
dell’uomo. Voltò appena lo sguardo per riuscire a vedere cosa fosse stato.
Altre due copie.
Una che porgeva la mano all’altra
e concentrava il chakra.
Solo una era una copia. L’altro
era il vero Naruto.
--Sorpresa…-- disse uno.
--Hai già usato quella tecnica
contro di me, e anche se non mi hai colpito saprò come fermarla.--
--Dimentichi una cosa.-- disse un
altro alle sue spalle.
--Mai abbassare la guardia.--
aggiunse quello davanti a lui che ancora teneva il kunai in mano contro il suo.
Incredibilmente Zantetsu riuscì a colpire la copia che aveva
di fronte alla velocità della luce, prendendola alla sprovvista. Riuscì a
voltarsi di 90° (niente doppi sensi please!) per evitare di essere colpito alla
schiena dal Rasengan del ragazzo, che invece lo colpì sul fianco
scaraventandolo a 3 metri di distanza, ma riuscì tuttavia a restare in piedi.
--E così la mia tecnica sarebbe stata facile da bloccare?
Vedo, vedo…-- si prese gioco di lui il biondino ancora una volta soddisfatto
per essere riuscito a colpirlo.
--Non cantare vittoria troppo presto, piccolo idiota, è un
consiglio.--
Intanto Kiba stava correndo come un fulmine verso di loro,
imitato da Akamaru che ringhiava con la bocca ancora sporca del sangue
dell’uomo.
--Adesso te la vedrai anche con noi!--
Naruto notò il chakra di Zantetsu concentrarsi nelle mani.
L’uomo si voltò guardando il ragazzo castano con un occhiata
agghiacciante.
--Attento Kiba!-- gridò il biondo, ma era troppo tardi
perché se ne accorgessero.
Zantetsu mise in posizione le mani pronto per la sua
tecnica.
--ILLUSIONE DELLA LUNA PIENA!!!--
Un’emanazione di chakra gli partì dalle mani e colpì in
pieno Kiba e Akamaru, che vennero sbattuti contro la parete in fondo, mentre
Naruto assisteva alla scena alle spalle dell’uomo, sconvolto.
Con un niente li aveva messi K.O.
--Ah, ah, ah…passerete le pene dell’inferno nella mia illusione.
Nessuno ne è mai uscito se non sono stato io a volerlo.--
Hinata intanto era ancora più sconvolta di Naruto dopo aver
assistito alla scena. Aveva visto i suoi compagni di squadra scaraventati via
con un semplice gesto. E poi…quella frase? Insomma…cosa voleva dire?
Era sempre più preoccupata per i suoi due amici.
--Che cosa gli hai fatto???--
--In apparenza, niente di così preoccupante…Ma non ti
preoccupare, tra poco lo scoprirai anche tu.--disse concentrando di nuovo il
chakra nelle mani per colpirla.
Questa volta la tecnica sembrava diversa.
Lo sguardo spaventato di Hinata incontrò quello malefico di
Zantetsu. La paura in lei crebbe.
“E adesso cosa vuole farmi…?…No…Aiuto…!…Naruto…”
ma poi non riuscì più nemmeno a muoversi dalla paura, che
pian piano diventava terrore, e che le annebbiava la mente.
L’uomo fece per avanzare e colpirla, quando qualcosa gli si
parò davanti, o meglio…qualcuno…
“Non osare toccarla lurido verme!” il biondino si era messo
tra lui e la ragazza con una velocità straordinaria. “Non ti permetterò di
farle del male, la proteggerò a qualsiasi costo!”
il ragazzo prese il colpo in pieno petto e venne
scaraventato contro la parete laterale, sbattendo violentemente la testa,
creando con la schiena una leggera crepa sul vecchio muro.
--NARUTO!!!--
Alla ragazza non restava altro
che difendersi da sola come meglio poteva.
Il Byakugan era la sua unica
arma, l’unica abbastanza potente per poter contrastare quell’uomo.
--Byakugan!-- Hinata attivò la
sua abilità innata.
Zantetsu intanto ridacchiava
soddisfatto.
“Forse adesso lo scontro si farà
più interessante…”
*Credeva davvero che sarebbe
stato così facile batterli?*
I due iniziarono a combattere, ed
erano velocissimi. Entrambi colpivano e schivavano senza sosta. Ancora una
volta sembrava un esibizione di acrobati…ma quando gli acrobati giocano col
fuoco non sembra più un gioco…
“Mi sono allenata duramente per anni…non sarò più di
intralcio ai miei compagni di squadra…non posso più esserlo!”
--Padre, sto per
partire per una missione.--
--Molto bene
Hinata, ma mi raccomando, cerca di non essere un peso per i tuoi compagni.--
“Padre, vedrete, non sarò più un
impiccio. Anche se non sono molto forte sono migliorata tanto e posso badare a
me stessa. Vedrete che non sarò più un peso per gli altri, che non farò
rischiare gli altri al posto mio. Adesso ne avrete la dimostrazione.”
Il combattimento proseguiva, ma
Zantetsu sembrava essere in vantaggio.
Intanto Naruto, ancora a terra,
si stava riprendendo. Appena cercò di alzarsi in piedi sentì una forte fitta al
petto. Cercò di vincere il dolore e alzarsi ugualmente. Con una mano appoggiata
al muro e l’altra alla testa, si sollevò da terra barcollando e si guardò la
mano sinistra, quella che teneva sulla testa.
Sangue.
Ecco cos’era quella sensazione
fastidiosa che si sentiva dalla tempia alla guancia.
Sbatté le palpebre più volte
perché vedeva ancora leggermente appannato, poi si rese conto della situazione.
La ragazza stava ancora
combattendo.
E l’uomo era in vantaggio.
Nonostante il Byakugan attivato.
Zantetsu stava per colpirla. Era
inevitabile, lei non sarebbe riuscita a scansarsi in tempo. Era troppo stanca,
non aveva quasi più le forze.
Naruto ispirò l’aria e, senza
badare al forte dolore al petto o alla testa che gli girava ancora, gridò.
--FERMATIIIII!!!--
L’uomo si bloccò sentendo la sua voce.
--Che ci fai ancora in piedi? Credevo di averti come minimo
impedito di alzarti per un bel po’, anzi forse anche di averti ammazzato…--
disse mentre si voltava verso il ragazzo, ancora aggrappato alla parete.
--Mi dispiace, ma non ci sei riuscito…mi sottovaluti. Lascia
stare la ragazza.--
--Ho capito che sei ansioso di morire, ma una cosa alla
volta. Arriverà anche il tuo turno.-- si voltò di nuovo verso la ragazza.
--Non hai capito allora?!? Lasciala stare!!!--
--Mi prendi per deficiente? Se ci
tieni tanto allora vi farò morire insieme, contento?-- disse l’uomo irritato.
--Tu non la toccherai neanche con
un dito, mi hai sentito?-- adesso il biondino si stava davvero arrabbiando, e
non gli importava per niente di quanto gli girasse la testa o del dolore al
petto anche se ne stava andando, e guardava Hinata, poco distante da lui e a
distanza di sicurezza da Zantetsu, che lo guardava ansimante per la stanchezza
del combattimento, spaventata da Zantetsu e preoccupata per lui.
--Mh mh mh! Credi davvero che io obbedirò a ciò che mi chiedi?--
disse mentre fece un balzo all’indietro.
Adesso Zantetsu si trovava vicino
alla parete dove si trovava l’entrata, dove giacevano Kiba e Akamaru ancora
sotto l’effetto dell’illusione, mentre Naruto e Hinata erano alla parete
opposta, il ragazzo a destra di lei, che le si avvicinava stando ben attento ad
ogni movimento dell’uomo.
--Tutto bene?-- chiese Naruto
senza distogliere lo sguardo dal suo obiettivo
--S-Sì…sono solo un po’ stanca.
Tu invece? Sei ferito…-- la ragazza cercò di nascondere un po’ la
preoccupazione. Era uno scontro e non era il caso di farsi prendere troppo dai
sentimenti. Un vero ninja non si fa trasportare da essi.
--Non è niente.-- rispose
rassicurandola, accennando ad un sorriso.
La ragazza si tranquillizzò e
tornò anche lei a guardare l’uomo per essere pronta a schivare ogni suo
attacco.
Sul volto dell’uomo si stampò il
sorriso di un pazzo.
--Tecnica della Pioggia di
Lame!-- (anche questa inventata, perdonate la poca fantasia! ;p)
l’uomo allargò le braccia e
liberò una quantità incredibile di lame che si scagliavano contro i due ninja a
grande velocità.
“La colpiranno…” pensò Naruto per
poi buttarsi istintivamente addosso ad Hinata per proteggerla, anzi, forse l’aveva
fatto ancora prima di pensarlo.
Tutto successe velocemente.
Hinata capì solo di aver visto
Zantetsu lanciare quelle lame e subito dopo era stata buttata a terra e aveva
disattivato il Byakugan.
Forse l’avevano colpita ed era
morta…
Però non sentiva dolore…anzi, lo
sentiva…al braccio…
Aprì lentamente gli occhi e vide
Naruto sopra di lei, che si reggeva sui palmi delle mani e sulle ginocchia, a
testa bassa e con lo sguardo nascosto dai capelli.
--N-Naruto…-- balbettò la ragazza
in un sussurro. Si sentiva stranamente stanca, troppo per un combattimento così
breve, anche se bisogna tener conto che non aveva dormito e che quell’uomo
l’aveva anche rapita.
Il ragazzo alzò lo sguardo e la
guardò negli occhi. Aveva il viso segnato dal dolore. Però si sforzò di sorridere
in segno che andava tutto bene.
--T-Tutto bene…?-- chiese alla
ragazza. Era evidente anche dalla voce che era stato ferito e che soffriva.
--M-Mi sento così stanca…-- disse
debolmente.
Il ragazzo vide il braccio ferito
della ragazza, quella chiazza rossa. Gli si gelò il sangue nelle vene, credeva
che si fosse ferita gravemente. Poi guardò meglio la ferita e si tranquillizzò.
Ma perché vedeva tutto rosso?
Cos’era quella cosa così fastidiosa che gli copriva un occhio?
Vi passò sopra con la manica del
braccio destro e vide ancora sangue.
“Dannate lame…”
Per lo più erano solo graffi, ma
due delle lame gli si erano conficcate nella schiena e una, la ferita più
grave, gli aveva trapassato la spalla sinistra. Continuava a perdere sangue,
solo sangue, vedeva solo quello.
--Non ti preoccupare Hinata,
adesso riposati, a lui ci penso io.-- ancora una volta sorrise.
Hinata sorrise appena e chiuse
gli occhi, addormentandosi.
Improvvisamente Naruto vide delle
piccole macchie rosse apparire sulla giacca della ragazza e si spaventò. Poi si
accorse che quello era il proprio sangue che gocciolava dalla spalla. Si guardò
la mano sinistra e la vide imbrattata di sangue, il sangue che dalla spalla era
sceso lungo il braccio.
“Cazzo…perdo troppo sangue…”
Si rialzò un po’ a fatica, ancora
una volta barcollando. Si voltò verso Zantetsu, che attendeva con uno sguardo
da pazzoide.
L’uomo lo vide voltarsi, tenere
la testa bassa e con uno sguardo rabbuiato sul volto, che pareva soprattutto
molto incazzato. Prese con la mano destra la punta della sottile lama che gli
spuntava dalla spalla e con un movimento rapido e preciso estrasse la lama,
facendo cadere a terra sangue scarlatto.
Con la mano sporca lasciò cadere
la lama imbrattata di rosso.
Alzò lo sguardo e lo fissò su
Zantetsu. Era decisamente molto incazzato, ma cercava di trattenersi.
--Le hai fatto del male…e adesso
la pagherai molto cara.-- disse lentamente, come se fosse in trans.
Accadde qualcosa.
Zantetsu non capì esattamente
cosa, sapeva solo che aveva visto Naruto dov’era prima, poi era scomparso e se
lo era ritrovato davanti, in più sentiva un forte dolore allo stomaco.
Indietreggiò di qualche passo, poi Naruto creò tre copie di se stesso. Due
andarono a destra e a sinistra di Zantetsu, un altro invece con un balzo gli andò
alle spalle, standogli tutti comunque distanti, mentre quello vero rimase di
fronte a lui. Le copie presero una delle due lame che avevano conficcate nella
schiena e le lanciarono contemporaneamente contro Zantetsu, mentre Naruto lo
colpì con il Rasengan, questa volta in pieno stomaco.
“Bastardo di un moccioso…” pensò
cercando di non gridare per il dolore.
Poi anche lui decise di attaccare. Concentrò il chakra
nella mano e colpì il ragazzo allo stomaco, scaraventandolo di lato contro la
parete, nello stesso punto dove si trovava la piccola crepa, che adesso era
diventata come minimo 10 volte più grande di prima.
Il ragazzo dopo breve si rialzò. Entrambi doloranti,
entrambi perdevano sangue dalla spalla, entrambi volevano vincere…
--Non credevo che dopo il secondo Rasengan ti potessi
reggere ancora in piedi.--
--E io non credevo certo che tre mocciosetti come voi
avessero potuto ridurmi così, specialmente tu.--
…Entrambi avrebbero continuato a combattere.
Il problema era che Naruto, dopo un’altra botta del
genere, barcollava di più ma soprattutto aveva perso ancora sangue. Aveva
lasciato a terra scie di piccole goccioline e adesso iniziava a vedere sfocato.
“Cazzo…devo liberarmi di lui al più presto possibile se
non voglio che lo faccia prima lui…se solo potessi usare il Rasenshuriken…ma
non mi è rimasto abbastanza chakra e in più se dovessi colpire la parete
crollerebbe tutto, e non avrei tempo di salvare Hinata, Kiba e Akamaru, porca
miseria! Devo farmi venire in mente qualcosa per farla finita, anche perché non
credo di poter combattere ancora a lungo in queste condizioni. L’unica cosa che
mi rimane da fare è un altro Rasengan, sperando che questa volta riesca ad
ammazzarlo sul serio. E poi ci sono anche i bambini da salvare. Non può vincere
lui!…Certo le cose sarebbero anche più semplici se non mi girasse la testa…Ho
sbagliato a muovermi così velocemente, adesso sto peggio di prima…”
--Sembri ridotto piuttosto male, perché non ti lasci dare
il colpo di grazia? Così la smetti anche di soffrire, non ti pare?--
Il ragazzo riuscì a drizzarsi completamente in piedi, ma
era ancora parecchio arrabbiato.
--No grazie, piuttosto prima ammazzo te, che ne dici?-- in
fondo gli importava molto di più salvare i suoi amici, che la sua vita.
--Dico che dovresti solo provarci per pentirtene.-- disse
Zantetsu ridendo come uno psicopatico per poi lanciarsi all’attacco a tutta
velocità con una delle sue tante lame.
Naruto fece appena in tempo ad estrarre un kunai dalla
tasca e fermare l’attacco di Zantetsu. Entrambi cominciarono a combattere
sferrando e schivando colpi.
Vincere e sopravvivere.
Dopo un attacco persero kunai e lama e rimasero senz’armi.
Poi un attimo di distrazione, o forse più che altro di
stanchezza, e Zantetsu riuscì a colpire, con la tecnica in cui concentrava il
chakra nella mano, il ragazzo allo stomaco, facendolo finire ancora contro la
parete. (…è monotono…!!! Lscusate!) Il ragazzo cadde a terra su un fianco,
senza muoversi.
Si risvegliò qualche secondo dopo, sforzandosi di aprire
gli occhi, che sarebbero rimasti volentieri chiusi, e cercò di capire dove
fosse. Ma quello che riusciva a vedere di certo non lo aiutava, perché nemmeno
lui in quel momento capiva cosa vedeva. Allora si sfregò gli occhi con una mano
e quando li riaprì finalmente riuscì a vedere meglio, anche se ancora un po’
sfocato. Una strana stanza. Per un momento non ricordò bene dove fosse o cosa
fosse successo, ma appena si alzò in piedi, appoggiandosi alla parete, e vide
Hinata da una parte e Kiba e Akamaru dall’altra tutto gli tornò più chiaro.
Il rapimento, la corsa, l’inizio del combattimento,
l’illusione, gli attacchi di Zantetsu, la pioggia di lame, Hinata, la ferita
alla spalla e poi ancora i suoi attacchi…
Ma ormai aveva poco chakra, e così non avrebbe potuto
combattere ancora a lungo. Doveva sbrigarsi a farlo fuori una volta per tutte.
Però anche quell’uomo era un osso duro…
A proposito…dov’era Zantetsu?
Guardò meglio e lo vide in fondo alla stanza al lato
opposto a dove si trovava lui. Era appoggiato alla parete, come se stesse raccogliendo
le ultime energie rimaste e cercando di recuperarne.
--Stanco ragazzino?--
--Pensa per te…!-- rispose irritato.
--Allora se non sei stanco possiamo combattere e
concludere questa sfida, anche se devo ammettere che mi stavo divertendo.--ecco
il sorrisetto da mezzo pazzo.
--Con piacere.--anche Naruto sorrise, ma perché aveva
trovato una strategia per ucciderlo.
Velocemente i due corsero uno incontro all’altro, pronti a
colpire. Zantetsu con un kunai preso da chissà dove, Naruto con un altro kunai.
Un colpo schivato e uno ricevuto. L’uomo teneva il braccio teso e il kunai
conficcato nel petto del ragazzo.
--Addio moccioso…!--esclamò vittorioso.
Ma poi…
Puf.
Scomparso.
--Dannato! Dove ti sei nascosto vigliacco?--chiese
guardandosi attorno.
--Se qui c’è un vigliacco, quello sei tu!-- esclamò Naruto
che lo sorprese apparendo alle sue spalle.
Ancora colpi di kunai. Zantetsu colpì Naruto.
Puf.
--Maledetto, mi stai prendendo per il culo?-- chiese
abbastanza irritato.
--Può essere…!-- rispose Naruto ridacchiando, che gli era
apparso di fianco.
Un colpo.
Puf.
Un altro Naruto.
Un altro attacco.
Puf.
Più Zantetsu colpiva le copie, più quelle saltavano fuori.
Destra, sinistra, dall’alto, alle spalle. Apparivano ovunque fosse Zantetsu,
che si stava anche un po’ spaventando e disorientando dalla cosa.
All’improvviso le copie cessarono di comparire.
--Dove sei stupido bamboccio?-- chiese irritato e nel
contempo spaventato. Non sapeva dove fosse il ragazzo, che poteva spuntare da
qualsiasi parte e colpirlo senza problemi, e la cosa gli dava dannatamente
fastidio. Si sentiva come un topo in trappola, che si accorge del nemico solo
quando quello ha già fatto la sua mossa ed è troppo tardi per evitare le
conseguenze…e non voleva certo che ciò accadesse. Era il più vigile possibile
per captare qualsiasi minimo spostamento ed evitare quello che aveva intuito
essere l’ultimo attacco. L’ultima risorsa del ragazzo. Ma del resto anche lui
iniziava ad essere senza chakra, lo sapeva bene, e sapeva anche che l’unica
possibilità di sopravvivere era quella di fermare l’attacco del ragazzo, che
quindi sarebbe rimasto senza chakra, e farlo fuori definitivamente. Quanto agli
altri, aveva tutto il tempo che voleva per farli fuori. La ragazza era svenuta
e non era nel pieno delle forze per combattere ancora, mentre il ragazzo
castano e il cane erano sotto l’effetto dell’illusione, che sarebbe terminata
soltanto secondo la sua volontà.
Ma per ora il problema era quel biondino che lo aveva
ridotto come mai nessuno era riuscito a fare. Eppure Zantetsu credeva che
sarebbe stato proprio quel ragazzino a soccombere per primo. Lo aveva
evidentemente sottovalutato…
--Allora? Dove sei??-- domandò al vuoto e al silenzio
della stanza, ancora più irritato.
Ancora nessuna risposta.
Poi un leggero spostamento d’aria alle spalle dell’uomo.
--Sono qui.--
Zantetsu si voltò e vide Naruto, in piedi di fronte a lui
che lo guardava con odio e rabbia.
L’uomo cercò di colpirlo ma l’altro schivò abbastanza bene
il colpo, mentre adesso era Naruto che tentava di colpirlo. Una mossa sbagliata
e…
Puf.
“Ma…?” Zantetsu era rimasto molto sorpreso. “Com’è
possibile? Non può avere ancora chakra da poter utilizzare creando queste
inutili copie! E…allora dov’è??” si guardava attorno perplesso.
--Mai dimenticarsi di guardarsi le spalle.-- esclamò una
voce alle spalle dell’uomo, che fece in tempo a voltarsi solo per vedere di chi
fosse quella voce. Una voce che in quel momento, proprio alle sue spalle, non
avrebbe voluto sentire.
Vide il ragazzo tenere in mano una sfera di chakra. In
quell’istante comprese che non poteva evitare di essere colpito. Non aveva
abbastanza tempo per schivarlo.
Ma non volevo certo fargliela passare liscia.
“Se morirò io allora morirai anche tu!”
Così, mentre Naruto lo colpiva con il Rasengan in pieno
petto, il che sarebbe bastato ad ucciderlo, Zantetsu concentrò il chakra nella
mano e colpì il ragazzo allo stomaco.
L’ultimo e potente attacco dei due ninja.
L’attacco micidiale che avrebbe ucciso inevitabilmente…
Ma c’era chi era più forte…
Zantetsu scivolò a terra, dopo aver subito la forza
distruttrice del Rasengan.
Mentre Naruto venne ancora una volta scagliato contro la
parete, ancora una volta creava una grossa crepa nel muro, ancora una volta
perdeva i sensi. Ma un attimo prima che tutto diventasse completamente buio e
prima di non sentire nemmeno più il dolore, mentre si trovava ancora in aria,
attaccato alla parete, aveva solo un pensiero nella mente.
“Adesso sei salva…”
Cadde a terra e ancora una volta, solo per una attimo,
vide ancora sangue. Poi chiuse gli occhi e tutto diventò scuro, di quel colore
che lo aveva sempre accompagnato nella solitudine e che odiava, ma che infondo
sapeva che ci sarebbe sempre stato, in un angolo, pronto a tornar fuori. Da
quel momento in poi, accanto a lui non sentiva più niente. Non sentiva il
pavimento gelido, il sangue caldo che scendeva dalle numerose ferite, il dolore
che le contrassegnava una ad una.
Da quel momento, il nulla.