Treasure

di _Akimi
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{A kiss on the hand}
544 parole

 
Il cielo è divenuto poco a poco di un arancio chiaro, sfilacciate nuvole dominano sopra le teste degli ignari passanti e il Sole oramai si nasconde, timido, lasciando spazio alle prime stelle e alla Luna splendente e magnifica.
Ymir aiuta Krista a scendere dalla sua bici e la vede sistemarsi la gonna, accennando un sorriso imbarazzato non appena la ragazza più grande abbassa lo sguardo sulle sue gambe pallide.
«Allora, hai deciso per il ballo?»
La mora mormora a bassa voce, nasconde il desiderio di ricevere una risposta affermativa, ma sa che ci sono troppe cause avverse alle loro decisioni e Krista sembra disposta a qualsiasi discussione pur di andare alla festa scolastica con lei.
Ymir insiste di meno, non le importa così tanto l'idea di ritrovarsi in mezzo a delle stupida gente vestita in modo strambo, ma sa quanto la bionda ci tenga e per questo, alle volte, lo domanda solo per lei, cercando di mostrarsi realmente interessata alla vicenda.
«Non lo so; sai cosa pensa la mia famiglia a riguardo.»
Krista ha le gote arrossate, è imbarazzata per l'atteggiamento rigido dei suoi genitori e Ymir non li capisce, loro e la maledetta fede in cui Lenz continua a credere, ma non dice nulla, non può dire nulla.
«Fanculo.»
Ymir impreca, si appoggia con i gomiti contro il manubrio e alza il capo al cielo, sospirando in segno di resa.
«Fanculo, davvero. Stai andando ancora a quel ritrovo?»
Corruccia la fronte, evita di guardarla negli occhi, ma sa che Krista non ha colpe; non ha deciso di avere dei pessimi genitori, anzi, sono stati loro ad obbligarla a quello sciocco lavaggio del cervello, dove fedelissimi non fanno altro che spiegare come l'uomo e la donna sia stati creati per stare assieme e come, al contempo, due ragazze come loro non possano godersi nulla di quella maledetta vita perché è così e basta, senza dare nessuna possibilità alla bionda di essere sé stessa.
«Solo qualche volta; sai, insegnano varie cose...»
Krista sembra quasi crederci, se lo ripete ogni volta da sola, ma quando si guarda allo specchio non riesce più a mentire: come può farlo, in fondo? Quella è la sua natura e tutti dovrebbero essere costretti ad accettarla così com'è.
«Sì? E che genere di cose? Parlano di famiglia perfetta?»
Il sarcasmo occupa le parole della mora, Krista ne rimane un po' ferita, ma la comprende e sa che Ymir non ne vuole più parlare.

Così la mora vede l'altra sbuffare rumorosamente, ma non si sofferma perché decide di rimettersi in sella e la ferma solamente dal polso, prima di allontanarsi, perché non può sopportare di andarsene via così.
«Krista, tu mi piaci, molto; questo non posso cambiarlo.»
Quell'affermazione la fa sorridere e non appena la vede abbassare il capo, socchiude gli occhi, sentendo le labbra di Ymir posarsi sulla sua mano.

«Ci vediamo.»
Si allontana da lei, pedalando, e si volta solo per pochi attimi per poterla salutare con un breve cenno e, dato che non prova vergogna in ciò che prova e desidera, grida per farsi sentire da lei.
«Settimana prossima, alle nove in punto!»
La bionda sorride per l'ultima volta, sino ad osservare la figura dell'altra farsi piccola all'orizzonte, finendo con scomparire dietro agli alti edifici del suo quartiere.




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