Autore: _E r i s_
Genere:
commedia, fluff.
Personaggi:
Hiroto Kiyama, Midorikawa Ryuuji.
Rating:
verde.
Lunghezza:
flashfic - 429 parole secondo Word.
From one to ten
- HiroMido -
Le fronde degli alberi erano lievemente scosse dal vento che
tirava
placido. L'impercettibile soffio sfiorava appena il suo volto
pallido; gli occhi color vetro carezzavano con attenzione il profilo
astratto delle nuvole. I raggi solari, quelli tipici del periodo
estivo, riscaldavano ogni cosa, anche il filo d'erba all'ombra degli
alberi o qualche foglia sul marciapiede. Il cielo turchino, invece,
sovrastava
il suo corpo dai tratti vagamente androgini.
- Midori-chan? - poco più di un sussurro indistinto, coperto
dal
vento. Socchiuse placidamente gli occhi e li posò sulla
figura
di fianco, cui opali erano celati dalle palpebre e dalle ciglia color
pece. Notò un lieve cambiamento nell'espressione serafica
del
giovane poggiato goffamente al tronco dell'albero; le labbra si
schiusero ed emise un impercettibile sospiro.
- Sì? -
mormorò
Ryuuji, schiudendo appena gli occhi per permettersi di scrutare il
profilo di Hiroto, il quale lo osservava con il capo poggiato sulle
ginocchia. Egli esitò qualche attimo, perdendosi a ripassare
i
lineamenti che ormai conosceva a memoria e riusciva a figurarsi in
mente senza dover necessariamente guardare il volto del più
giovane.
- Quanto ti piaccio da
uno a dieci?
- il fulvo scrollò le spalle e tornò a studiare
l'espressione
indecifrabile del ragazzino dagli occhi profondi. Quest'ultimo
aprì e socchiuse le palpebre per innumerevoli volte,
lievemente
intontito dalla domanda precedentemente posta dal coetaneo. Capitava
ogni tanto che il rosso se ne uscisse con determinate frasi, complice
il suo affetto per Midorikawa, ma ogni volta diveniva terribilmente
imbarazzante dover replicare.
Hiroto sorrise, notando le gote del più giovane divenire di
un
delizioso color porpora, mentre l'osservava di sottecchi,
improvvisamente a
disagio.
- Uno. -
mormorò qualche
secondo dopo Ryuuji, con un tono talmente innocente ma al contempo
persuasivo che il fulvo non poté fare a meno di cascarci in
pieno. Era consapevole delle bugie con cui se ne usciva Midorikawa
quando era in imbarazzo, ma, forse per la sua ingenuità o
per la
sua imbecillità, finiva inconsapevolmente per crederci
sempre.
- P-perché?
- fu la risposta
pronta di Kiyama, sibilata in maniera così grave da far
imbronciare momentaneamente il verdino, il quale, però,
scrollò le spalle con nonchalance, scrutando il compagno con
finta
serietà nei grandi occhi bruni. Non replicò per
diversi
attimi, particolare che fece crucciare il giovane dai capelli
rossi, che, con le guance ormai divenute di un acceso colore
tra
il rosato e il porpora, lo rimirava timoroso. Solo quando
notò
il profilo di un tenue e imbarazzato sorriso delinearsi sul volto
sereno dell'altro,
riuscì - a stento - a rincuorarsi.
- Perché
non mi piaci. Ti amo, scemo.
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