You can't always get what you want

di Hitchhiked
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Muncie, 1968.
Due uomini si sedettero al bancone di un Pub, odore di sigarette e rumore delle stecche da biliardo in sottofondo.
“Uno scotch”. Chiese il più basso.
Dopo pochi momenti un bicchierino contenente del liquido ambrato gli atterrò vicino al polso.
“Una Cherry soda”. Chiese l’altro.
“Sono finite le ciliegie, amico”. -Barman giovane, probabilmente un universitario.-
“Scusami credo di non aver capito bene, amico”.
“Hai capito benissimo, non ci sono più ciliegie”. -Ma saprà con chi sta parlando sto’ tizio?-
Mick assottigliò gli occhi;
“Vuoi dire che l’Indiana ha finito tutte le cazzo di ciliegie in questo cazzo di momento?”
“No, sir.” – Vedi come si muove, adesso-.
“Allora muovi quel culo che ti ritrovi e vai a prendere un poche.”
“You can’t always get what you want”, rispose il barman, sorridendo leggermente.
Keith quasi si strozzò con il suo Jack, solo dopo un paio di colpi di tosse riuscì a deglutire, poi poggiò il bicchiere e cominciò a ridacchiare, nemmeno in modo tanto silenzioso.
Con la coda dell'occhio guardò Mick, fermo imbambolato, rivolto verso il ragazzo dietro al bancone, sguardo perso nel vuoto; aggrottò leggermente le sopracciglia quando notò il sorriso che spuntava agli angoli della bocca del cantante. Reviews make the rockin' world go round




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