Siamo firme su un pezzo di carta

di winter falls
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«Ryuuzaki, cosa stai facendo?».

L girò il viso, facendo stridere il pollice fra i denti mentre compiva il movimento.

«Stavo esaminando questo documento» disse, indicando il file sul portatile.

«Ancora? Sarà la decima volta».

«L’ottava» lo corresse incolore, tornando con lo sguardo davanti a sé.

«Sono le… accidenti, le quattro!».

«Immagino di averti svegliato» pronunciò senza particolare rammarico nella voce.

«La luce dello schermo sveglierebbe chiunque. Dovresti dormire, a quest’ora non riuscirai a ricavare niente».

«Light-kun è sempre attento alla sua salute».

«Ah, questa convivenza è estenuante» proferì rassegnato, girandosi sull’altro fianco, facendo tendere la catena.

L si concesse in quel momento di guardarlo, premendo il dito contro le labbra.

 

*

 

«Ryuuzaki».

L non si girò stavolta, mantenendo l’attenzione sullo schermo.

«Che cosa sono per te? Un sospettato, e poi? Un incomodo? Qualcuno che appena finita questa storia non vorrai più vedere?».

Il detective restò impassibile dinanzi a quella domanda, limitandosi a fissare un punto preciso nel file che stava ancora rileggendo. Light Yagami svettava in grassetto fra la lista di nomi nel documento.

Ecco cosa sei.

«Un amico, Light-kun».

Un nome su una pagina.

«Dici sul serio?».

Ma pur essendo il tuo un nome fra tanti, rappresenti una minaccia per il mondo intero.

«Dubiti della mia parola, Light-kun? Te lo dissi tempo fa. Sei il mio primo e unico amico».

 

**

 

«L non c’è più. Spero che il divertimento non sia morto con lui».

«Ti dispiace?».

«Non proprio. Ma quegli umani della polizia dovrebbero essere tristi. Quando muore una persona alla quale siete vicini…».

«Ryuuk» lo interruppe, guardandolo «non lo consideravano una persona. Era un detective per gli agenti. Un nemico per me. Una lettera per tutti gli altri».

«I criminali che giustizi non sono delle persone? E tu?».

«Siamo solo dei nomi» disse, gli occhi che brillavano e la gola che tremava per le risate che lo avevano colto «o delle firme, dipende dalla mano che impugna la penna. Su un pezzo di carta» aggiunse, osservando trionfante il Death Note.










Eventuali note dell’Autore: double drabble (220 parole) + drabble (110 parole). Essendo la prima doppia, ho usato un solo asterisco per creare una sorta di “confine a metà”. La terza invece è delineata da un confine netto di due asterischi. La double drabble ha come centro i pensieri di L, ma la vittoria finale spetta a Light nella drabble successiva; da qui la dicotomia nome/firma, nella quale il termine firma è posto in ambiguità. Light non specifica ulteriormente, ma lui è la firma e tutti gli altri sono solo nomi nella sua veduta. Da notare a proposito come di propria volontà Light invece usi il plurale, come a dire che non è lui l’unica firma che esista. Mente, come sempre del resto, perché sa benissimo che è lui la persona che impugna la penna e giustizia. Le drabble vanno considerate come una sorta di voluto crescendo. Per l’uso della punteggiatura nei dialoghi ho usato lo schema della casa editrice Adelphi.




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