Draco percepì la sua presenza senza svegliarsi del tutto,
allo stesso modo in cui nel sogno si torna a percepire il peso del proprio capo
nel cuscino per poi ripiombare con un indolore salto tra le braccia di Morfeo.
Fu il freddo della sera che il compagno si portava come
una doppia pelle a svegliarlo davvero, ma in un primo tempo il sonno esausto lo
spinse semplicemente a fargli spazio nel lettino per poi abbracciarlo stretto,
combattendo al suo fianco contro i brividi e porgendogli a sostegno il calore
della propria pelle sonnacchiosa.
Fu solo quando infine Harry cominciò ad intiepidirsi che Draco
aprì gli occhi:
“Che diavolo ci fai qui?”
Harry rispose con un sorriso sornione, allungando le mani
verso di lui per poi infilarle sotto la sua maglietta accarezzandogli il
ventre.
“Che senso aveva
tornare a casa se tu eri qui…”
Draco si lasciò sviare dal piacere derivato dalla
risposta e Harry ne approfittò per passare dal ventre alla schiena e da lì far
sprofondare le mani dentro i pantaloni del suo pigiama. Il corpo di Draco reagì
all’istante ma lui lo ignorò, c’erano degli aspetti positivi all’essere adulti.
“Leva le mani da
lì”
Harry finse di non sentirlo, stringendo fra le dita una
natica soda mentre si spingeva, evocativo, verso di lui.
“Da quello che mi
risulta, è vietato ogni tipo di rapporto fisico durante le missioni”
“Fortuna che sono
in licenza! E poi quella non è una regola, è più che altro un suggerimento,
conosco almeno un paio di bambini concepiti in missione… da quando sei tanto
ligio alle regole?”
L’ultimo commento, che voleva essere divertito, si
scolorò all’improvviso in un ombra scura che sostò solo un istante negli occhi
verdi, ma che bastò a Draco per leggergli dentro:
“Ti hanno messo in
licenza perché hai di nuovo infranto le regole, non è vero?”
Harry si strinse nelle spalle, fingendo noncuranza, ma i
suoi occhi fuggirono quelli cinerini, prima di afferrarlo dai fianchi e tirarselo
addosso.
“Se non ti dispiace
vorrei approfittare della licenza”
“Se non ti dispiace
io in licenza non ci sono e le regole degli Auror valgono anche per i
consulenti”
“Va bene, allora
faccio tutto io, tu non dovrai fare altro che stare lì fermo, così nessuno
potrà accusarti di nulla, se vuoi sono perfino disposto a legarti, così avremo
le prove della tua innocenza”
Nel grande stanzone affollato, tre persone si rigirarono
rumorosamente nel letto e un altro paio presero a tossicchiare:
Harry rise:
“Sentito? Avremo
perfino dei testimoni!”
Sul volto di Draco la serietà regnava indisturbata.
“Quale regola hai
infranto?”
“Lo sai che non
posso parlarti delle mie missioni”
Fu la vergogna che accompagnò la sua ultima affermazione
a fregarlo. La rabbia inondò come un fiume il volto dell’uomo mentre Harry
abbassava le mani da lui in un istintivo gesto di protezione.
“Ti sei messo in pericolo, non è vero? Ancora una volta!”
Nello stanzone scese il più profondo silenzio mentre
decine di uomini che avrebbero dovuto dormire trattenevano il fiato per meglio
ascoltare.
“Draco…”
“Me lo avevi promesso! Promesso!”
Il volto di Harry prese fuoco e Draco dovette alzarsi dal
letto, incapace di sopportare qualsiasi contatto ora che la rabbia e lo shock
facevano a gara nel suo corpo, quasi non sapesse quanto poco valesse quella
promessa, quasi non avesse saputo fin da subito che il suo unico scopo era
rabbonirlo.
Uscì senza premurarsi di non fare rumore, era ovvio che a
quel punto non sarebbe servito a nulla. Aveva bisogno di aria, aveva bisogno di
ritrovare il controllo.
Il vento gelido giocò con la maglietta del pigiama ,
infilandosi sotto di essa per scovare il suo calore e cacciarlo via. Quando
sentì l’aria gelida sfiorargli la schiena la similitudine con il percorso che
avevano seguito le dita di Harry qualche minuto prima schiaffeggiò la sua
consapevolezza e lui si arrestò, appoggiandosi contro il muro dell’edificio
alle sue spalle. Il capo chino e il cuore che lentamente rallentava mentre
l’improvviso panico che lo aveva preso si placava a poco a poco.
Harry non disse una parola, ma non aspettò che
rabbrividisse per posargli il mantello sulle spalle. Nel vederlo irrigidirsi
non osò tuttavia allacciarglielo al petto e si limitò a sedersi accanto ai suoi
piedi nudi, si era dimenticato di portargli le scarpe.
“E’ a questo che valgono le tue promesse?”
“Sapevi già che l’avrei infranta, lo sapevi fin dal
momento in cui me l’hai strappata”
Draco abbassò gli occhi su di lui, furente… ma dopotutto aveva
ragione, lo aveva costretto a promettere anche se sapeva che non sarebbe
servito a nulla.
Affranto e senza nemmeno più il sostegno della rabbia, si
lasciò scivolare lungo il muro fino a sederglisi accanto:
“Che cosa è successo?”
Harry prese un respiro profondo, sfregandosi gli occhi e
lasciando che il proprio sguardo andasse lontano, nei propri ricordi. Quando vi
riemerse, sul viso gli era restata un’ombra scura.
“Uno dei ragazzi si è bloccato e io sono intervenuto, ho
abbandonato la posizione e sono andato a recuperarlo. Ho violato le regole
della mia sicurezza per non lasciare indietro qualcuno, non ho nessuna
intenzione di sentirmi in colpa per questo”
“Sei sempre disposto a salvare tutti quanti, ma a salvare
te stesso non pensi mai, non pensi mai a quello che farei io senza di te, non
pensi mai a salvare me, salvarmi
dalla tua… assenza”
“… Draco…”
“Lo trovi egoista? Non mi importa!”
“Non mi vorresti con il senso di colpa di aver lasciato indietro
qualcuno, non sarei più me stesso e non mi vorresti così”
“Non ti voglio morto, di questo sono più che certo e le
regole Auror sono state fatte per un motivo, non permetteresti mai a un tuo
compagno di infrangerle per salvare te, non hai nulla di cui sentirti in colpa
se solo le seguissi”
“Se avessi seguito le regole probabilmente sarebbe… al
diavolo! Se avessi seguito le regole sarei morto io il primo anno di Hogwarts, se avessi seguito le regole sarei
sposato con una ragazza qualunque con una famiglia qualunque e una vita piena
di regole!”
“Non puoi salvare tutto il mondo!”
“L’HO GIA’ FATTO!”
Draco tacque e la rabbia del compagno scemò nell’aria
gelida della notte. Lasciò passare un minuto poi appoggiò la testa contro la
spalla di Draco che gli passò un braccio dietro la schiena e lo strinse a sé.
Bastò il suo profumo perché si ricordasse improvvisamente di quanto gli fosse
mancato.
“Era in pericolo, non stavo pensando a nulla in particolare,
potevo aiutarlo e l’ho fatto… mi dispiace, non lo faccio consapevolmente, non
sto cercando di uccidermi o…”
“Lo so… ma mi spaventa comunque, quelle regole servono a
farmi dormire la notte, quella promessa nutriva la mia ipocrisia”
“Io… mi dispiace”
Draco chiuse gli occhi e prese un respiro lento, cercando
di tornare a calmarsi, di tornare ad illudersi che tutto sarebbe andato bene,
di trovare il coraggio di lasciarlo partire ancora una volta e di non passare i
momenti di separazione con il cuore in gola e il panico a gorgogliargli nelle
vene.
“Spero che il fetente abbia almeno un paio di figli
piccoli e uno o due famigliari a carico! Che almeno il rischio sia minimamente
scusabile!”
“Lo sai che non posso dirti chi era…”
“Buon per lui, visto che non posso cruciarlo almeno posso immaginarlo come il prossimo Premio Nobel,
oppure come il figlio del signore dei gelati… potrebbe portarci i gelati a
domicilio per il resto della vita”
Harry scoppiò a ridere, allungando le mani sui suoi piedi
e sistemandoseli in grembo così da scaldarli, non aveva ancora capito a chi
piacesse di più il gelato, se a Draco o a Ted, ma se quando arrivava a casa non
li trovava, la possibilità che fossero alla gelateria più vicina era
spaventosamente alta.
“Ti ho già detto che non dovresti amare tanto il gelato,
non rientra nel tuo personaggio”
“Anche amare te non rientrava nel mio personaggio?”
“Amare me è lo scopo stesso della tua esistenza”
“Bene, perché al gelato potrei anche rinunciare, ma di
rinunciare a te non se ne parla… cerca di restare vivo Potty”
“Lo farò… anche solo per il piacere di comprarti un
gelato”
Che cosa diavolo è un consulente per Auror? Che cavolo ci
dovrebbe fare Draco in una camerata piena di Auror addormentati??? Non lo so, è
una premessa un po’ campata lì, lo ammetto, ma o la mandate giù… oppure ci
vediamo alla prossima storia, il prossimo lunedì!
Baci8li. Ci.