1
Alice è
stanca di sognare
Non dipinge più le rose
con la grinta del passato. Non sente la missione cantarle nelle vene
per farle muovere mano e pennello più velocemente. La causa ha
smesso di animarle il cuore da tempo, ormai, e nel momento in cui
scorge il labirinto verde lo conferma a se stessa con più veemenza
di quanto abbia mai fatto in precedenza.
Potrebbe essere
un'illusione, a dirla tutta, ma ad Alice, ora, non interessa indagare
di più: giocherella con un biscotto nella tasca dell'abito, trovato
per caso sotto ad una campanula¹
profondamente addormentata, uguale a quelle che giacciono sul
davanzale della finestra accanto al letto nella sua camera.
Le basta focalizzare
l'attenzione sul dolcetto un altro po' per far sì che qualcosa
cambi: ha un pennello in mano dal quale cola vernice fresca. Rossa,
ovviamente. La solita vernice di un colore rosso scarlatto.
Con malagrazia Alice
imbratta un petalo bianco, pensando di averne abbastanza del suo
mondo onirico, pensando che da troppo vive per rincorrere quei sogni
brutti che non le dànno più emozioni
Pesta un piede a terra:
l'attimo dopo ha gli occhi spalancati che fanno capolino dalle
coperte spesse. Ha evitato la Regina di Cuori questa volta, ma per un
attimo la rimpiange quando, abbassando le palpebre sufficientemente
intorpidite, c'è lo Stregatto che pretende di risultare ancora
innovativo con i suoi giochi da illusionista di basso livello.
«Sei diventato noioso.»
annuncia Alice e infila la mano in tasca a toccare la rassicurante
presenza del biscotto, costantemente lì.
Quando il gatto pazzo,
regalatole uno sguardo beffardo, la lascia sola, Alice sbadiglia e si
issa su un fianco, arrotolandosi addosso le coperte disordinate.
Arriccia il naso
disgustata quando una rotella di fumo le incornicia la bocca. Ad
occhi chiusi si tappa le orecchie con le mani per non sentire le
domande sgradevolmente filosofeggianti che quel dannato bruco blu le
rivolge ogni volta.
Finalmente, Alice si tira
a sedere sul letto, i palmi che strofinano gli occhi per farli aprire
del tutto: non ha intenzione di prendere di nuovo mezza tazza di tè,
e nelle ultime notti non è stato facile farlo capire al Cappellaio.
Di una cosa è
continuamente certa: Alice non vuole più sognare.
Non fa in tempo a
chiedersi come ovviare al problema che qualcosa la cattura: un
tintinnìo.
Segue l'udito e lo vede,
vede il vasetto colorato rischiarato dal sole e le campanule che ora
le risultano straordinariamente irritanti. Il suono acuto le penetra
le orecchie attente ancora per un istante, poi uno dei fiori violacei
si agita, scuotendo gli altri, aumentando il ritmo della danza
macabra.
«Il biscotto è la
risposta perché è sotto la campanula.»
Più che comprendere il
senso di ciò che ha detto, Alice sente il significato
profondo della soluzione. Fiera di aver risolto l'enigma, allunga una
mano e fruga nella terra umida del vaso.
Il biscotto ora giace
sulla sua mano, rotondo e leggero, bianco di glassa, odoroso di
mandorle amare.
«Ciao ciao, Paese delle
Meraviglie.», e lo manda giù, persino senza averne assaggiato il
sapore sulla lingua.
È un attimo e Alice
vortica a mezz'aria, si capovolge e tocca il soffitto con i piedi
insieme alla mobilia della stanza: tutto è perfettamente stabile.
Aveva davvero sperato in un ribaltamento della situazione.
Sotto in su.
È il pelo irto di Oreste
che la sveglia di soprassalto sul prato del giardino.
«Sei un gattaccio
cattivo!» ingiuria accarezzandolo e abbandonandosi di nuovo contro
il tronco di un albero.
Sorride: finalmente può
sognare da un altro punto di vista.
Note:
[¹]
Alla campanula è attribuito un significato di morte. È credenza
popolare che, quando si ode il tintinnio di una campanula, si è
prossimi alla morte.
|