- E' stato un incidente! -
Andalou scomparve nella ressa di persone accalcate e rumorose, alla
ricerca della motivazione di quell'interesse collettivo.
Mi feci strada a gomitate nel brulichio colorato per raggiungere il mio
collega, ma accidenti se era difficile sgomitare con una giacca
così stretta!
Quando si era scoperto che la mia nuova uniforme da poliziotto era
arrivata di una taglia troppo piccola, avevo detto che non c'era
problema e che, anzi, le giacche attillate mi piacevano di
più. Che cagata: tutto per non sembrare il classico
lamentoso proprio la prima settimana di lavoro
- Doveva essere solo uno scherzo, una cosa divertente! -
continuò una voce femminile.
Finalmente riuscii a trovare un pertugio nella ressa, scoprendo
così che la voce che avevo sentito proveniva in
realtà da uno strano ragazzino.
Il suo completo elegante era nascosto da un impermeabile sformato; i
capelli unti erano appiattiti dalla brillantina, e la scriminatura
troppo inclinata sulla destra lo faceva assomigliare a un giovane
Hitler. Le sopracciglia sottili e le labbra carnose, però,
stonavano con il suo abbigliamento, troppo femminei per non risultare
inquietanti.
Il ragazzino teneva un braccio posato sui fianchi in una posa
indolente, un po' effemminata, mentre osservava di sotto in
sù l'uomo in uniforme che gli stava davanti.
Andalou aveva un'espressione corrucciata sul volto barbuto mentre gli
parlava, ma era impossibile sentire cosa gli stesse dicendo: la musica
allegra della banda copriva ogni cosa. L'androgino non prestava molta
attenzione alle sue parole, preso com'era a giocherellare con una canna
di bambù troppo lunga e troppo dritta per essere un ramo
raccolto da terra. Probabilmente lo strambo se l'era portata dietro a
mo' di bastone da passeggio, giusto per migliorare quella sua aria da
dandy.
Senza rendermene conto, seguii la linea dritta del bastone fino a terra
e, quando vidi l'oggetto che catturava tutta la sua attenzione,
incespicai all'indietro, scatenando le proteste della marea di corpi
alle mie spalle.
Una mano.
Una schifosissima mano mozzata era lì, chiusa a pugno per
terra, e quello strambo ragazzino pareva non riuscire a smettere di
stuzzicarla con la sua bacchettina da dandy. Mi portai il pugno chiuso
alla bocca, cercando di dissimulare un conato con un colpo di tosse.
Poi mi resi conto che la mia mano stava replicando perfettamente la
posa di quella che giaceva a terra, come un oscuro presagio, e premetti
più forte il pugno contro l'osso del mento, cercando di
aggrapparmi a qualcosa di solido, di reale per farmi passare il
capogiro.
Andalou probabilmente non si era nemmeno accorto di avermi alle spalle,
ma se mi avesse visto svenire di fronte ad una mano mozzata poi
l'avrebbe sicuramente racontato a tutti i colleghi, facendomi passare
per una mammoletta.
Non capivo come facesse a rimanere così tranquillo, lui, di
fronte all'orribile spettacolo della mano era stretta a pugno,
contratta in uno spasmo che sembrava indicare nient'altro che
sofferenza e rabbia per il terribile affronto sofferto.
Mi chiesi dove fosse il resto del corpo. C'era una persona, a qualche
strada di distanza, che teneva stretto al petto un moncherino
sanguinante? E perché non c'erano tracce di sangue? Non si
poteva tranciare la mano a una persona senza spargere nemmeno una
goccia di sangue!
Premetti più forte la mano contro la bocca. Le persone
dietro di me, a vedermi vacillare, si allontanarono un po'.
E intanto quel morboso ragazzino continuava a giochicchiare con la
mano, a punzecchiarla con il suo penoso bacchettino come se questa
dovesse risvegliarsi da un momento all'altro e zampettagli attorno ai
piedi.
All'improvviso, Andalou si chinò, come se ne avesse
abbastanza di quel gioco, e raccolse la mano.
Qualcuno urlò, e lo stridio acuto del disgusto per un
istante spezzò la musica che fino a quel momento aveva reso
la situazione quasi accettabile.
Scattai verso Andalou e gli feci saltare la mano di mano. - Sei pazzo?
Adesso ci sono le tue impronte sopra! -.
Il ragazzino mi guardava di sbieco, il suo profilo beffardo stagliato
contro il turbinare di colori delle maschere che ci danzavano attorno.
Quel piccolo idiota stava sogghignando!
- Senti, pulcino - mi feci avanti, prendendolo per il bavero
dell'elegante camicia - Stai cercando di incastrare qualcuno per la tua
bravata? -.
Cercai di assumere l'espressione più da "sbirro" che mi
riuscisse, unendo le mie grosse sopracciglia in un'unica linea severa e
conferendo alla bocca una piega intimidatoria.
Solo quando il viso del ragazzino fu esattamente parallelo al mio, le
suole che sfioravano appena l'asfalto sporco di terra, notai che era
truccato per metà. La visione di quel volto metà
maschile e metà femminile fu un tale shock che mollai la
presa all'istante; colto di sorpresa, lo sbarbatello dalle ciglia
lunghe incespicò sul terreno e finì a terra.
Mi piegai sulle ginocchia con respiro affannoso, cercando di mettere
assieme quelle due metà in maniera coerente, ma non
riuscivo, non riuscivo! E, soprattutto, non riuscivo a collegare
nessuna delle due maschere alla mano mozzata, che adesso spiccava
violacea sull'asfalto, poco distante dalla piccola mano spalancata che
l'androgino aveva usato per attutire la sua caduta.
Guardai il mio collega, in cerca di aiuto, e vidi il suo addome
prominente sobbalzare, come se Andalou avesse il singhiozzo, o come se
fosse in preda alle risate; allora, intontito, feci girare lo sguardo
sulla folla. La ressa era molto diminuita: alcuni si erano allontanati
quando aveva visto le uniformi da poliziotto, convinti che finalmente
fosse arrivato chi poteva risolvere tutto; altri, i curiosi, si erano
allontanati quando avevano visto che non succedeva niente di
interessante.
Non rimaneva che una ventina di persone. Ci pensò una serie
di colpi di clacson a disperderle, e in mezzo alla strada non rimanemmo
che io, Andalou e l'androgino. E la mano, circondata dai coriandoli
portati dal vento.
Una macchina d'epoca sbucò a tutta velocità da
dietro la curva, strombazzando allegra mentre chiudeva la processione
dei carri. Rinemmo tutti a fissarla per qualche istante, poi Andalou
ebbe la presenza di spirito di prendere l'androgino sotto le braccia e
trascinarlo in tutta fretta fuori dalla carreggiata.
Posai lo sguardo sulle scarpe da donna che sbucavano dall'impermeabile
del ragazzo e che urtarono la mano. Questa ondeggiò
pateticamente sull'asfalto, strangolata dalle stelle filanti.
Perché la mano ondeggiava così? Perché
il ragazzo portava scarpe da donna? E perché nessuno si era
curato di raccogliere la mano?
La trombetta del vecchio clacson strepitava in lontananza, con urgenza,
come ad esortarmi a capire.
Mi chinai a raccogliere la mano. Lentamente, vincendo a fatica il
disgusto. A vederla da vicino, appariva stranamente innaturale: un po'
tozza, forse persino sproporzionata.
Il clacson suonò un'ultima volta, e le mie costole si
sfondarono. La mia testa cozzò contro il cemento, la vista
mi si appannò; la mano che giaceva davanti ai miei occhi
perdeva consistenza ogni volta che battevo le palpebre, ma notai una
crepa, sul dorso. Poi chiusi gli occhi. Maledetta giacca troppo
stretta, mi faceva male persino respirare.
Andalou adesso non rideva più; urlava, chiedendo aiuto.
Strano che non dicesse "Poliziotto a terra, poliziotto a terra!",
avrebbe fatto effetto. Ma poi, che senso avrebbe avuto? I nostri erano
solo costumi, e io ero solo un civile uscito coi colleghi d'ufficio per
partecipare alla processione di Carnevale.
Avrei giurato di aver sentito il giovane sbarbato singhiozzare come una
femminuccia, mentre mi portavano via in ambulanza. Ma,
chissà, forse era davvero una ragazza. Forse anche la sua
era una maschera, una di quelle maschere che vogliono essere una
qualche citazione intellettualoide che non capisce nessuno.
E forse Collins stava ridendo perché, lui, aveva colto
quella stupida citazione.
Rideva di me, quello stupido cane di un Andalou.
La sua risata mi rimbombava ancora nelle orecchie, quando smisi di
respirare.
***
Ciao, lettrice/lettore! Mi farebbe un piacere infinito se mi lasciassi
un pansiero, giusto un paio di righe per sapere se il racconto che hai
letto ti è piaciuto oppure no. Critiche e consigli sono i
benvenuti :)
Grazie per aver letto la
mia storia, un abbraccio!
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