Una giornata
Giulia si svegliò alle sette. Non ricordava cosa aveva
sognato, ma in fondo non le importava molto.
Si alzò e si vestì. Quel giorno scelse di
indossare una maglietta viola, piuttosto anonima, jeans e scarpe da
ginnastica.
Mentre faceva colazione, ascoltava la radio, che stava passando
l'ultimo singolo di un cantante che a Giulia non piaceva
particolarmente.
Verso le sette e mezza, Giulia scese alla fermata per prendere
l'autobus, che per fortuna passò solamente cinque minuti
dopo.
Il viaggio in autobus durò una ventina di minuti,
dopodiché Giulia scese alla fermata della sua scuola. Appena
arrivata davanti al cancello, salutò le sue migliori amiche,
Sara e Francesca, che la aspettavano già da un bel po'. Le
tre ragazze chiacchierarono per qualche minuto, fino al suono della
campanella che indicava l'inizio delle lezioni. Per fortuna, in classe,
Sara, Francesca e Giulia erano sedute in banchi vicini tra loro,
così avrebbero potuto scambiarsi qualche parola anche
durante le lezioni.
La giornata iniziò con un'ora di matematica, materia in cui
Giulia non era molto brava. Chiese aiuto a Francesca, per capire un
esercizio, e la ragazza fu molto disponibile ad aiutarla.
Seguirono poi due ore di italiano, in cui la professoressa
spiegò alla classe, ancora una volta, come bisognava fare
per impostare la struttura di un saggio breve. Anche se gli alunni
sapevano bene che si trattava di una lezione importante, nessuno di
loro prestava la minima attenzione alla spiegazione.
Durante la ricreazione, Giulia, Sara e Francesca scesero in cortile per
prendere una boccata d'aria. Anche se molti dei loro compagni di scuola
fumavano, riuscirono lo stresso a trovare un angolino d'aria pulita in
cui rilassarsi. Le tre ragazze parlarono delle lezioni appena
trascorse, e delle evidenti difficoltà di Sara in inglese,
che riusciva a malapena a formare una frase di senso compiuto. Mentre
stavano parlando, Giulia si guardò intorno e
incrociò lo sguardo di Marco, il ragazzo per cui aveva una
cotta, che le sorrise. Giulia ricambiò il sorriso a sua
volta.
Al rientro dalla ricreazione, un'ora di latino. Nessuno, in quella
classe, era particolarmente bravo, ad eccezione di Francesca, che aveva
buoni voti in tutte le materie. La lezione passò quindi
senza che nessuno avesse capito niente delle spiegazioni della
professoressa.
L'ultima lezione del giorno fu inglese. Sara fu interrogata, ma, non
essendo molto brava, non riusciva nemmeno a capire le domande
dell'insegnante. Francesca e Giulia cercarono di aiutarla, ma la
professoressa, molto comprensiva, decise di andare incontro all'alunna
in difficoltà facendole domande più semplici,
traducendole anche in italiano quando Sara proprio non capiva.
Finalmente la lezione finì, e al suono della campanella
tutti si precipitarono alla fermata dell'autobus, ansiosi di tornare a
casa. Giulia, Sara e Francesca presero lo stesso autobus, per stare
ancora un po' insieme anche dopo scuola. Si separarono quando Giulia
scese per prima, alla sua fermata.
Dopo pranzo, Giulia accese il PC per controllare la sua casella di
posta elettronica. Non c'era nessun nuovo messaggio che le
interessasse: solo un paio di pubblicità di negozi di
cosmetici in cui non era mai stata. Eliminò tutti i messaggi
e chiuse il PC.
Prese il diario e lesse i compiti per il giorno successivo. Doveva
studiare metà del nuovo capitolo di storia, ma la storia non
le piaceva per niente. Telefonò a Sara, a cui invece piaceva
molto, per farsi aiutare. Era sempre incredibile, pensò
Giulia, come Sara riuscisse a rendere interessante una materia come
storia.
Dopo aver finito di studiare storia, Giulia si dedicò agli
esercizi di inglese, che, per fortuna, era una materia che le risultava
molto più facile.
Una volta finiti i compiti, fuori era già buio. Era quasi
ora di cena, e Giulia aiutò sua madre a cucinare.
Dopo cena, Giulia cominciò a sentirsi stanca per la giornata
appena trascorsa. Nonostante tutto, trovò il tempo per
accendere di nuovo il PC e chattare per un po' con Sara e Francesca.
Dopo un'oretta, le tre ragazze si augurarono la buona notte, e andarono
a dormire.
Quando Giulia chiuse gli occhi, quella sera, cercò di
immaginare come sarebbe andato il giorno seguente, cosa avrebbe fatto,
quante cose sarebbero successe.
L'angolo
dell'autrice:
Questa
storia è stata ispirata da una persona che, non conosendo la
differenza tra la "fiction" e il genere fantasy, si è
convinta che io scrivessi soltanto storie di genere fantasy. Questa
è la mia risposta: una storia esageratamente realistica, in
cui non succede niente! È
perfettamente credibile, plausibile e realistica, tanto che risulta
anche noiosa, perché non succede proprio niente! Ma
d'altronde, c'è a chi piace leggere storie reali...
Fatemi sapere anche voi cosa ne pensate! Sicuramente non vi aspettavate
che non succedesse niente...
Questa è la prima storia "nuova" che pubblico. Non
è molto, ma si deve pur ricominciare da qualche parte...
A presto!
Arkytior
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