Allison
Dedicata alla mia Co, che odia tanto la Percabeth,
riuscirò a convertirti.
Era una tiepida giornata di Maggio, le strade di New York erano come sempre affollate e le auto erano irrimediabilmente bloccate nel traffico cittadino. Annabeth stava facendo la fila nella piccola gelateria del quartiere, controllò l’orologio, le quattro e mezzo, era lì dentro già da dieci minuti La gelateria era abbastanza affollata quel giorno, c’erano bambini impazienti che aspettavano il proprio gelato tenendo la mano della mamma e altri con un cono in mano e i baffi di cioccolato, tre ragazze al bancone stavano scegliendo i gusti interrogandosi se fosse meglio il gelato alla vaniglia o quello al mango e un ragazzo e una ragazza erano davanti alla cassa tenendosi per mano, il ragazzo insisteva per pagare tutti e due i coni. Quando finalmente arrivò il suo turno Annabeth chiese un cono alla cannella e uno al gusto puffo e si affrettò ad uscire. Fuori c’era Percy, nel punto in cui l’aveva lasciato, chino su un passeggino che sorrideva e faceva le boccacce alla bambina seduta su di esso, la piccola agitò le braccia paffute e quando il papà le baciò la punta del nasino aprì la bocca in un gran sorriso e gli prese il viso tra le mani piccine. La loro bambina. Annabeth restò un attimo ferma a bearsi di quella scena. La loro piccola Allison. Con quei sottili capelli corvini e quegli occhioni verde-mare, Annabeth era convinta che assomigliasse di più a Percy, anche se suo padre, Frederick, diceva che Allison gli ricordava tanto Annabeth quando doveva ancora tenerla in braccio e darle da mangiare omogeneizzati e latte in polvere. Allison. Annabeth ricordava quando lei e Percy avevano scelto quel nome, in un piovoso pomeriggio di Settembre poco prima la nascita della piccola.
- July? - aveva proposto Percy in uno dei suoi ennesimi tentativi, Annabeth aveva storto il naso.
- Vuoi davvero chiamare nostra figlia July?
Percy aveva alzato gli occhi al cielo.
- Era solo una proposta Sapientona, sono settimane che cerchiamo il nome per la bambina.
Poi le aveva posato una mano sul ventre ormai molto gonfio, accarezzandolo, e l’aveva baciata.
E così dopo aver consultato centinaia di volte l’enciclopedia dei nomi, dopo aver ascoltato i consigli di amici e parenti, soprattutto di Sally che pareva ansiosa di conoscere la sua nipotina e ormai contava i giorni, e dopo aver convinto Percy che non si poteva chiamare la bambina Blu: - Non capisco perché non ti piace questo fantastico nome unisex. - aveva protestato lui; Annabeth aveva detto:
- E se la chiamassimo Allison?
- Allison?- aveva detto Percy.
- Si, Testa d’Alghe, Allison.
- Mi piace, Allison Jackson suona bene.
E entrambi avevano sorriso contenti.
Annabeth si avvicinò al marito e alla figlia: - Il tuo gelato rigorosamente azzurro, Testa d’Alghe - disse porgendogli il cono, Percy sorrise, le diede un veloce bacio a stampo e prese il suo gelato.
- Ti amo. - le disse
- Anche io.
ANGOLO AUTRICE
Vi chiarisco subito una cosa, nel mio immaginario malato i figli di Percy e Annabeth sono quattro: Allison, Luke e Charlotte (Charlie) che sono gemelli, e Laurel ( ammettetelo che Laurel è un nome fottutamente figo). Per quanto riguarda il gelato alla cannella...si, esiste ed è buonissimo, io ero già fissata con la cannella, immaginatevi ora che ho scoperto che c'è pure il gelato. Nell'intro ho scritto che questa storia è ispirata a un fatto realmente accaduto perchè l'altra sera ero in gelateria, mentre mangiavo il mio gelato (cannella e mango mlmlml) fuori sul marciapiede, ad un certo punto mi sono accorta che accanto a me c'era un passeggino con dentro una bimba troppo carina (avrà avuto 8 mesi o giù di lì),accanto a lei c'era il suo papà che le faceva le boccacce la baciava tutta, era una scena troppo pucciosa, e ovviamente ho pensato subito alla Percabeth u.u
Spero che la storia vi sia piaciuta, se si lasciate una recensione, se no, fatemi sapere comunque il vostro parere.
Alla prossima, Alaska |