AsaNishi - Pocky Game
Quell'undici novembre era particolarmente freddo: tutti gli studenti
della Karasuno giravano per l'edificio scolastico con sciarpe pesanti e
la divisa invernale a fasciare i loro corpi. Le ragazze, in
particolare, erano in fermento dato che era il pocky game day e
volevano provare a fare quel gioco con i ragazzi di cui erano
innamorate.
Il libero della squadra di pallavolo maschile della scuola, Nishinoya
Yuu, arrivò a scuola come sempre in anticipo, per gli
allenamenti: mentre si cambiava, controllò con accuratezza di
avere tutto per ciò che aveva intenzione di fare durante la
pausa dalle lezione. Le confezioni di pocky per fortuna erano al loro
posto e, grazie al freddo che faceva in quei giorni, il cioccolato non
si sarebbe sciolto.
Chiuse la borsa appena prima che entrasse Tanaka e potesse curiosare o
addirittura fare domande... Domande scomode. Nessuno nella squadra
sapeva, per ora, della sua cotta per il loro asso; non era per un fatto
di vergogna, ma non ne era al corrente nemmeno il diretto
interessato. Aveva iniziato a provare una cotta per lui dal primo
momento in cui lo aveva visto giocare a pallavolo: aveva considerato un
onore poter giocare nella sua stessa squadra... Era alto, molto forte,
giocava molto bene nel suo ruolo e non c'era dubbio che fosse lui
l'asso, a parte per quanto riguardava il carattere che aveva: il resto
era a dir poco perfetto. Appena fu pronto, entrò in
palestra, salutando i compagni che già c'erano: Kageyama,
Hinata, Sugawara, Daichi e... Asahi per l'appunto.
"Asahi-san! Oggi posso ricevere le tue battute e schiacciate?" Si era
avvicinato subito all'asso, con un sorriso a trentadue denti. Ne aveva
proprio voglia e, soprattutto, di riuscire ad infondergli un po' di
fiducia. Non stava sottovalutando i compagni, però il senpai era
comunque molto importante.
"Ciao Nishinoya, certo che puoi, se a Daichi sta bene." Andava bene che
si volesse allenare con lui, ma il capitano doveva confermare: non
potevano di certo fare di testa loro e incappare nell'ira di Daichi:
non sarebbe stata una cosa bella da fare. Ricevettero ben presto il
compenso del wing spiker e gli allenamenti andarono bene, senza intoppi
di alcun genere o problemi... Fu presto ora di prepararsi per le
lezioni e dopo una doccia veloce e l'aver indossato la divisa
scolastico, tutti si divisero.
Nishinoya non fece che pensare alla pausa durante le varie ore di
lezione, tanto che non si rese nemmeno conto del suono della campanella
che faceva iniziare la pausa pranzo; se ne accorse infatti quando vide
gli altri uscire dalla classe con i loro bento, diretti di sicuro in
giardino o sul tetto della scuola. Prese al volo fuori dalla borsa una
delle confezioni di pocky e si affrettò verso la classe del
senpai: il cuore batteva come un pazzo quando arrivò, a causa
della corsa che aveva fatto... Sapeva che Asahi non restava molto in
classe prima di andare a mangiare fuori, quindi si era dovuto
affrettare, dato che aveva già perso abbastanza tempo.
Si fermò solo davanti alla porta della classe tre e dopo qualche
respiro profondo la aprì con foga, guardandosi attorno; appena
notò che era ancora all'interno si fiondò verso il banco
dell'asso, che in quel momento stava rileggendo qualcosa. Al libero non
importava più di molto della presenza di altri compagni del
senpai, o di ciò che stava facendo l'altro in quel momento.
"Asahi-san, facciamo un gioco!" Posò i pocky sul banco che era davanti a lui e ne prese uno, mettendolo tra le labbra.
"Nishinoya, cosa..." Lo sguardo dell'asso si alzò, di poco,
verso il libero e quando notò il bastoncino di cioccolata
arrossì vistosamente. "I-io..." Si portò una mano dietro
la nuca, accarezzandola lievemente. Non era uno sprovveduto: sapeva
benissimo cosa fosse quel gioco e la cosa lo imbarazzava alquanto.
"Eddai Asahi-san, è solo un gioco!" Di solito il libero non era
poi così lagnoso, però ci teneva particolarmente; per di
più era molto probabile che uno dei due avrebbe spezzato il
bastoncino, quindi il bacio non ci sarebbe nemmeno stato.
"....." Non poteva resistere al volto imbronciato del kohai, quindi
alla fine decise che non aveva nulla da perderci. "Va bene Nishinoya,
facciamolo."
Il volto del più piccolo si illuminò in un sorriso e si
sporse verso il volto dell'altro, in modo che potesse prendere anche
lui in bocca il bastoncino, ignorando gli sguardi attoniti dei compagni
di classe di Asahi. "Uno... Due... Tre..." Al tre iniziarono entrambi a
mordere il pocky, convinti che si sarebbe spezzato nel frattempo, ma
quando le loro labbra si incontrarono, fu come se un fulmine avesse
colpito entrambi. Il primo a staccarsi fu Asahi, che guardò il
più piccolo con fare dispiaciuto.
"Nishinoya mi dispiace per questo bacio involontario. Pensavo che lo
avremmo spezzato prima." Si accarezzò imbarazzato il retro della
nuca, cercando di decifrare l'espressione dell'altro ragazzo, senza
però riuscire nell'intento.
"Fa niente, Asahi-san. Ti ringrazio per aver accettato di fare questo
gioco." Non sapeva bene cosa dire: le parole dell'asso lo avevano
ferito in un certo senso, ma non poteva di certo dirglielo.
"Qualcosa non va?" Gli sembrava quasi deluso e non capiva perché: aveva detto o fatto qualcosa di male?
"Non è nulla. Sul serio." Tornò a fare un sorriso genuino
per tranquillizzarlo, riprendendo infine la scatola di pocky. "Ti
lascio andare a pranzare: io oggi ho il bento e credo che lo
mangerò all'ombra di qualche albero. Ci vediamo più
tardi."
Perché glielo stava dicendo? Sperava forse che l'altro volesse
seguirlo? Forse in fin dei conti la cosa migliore da fare era evitare
di pensarci e andarsene, come se non fosse successo. Semplice, no?
Uscì dalla classe e si diresse nella propria, prendendo il
proprio lunch box e, come detto poco prima, andò a sedersi sotto
un albero. Nella sua mente c'erano molti pensieri: Asahi non ricambiava
ciò che lui provava, aveva fatto male a proporre quel gioco,
forse doveva tornare da lui e scusarsi ufficialmente per tutto.
Mangiò con estrema calma, sospirando di tanto in tanto e si
chiedeva cosa stesse pensando Asahi di tutto quello. Lo odiava? Era
stato un giochino innocuo, che era sfociato in qualcosa di inaspettato,
tutto lì.
Dal canto suo, Asahi lo aveva lasciato andare, ancora turbato da quel
bacio: non gli era dispiaciuto, di questo era certo, però doveva
scendere a patti con sé stesso. Considerava Nishinoya come un
amico e un ottimo libero; non aveva mai pensato a lui in modi simili.
Cosa significava poi la reazione del kohai? Non era del tutto convinto
che non ci fosse stato davvero nulla, però aveva davvero bisogno
di schiarirsi le idee, prima di decidere qualsiasi cosa.
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N.B.: adoro moltissimo questa coppia e spero di averla resa bene. Per
di più è scritta in pochissime ore, quindi ci saranno
sicuramente tanti errori. 3 Alla fine del contest la farò
betare.
Spero che sarà di vostro gradimento.
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