13.11

di Tota22
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30.06


Vi sento

chiamarmi dai recessi della mente.

Affiorate da morbide volute

di grigio velluto,

lambite le guance

fino alle orecchie mute

che vi assorbono senza ritegno, senza ritrosia.

Vi  adoro e vi bramo.

Il vostro suono rotola sulla lingua,

sbatte sui denti,

riverbera nella fronte.

Apro gli occhi con ancora il vostro sapore sul palato,

ma vi ho giā dimenticato

sinfonie e parole dei miei sogni.

Tornate a riposare sotto le coperte dell'inconscio

in attesa che il buio bussi alla vostra porta

e vi inviti a nozze:

una danza senza spettatori

eccetto i timpani e le iridi al contrario.




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