SoulTrap
Il
cartoncino colorato
Era
una giornata come tante, una di quelle giornata calde, una di quelle
giornate tipiche della primavera, il sole era alto nel cielo e si
potevano sentire gli uccellini cantare, allegri.
E
come ogni giorno, in una casa c'erano tre ragazze, tre ragazze
comuni, ma legate da una profonda amicizia e da una passione.
-che
palle, mi sto annoiando- Vanessa era sdraiata sul letto della sua
migliore amica, mentre lei era intenta a cercare qualcosa su un
cassetto
-stai
zitta per una buona volta, sempre a lamentarti- mentre continuava a
cercare qualcosa dentro quel cassetto, l'amica non disse nulla,
fissava l'amica annoiata
-Rosie,
si può sapere cosa cerchi in quel cassetto?-
-questo!-
disse l'amica sventolando un cartoncino colorato, Vanessa la guardò
incuriosita e allo stesso tempo scocciato, conoscendo l'amica,
immaginava fosse un qualsiasi invito, o per una festa o per una
serata in discoteca, ma non sapeva che si sbagliava di grosso.
-cos'è?-
-appena
viene Alexia, ve lo faccio vedere!- disse Rosie, tutta sorridente,
era un po' su di giri, cosa che diede conferma a Vanessa, che quello
fosse il solito invito.
Rosie
tutta elettrizzata, raggiunse l'amica, sdraiandosi anche lei sul
letto, stringendo quel cartoncino, non appena si accorse che Vanessa,
stava cercando di sbirciare, ripose il biglietto nella tasca dei
suoi jeans scuri, facendole una linguaccia, Vanessa sbuffò.
-mettiamo
un po' di musica?- propose Rosie a Vanessa
-come
vuoi!-
Rosie
si alzò dal letto, prendendo un cd dallo scaffale della sua
scrivania, aprì la custodia con cura, prese il cd e lo mise
dentro il lettore cd, premendo play, fece partire la prima traccia.
Vanessa
non appena riconobbe la canzone, non poté che storcere il
naso, Rosie se ne accorse, e per tutta risposta le tirò un
cuscino in pieno viso, naturalmente Vanessa doveva aspettarsi una
reazione del genere dall'amica, quando si guardò negli occhi,
Rosie scoppiò in una fragorosa risata che risuonava in tutta
la stanza
-che
stupida che sei!-
-sei
così buffa Vanessa, hai tutti i capelli arruffati- continuò
a ridere Rosie, prendendosi gioco di lei, cosa che faceva da quando
di conoscevano, ma lo faceva soltanto per far indispettire la sua
migliore amica, cosa che la faceva divertire parecchio!
Vanessa
si alzò dal letto, correndo verso lo specchio che Rosie aveva
nella sua stanza, per controllare in che condizioni fosse, in effetti
aveva davvero i capelli arruffati, si sistemò la frangia
lisciandosela con le mani.
Continuò
a fissarsi allo specchio, l'immagine rifletteva una ragazza alta
circa un metro e settanta, capelli lisci, lunghi fino alle spalle,
neri come la pece, stessa cosa per gli occhi, nerissimi, dal taglio
orientale, la sua pelle era dorata, e amava vestirsi si bianco per
risaltarla di più, si voltò verso l'amica, lei era
l'esatto opposto di lei, piccola di statura, non superava il metro e
sessantatré di altezza, i capelli lunghissimi e riccissimi, di
un biondo dorato, grandi occhi da gatta di un azzurro oceano, con
sfumature verdi, dove molti ragazzi si ci sarebbero persi volentieri,
labbra piccole ma piene, che ricordavano un cuoricino, e la pelle
bianchissima, era come una “bambola di porcellana” ,
Vanessa sorrise, ricorcandosi di tutte le volete in cui l'aveva
chiamata così, naturalmente si infuriava, odiava essere
paragonata ad una bambola.
-ma
come fanno a non piacerti i SoulTrap?- disse con aria sognante la
bionda
-io
li odio!- disse spegnendomi il lettere cd
-che
pizza che sei!-
I
Soultrap erano uno degli ultimi dei gruppi emergenti del continente
americano, ma avevano abbastanza successo anche nel resto del mondo,
era composta da cinque ragazzi, Teddy, il cantante, Joseph, cantante
e chitarrista, James, chitarrista, Tom, pianista e Charlie
batterista, oltre ad essere molto bravi, erano ragazzi abbastanza
carini, ed era anche questo uno dei motivi per il quale le ragazzine,
ne andavano matte.
Rosie
era una di loro.
Quando
vennero in concerto nella loro città, riuscì a
trascinare la povera Vanessa a quel concerto, l'amica ci andò
soltanto per fare contenta la sua Rose.
-sono
bravissimi, perché non lo ammetti?- disse una Rosie tutta
sognante, ricordandosi di quel magnifico concerto di quella notte
calda di inizio luglio dell'estate passata.
-saranno
anche bravi, ma non mi piacciono- se non le piacevano, non le
piacevano, era inutile insistere con Vanessa.
-Ipotizzando-
fece l'amica – se Teddy ti chiedesse di uscire, non ci
usciresti?-
-ma
che domande sono?- chiese stupita l'amica, da certe sparate
dell'amica, a volte era davvero ingenua -no, certo che no, e poi io
ho il mio Andrews-
Andrews
era il ragazzo di Vanessa, stavano insieme dalle elementari, si
conoscevano da sempre, non aveva mai avuto nessun altro ragazzo, a
parte lui.
-ah
già Andrews...- mugugnò Rose
-cos'hai
da mugugnare?- chiese indispettita l'amica
-nulla,
è solo che secondo me stai con lui per abitudine e poi è
pure antipatico, ma come lo sopporti?- era vero, Andrews non era così
tanto simpatico alla fine, anzi, tutt'altro, era scorbutico,
prepotente, narcisista, presuntuoso e chi più ne ha , più
ne metta, soprattutto con Rosie, non si soffrivano da quando erano
bambini, non facevano altro che litigare, che prendersi in giro,
lanciarsi frecciatine, e una volta Rosie gli aveva pure mollato un
pugno!
-primo
non è antipatico, secondo non sto con lui per abitudine! Io lo
amo!-
-e
invece non lo ami per niente, se lo amassi così tanto ci
avresti fatto...-
-sta
zitta!- Vanessa tappò la bocca di Rosie con la sua mano -non
ci ho fatto niente perché non mi sento ancora sicura-
-visto
che ho ragione? Non sei sicura di lui!-
-no,
non sono sicura di me, che è diverso!- cercava di convincersi
a quelle parole, ma in effetti il discorso della bionda, alla fine un
certo senso lo avevano
-si,
lasciamo perdere, tanto io dirò sempre la mia, e tu la tua,
quindi per me il discorso finisce qui, quando troverai l'amore vero
te ne renderai conto!- sentenziò Rosie
-e
tu cosa ne sai dell'amore? In vita tua non hai nemmeno detto “ti
amo”- scoppiò a ridere Vanessa, non perché Rose
non lo abbia mai detto, ma perché al suono di quelle due
paroline magiche scoppiava a ridere e di conseguenza non riusciva a
dirle, anche se non si era sottoposto il problema, dato che la bionda
non si era mai innamorata in vita sua, ma non riusciva a pronunciarle
neanche scherzando, rideva, era più forte di lei.
-e
mai le dirò, ecco perché non mi voglio innamorare, ti
immagini cosa potrebbe accadere se mai mi innamorassi e dovessi dire
quelle famose cinque lettere? Scoppierei a ridere prima di
pronunciarle e il mio ragazzo mi prenderebbe per pazza, quindi no,
non le dirò mai e tanto meno mi innamorerò mai!-
-mai
dire mai nella vita!- vanessa pronunciò il detto ad alta voce
-smettila
con questi stupidi proverbi, non ci credo a queste cose- storse il
naso la bionda, che nel frattempo aveva deciso d'impiegare il tempo a
tingersi di nero le sue adorate unghia.
-di
cosa si parla girls?- dal nulla apparve Alexia, che fece sussultare
le amiche, Rosie che stava tingendosi le unghia, dallo spavento, urtò
la bottiglietta contenente lo smalto e le cadde a dosso
-Alex,
perché devi arrivare sempre all'improvviso? Guarda che hai
combinato?- le indicò il nuovo maglioncino rosa comprato il
giorno prima, adesso con una macchia nera al centro
-figo!
Così è molto più bello!- le fece l'occhiolino,
la bionda la fulminò con uno sguardo.
-ma
da dove sei sbucata?- chiese Vanessa
-mi
ha aperto Praticia- Praticia è la mamma di Rosie
-il
mio povero maglioncino- piagnucolava Rose -eri così carino...
la vita è ingiusta!-
-così
carino? Faceva pena, per non dire che faceva schifo!- commentò
Alexia
-si,
invece le tue borchie sono bellissime- fece una smorfia Rosie.
Alexia
amava vestirsi con borchie, cinture, pantaloni larghi, e maglie nere,
lei era la “punk” se così si poteva chiamare del
gruppo, aveva tinto alcune ciocche dei suoi capelli di fucsia, in
contrasto con i suoi castano scuri, amava truccare i suoi occhi
verdi, di nero, li contornava da sembrare quasi un panda, a volte
Vanessa si divertiva a prenderla in giro, ma Alexia non se l'era mai
presa, anzi, rideva insieme a lei e si prendeva gioco di se stessa.
-Ragazze,
io vado a togliermi questo povero maglione, dopo devo farvi
assolutamente vedere una cosa!- disse Rosie passandole subito la
rabbia, era anche lunatica
-cosa
devi farci vedere?- domandò Alexia
-questo!-
disse tirando fuori il cartoncino, sventolandolo per poi dirigersi in
bagno.
La
domanda sorge spontanea, cosa diavolo c'era scritto in quel
biglietto?
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