My beautiful girl

di sarahemmo__15
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Ciao a tutti. Mi chiamo Sara e questa è la prima volta che scrivo una storia con dei personaggi inventati da me.
Spero che il prologo possa incuriosirvi e che mi direte ciò che ne pensate. Qualsiasi critica è ben accetta perchè mi servirà per il futuro.
Ora vi lascio alla storia. Baci, Sara ^3^



Prologo


Non sono mai stata una di quelle ragazze perfette che pensano solo a truccarsi e a farsi belle. Ho sempre detestato i vestiti lunghi, le gonne, legarmi i capelli, mettermi il trucco. Non è che sono un maschiaccio, anche se in realtà me lo dicono tutti, io direi che semplicemente non mi piace dover buttare i soldi per cose inutili. O almeno non necessarie. Forse è l’ambiente in cui sono nata. Mia madre ha sempre avuto un lavoro umile. Faceva la commessa in un negozietto del paese ma da poco è stata licenziata. Mio padre fa il consulente di viaggi. Non guadagna poco ma neanche tanto.  Quello che basta per mantenere la famiglia. Ha ottenuto da poco una promozione e siamo stati costretti a trasferirci in una grande città. Non avrei mai voluto abbandonare i miei amici, la mia casa, il mio paese.  Ma ho dovuto. Sono costretta a vedere solo una volta ogni due mesi i miei amici. Certo posso usare Skype ma non sarà mai come averli vicino. Mi sento sempre a disagio a parlare attraverso un computer. Forse sono strana.
Una delle cose che mi piaceva del mio paese è che non vi erano pregiudizi. Tu potevi essere una ragazza che passava tutto il giorno allo specchio o un maschiaccio, potevi essere nero, bianco o anche a strisce, nessuno avrebbe mai giudicato il tuo modo di essere. Su questo punto di vista eravamo molto più evoluti rispetto a molte grandi città, ad esempio quella dove stavo andando, dove i pregiudizi sono all’ordine del giorno. Semplicemente noi avevamo capito che ognuno è un essere a se e che, a questo mondo, siamo tutti diversi e che questo è un bene e perciò bisogna rispettare la diversità altrui. Per questo motivo
noi non ci avvelenavamo l’anima cercando di far cambiare le persone che ci circondavano e, soprattutto, non l’avvelenavamo agli altri.
Sono rimasta colpita nel vedere come il pettegolezzo e il pregiudizio esistessero così pesantemente nella mia nuova casa e di come, allo stesso modo di un tarlo, rosicchissero ogni pezzettino di anima e di individualità di quelle povere persone che vi abitavano.
 




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