Bambola

di jioozee
(/viewuser.php?uid=950426)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Bambola


 


 

Se mai qualcuno andasse in giro in cerca di cattive voci sul conto del signor McPaulie non avrebbe preso altro che grossi granchi. Tutti sapevano che era un adorabile cinquantenne, leggermente stempiato e grassoccio, tanto amato dall'intero vicinato per il suo essere dolce e premuroso con i bambini del quartiere. Inoltre di McPaulie si poteva dire perfettamente che era un tipo logorroico – infatti quando attaccava un discorso era difficile farlo smettere – a cui piaceva molto stare in compagnia e che amava le ciambelle. Ovviamente anche persone come lui – buone come il pane – avevano dei momenti no e quando ciò accadeva, non lo si vedeva in giro per giorni. In quei periodi, secondo ciò che si sentiva dire in giro, si rinchiudeva giù nel seminterrato e spesso lo si sentiva armeggiare con attrezzi che facevano un fracasso terribile e alcune volte le persone s'incuriosivano. Cosa mai poteva fare un signore di quell'età nel cuore della notte che facesse così tanto rumore?
Inoltre le voci di popolo erano iniziate a farsi sempre più insistenti quando la loro vicina di casa – la signora Monroe, un enorme pettegola – lo aveva visto scendere dalla sua auto con delle catene e altro materiale che lei aveva catalogato come sospetto.
Alla fine, però, la moglie di McPaulie aveva fatto cessare quelle assurde voci. Nonostante neanche lei sapesse cosa facesse il
marito si era fidata di quello che le aveva detto – cose riguardanti al fatto che era una sorpresa – raccontando a tutti che quello era stato un equivoco, e che il marito aveva intenzione di aprire una sua officina da fabbro nel suo seminterrato, dato che entrambi guadagnavano decisamente troppo poco per permettersi di comprare un negozio in città. Tutti credettero alle sue parole finendo per screditare la signora Monroe e per questo McPaulie fu davvero entusiasta. Stava davvero lavorando sodo per il regalo di compleanno di sua moglie – che sarebbe stato a breve – e di certo non voleva che una signora anziana dalla bocca larga mettesse in giro voci false che avrebbero potuto intaccare il suo lavoro.
Eh già, se c'era qualcosa che McPaulie pareva amare in maniera incondizionata più delle ciambelle era sua moglie; la coccolava, la viziava e la riempiva di regali. Si poteva dire che tutte le donne del vicinato fossero gelose di lei – nonostane John McPaulie non fosse esattamente un Brad Pitt o un Clooney – perché non trattate nello stesso medesimo modo dai loro mariti.


**


Erano passate all'incirca tre settimane e quel mercoledì era il fatidico giorno: era il compleanno della signora McPaulie e John non stava più nella pelle. A passo spedito si diresse in cucina e le porse una scatola di modeste dimensioni.
Ovviamente la donna, incuriosita, non esitò ad aprirla e a sgranare gli occhi dallo stupore, prima di sussurrare un flebile “E bellissima”
McPaulie le regalò una bambola per il suo compleanno: aveva un grazioso vestitino rosa confetto il quale il colletto era adornato da merletto bianco; il corpo era coperto da un bustino sul quale erano disegnati diversi ghirigori dalla strana fantasia e al quale si univano delle tulle che andavano a formare una gonna. Era a dir poco stupenda.
La signora McPaulie inizialmente la adorava. Ripeteva in continuazione che la chioma era morbidissima, che i nastrini rosa che legava due ciocche di capelli in codini facevano pandant e che il vestitino era adorabile. Inoltre non la perdeva d'occhio neanche per un secondo.
Di giorno, ad esempio, la metteva sul tavolo in modo da poterla vedere anche mentre rassettava casa mentre di notte la poggiava sul comò affianco a loro, in modo che la bambola potesse guardarli con quei suoi vuoti occhi color ghiaccio.
Ma l'amore che la moglie di John provava per quella bambola ando via via scemando e il signor McPaulie si rese conto che qualcosa la rendeva nervosa. Ovviamente non esitò a chiederle che cosa avesse, ma lei non lo volle rispondere.
Giorno dopo giorno si chiudeva sempre più in sé stessa, prendendo persino le distanze da suo marito John. Quella storia continuò così finché McPaulie non ne ebbe abbastanza, così abbastanza che pretese delle spiegazioni per quel suo strano comportamento, minacciandola perfino di trascinarla fin dallo psichiatra se c'é ne fosse stato il bisogno.
E finalmente, scoppiando in lacrime, gli disse cosa aveva.
Balbettando istericamente disse che era la bambola a darle tutta quella soggezione, la spaventava. Diceva di sentirsi costantemente osservata da quest'ultima. Addirittura, di tanto in tanto, le dava l'impressione di muoversi.
Tutto ciò preoccupò John a tal punto che andò a controllare la bambola, la quale sedeva priva di emozioni sul comò della camera da letto. I grossi occhi color del ghiaccio erano vitrei come sempre. Non poté far altro che tirare un sospiro di sollievo. Era ovvio che non si muovesse, non poteva muoversi.
McPaulie fece per voltarsi indietro, quando però avvertì un lieve movimento alle sue spalle. Si voltò nuovamente verso la bambola e fissando i suoi occhi notò che qualcosa si stava muovendo.
John provò a concentrarsi e chinandosi su di essa ebbe la certezza che si stava muovendo, ma non era l'occhio a muoversi, era qualcosa dietro di esso che si muoveva. E prima di poter elaborare qualsiasi tipo di pensiero, l'occhio della bambola implose e da esso uscirono dieci grasse larve e, per lo spaveto, John fece cadere la bambola colpendola d'istinto ed emettendo un verso di terrore.
La signora McPaulie gridò preoccupata dal soggiorno, chiedendogli cosa fosse successo. Ad alta voce John rispose di non preoccuparsi, raccolse la bambola e con un fazzoletto la ripulì dalle larve, accorgendosi che dentro l'altro occhio ne risiedevano altre, che premevano contro la pelle e lo strato esterno per uscire.
E' già accaduto. Speravo sarebbe durata un poco di più pensò seccato John scuotendo la testa con rammarico.
John rifletté sul fatto che doveva assolutamente prenderne una nuova e forse avrebbe dovuto tenerla viva almeno all'inizio, sicuramente così sarebbe durata anche di più.
E mentre gettava via la vecchia bambola nel seminterrato, si ritrovò a pensare di come sua moglie adorasse i boccoli della piccola Kimmie, la nipote della signora Monroe.
Gli pareva che anche lei avesse gli occhi color ghiaccio.





Angolo autrice:
con questa mia one shot partecipo al contest creature dellla notte 
e spero realmente vi sia piaciuta! 
fatemi sapere in tanti!

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3485523