Senti
la vita che scivola via dal tuo corpo, nonostante tu stia combattendo
con tutto
te stesso per impedirglielo, per non cedere al sussurro di quella voce
calda e
dolce che si sta facendo strada nella tua testa, che sai non essere
quella del
tuo Alessandro, ma quella di Thanatos, il dio della Morte, venuto per
te. Ma tu
non sei ancora pronto ad andartene, a non posare mai più gli
occhi sulla figura
del tuo Sole, per posarli sul vecchio barbuto dagli occhi di brace che
ti
aspetta per traghettarti all’altra riva del fiume Stige.
Cerchi
con tutto te stesso un appiglio a cui aggrapparti per non farti
trascinare in
quell’abisso scuro che sono gli Inferi e lo trovi in quegli
occhi altrettanto
scuri, ma che tu ami più di qualsiasi altra cosa, come tutto
di lui e che hanno
la capacità di strapparti un sorriso anche ora che fai
fatica a tenere gli
occhi aperti. Sorriso che, però, non è del tutto
spontaneo, ma serve più che
altro a tranquillizzarlo, perché sul suo viso ci sono troppo
dolore e
preoccupazione. Non devi comunque essere riuscito
nell’intento, perché la sua
espressione non cambia e non riesci a dargli torto, sai come ci si
sente, hai
provato la stessa cosa quando l’hai visto ad un passo dalla
morte in India. Ma
sai che quella rabbia, quel dolore, quella preoccupazione, provati da
lui sono
pericolosi e potrebbero provocare danni più grandi di quelli
delle peggiori
tempeste provocate da suo padre Zeus.
E
ora più che mai sei consapevole che alla tua morte, la
stessa ira funesta che
si impadronì di Achille alla morte di Patroclo, si
impossesserà di Alessandro e
non ci sarà nessuno in grado di fermarlo e hai paura per
lui, perché sai che
non distruggerà solo gli altri, ma anche se stesso. Trovi la
forza di parlare e
glielo dici e quando lui ti risponde: “ Io sono niente senza
te ” ti senti
morire dentro e il tuo cuore si fa più pesante,
perché più passa il tempo, più
diventi consapevole che per quanto tu stia lottando, quella battaglia
non la
vincerai, nessuno può vincere contro un Dio.
Probabilmente
hai fatto trapelare qualcosa dei tuoi pensieri, perché
Alessandro si alza dal
letto, andando verso la finestra dicendoti che non morirai. Lo dice con
tanta
sicurezza, che per un attimo ci credi anche tu, ma lui non è
un Dio e quasi per
ripicca nei suoi confronti il
respiro diventa più irregolare e l’aria comincia a
mancarti. Ma forse quel
repentino peggioramento non è opera degli Dei, è
solo una conseguenza
dell’allontanamento del tuo Sole dal tuo fianco.
L’unica cosa positiva, è che
la sua voce è riuscita a coprire quella di Thanatos, che non
si è mai
interrotta in tutto quel tempo .
Senti
che ti sta parlando dei suoi progetti, della conquista di nuove terre,
dei
vostri figli che giocheranno insieme come avete fatto voi e riesci
quasi a
immaginarti la scena, solo che la tua mente, quei bambini te li fa
vedere come
eravate da piccoli, quando giocavate nel cortile del palazzo a Pella e
a quando
lottavate rotolandovi nella polvere e ogni volta eri tu a vincere e i
sogni di
conquista dell’Asia erano solo questo, sogni. Sogni che sono
diventati realtà,
che hanno fatto di Alessandro un eroe degno dell’Olimpo,
forse più di Achille,
ma che lo hanno fatto allontanare da te e anche ora, mentre tu sei sul
letto di
morte, la sua attenzione è rivolta a quella parte di mondo
che ancora non ha
conquistato. Eppure tu hai continuato e continui ad amarlo, pur essendo
geloso,
offrendogli il tuo appoggio e il tuo amore ogni volta che ne ha avuto
bisogno.
Persino
quando ha deciso di sposarsi gli sei rimasto accanto, regalandogli
quell’anello
che porta sempre, il simbolo del vostro amore, così che
quell’arpia che aveva
sposato si ricordasse che Alessandro non sarebbe stato mai veramente
suo ogni
volta che posava lo sguardo su di esso.
Lo
guardi e non puoi non trovarlo bello come il Sole, nonostante tutti gli
anni
che sono passati, con i capelli dorati che sembrano brillare di luce
propria e
lo sguardo perso chissà dove fuori dalla finestra e mentre
sei lì ad
osservarlo, i primi spasmi cominciano a percorrerti il corpo e di nuovo
la voce
nella tua testa diventa più forte di quella di Alessandro e
capisci che devi
andare, lo devi lasciare solo, anche se lo ami da morire e non lo vuoi
far
soffrire. E mentre esali l’ultimo respiro hai un solo
rimpianto: non aver
potuto lasciare quel mondo guardando quegli occhi neri, lasciandoti
avvolgere
da quelle calde tenebre.
Non
sai quanto tempo è passato da quando la tua anima
è stata ammessa, senza sapere
cosa tu abbia fatto per meritarlo, nell’Elisio e mentre vaghi
senza meta,
cominciando a sentire la mancanza di Alessandro, scorgi due figure che
riconosci subito, forse perché in loro rivedi te ed
Alessandro. Ti avvicini e
loro si girano verso di te e tu per un secondo pensi di essere indegno
di
parlare con loro, ma poi ti fai coraggio, hai bisogno di sapere.
Così ti
rivolgi al più piccolo dei due. “ Come hai fatto a
sopportare di non averlo più
al tuo fianco? ”
Patroclo
guarda Achille e poi ti sorride. “ Sapevo che era solo
questione di tempo,
prima che tornasse da me per sempre ”
E
allora ripensi agli ultimi istanti della tua vita e ti rendi conto che
anche tu
sai che il tuo Sole ti raggiungerà presto e non puoi fare a
meno di sorridere.
“ Hai ragione. Sto già meglio ”
NDA:
Ciao a tutti, grazie per aver letto questa piccola OS.
P.S:So che non ci sono prove certe che Alessandro fosse figlio di Zeus,
ma spero che la cosa non vi disturbi.
A presto, RosaNera_Rinnegata_30613
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