Mio
Un'altra passata di rossetto rosso sangue: era la terza,
come da copione. Una mano curata, con unghie lunghe e dipinte di nero, afferrò
un fazzoletto di carta che venne portato alla bocca: le labbra si chiusero per
un attimo intorno ad esso, per eliminare qualunque segno d'imperfezione o di
eccesso.
Fatto: era
pronta.
La ragazza
lasciò la sua stanza, il suo dormitorio, e si diresse per i corridoi di
Hogwarts, ben consapevole di essere studiata con lascivia da tutta la fauna
maschile: le sue gambe erano completamente nude, nonostante fosse già ottobre
inoltrato, mentre ai piedi calzava stivali neri dal tacco a spillo, che le
arrivavano fin sotto al ginocchio. Parecchi centimetri al di sopra di
quest'ultimo una minigonna inguinale nera a pieghe fasciava di poco le cosce
della ragazza, ed era abbinata ad una camicetta di un bianco immacolato,
sancrata, lasciata aperta in modo tale da non lasciare molto spazio
all'immaginazione a riguardo della sua biancheria intima: reggiseno a balconcino
di pizzo, rigorosamente nero; non portava le mutandine, ma questo era un
particolare che nessuno aveva ancora scoperto.
I capelli,
color dell'ambra illuminata dal sole, le ricadevano sulle spalle e
fino a metà schiena in morbidi boccoli, e profumavano di vaniglia e menta: un
ciuffo molto lungo le copriva in parte un occhio, non abbastanza però da
nasconderlo. Il suo sguardo era incorniciato dalle folte ciglia
allungate dal mascara, e sottolineato dallo strato di eye-liner e matita che lo
rendevano ancora più magnetico di quanto già non fosse: senza contare le
sopracciglia meticolosamente curate, che formavano un arco perfetto al di
sopra degli occhi. La sua pelle era di quanto più morbido si potesse immaginare,
con l'incarnato di una pesca appena matura; le labbra erano piene, morbide,
carnose, sottolineate da quel rossetto rosso quanto la passione che scuoteva gli
animi di chi la guardava.
Era bella, la
più bella di tutte. E non perchè non ci fossero ragazze attraenti quanto
lei, ma perchè esse non avevano ciò che faceva di lei la regina incontrastata
della scuola: carisma, magnetismo, sex-appeal, intelligenza, perspicacia.
Potere.
Lei, Grifondoro
forse per sbaglio, aveva nelle mani il potere di governare sugli studenti. Lei,
Hermione Jane Granger, regnava su Hogwarts con gli occhi, le labbra e il corpo,
e il cervello.
Lei,
Mezzosangue Zannuta al primo anno, ora semplicemente "J".
Lei, la sola e
unica.
Lei.
La Regina delle
Anime.
***
"Draco, si può
sapere quando ti decidi a fartela?"
La voce di
Blaise gli rimbombò nelle orecchie, provocandogli una fitta alla
testa.
"Chiudi il
becco, Zabini." gli ringhiò contro: la sera prima aveva bevuto troppo a quella
stupida festa organizzata da Pansy, e adesso ne doveva subire le
conseguenze.
I due stavano
scendendo in Sala Grande per la colazione, sebbene Malfoy non avesse
particolarmente voglia di mischiarsi ai suoi compagni: troppo casino, troppa
luce, e soprattutto troppe domande.
Domande che,
per sua sfortuna, riguardavano lei: lei, che dall'anno precedente si era
radicalmente trasformata, insediandosi in pianta stabile nelle fantasie di tutti
i componenti maschili della scuola, compresa la sua; lei, che lui aveva
schernito per anni e che adesso si ritrovava ad avere persino più potere del
Principe delle Serpi. Lei, che lui aveva liquidato dicendo che era semplicemente
apparenza e che portarsela a letto sarebbe stato un gioco da
ragazzi.
Lei, che, anche
se nessuno ancora lo sapeva, l'aveva rifiutato.
Draco non
riusciva a capacitarsene: era di gran lunga il ragazzo più bello, più sexy e più
desiderabile di tutta Hogwarts, eppure lei non sembrava vederlo nemmeno,
salvo che per stuzzicarlo come faceva di solito.
"Ti ho solo
chiesto quando porterai a termine quella che tu stesso hai definito un'impresa
da niente." disse Blaise con un'alzata di spalle.
"Ci sto
lavorando, va bene?" rispose il serpeverde, evitando
accuratamente di menzionare il fatto che lei l'aveva
brutalmente respinto "Senti, non ho voglia di fare colazione.
Ci vediamo direttamente da Piton, tra mezz'ora." disse, dando le spalle
all'amico e iniziando a camminare nella direzione opposta.
Il ragazzo uscì
dal castello, tirando calci alle pietre con rabbia, quasi fosse loro
la colpa del suo malumore.
"Bene bene
bene, ma chi abbiamo qui? Il signor Draco Malfoy in tutto il suo splendore..
anche se, in effetti, oggi hai una pessima cera."
La voce di lei
lo fece sospirare, mentre si voltava: "Che diavolo ci fai qui,
Granger?"
Non la chiamava
più Mezzosangue, non da quando era cambiata in quel modo, acquistando una grossa
fetta di potere all'interno della scuola.
Lei ghignò:
"Primo, si tratta di un luogo pubblico. Secondo, non devo darti
spiegazioni. Terzo, se proprio ci tieni a saperlo sono venuta fuori perchè
ho voglia di fumarmi una sigaretta." rispose, portandosi il suddetto
oggetto alle labbra.
"E la
colazione?"
La grifona alzò
le spalle, accendendo la sigaretta con un piccolo accendino
d'argento: "Non ho fame."
Malfoy fissò il
suo corpo magro: "Se continui così finirai per diventare anoressica."
commentò maligno.
Hermione tirò
una boccata: "Cos'è, ti preoccupi per me adesso?" gli chiese, fingendosi
dolce.
Questa
volta fu il serpeverde a ghignare: "Ti piacerebbe,
Granger."
Lei buttò
all'indietro la testa, rilasciando il fumo in un gesto lento e sensuale, poi
inchiodò il suo sguardo a quello di lui: "No, Malfoy. E' a te che
piacerebbe."
Il ragazzo
sentì ribollirgli il sangue nelle vene: quanto avrebbe voluto sbattere quel
diavolo tentatore contro un albero e prenderla con violenza, brutalmente,
strappandole gemiti di godimento che nessuno, ne era certo, le aveva mai fatto
provare.
"La Regina
delle Anime non ha altro di meglio da fare che insinuare stronzate?" le chiese
lui, tentando di assumere un atteggiamento sarcastico.
"No, oggi non
ho ancora trovato un'anima da rendere mia." rispose lei con indifferenza: quel
soprannome le era stato affibbiato pochi mesi dopo la sua trasformazione, e
nasceva da un'antica leggenda: essa raccontava la capacità di una strega,
una donna bellissima, d'imprigionare i cuori, o meglio le anime, degli
uomini che le sbavavano dietro senza la magia, fino a renderli suoi schiavi. Era
questo che la nuova Hermione faceva: rubava le anime ai ragazzi, facendoli
perdutamente innamorare di lei, sfruttandoli senza mai ricambiare i loro
sentimenti.
"Voglio proprio
vedere chi sarà la tua preda, questa volta." commentò Malfoy con una punta di
acidità nella voce: se la Granger si accontentava di quei miserabili che
popolavano la scuola, perchè non avrebbe dovuto volere lui?
La ragazza si
avvicinò a lui con passo felino, lentamente studiato: nonostante i tacchi era
più bassa del serpeverde, la sua bocca arrivava al collo di Draco.
"Hai un buon
odore, sai?" mormorò lei, inspirando profondamente la fragranza maschile che
aleggiava intorno a lui: posò le sua labbra sul collo del ragazzo, premendole
appena contro la sua pelle morbida.
Dopo pochi
istanti, istanti in cui tutto il sangue di Malfoy si era concentrato in basso,
si staccò da lui: "Chi lo sa, Draco.. potresti essere proprio tu." gli disse,
guardandolo dritto negli occhi prima di dargli le spalle e dirigersi verso il
portone della scuola.
Malfoy rimase
lì, immobile, lo sguardo fisso sulla figura che si stava allontanando da
lui.
Sul suo collo
pallido, spiccava il segno rosso delle labbra di lei.
La Regine delle
Anime aveva appena trovato la sua nuova preda.
Era
lui.
Angolo ringraziamenti:
Eccomi qui, col primo capitolo di una fiction che mi è
balenata in mente guardando un video su mtv.. mi sembra fosse delle Veronicas, ma non ne sono sicura: so solo che mi ha dato l'ispirazione per questa fiction un po' piccante.. ^^ Per ora il raiting è arancione, ma non posso escludere di doverlo alzare a rosso,dipende da come si evolverà la vicenda.. per ora non lo so nemmeno io!
Grazie a tutti coloro che si fermeranno a leggere la
storia, e un grazie doppio a chi userà un po' del suo tempo per commentarla!
Un bacione,
DreamlessQueen
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