Rosso...
E'
ovunque, mi circonda, mi avvolge e da un senso a tutta la mia vita.
Rosso
è il rame, quello che io e coloro che lavorano per me
cercano nella
mia miniera, metri e metri sotto terra, a scavare in cerca di quella
vena, quel colore che darà ricchezza a me e da mangiare a
loro e
alle loro famiglie permettendogli di vivere e sperare in qualcosa di
più della miseria che li circonda.
Io
sono come loro la sotto, tutti sporchi allo stesso modo della stessa
polvere e dello stesso sudore. E' una sensazione strana sentirsi
parte di loro, dura un attimo perché so che non appartengo a
quel
mondo e che mai capirò davvero quel che provano quando
troviamo una
nuova vena di rame. La nostra gioia è apparentemente la
stessa ma
per loro è vita, per me è qualche moneta in
più e materiale da
battere all'asta. A volte vorrei far parte di loro, del loro mondo
più povero e duro ma forse più semplice,
più lineare, senza tutta
la freddezza che caratterizza l'etichetta e l'arrivismo della mia
classe.
Rosso...
Rossi
sono spesso gli abiti delle dame che vedo danzare ai balli, spesso
anche Elizabeth si è vestita così. E' un colore
che le fa apparire
belle, inarrivabili, altere e distanti. Non provo calore quando mi
trovo in mezzo a feste e giochi d'azzardo ma so che non potrei fare a
meno di quel mondo nemmeno per un attimo. Ci sono nato e
probabilmente ci morirò. Sto in mezzo io, fra il mondo che
mi ha
visto nascere e il mondo che condivido con gli altri minatori sotto
terra, in mezzo a polvere e fango.
Rossi
sono i ricci disordinati e spettinati di una ragazzina che ho
raccolto per strada mentre cercava di difendere il suo cagnolino, dal
pelo arruffato quanto i capelli della sua cocciuta padrona. Ho
imparato ad amarlo con gli anni, quel rosso, quel colore ramato fra
le sue ciocche di capelli ora non più spettinati e ribelli
ma
ordinati, a boccoli, che le ricadono leggeri sulle spalle,
incorniciando un viso che amo. Quella bambina sporca e sgraziata si
è
trasformata pian piano davanti a me, senza che me ne accorgessi
all'inizio, rendendomene conto solo quando era diventato palese a
tutti quanto fosse bella. Prima serva, poi amante, infine moglie e
madre di una bellissima bambina dai capelli rossi come la madre. Ci
affondo il viso in quei capelli rossi, mentre faccio l'amore con
Demelza, ne sono inebriato, vorrei fondermi con loro da quanto sono
belli.
Mia
moglie ha occhi azzurri e puliti, un animo candido, è
genuina e
gentile, a volte buffa, certe volte triste perché io non so
starle
accanto come dovrei, perché teme che nel mio cuore ci sia
sempre
Elizabeth. In realtà pian piano Elizabeth se n'è
andata, giorno per
giorno, vinta dal sorriso e dalla vicinanza di mia moglie, dalla
nostra vita e dalle nostre lotte comuni, dal suo starmi accanto in
ogni cosa che faccio. Lo so, non è facile essere sposati con
me e
lei accetta tutto senza chiedere mai, come se anche adesso fosse la
mia serva. Non pretende, non chiede se non con dolcezza, forse
all'inizio non ha preteso nemmeno il mio amore, rassegnata a vivere
col ricordo opprimente del mio passato. Eppure la amo, lo sa, glielo
ripeto sempre, glielo sussurro mille volte mentre dormo e mi perdo
nel suo viso tranquillo.
La
guardo e certe volte mi rendo conto che l'ho condannata al mio stesso
tormento, non sapere più a chi appartiene. Lei ripete spesso
che è
come i miei minatori ma allo stesso tempo, sentendosi un pesce fuor
d'acqua, si sforza di essere una signora e di non farmi sfigurare
davanti alla mia famiglia e all'alta società. Non
è facile, lo so,
è una lotta e lei ne è sempre uscita bene,
facendomi sentire
orgoglioso e fiero di averla sposata, anche se frettolosamente, anche
se in preda a confusione e sensi di colpa.
Demelza
si rigira nel letto, nel sonno, e i suoi capelli le ricadono
delicatamente sul viso, incorniciandole le guancie. Resto qua, fermo,
a guardarla respirare, pregando che Dio non me la tolga mai. E'
l'amore della mia vita, il mio punto fermo, mi ha reso migliore e
accanto a lei so sempre chi sono.
Le
sfioro i capelli, rossi come il fuoco, come il rame, come il colore
dell'amore.
|