Disclaimer: I personaggi citati non mi
appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa fanfiction non è
stata scritta a scopo di lucro.
Ricominciare
Sorpresa/Sorpresa ~ 2165 parole
Lei
aveva sempre guardato l’altro.
Lo avevo ammirato, seguito.
Amato.
E lui le era stato vicino, l’aveva supportata, aiutata,
consolata.
L’aveva incoraggiata, elogiandola, quando diceva di
essere la più debole del gruppo. L’aveva fatta ridere, quando erano bambini,
assecondando i piani dell’altro, e arrabbiare a morte, una volta che erano cresciuti.
L’aveva accolta tra le sue braccia, quando l’altro non si accorgeva di lei.
E così, aveva finito per innamorarsene.
Aveva pian piano cominciato ad essere geloso nei
confronti dell’altro, a sperare che le occhiate e i gesti che lei gli riservava
fossero invece rivolti a lui.
Ma lei lo vedeva come un semplice amico, solo come
l’amico un po’ imbranato ma abile con i numeri che le stava affianco nei
momenti più difficili.
Niente di più.
E lui aveva troppa paura di farsi avanti. Troppa paura di
ricevere un rifiuto.
Troppa paura di distruggere il loro legame.
E così aveva taciuto per anni quello che provava,
rimanendo per tutta la vita al fianco di lei, sempre come l’amico d’infanzia
pronto ad aiutare in qualsiasi momento.
Le cose erano andate avanti così per anni.
Fino… a quel momento.
Era uno di quei giorni che rimangono per anni nella memoria
delle persone, di quelli che vengono rievocati davanti al caminetto, con una
tazza in mano e al caldo sotto una coperta, come uno dei giorni più freddi dell’anno.
Uno di quelli in cui il cielo sembra voler cadere giù, sommergere il mondo
sottostante, cancellare i colori delle cose che ci circondano e costringerci a
chiuderci in casa con tutti i sintomi di un febbrone da cavallo.
Eppure, nonostante le orribili condizioni atmosferiche,
nessuno dei due giovani era disposto a rinunciare alle nozze.
Avevano atteso quel giorno con speranza, con gioia, con quel
tipico timore che ci accompagna prima di impresa tanto importante, quanto
bella. Di quelle imprese che ti cambiano la vita per sempre, distruggendo
quello che c’era prima per rimpiazzarlo con qualcosa di, forse, molto più
bello, più adulto, più completo.
Avevano organizzato con cura l’intero evento, facendo
attenzione ad ogni dettaglio, stando ben attenti che niente potesse andare
storto, e cercando di prevedere ogni singolo inconveniente si sarebbe potuto
presentare sul loro cammino. Soprattutto lo sposo si era impegnato in quella
preparazione accurata, e ci si era gettato con l’esuberanza e la vivacità per cui
era famoso.
E, dopo mesi, finalmente era tutto pronto, perfetto.
Tranne il tempo. Che, insofferente alla causa, aveva deciso,
proprio quella mattina, di accanirsi sul villaggio con una forza inconsueta,
scaricando al suolo tanta di quella pioggia che sarebbe stata eccessiva persino
per Ame.
Ma non se ne erano preoccupati. Non volevano che quel giorno
fosse rovinato da, come avevano testualmente dichiarato entrambi, qualche
goccia di pioggia fuori programma.
Nonostante quel giorno il cielo rischiasse veramente di
cadere sulle loro teste, nonostante il freddo minacciava di ricoprire i pochi
specchi d’acqua presenti a Konoha con un sottile strato di ghiaccio, nonostante
la pioggia che rischiava di trasformarsi in neve o chissà cos’altro, loro aveva
deciso di non rinviare le nozze e di celebrare lo stesso la loro unione.
All’aperto.
Pazzi.
Ma i due erano perfettamente giustificati.
L’attesa era stata troppa. E chissà, magari il padre di lei,
capo di una importante clan del villaggio, ci avrebbe ripensato nel dare la
mano della figlia ad un giovane così scapestrato e irresponsabile. E poi, loro potevano,
volevano e dovevano sposarsi, come aveva dichiarato testualmente la sposa.
E su questo punto, entrambi erano stati irremovibili.
Così, mentre il matrimonio entrava nel vivo, gli invitati
osservavano curiosi la cerimonia da sotto i loro ombrelli e infagottati nei
loro abiti pesanti, scrutando famelici gli abiti degli sposi, facendo commenti
sul trucco di lei, sull’espressione di lui, sui loro sorrisi. C’era qualche
malizioso che ipotizzava che lei avesse macchiato il suo onore, e che
per questo si era tanto insistito per celebrare il matrimonio quel giorno
stesso.
E forse, tra tutte quelle persone, c’era qualcuno pure che
augurava ai due fortuna e benestare.
Forse.
Una cosa di cui si era certi, era che il migliore amico
dello sposo avrebbe sicuramente dimostrato grande commozione, con enormi
complimenti per le nozze e una felicità e una spensieratezza da condividere
insieme.
Niente di tutto questo.
L’amico dello sposo stava ritto, al centro della piazza, con
l’ombrello in mano. Sembrava quasi inchiodato a terra, congelato dall’aria
gelida presente. E, per quanto i pettegoli cercassero di giustificarlo, dicendo
che doveva essere infreddolito, che forse già pensava all’amico accasato e già
rimpiangeva i tempi delle bravate da scapoli ormai finiti, nessuno avrebbe
potuto giustificare quello sguardo.
Uno sguardo pieno di astio, di rabbia. Di odio.
Perché lui, in quel momento, non riusciva a provare altro.
Guardava quel ragazzo, quell’amico che per anni gli aveva
precluso ogni possibilità di essere felice con la persona che amava. Lui,
sempre guardato, osservato, cercato dagli occhi di lei.
E questo, era qualcosa di insopportabile.
L’altro aveva avuto tutto.
Anche la possibilità di essere amato da lei con tutta la
sincerità e la devozione di questo mondo.
E l’aveva rifiutata.
Nonostante lei, qualche mese prima, avesse preso la ferma
decisione di dichiararsi e togliersi quel peso dal cuore, nonostante lui pure
si fosse già rassegnato ad amare una donna che non avrebbe mai potuto essere
sua, che gli avrebbe sorriso da lontano, l’altro l’aveva respinta.
E, quando lei aveva chiesto il perché, la risposta era
arrivata, tagliente, letale. Vera.
Si era preparata psicologicamente ad un possibile rifiuto.
Aveva immaginato che l’altro adducesse come scusa il fatto di conoscerla da
tanto tempo, il non voler rovinare la loro amicizia, il non voler escludere il
loro migliore amico.
Ma niente l’aveva preparata ad ascoltare la frase “Perché
mi sono innamorato di un’altra.”
Ed allora, tutto era crollato.
Lui aveva chinato la testa, quasi vergognoso, mormorando
cose come “Avrei dovuto dirvelo prima” o “Mi dispiace”.
Inutili parole. Nient’altro che inutili parole.
Lei era scappata come in trance, mentre le lacrime
sgorgavano dagli occhi arrossati senza nemmeno che se ne rendesse conto, ed era
andata dalla persona di cui più si fidava.
Il suo migliore amico, appunto. Lui.
E poi, piangendo disperata tra le sue braccia, gli aveva
raccontato tutto: di come l’altro non avesse avuto nemmeno avuto il coraggio di
fissarla negli occhi, la sua disperazione, i suoi dubbi, le sue paure, facendo
sciamare tutta la delusione e la tristezza del momento in quello straripante
fiume di parole sconnesse e pronunciate senza fiato, balbettando, tra respiri
mozzati e nuovi scrosci di lacrime.
Quando poi si era calmata, lui aveva cercato di farle
coraggio. Di consolarla, di fare in modo che non si preoccupasse.
Adesso anche loro avevano la possibilità di essere felici,
aveva pensato mentre la stringeva forte contro il suo petto, ascoltando il suo
respiro affievolirsi. Adesso che il suo amico/rivale aveva deciso di
lasciargli, seppur inconsapevolmente, campo libero, ce l’avrebbe fatta.
Stava per iniziare anche il loro, di paradiso. Ne era
sicuro.
Ma la vita è bastarda: quando sembra girare per il verso
giusto, tutto si capovolge e ti ritrovi al punto di partenza. Anzi, ancora più
indietro.
Lei non aveva preso bene la notizia. Certo, davanti
all’altro sorrideva e rideva, ma il suo viso andava impallidendosi, il suo
corpo smagrendosi, i suoi occhi spegnendosi. Tutto andava peggiorando. E, più
le cose progredivano, più lei si chiudeva in sé stessa, diventava sempre meno
solare ed allegra.
Lentamente, come un fuoco non più alimentato, si era
inesorabilmente spenta.
L’altro, ovviamente, non se era reso conto. Troppo preso dal
fidanzamento ufficiale prima, dai preparativi dell’imminente matrimonio poi,
aveva ignorato la cosa.
Ma lui se ne era accorto.Ormai era come se lei fosse
diventata un vegetale: non parlava, non mangiava, e aveva anche smesso di
frequentarli. Così, si era segregata in casa per settimane, rifiutandosi di
vedere entrambi e adducendo come scusa l’essersi buscata una brutta malattia.
L’altro si era dispiaciuto, rammaricandosi che la sua
migliore amica non avrebbe partecipato al suo matrimonio.
Idiota.
Ma lui no.
Lui era semplicemente furibondo.
Avrebbe preferito vederla al fianco dell’altro, ma ridente,
spensierata e felice come un tempo, piuttosto che ancora nubile, ma disperata,
depressa, distrutta.
Eppure, l’altro non aveva colpa. Lei, in tutti quegli anni,
non aveva fatto niente di esplicito per fargli capire che provava qualcosa in
più oltre la semplice amicizia, e lui era sempre stato un po’ lento su queste
cose, lo sapevano tutti. E così, quando aveva trovato l’amore, si era limitato
ad abbracciarlo, per approfittare delle sue innumerevoli sfumature, e trovare
la felicità. Senza rendersi minimamente conto di quello che avrebbe causato la
sua scelta.
Lui, ormai, di fronte al matrimonio del suo migliore amico,
non sapeva più come comportarsi. La rabbia che provava nel vederlo felice,
nonostante avesse inconsapevolmente rovinato le vite di quelli che chiamava da
sempre i suoi compagni, era qualcosa di incredibilmente assurdo.
Si chiese ancora una volta perché, perché, perché quel
destino fosse toccato proprio a loro.
Loro, che ne avevano passate tante insieme, che
avevano riso per stupide sciocchezze da bambini, che avevano collaborato e
agito come una cosa sola in missione, che avevano sviluppato un legame saldo
come pochi.
Adesso, per colpa di quello stupido sentimento chiamato amore,
bello e terribile allo stesso tempo, tutto era sfumato via, volato lontano,
rimanendo solo un antico ricordo d’infanzia, un’ombra che viveva tra le pagine
del passato.
«Io vi dichiaro marito e
moglie»
Ecco, è fatta, pensò lui, mentre li osservava.
Finalmente il suo migliore amico avrebbe potuto essere
felice con la donna che amava.
Ma quella che lo aveva amato, che probabilmente ancora lo
amava, che fine avrebbe fatto?
Si chiese ancora una volta perché tutta quella situazione
fosse precitata sulle loro spalle. Si chiese perché quella strana alchimia
aveva rovinato tutto.
Mentre i parenti degli sposi si avvicinavano per fare i
complimenti ai due, si allontanò, nascosto dalla pioggia, che rendeva l’aria
ancora più scura e pesante. Il tempo sembrava rispecchiare il suo animo, scuro
e burrascoso proprio come un giorno di pioggia.
Volse lo sguardo intorno, cercando invano di trovare una
distrazione. Ma vide qualcosa che lo sconvolse all’ennesima potenza e che gli
fece allo stesso tempo raggelare il sangue nelle vene.
Lei.
Stava appoggiata al muro di un edificio, ansimando sotto la
pioggia, e fissava i novelli sposi con espressione persa. I suoi vestiti erano
completamente bagnati, così come i capelli. E i suoi occhi… sembravano
rispecchiare l’essenza stessa della malinconia. La vide abbassare le palpebre,
e sospirare.
Le si avvicinò di corsa, col cuore in gola, lasciando che
l’ombrello volasse via, e le si mise affianco, afferrandola per le spalle.
«Cosa… cosa ci fai tu qui?» chiese con foga, trattenendosi dall’urlare.
Evidentemente, doveva aver fatto trapelare ben fin troppa
sorpresa dal tono con cui si era rivolto a lei. La ragazza lo fissò quasi con
aria nostalgica, e poi mormorò:
«Dovevo venire. Dovevo…
dargli addio»
«E ora che sei qui… cosa ha intenzione di fare? Ora
che hai visto…»
Lo fissò negli occhi, e
poi mormorò di nuovo:
«Devo… no, voglio ricominciare»
Poi aggiunse, con tono
speranzoso:
«Tu… tu… mi aiuterai…? Ci sarai come sempre, vero?»
Lui la fissò stranito,
squadrandola. Poi, d’istinto, la afferrò e la strinse tra le braccia,
imprigionandola in una presa forte e possessiva allo stesso tempo.
«Hai idea di quanto tempo io abbia aspettato? Hai
idea… di quanto ti abbia atteso…?» le mormorò
all’orecchio, molto più tagliente ed aggressivo di quanto avesse voluto.
La sentì cominciare a
singhiozzare, come l’ultima volta che l’aveva stretta tra le braccia. E pensò con
spietata ironia che la cosa accedeva ogni volta che lei era in lacrime.
«Lo so… io non ti merito…»
bisbigliò contro la sua spalla, dove aveva affondato il viso.
«Fa’ silenzio. Quello bravo nei calcoli sono io. E ti
dico che è tre il numero perfetto, non quattro. E per diventare due, un altro
uno avrebbe dovuto aggiungersi al tre»
Lei rialzò la testa, stupita:
«Ma che
cosa stai…?»
Ma non riuscì a terminare la frase, perché trovò le labbra
di lui a un soffio dalle sue. Ma prima che lui potesse annullare le distanze
tra di loro, lei appoggiò un dito bagnato di pioggia sulle labbra del ragazzo.
«E io sono quella brava a
cogliere la palla al balzo… e adesso non è tempo. Non ancora»
Si allontanò di qualche passo, e alzò lo sguardo al cielo.
In quello stesso istante, smise di piovere.
«Ricominciamo… Udon?» chiese titubante, tendendogli la mano con sguardo
speranzoso.
Il ragazzo chiuse gli occhi, poi sorrise.
E in quel momento, il sole ricominciò a splendere.
«Sì. Ricominciamo, Moegi» disse, afferrandole la mano.
E quella stretta di mano, delicata ma salda allo stesso
tempo, suggellò un contratto che
sarebbe durato per tutta la vita.
***
Ultimamente, sto scrivendo
solo fiction con personaggi sorpresa. E la cosa mi diverte molto xD
No, scherzi a parte. Ho
notato che ci sono pochissime fic sui “magnifici tre”, e mi balzata in testa
l’idea di scriverci su. Chi si aspettava che fossero loro?
E se vi state chiedendo
chi sia la moglie dell’altro (ovviamente Konohamaru), ho inserito la frase “il
padre di lei, capo di una importante clan del villaggio” appunto per dare un indizio. Si tratta di Hanabi, la sorellina di
Hinata.
Certo, i personaggi vi
sembreranno sicuramente OOC, ma nell’anime hanno appena undici anni, qui invece
saranno sulla ventina.
Mi sta tornando la voglia
di scrivere su Naruto, quindi state attenti xD
Qui le risposte alle
commentatrici di Kurisumasu
omedetou, mendokuse.
E dopo lo sproloquio,
ringrazio chi vorrà recensire e chi ha recensito precedentemente. Grazie.
Syra44
Finleyna 4 Ever: Grazie mille, sei l’unica che ha lasciato
un piccolo commento, lo apprezzo tantissimo ^^ Mi fa piacere che ti sia
piaciuta. A presto, ciao!
Si ringrazia anche noriko che ha
aggiunto la fic tra i preferiti.