..La Felicità..
Quei momenti
si ripetevano tutti i giorni, ormai.
Quei momenti
erano semplicemente insopportabili, per me.
Tutte le volte
che mi trovavo senza nessuno accanto, senza amici, mi rendevo conto di esserlo
per davvero.
Abbandonato.
Solo.
Sapevo
soltanto questo.
Tutto il resto
diventava nebbia, incertezza, insicurezza. Non c’era più nient’altro.
Nient’altro che potesse farmi uscire da questo stato d’animo. Restavo solo, con
l’unica compagnia dei miei pensieri.
E così,
inevitabilmente, ritornavo a pensare alle stesse, identiche e ormai noiose
cose, che tuttavia continuavano a fare male, a infastidire, a lasciarmi un
vuoto dentro…
Ma cos’altro
avrei dovuto fare, come mi sarei dovuto comportare? Seduto su un prato verde,
che ai miei occhi appariva così spento da sembrare irreale, a guardare il cielo
azzurro, che in quel momento era come se non esistesse, cosa avrei dovuto fare,
se non ripensare a tutti quei momenti, come fossero proiettati in quel preciso
istante davanti al mio sguardo che mi isolava dal mondo?
Quei momenti…
La mia
orribile infanzia, che mai e poi mai avrei voluto rivivere, trascorsa in
solitudine, mentre tutti gli altri mi schernivano, lasciandomi solo.
Lo sguardo
fiducioso di Sakura, quando, prima di partire per la missione di recupero, con
quella promessa che le avevo fatto, sorridendole convinto, le avevo riempito il
cuore di speranza. Una speranza che lei aveva appena tolto a me, mentre mi
supplicava in lacrime, perché io non sarei stato altro che un compagno di
squadra.
La battaglia
contro Sasuke, durante la quale, ancora una volta, non ero stato abbastanza
forte. La malcelata delusione negli occhi di Sakura, quando tornammo distrutti
e a mani vuote. E poi… L’incontro con lui nel covo di Orochimaru, dove mi disse
che avevo sprecato soltanto tempo prezioso, che avrei fatto meglio ad
impegnarmi per diventare Hokage piuttosto che tentare di riportarlo a Konoha…
Ma pensare di
realizzare il mio sogno senza aver prima salvato Sasuke, per me, era
impossibile.
In tutto
questo tempo, non avevo ancora concluso nulla. Ogni mio sforzo era parso vano,
sia per rendermi utile, sia per salvare Sasuke.
… Mi gettavano
nello sconforto.
Avrei dovuto
forse reagire? Ma in che modo? Non stavo facendo già del mio meglio?
Mi riportò
alla realtà soltanto il vento fresco che sentivo su di me, una piacevole brezza
che mi scompigliava dolcemente i capelli, facendomi sentire… Non lo so,
cullato? Sì, forse era questa le sensazione che mi dava.
Forse fu per
le carezze che quel vento mi regalava, ma mi sdraiai, rilassandomi al contatto
con la natura, e, con le dita intrecciate e le mani dietro la nuca, finii con
l’addormentarmi…
« Naruto… ».
Questa voce…
Non ricordavo
di averla mai sentita. Era una voce sicuramente maschile… Ma chi era che mi stava
chiamando? Eppure… Mi sembrava che avesse qualcosa e che fare con me. Ma chi era?
« Naruto, apri
gli occhi ».
La voce di cui
non conoscevo il proprietario mi ordinò di aprire gli occhi. Rimasi stupito dal
tono con cui mi aveva parlato. Era un tono autoritario, ma anche gentile.
Possibile che non riconoscessi il possessore di una voce come questa?
Aprii gli
occhi, come mi era stato detto di fare, e…
Se prima ero
stupito, ora lo ero ancora di più…
« … ».
« Naruto… ».
Mi chiamò ancora,
ma questa volta era dolce e sul suo volto comparve un sorriso.
Non riuscivo a
crederci…
« Sei… Sei
davvero tu? »
« Sì, Naruto…
», mi rispose.
Davanti a me
una figura si stagliava nel bianco del nulla. Quella figura la riconobbi
immediatamente. A differenza della voce, il suo aspetto, specialmente il volto,
lo conoscevo bene. Anche perché somigliava incredibilmente al mio.
Quello era…
Minato, Minato Namikaze. Il Yondaime.
Mio padre.
« Ascoltami…
».
Mi ordinò di
nuovo con lo stesso tono di voce con cui mi aveva ordinato di aprire gli occhi.
« So quello
che hai passato, ma voglio che tu sappia una cosa che non ti ho mai detto
prima, perché non ho potuto… », spiegò, sembrandomi leggermente titubante.
Fece una breve
paura, forse per prendere coraggio. Ma io non aspettai, e posi la domanda che
da sempre avrei voluto fargli.
« Dimmi una
cosa, prima. Perché? »
Non ricevetti
alcuna risposta, ma dubitai che fosse perché non aveva capito la mia domanda.
« Perché
dentro di me? Perché Kyuubi è dentro di me?! »
L’ultima
domanda quasi la gridai.
« Non abbiamo
avuto scelta, Naruto… », confessò.
« Ma così… Tu…
»
Tu te ne sei
andato per sempre da me, ecco cosa avrei voluto dirti.
« Lo so, ma
dovevo salvare Konoha, e non potevo non provarci. Questo, Naruto, tu lo puoi
capire quanto me. Entrambi diamo il massimo per le persone a cui teniamo di più
», spiegò, addolcendosi appena.
Già, peccato
che io non sia riuscito a salvare una singola persona, mentre tu ne hai salvate
centinaia…
« E poi… Non
credevo che le cose sarebbero andate così. Pensavo che tu venissi considerato
un eroe da tutto il Villaggio, ma mi sono sbagliato », ammise, spostando lo
sguardo per evitare di vedermi direttamente in viso.
« Se non
sbagliassimo non avremmo nemmeno i problemi più banali… », presi un respiro. «
Se nessuno sbagliasse, tu saresti ancora vivo », risposi con voce ferma, quasi
volessi contrastare il suo tono autoritario.
Istintivamente
mi misi una mano sullo stomaco, dove i segni del sigillo macchiavano la mia pelle,
e abbassai il capo.
« Non è
assolutamente colpa tua, Naruto. Questo non devi pensarlo mai », si affrettò ad
affermare.
Rialzai il
capo e lo guardai.
« Eppure lo
pensavano tutti gli altri… », risposi con tono accusatorio.
Senza nemmeno
che me ne accorgessi, iniziai a piangere. Sentivo una rabbia immane crescere
dentro di me, accompagnata dal dolore. Vidi una lacrima cadere ed infrangersi
su un pavimento che non vedevo. Ora che ci facevo caso, notavo solo la mia
ombra, allungata alla mia destra.
« Ma tu sei
stato abbastanza forte da superare quella situazione », affermò.
Quella
risposta mi stupì.
« Tu sei
forte, figlio mio, tu sarai capace di fare tutto quello che vorrai se avrai
fiducia in te stesso e in chi ti sta attorno », lo sentii dirmi, mentre mi
sorrideva.
Fiducia…
« Io, prima
che tu nascessi, non avevo in serbo per te un futuro come quello che hai trascorso.
Volevo che tu fossi felice, invece hai dovuto faticare molto per poterlo essere
»
« Felice? »,
ripetei incredulo, chiedendomi come fosse possibile che io fossi davvero
felice.
« Sì. Tu hai
trovato la tua felicità, Naruto. Tu sei riuscito a trovarla e a farla diventare
parte della tua vita. Tu sei andato avanti con le tue forze, finché non hai
incontrato qualcuno che ti stesse vicino », mi spiegò con un sorriso.
Con le mie
forze…?
« Però… Quello
che ho passato non lo posso cancellare, e questo lo vorrei tanto »
Ancora una
volta chinai il capo. Perché non era possibile cambiare ciò che era successo?
Perché non potevo cancellare quel dolore? Quella solitudine?
« Naruto… »,
mi riprese sospirando, con tono comprensivo.
Non potei non
rialzare lo sguardo ed incontrare il suo. Quegli occhi li avevo già visti… Erano
uguali ai miei.
« Prendi », mi
disse.
Lo vidi
tendere il braccio verso di me. Una catenina, sottile e scintillante, forse d’argento,
a cui era agganciato un piccolo ciondolo, pendeva dalla sua mano. Una piccola sfera
trasparente che sembrava essere di vetro.
« Quei ricordi
non potrai cancellarli. So che è difficile conviverci, lo posso immaginare, ma
ricordati della forza che hai, Naruto. Io, prima che tu nascessi, volevo che tu
fossi felice, non avrei mai voluto che finisse così. Io e tua madre saremmo
dovuti essere lì, per crescerti, per amarti…», si interruppe poi, con la voce
che vacillava, tradendo il rimorso che ancora provava, nonostante tutto.
Aspettai che
continuasse.
« Questo
ciondolo era di tua madre. Tutte le volte che si accarezzava il grembo diceva
che ti avrebbe regalato questa catenina perché ti ricordassi di noi e di chi
sei, perché ti ricordassi di essere forte, perché potessi ricordarti che la
felicità l’avresti trovata », disse, mentre notai una nuova luce brillare nei
suoi occhi, ora che aveva parlato della mamma.
Allungai la
mano con il palmo rivolto verso l’alto e lui lasciò che il ciondolo vi cadesse
sopra. Poi mi guardò, con un sorriso triste e allo stesso tempo dolce. Un sorriso
di quelli che immaginai mi avrebbe rivolto quando da bambino mi sarei sbucciato
un ginocchio e sarei tornato a casa piangendo, o quando gli avrei confessato,
dispiaciuto, di aver combinato un pasticcio rompendo o sporcando qualcosa.
« Qualcuno che
sta al di sopra di tutti noi non ha voluto che stessimo insieme, che io ti
crescessi come un padre cresce un figlio. Però, voglio dirti una cosa che non
ho mai avuto occasione di dirti. Ti
voglio bene, Naruto, non sai quanto. Non sarebbe dovuta andare così, lo so,
ma purtroppo è successo, e l’unica cosa che ti resta da fare è essere forte ed
andare avanti, come hai fatto finora. Ma questa volta è più difficile, perché
stai crescendo e la vita non è tutta rosa e fiori ».
« La vita è
ingiusta », risposi, quasi meccanicamente, abbassando il capo.
« Ci sono poche cose giuste, nella
vita, ma se tu sarai abbastanza forte e sicuro da superare gli ostacoli, niente
ti potrà mai fermare. E un giorno troverai la vera felicità, quella che ancora non hai trovato »
Le sue parole
mi avevano commosso. Non mi ero mai sentito tanto amato in vita mia.
« Papà…? »,
chiesi, con voce tremante
Pronunciare
quella parola mi fece uno strano effetto, ma mi scaldò il cuore.
« Sì? », mi
incitò a continuare mostrando ancora quel sorriso dolce, forse sul punto di
commuoversi insieme a me.
Volevo
chiedergli una cosa da tanto tempo. Ora ne avevo l’occasione.
« Io… ti ho
mai deluso? », trovai il coraggio di chiedergli, alzando lo sguardo e
incrociando il suo.
Lo vidi
irrigidirsi appena, sorpreso e forse ferito dalla mia domanda, perché lasciava
intendere quanto mi fosse mancato, nella vita, un padre. Sapevo che lui mi
osservava sempre, che lo aveva sempre fatto… Perciò sarebbe stato capace di
rispondermi. Scosse la testa.
« Mai. Un
padre è e sarà sempre fiero del proprio figlio. La tua determinazione, il tuo
coraggio, la tua forza di volontà… Come potrebbe, uno come te, deludere il
proprio padre? »
Sorrisi. Era bello
sentirsi rivolgere quelle parole.
Vidi mio padre
allargare le braccia.
« Vieni qui… »
Io obbedii,
avvicinandomi.
Ci
abbracciammo. Avevo sempre desiderato abbracciare mio padre, e ora potevo
farlo. Lo strinsi forte, come se fosse la mia unica ancora di salvezza.
Avevo paura
che se ne andasse da un momento all’altro, ma sapevo che sarebbe successo di lì
a poco. Però, se avevo vissuto senza di lui per tutto quel tempo, potevo farlo
ancora, lo sapevo. Perché in fondo… Lui, insieme alla mamma, aveva sempre
vegliato su di me.
« Ricordati
sempre delle mie parole, Naruto. Guardando questo ciondolo ti torneranno in
mente. Portalo sempre con te, figlio mio, io e la tua mamma continueremo a proteggerti
come abbiamo sempre fatto »
Era il momento
che se ne andasse…
Non l’avrei
rivisto se non tra molti anni, o almeno così, se si può dire, speravo.
Ci staccammo,
ed io lo guardai.
« Non
dimenticherò una sola parola, non dimenticherò mai ciò che mi hai detto e che
tu e la mamma avete fatto per me », gli risposi, con uno dei miei soliti
sorrisi stampato sul volto. Forse era il più bel regalo che potessi fargli.
Non
dimenticherò mai quanto ti voglio bene, per quanto io non ti abbia mai
conosciuto veramente.
Per quanto io
non abbia avuto occasione di passare tempo con te. Ma ti voglio bene, e
ricorderò sempre le tue parole.
Strinsi il
ciondolo nella mia mano e chiusi gli occhi, mentre l’immagine di mio padre si
sbiadiva.
Quando li
riaprii vidi le nuvole correre trasportate dal vento in un cielo azzurro come i
miei occhi.
Gli stessi
occhi che aveva anche lui…
Gli stessi
occhi che mi guardavano ogni giorno.
Mi misi seduto
e mi stiracchiai per bene le braccia, sbadigliando, poi mi stropicciai un po’
gli occhi e mi guardai un attimo intorno, per orientarmi e riprendere il
contatto con la realtà.
Sapevo che era
stato tutto un sogno, eppure mi sembrava così reale…
Nel sogno
ricordavo di aver stretto nella mia mano quel ciondolo, mentre fino ad un
attimo fa, tra le mie mani c’era soltanto la mia testa…
Feci per
alzarmi ed andarmene, ma appena posai le mani sull’erba sentii di aver urtato
qualcosa. Posai la mano sull’oggetto che avevo toccato e rimasi incredulo…
No, non poteva
essere…
Mi sfregai
energicamente gli occhi, poi guardai di nuovo quell’oggetto.
Era possibile,
invece, perché era proprio lì…!
Quel ciondolo
era lì… Ed era quello che mi aveva regalato mio padre nel sogno che avevo appena
fatto. Stentavo a crederci, eppure era reale…
Lo presi in
mano e lo osservai. Era davvero bello, quel piccolo gioiello… Ora che lo guardavo
meglio, alla luce del sole sembrava riflettere i colori dell’arcobaleno.
« N-Naruto-kun… »
Una voce alla
mia destra mi chiamò, ma questa la conoscevo, e riuscii subito a collegarla ad
un volto che mi era famigliare.
« Oh, ciao Hinata-chan… », le risposi con un enorme sorriso.
« Passavo di
qui e… »
Passava di
qui?! E dov’ era diretta, nel mezzo del bosco?! Bah, quella ragazza mi
confondeva sempre… Tutte le volte che mi rivolgeva la parola era rossa in volto
e balbettava, proprio come ora. Non riuscivo davvero a capirla…
« Puoi sederti
se vuoi! », le proposi.
Anche se non
riuscivo a capirla, non potevo negarle un sorriso, no? E poi… era sempre così
gentile con me…
« G-Grazie… »
La osservai
mentre mi si sedeva accanto.
Era davvero
molto carina…
Un momento… Io
da quando in qua pensavo queste cose?! Mi stupii dei miei pensieri…
« Che bel
ciondolo… », commentò con un tenero sorriso.
Aveva notato
la catenina che avevo ancora in mano…
« Eh? Ah, già,
questo… » feci una breve pausa, in cui posai anche io lo sguardo sull’oggetto.
« Ci sono affezionato… »
L’avevo da
neanche due minuti eppure era diventato l’oggetto più caro e prezioso che
avessi mai avuto.
Era l’unico
ricordo che avevo dei miei genitori…
« N-Naruto-kun… Posso… Posso farti una domanda? »
« Sì, dimmi… »
« Tu… Credi
nella felicità? », azzardò.
Pensai un po’
prima di rispondere, ma non potei non sorridere.
« Sì. Penso
che un giorno ognuno di noi troverà la felicità che non ha mai trovato prima… »
Ricordai le
parole di mio padre, impresse nella mia mente in modo indelebile.
« D-Davvero? »,
mi rispose, abbastanza stupita dalla mia reazione.
Lasciai che
fosse il mio sorriso a risponderle.
Lei arrossì
appena, poi voltò lo sguardo verso il prato che avevamo di fronte, cosparso di
fiori come il cielo notturno è cosparso di stelle. Strano, quando ero arrivato
non avevo notato tutti quei fiori…
« Pensi che… Un
giorno la troverò anche io? »
« Certo che lo
penso, tutti la troviamo, la nostra felicità », le risposi fiducioso.
Incredibile come quel breve discorso, che oltretutto era avvenuto in sogno, mi
stesse mutando.
« E tu… L’ hai
già trovata? »
« Beh… No »
Mi grattai la
nuca, un po’ imbarazzato. Che figura!
« Allora… Che
ne pensi se ci aiutassimo? Io aiuterò te a trovare la tua felicità, e tu
aiuterai me. Che ne dici? »
« Dico che… E’
una grande idea! », le confermai, raggiante.
Mi guardò e mi
sorrise, timida e imbarazzata.
Che carina… Anzi,
era davvero bella…
Forse… La mia
vera felicità, quella che ancora dovevo trovare e che tanto aspettavo… Poteva
essere lei…
Senza quasi
rendermene conto, mentre il mio cuore accelerava i propri battiti e un sorriso
mi illuminava il volto, ci sperai davvero…
Angolo
dell’autrice
Ebbene, il mio lavoro di correzione è approdato anche
qui, eliminando gli errori grammaticali, sintattici e di battitura, ed
apportando modifiche sul piano espositivo.
Questa breve fic potrà sembrare banale, ma mi era venuta
l’idea di questo sogno in cui il padre incoraggia il figlio a non mollare, a
lottare sempre per essere felice (non rispettando però gli avvenimenti del
manga/anime, per questo la considero un po’ What if?...).
Un lieve accenno NaruHina di
fondo non poteva mancare (mi dispiace per i sostenitori di altre coppie).
Ringrazio con tutto il cuore chi l’ha letta (723 accessi)
e chi la leggerà in futuro, chi l’ha messa nei preferiti (amy99, Lilla95, SpeezySC, Tsukuyomi_Sama, valehina), nelle ricordate (Himeko
Kuroba, kry333, Maiko_chan,
OnceUponADream, piccolasidet),
nelle seguite (astred) e chi ha recensito la storia (f
breve91, Lilla95, SuperEle94, Auron_san, ryanforever, kry333).
A voi tutti un grazie enorme!
WolfEyes
(ex dolceGg94)