Più del
sole
Vedeva ogni giorno la morte
e ormai si era convinta
d’esserne diventata la
compagna…
La mia prima one-shot su
“Detective Conan” un anime che adoro!! È una storia vecchissima, che ho
ritrovato facendo un po' di pulizia sul computer. Visto che Mediaset è tornata a
trasmetterlo, la pubblico ora.
Leggete e
commentate!
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La brezza
leggera di quella sera d’agosto sembrava un dono del cielo dopo l’opprimente
caldo che aveva stretto Tokyo nella sua cappa e pareva non aver la minima
intenzione di liberarla. L’aria fresca, invece, concedeva una tregua, ventilando
il paese e abbassando lievemente le temperature torride del
pomeriggio.
Un rumore di
fogli smossi spezzava il silenzio della camera: il vento proveniente dalla
finestra aperta sfogliava il quaderno lasciato sulla scrivania, quasi ne stesse
sbirciando il contenuto.
I compiti
delle vacanze…quel tema non concluso…
I fogli si
succedevano rapidi come se il vento avesse voluto scoprire la conclusione di
quello scritto incompleto.
La stanza
aveva assunto i toni dell’arancione, tinta dal sole ormai al
tramonto.
Appoggiata
con la schiena alla parete accanto ai vetri, la ragazza fissava quel tuorlo
d’uovo, mentre colava lentamente nel suo sangue rosso. Ancora rosso. L’unico
colore della sua vita.
Si portò
dietro l’orecchio una ciocca castana, continuando a guardare il
paesaggio.
Anche quel
giorno suo padre aveva risolto l’ennesimo caso, anche quel giorno avevano
assistito ad un omicidio. Un ennesimo, barbaro delitto.
E, come
sempre, lei ora si chiedeva come fosse possibile che così tante persone
decidessero di uccidere un loro simile, dove trovassero il coraggio per compiere
un atto tanto terribile. Per lei era inconcepibile.
Forse lo era
solo per lei.
Almeno a
giudicare dal numero di omicidi che trovavano sulla loro strada. Pareva quasi
che la morte li avessi presi in adozione.
Ed era una
compagna di viaggio decisamente sgradevole.
Perché la
portava a fare pensieri strani, pensieri che mai avrebbe concepito
prima.
E tutto
perché lui…lui non tornava.
E quel
pensiero che da tempo girava nella sua testa, uscì prepotente, diretto, come un
proiettile sparato nel buio di un vicolo deserto.
E se anche
lui fosse…
No, non
doveva pensarci, non era possibile…anche se ogni giorno trascorso senza sue
notizie rendeva quell’idea più vicina al vero, anche se ogni giorno sembrava più
difficile continuare a sperare.
“Quand’era
con gli altri si faceva vedere forte” aveva detto quell’uomo. “Ma
quand’era sola non faceva altro che piangere…”
Bhe, lei non
era forte…non lo era mai stata. Soprattutto da quando lui era lontano. Anzi da
quando pareva ancora più lontano.
-Shinichi…-
sussurrò.
Conan chiuse
la porta che aveva solo socchiuso.
Quando Ran
era così triste, il cuore gli si stringeva in una fredda morsa e tenere la
verità rinchiusa fra le labbra gli risultava una vera e propria
impresa.
Sapeva bene
d’essere la causa di quella tristezza e ogni volta che la vedeva così giù si
pentiva di non essere partito per l’America con i genitori: era rimasto per lei,
per confortarla nei momenti bui. Ma ogni volta che lei aveva bisogno di una
spalla, lui non era in grado di consolarla. Se lui fosse stato lontano, lei non
sarebbe stata costretta a convivere quasi quotidianamente con la
morte.
Se lui fosse
stato lontano forse…forse lei l’avrebbe dimenticato e sarebbe stata felice con
un altro. Un altro che meritava quell’amore immenso che la ragazza riserbava per
lui, per uno stupido che non si decideva a tornare.
Che aveva
giocato a fare il detective una volta di troppo e che aveva pagato il suo
impicciarsi a caro prezzo.
Bussò alla
porta.
-Avanti.
-Ran, la
cena è pronta.
-Grazie-
rispose la giovane. –Conan?
-Sì?
-Sono così
stanca…stanca di aspettarlo…di temere per la sua vita…perché non
torna?
-Ran…
Cosa poteva
dirle? Come poteva consolarla se era lui a farla soffrire?
-Ran...io…io…io
sono…- Doveva farlo, doveva rivelarle tutto, perché smettesse di star male per
lui. Per uno che non sapeva quando avrebbe finalmente mantenuto le promesse che
aveva fatto. Uno che a volte disperava di poterle mantenere. –Io
sono…
-Cosa?
Il bambino
sospirò. Non poteva raccontarle la verità, non poteva metterla in
pericolo.
Doveva
conservare quel segreto. E cercare di alleviare il dolore della fanciulla che
amava da sempre.
-Sono sicuro
che se gli fosse successo qualcosa il tuo cuore lo
sentirebbe.
-Tu
credi?
-Sì…e sono
certo che…manchi da morire anche a Shinichi…
I ciuffi di
capelli castani e le lenti degli occhiali nascondevano i suoi occhi dallo
sguardo di Ran. Ma si spalancarono quando due braccia lo avvolsero dolcemente in
un tenero abbraccio.
E,
finalmente, la vide sorridere.
-Grazie,
Conan.
Un sorriso
che splendeva più del sole.
FINE
Fa pena…me ne rendo
conto.
Ma
ogni volta che si scopre che è stato commesso un omicidio, Ran è sconvolta….così
è nata l’idea di questa fanfic.
Un
bacione a chi ha il coraggio di commentare! ^^