Say
i do
Ecco. Sono qui. La vocina dentro di me continua a
ripetere queste due parole. Devo fare, dopo un lunghissimo tempo, la
mia scelta. La scelta, se così si può chiamare,
che mi porterà a dire un semplicissimo "Lo voglio", che
farà felici tutti. Beh, perlomeno, è la scelta
che tutti si aspettano. Mio padre si è abituato all'idea che
mi sposi con Edward. Non sono sicura che abbia preso bene questa
decisione, ma, dopotutto, è la mia vita, e penso che ormai
non voglia più ritornare sull'argomento, quindi, al posto di
obbiettare qualcosa in contrario, ha preferito non dire nulla e farsene
una ragione. Non penso che abbia mai creduto che la sua dolce e
impacciata figlia potesse sposarsi a soli 20 anni. Ma è
quello che volevo. Non riesco a credere che prima, chissà
quando, lo volevo veramente. Stupida, stupida, stupida. Ormai tanto
è fatta. E' tutto pronto. La chiesa è piena zeppa
di gente. Intravedo mia madre che piange commossa sulla spalla del suo
uomo. Questo complica le cose ancora di più. Non ho mai
voluto vedere nessuno piangere, per nessuna ragione. E' organizzata la
festa che verrà dopo, e perfino la luna di miele. Asia.
Edward è affascinato dall'Asia. Io non tanto, ma non ho
osato dire nulla al momento della scelta del posto. Sono come mio
padre, accidenti. Lui sta zitto, perchè è la
scelta più facile, ed io come lui. Tutta la mia vita ho
pensato che, quando mi sarei sposata, avrei avuto un matrimonio da
sogno, di quelli in un giardino sperduto, con poca gente, i miei cari
più affezzionati, un matrimonio intimo insomma, ma molto
molto romantico. Qualche sedia di qua e di la, e un gazebo pieno di
rose rosse. Sospiro. Non lo potrò mai avere. Una lacrima mi
scende, timida, rigando la guancia. Con una mano la asciugo
velocemente. Chi l'ha chiamata? Chi ha chiamato una stupida goccia di
sale, che rispecchi il mio stato d'animo? Nessuno. Io non voglio
mostarmi e non voglio far vedere agli altri quel che provo davvero. E
gli altri preferiscono di gran lunga vedere un matrimonio perfetto,
senza lacrime ma con tanti bei sorrisi, senza importarsi se essi sono
finti o veri. Un'altro sospiro. Mentre varco, a braccetto con Charlie,
l'entrata della chiesa -cerco di rallentare il passo il più
possibile- lancio un'occhiata triste a Edward, che mi aspetta
là, davanti al prete, dall'altra parte della chiesa. Bello
da far paura, impossibile. Ecco. Il nostro amore è
impossibile. Forse all'inizio era credibile, la solita storia d'amore
che si vede nei film, ma ora, sarò sincera, tutto
quell'amore che provavo mi sembra una gran cretinata. Quasi quasi mi
metto a ridere. Io, stupida e innocente ragazzina, innamorata di un
vampiro. Dov'è finita quella ragazzina? Io non amo
più Edward, non ricordo con precisione quando ho smesso di
provare un qualsiasi sentimento che vada al di là della
semplice amicizia, per lui. Tutto quel che ora voglio è
scappare, sorprendere la gente, ma senza importarmene, e andare dal mio
vero amore. Jacob. Lui, Giovane, sincero, bello e amichevole. E
chissà con quanti altri aggettivi lo potrei definire. Penso
ancora mille, poi mi stuferei e tornerei con i piedi per terra, alla
realtà. Continuo a camminare. Oh no. Un'altra lacrima. Anzi.
Altre due, tre e quattro. Che mi succede? Abbasso la testa arrossendo
violentemente. Sento dei mormorii sorpresi. Una vecchia signora si gira
e dice "Cara, si è commossa!". Si certo. Vorrei commuovermi.
Vorrei attraversare questa chiesa piangendo di gioia. Vorrei vedere il
mio unico e vero amore in Edward. Lo vorrei davvero. Ma non
è così. Ormai le lacrime scorrono, e non faccio
più niente per fermarle. Escono senza alcun permesso e mi
rovinano il trucco. Che poi, detto tra di noi, chissene importa del
trucco. Mamma era così contenta di vedermi per una volta ben
vestita, pettinata e truccata. Anzi, è stata proprio lei a
truccarmi. E io sono stata lì, in silenzio, lasciandola
dipingermi la faccia quando non volevo assolutamente niente. E
ciò mi riporta al discorso del "meglio in silenzio che fare
obbiezioni". Le sento sulla guancia, quelle piccole e luccicanti
lacrime, riflesso della mia paura, insicurezza, ma sopratutto,
tristezza. E poi, come se questo non bastasse, lo vedo. Eccolo li.
Jacob. Sorride, con il suo sorriso perfetto e quei denti bianchissimi,
ma capisco che ciò è solo una maschera. Non
è affatto contento. Lui, e solo lui, sa cosa provo
realmente. Abbiamo passato la notte insieme. Gli ho confidato tutto, i
miei pensieri, le mie paure, la voglia di stare con lui tutta la mia
vita. Ho passato la notte più bella degli ultimi tempi,
stretta a quel suo corpo, così maledettamente perfetto, solo
ed unicamente mio. Forse non sarà il tipo di ragazzo che
quando passa tutte le ragazze si voltano a guardare, come invece Edward
è, ma Jacob è la persona che incarna alla
perfezione il mio ragazzo ideale. Appena incontra il mio sguardo,
però, si toglie per un attimo la maschera, e smette di
sorridere. Vedo la luce nei suoi occhi, quella luce irrequieta. Appena
lo vedo, provo qualcosa di indescrivibile. Non so spiegarlo, ma
è come se qualcuno mi avesse pugnalato la pancia. E' una
sensazione strana, ma indescrivibilemente bella. Questa notte, mi ha
detto una cosa che mi ha fatto riflettere. Non ha detto nulla del tipo
"Devi seguire il tuo cuore" o "Fuggiamo insieme", frasi che di certo
non mi avrebbero aiutato. No, nulla di tutto questo. Mi ha detto che
dovevo fare la scelta giusta, mi ha detto che era mio dovere fare la
cosa che mi avrebbe fatto stare meglio, così che anche lui
sarebbe stato bene. Insomma, mettiamo che mi sarei accorta
improvvisamente di amare Edward con tutta me stessa, e avessi scelto di
sposarlo per questo motivo -e non perchè così
facendo avrei avuto il mio matrimonio perfetto, il matrimonio da sogno
che tutti vorrebbero avere- lui mi avrebbe comunque amato. E' difficile
da capire per me. Lui prova un sentimento così forte per me
-non ho il coraggio di definirlo amore, anche se l'ho fatto fino ad
ora, 'valli a capire i pensieri di una stupida ragazza come me'- che
qualunque cosa avessi fatto, a lui sarebbe andata bene, ma solo se era
la cosa che mi rendeva più felice "in assoluto", parole sue.
Piega leggermente la testa, in quel modo che mi fa impazzire. Oh! Sono
arrivata all'altare, neanche me ne ero accorta. Edward mi fissa
intensamente. Chissà a cosa pensa. Probabilmente a quanto sarà bella la nostra vita in coppia. Poverino,
mi fa quasi compassione. Anche lui, come tutti -tranne Jacob-, mi
vedono come una ragazzina indifesa bisognosa dell'amore. Forse,
più che per lui, dovrei provare compassione per me. Ma, insomma. E' così
innamorato di me che ha fatto quel che gli avevo chiesto, e cioè smettere
di leggere nel pensiero. Ovvero. Non so se si possa riuscire, ma dato che
è stato più volte in compagnia di Jacob senza dirmi nulla -e io so che pensieri
fa Jacob quando mi vede- devo ammettere che forse c'è riuscito.
Mio padre mi lascia, stringendomi goffamente il braccio, penso per darmi un
pò di sicurezza, ed io rimango da sola con lui. Il prete
inizia la predica. Sento un brivido lungo la schiena quando penso Jacob
al posto di Edward. Che bello sarebbe, troppo bello. Mi andrebbe bene perfino la
chiesa così affollata, e non più il giardino
sperduto con un gazebo pieno di rose. Chissà
perchè, però, questa volta penso a delle rose
nere, e non più rosse. Poco importa, tanto non le
avrò mai. Lancio un'occhiata a Edward. Sorride, come al
solito. Pare felice. "Non farlo" ancora questa insopportabile voce.
Puah. Chi la vuole sentire? Si sarà sicuramente alleata con
le mie stupide lacrime, per rendere la mia esistenza ancora
più difficile. Al diavolo tutto. I minuti passano, ed io mi
sento sempre peggio. Eccola, la domanda finale, quella che al cinema ti
fa sempre tenere il fiato sospeso, anche se sai già che la
protagonista, o il protagonista, risponderà con un perfetto
"Lo voglio", oppure correrà fuori dalla chiesa, abbracciando
il suo vero amore. Il secondo è il finale che più
preferisco. "Lo voglio" sento, in lontananza, dire queste parole da
Edward, con la sicurezza che lo contraddistingue da sempre. E ora, il
prete si rivolge a me, formulando la domanda. Non ce la faccio. Proprio
no. Non riesco neppure a parlare. Sento gli sguardi di tutti i presenti
lacerarmi la schiena, sopratutto il suo. Perdonami, perdonami Jacob.
Per una volta ti mentirò. Ogni volta che lo facevo tu mi
scoprivi sempre, ma ora io sarò più brava di te.
Nessuno dubiterà niente. Forse, un giorno, ti
confesserò tutto, e sarà il giorno che
potrò finalmente baciare di nuovo le tue labbra, risentire
il tuo profumo e scompigliarti i capelli. Ma quel giorno è
troppo lontano. E, con un filo di voce, odiandomi più di
quanto mi sia mai odiata, ripeto le parole di Edward: "Lo voglio".
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