Ultima scena
Ultima scena
Svegliati!
Forza, John, apri gli occhi!
Possibile che il tuo istinto di
soldato sia tanto assopito dalla vita da civile, da non percepire il
pericolo in cui ti trovi? Come puoi non sentire le braccia e le gambe
legate, tirate da corde, che si perdono nel buio di questa angusta
stanza?
Un lamento.
Finalmente!
Apri gli occhi sul buio della tua
prigione. La bocca è arida ed impastata. Hai sete. I muscoli
sono intorpiditi. Sei disorientato. Confuso.
“Bentornato fra noi, dottor Watson.”
Non sai da dove giunga la voce,
gentile e dolce. Non riesci a capire se sia di un uomo o di una donna
né ha una fonte precisa, ma sembra arrivare da ogni angolo di
questa prigione senza confini.
“Mi dispiace per la
sgradevole situazione in cui si trova. – continua la voce, con un
tono che sembra veramente e grottescamente addolorato – Deve
capire che non è colpa mia, se lei è l’arma giusta
per smascherare due esseri infidi e spregevoli, come Mary Morstan e
Sherlock Holmes. Davvero, dottor Watson, lei è un
brav’uomo e non si meriterebbe ciò che sta per accaderle,
ma tutto ciò è inevitabile.”
Non lo vedi, ma sai che sta scuotendo la testa, assurdamente avvilito.
“Non doveva legarsi a due
persone così ignobili. Con la sua presenza e la sua influenza,
li fa sembrare umani ed amabili, ma entrambi sappiamo quanto siano
freddi e spietati. La gente non deve credere che Sherlock Holmes e Mary
Morstan siano degli eroi, che difendano e salvino coloro che siano in
difficoltà. Tutti devono vedere cosa si celi dietro la maschera,
che quei due mostri indossano, per essere degni del suo amore. Esiste
un solo modo per mostrare al mondo la loro vera natura: privarli
dell’unico essere umano, che entrambi amano e per cui farebbero
qualsiasi cosa. Naturalmente, mi riferisco a lei, dottor Watson. Posso
chiamarti John? Trascorreremo tanto tempo, insieme, che mi sembra
inappropriato essere così formali. Tu sei la luce, che li ha
guidati fuori dall’oscurità. Io ti spegnerò e loro
torneranno ad essere ciechi. Soffrirai moltissimo, perché non
posso semplicemente ucciderti. Per distruggere la facciata dietro cui
quelle due belve si nascondono, dovrò farti a pezzi, lentamente,
un poco alla volta. Voglio che Sherlock e Mary siano devastati, quando
vedranno il tuo cadavere. Voglio istigare le bestie che vivono nel
profondo delle loro anime, quelle tu plachi, con la tua rassicurante
umanità ed il tuo profondo senso di giustizia. Ora riposa, John.
Presto la fine avrà inizio e tu avrai bisogno di ogni energia,
per non soccombere troppo in fretta.”
La voce è sparita. Il buio che ti avvolge è tornato ad essere silenzioso.
Sei incredulo, più che spaventato. Non sai come uscire da questa situazione.
Come proteggerai Mary e Sherlock
dal dolore, che il tuo carceriere vuole loro infliggere? Cosa hai
intenzione di fare, John, per impedire che due implacabili macchine da
guerra si scatenino, distruggendo tutto ciò che attraversa loro
la strada, per vendicare la tua morte?
Io vivrò.
Angolo dell’autrice
Questa “cosa” si
potrebbe sottotitolare anche pensieri sconnessi sotto
l’ombrellone. Nell’attesa della quarta stagione, senza
sbirciare il setlock, la mente vaga e cerca di immaginare con quale
perfido finale ci lascerà la premiata ditta Moffat e Gatiss. Io
ho sadicamente pensato a questa ultima scena, proveniente da
chissà dove e da chissà perché. Portate pazienza e
prendete questo “racconto” come un augurio di buone vacanze.
Ciao!
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