Un mattino ballavi
Prompt:
“I pensieri poco casti di Claude
Frollo, mentre vede la Esmeralda per la prima volta.”
---Un
mattino ballavi---
“Non avevo che
due amanti: la religione e la scienza
Evitavo le
donne, non mi facevo male,
C'era in me la
forza di una cattedrale”
Claude
Frollo era persuaso che niente avrebbe mai
potuto scalfire quel suo cuore congelato. Non aveva mai amato ed era
certo che
non l’avrebbe mai fatto. Aveva dedicato tutto se stesso a passioni che
non
avevano nulla di carnale. Gli era sufficiente mantenersi lontano dalle
donne
per non cadere nella tentazione, per ribadire a se stesso che niente
mai
avrebbe potuto farlo deviare dalla strada che aveva scelto per se
stesso, una
via di studi, riflessione e castità.
“Poi ti vidi e
sentii dentro me l'uragano
E un fuoco che
svegliò il sonno di un vulcano”
Un
giorno, appena uscito dalla cattedrale, vide che
la gente si era radunata in un angolo della piazza. Si avvicinò al
capannello
che si era formato e vide una giovane ragazza in compagnia di una
capretta.
L’animale le saltellava attorno gioviale e lei ci parlava e fingeva di
interrogarlo sul futuro per divertire il pubblico. Ma Frollo non stava
guardando la capretta.
Aveva
gli occhi persi sul viso di quella ragazza, una
zingara senza dubbio, che sembravano attrarre magneticamente il suo
sguardo.
Era forse una strega che aveva gettato su di lui un incantesimo?
Era
così che si sentiva il giovane curato di
Notre-Dame, come una vittima di stregoneria. C’era qualcosa dentro di
lui che
stava nascendo.
Quando
poi la giovane smise di parlare con la
capretta e cominciò a ballare, fu allora che Claude Frollo perse la
testa.
“Tu,
ossessione, ballavi
Io rimasi
inchiodato a te”
La
giovane zingara si muoveva come se il suo intero
corpo fosse stato un nastro avviluppato su se stesso mosso da un
sapiente
giocoliere. Claude sentiva bruciare dentro di sé il desiderio di poter
essere
quel giocoliere, di stringere in mano il nastro che era il corpo della
ragazza
e poterne fare ciò che voleva. I capelli scuri della zingara
volteggiavano
intorno al suo viso come mossi da forza propria e il prete si domandò
come
sarebbe stato poterci passare le dita, sentirne il profumo, avere il
proprio
viso così vicino a quello della giovane.
“La gonna gira”
Ma
più di tutto il suo sguardo era attratto dalla
gonna colorata che indossava la ragazza. Si trattava di un capo di
vestiario
che nessuna ragazza per bene avrebbe mai portato, a Parigi. Aveva uno
spacco
laterale e quando la giovane muoveva velocemente le gambe una porzione
di pelle
veniva rivelata e poi subito coperta dall’ondeggiare del tessuto.
Frollo
si perse nel pensiero di come sarebbe stato
poter passare le dita su quella pelle appena svelata dalla gonna. Sentì
vibrare
qualcosa dentro di sé, mentre si immaginava a stringere tra le mani il
corpo
della ragazza, ad accarezzarne le cosce.
“E mai, mai
per me la toglierai”
Strinse
appena le labbra, cercando di trattenere la
propria mente che ormai aveva strappato le redini e correva libera. Si
accorse
di avere in mano un lembo del proprio abito e di averlo stretto con
tanta forza
da averlo quasi strappato. Lo lasciò cadere e andò via, fuggendo da
quella
visione.
(One-shot,
524 parole)
Io amo
quest'opera e mi stupisco rendendomi conto che è la prima volta che ci
scrivo. Spero che come primo tentativo abbia funzionato, anche se forse
è un po' banale... Le parti di canzone vengono dall'opera moderna,
adoro anche quella ^^ Grazie mille di aver letto e soprattutto grazie a
Crateide per il suo prompt!
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