Ancora, ancora.

di larrygreenocean
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Non so dove io abbia trovato il tempo per impugnare una penna e per cercare un figlio bianco, non so dove abbia racimolato il coraggio per  abborracciare queste "o " tondeggianti e " l " troppo lunghe, non so dove abbia trovato la forza per rivangare un passato che avrei dovuto cancellare a forza di annullarmi, a forza di demolirmi, di strapparmi l'anima direttamente dagli occhi ma sai, non sono stato mai bravo ad ignorare, a far finta di nulla anche quando avrei voluto, avrei dovuto per puro spirito di autoconservazione.
Non sono mai stato bravo a lasciare andare le persone, anche quando fisicamente non erano più vicino a me.
Anche quando c'era una vita intera a dividerci, un emisfero, un oceano tra di noi.
E tu purtroppo rientri in questo elenco, in cima alla lista. Il tuo nome scritto con le lacrime e tra i singulti.
Sei intrappolato nei miei ricordi, incastrato tra pomeriggi pieni di pioggia e mattinate troppe fredde per non abbracciarsi. Il tuo viso, il tuo sorriso tappezzano ogni centrimetro del mio cuore, delineano ogni ruga del mio viso, colorano le iridi di un azzurro chiaro quando c'è il sole all'orizzonte.
Ancora e ancora.
A distanza di giorni, di mesi.
 La tua voce è una nenia, un'eco che irrompe nella mia mente anche quando ci sono altre mani a lambirmi, altre labbra ad assaporarmi, altri respiri a spezzare il mio. Costantemente nei mie pensieri, nel sangue che scorre nelle mie vene, nell'aria che espiro.
Sei ovunque.
 
E giuro Louis, se potessi ti laverei via, come una macchia su un vestito, come inchiostro sulle punte della dita .
Ti laverei via perchè solo il tuo ricordo riesce a spiazzarmi, a ridurmi in un cumulo di ossa rotte e organi difettosi.
Ti laverei via perchè non c'è niente di più destabilizzante di vederti senza toccarti, di essere un passo da te senza baciarti, di ammirarti senza stringerti e ripeterti che uomo meraviglioso tu sia.
Ma non ci riesco.
 
Sei l'ombra di una vita, che mi rincorre con il fiato mozzato, che continua a seguirmi stremata, che mi tende la mano quando il cielo incomincia a trapuntarsi di stelle.
Sei la casa da cui vorrei tornare quando le ferite pulsano a ritmo del battito cardiaco, quando la malinconia bagna le mie glabre guance, quando il rimpianto si fa largo nel mio petto per poi implodere.
Ancora. A distanza di giorni, di mesi.
Non ho l'audacia di dare voce a questa parole, di incontrare il tuo sguardo, di immergirmi in quel mare tempestoso che hai al posto degli occhi.
Non ora, non quando le mie dita tremano come un ramoscello travolto dal vento di ottobre, non ora quando il sale corrode la mia pelle, non ora che la mia bocca è diventata il Sahara.
Non so se riceverai mai questa lettera, se mai ti accorgerai della china sbavata, se perciparai il mio profumo, ma Dio io non posso mentire più a me stesso, a chi mi vuole bene, a chi mi ha cresciuto e ripreso i miei primi passi. No, non posso, non riesco a vivere una menzogna che mi squarcia la carne, che mi dilania, che mi consuma.
Mi guardo allo specchio e non sono più chi sono. Senza di te non mi riconosco.
Sto vivendo un'esistenza non mia, una che non mi appartiene ma che è solamente il frutto di scelte sbagliate, di errori commessi, di Ti amo non detti.
E ora te lo sto gridando Louis Tomlinson, ti amo, ti amo più di quanto sarebbe consentito, più dell'indicibile, ti amo di un amore che non perisce mai, di un amore che sopravvive agli inverni più rigidi e alle alluvioni più disastrose.
Ti amo di un amore che ferisce per poi lenire, di un amore che brucia per poi alleviare, di un amore che vive di distanze, di baci rubati, di mani intrecciate e di punti non messi alla fine di un capitolo.
 
Ti amo e non so impedirmelo.
Ancora, ancora. Nonostante giorni e mesi.
 
Ti amo e non so spiegarmelo.
Ancora e ancora, Nonostante bugie pronunciate e promesse infrante.
Ti amo e non me ne vergogno.
Ti amo e aspetto che il timore mi abbandoni o solamente il tuo ritorno.
 
Sinceramente tuo, Harry.






Ai miei bambini che porto sempre nel cuore.




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