Redimi e Condanna

di Amabel Hamilton
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E se fossi tu

il sibilo del vento,

che vibra, forte, nell'aria

e volge alla luna il suo respiro più profondo.

Anelo la caduta delle foglie

e che la mia anima resti nuda

dinnanzi ai tuoi occhi.

 

Lacera la notte

spogliandomi d'ogni velo,

e permetti alle tue tenebre

di incendiare la mia luce.

Sii il silenzio che canta

e raccontami ciò che di me ancora non so

assaporando piano il grido che tiene celate le mie paure.

 

Cado e danzo sotto la stessa pioggia di sempre

che è balsamo e veleno sulle mie ferite,

raccogli il sangue con la forza delle tue braccia

e tingilo con il nero più scuro,

spezzami il fiato

e riportami alla vita.

 

Fammi ardere

e lascia che ogni cosa di me si consumi e poi rinasca.

Sii la mia redenzione e la mia condanna,

il mio peccato e la mia purezza.

Feriscimi con un'altra carezza,

incatenami e rendimi libera,

distruggimi con la promessa di altre cento primavere.
 

 

Sussurra il mio nome

un attimo prima che muoia

e vivrò, Eterna, nel grigio di ogni inverno.





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