Eternal Rage
Vivere
è una cosa molto strana, almeno per me. Sono millenni che lo
faccio, millenni che mi obbligo a correre tra queste foreste senza
vita, millenni che ho dedicato a cercare di non dimenticare il passato,
di scordare il presente e di non pensare al futuro, tanto sono sicuro
che farò sempre la stessa cosa: correre.
Sono stato troppo tempo ad osservare il mio popolo soffrire sotto le
leggi ingiuste del mio nemico, ladro indegno del mio corpo, temevo,
come ogni uomo farebbe, di non poter morire, di essere costretto a
vivere, anzi, ad esistere, in una situazione dove non sarebbe esistito
ne inferno ne paradiso.
Attendevo, inutilmente, che i miei fratelli tornassero; si
accorgessero, finalmente, che io non ero lui, e lui non era me.
Maledetto Spirito usurpatore che dettava leggi per le quali la mia
gente soffriva, ed io di rimando.
Un Quileute è ciò che è la sua gente:
i suoi amici, i suoi compagni, i suoi fratelli; se uno solo di loro
prova dolore l’intera tribù potrebbe morire
per lui. Una dura legge che ognuno di noi prova sulla sua
pelle.
Nel tentativo di ristabilire l’ordine un uomo
morì. Non me lo perdonai mai, così ritornai ad
osservare impotente.
Successe in un attimo, un attimo dove la follia invase la mia mente e
un’idea, che in quel momento mi sembrò geniale ,
balenò nel mio cervello: rapire il corpo di un lupo,
diventare da vittima a carnefice, costringere quell’animale
allo stesso destino da cui stavo scappando.
Azione deplorevole, ma che dovetti fare.
Od io od il
lupo.
O la mia tribù od il lupo.
Un attimo e il mondo cambiò.
Non più sospeso in un universo non mio, non più
fluttuante in uno stato di non essere, finalmente concreto, finalmente
pronto a cambiare le cose.
Corsi nel corpo dell’animale, che il Grande Spirito aveva
dotato di velocità ed intelligenza, corsi finché
non arrivai al villaggio dove cercai chi potesse fidarsi di me.
Lo trovai; l’uomo più onesto di tutti, il
più eroico dei guerrieri, mi avvicinai ad esso con il capo
chino e lo fissai intensamente: doveva capire, a tutti i costi.
La mia scelta era quella giusta, Yut in un attimo comprese tutto e si
trasformò. Pochi istanti e vide tutta l’invidia ed
il rancore di Utlapa, l’odio verso di me, verso il mio
coraggio, il gesto di ira, il furto, il mio dolore.
Tutto.
In un attimo lui era diventato una parte di me. Ed io di lui: con tutto
il dolore, l’oppressione di un tiranno spaventato dalla
verità, i sentimenti tristi e dignitosi.
Troppo presi dalle storie di ognuno non ci accorgemmo di quello che
accadde, un secondo ed il corpo del mio compagno cadde sotto il
coltello dell’usurpatore, che lo puniva per aver
infranto le leggi; mentre i compagni sconvolti fissavano la scena senza
sapere cosa fare.
E di nuovo nulla ebbe il suo tempo, tutto avvenne troppo velocemente
per capire come, ma il perché fu chiaro a tutti: rabbia.
Rabbia antica,
dolore vecchio, forza nuova.
Il mio corpo da umano riprese il posto di quello del lupo, divenni un
altro; per sempre giovane, per sempre vivo.
La mia gente riconobbe il mio vigore, nonostante fossi cambiato, e
capì.
Sentii per la prima volte dentro di me il desiderio di vendetta, quella
droga che annebbia i sensi di ogni uomo, rendendolo animale; ma la mia
rabbia era la rabbia di un uomo, un uomo pronto a tutto.
E tutto feci; il mio popolo fu nuovamente libero.
Tornò la pace ed io, più di un uomo e
più lupo di un lupo, decisi che i viaggi nel regno degli
spiriti erano troppo pericolosi, ogni corpo doveva conservare la
propria anima.
Il tempo passò, ma non per me. Rimasi lo stesso, ebbi figli,
che come me avevano nelle vene la forza del lupo. Alcuni accettarono
questo dono, altro lo rifiutarono, mantenendo l’equilibro
della mia gente.
Ebbi figli, come detto, ed anche mogli. L’ultima, la terza,
fu la più nobile e dolce donna che la terra conobbe.
Gli spiriti mi degnarono di lei perciò decisi di morire,
morire in un futuro, insieme al mio amore.
Ma questo, ora, non mi è concesso. Non potrò mai
e poi mai raggiungere la mia adorata nelle terre
dell’aldilà.
Dannati! Siano dannati coloro che spinsero la mia donna al sacrificio!
Morte! Oh, Morte! Loro sono i tuoi figli!
I miei me li hanno portati via, vittime della sete dei selvaggi.
Troppo egoismo spinse le mie azioni, ed adesso gli spiriti mi stanno
punendo.
Anziché pensare alla mia tribù pensai a me, alla
mia sposa, e decisi di smettere di trasformarmi; lasciai il mio ultimo
figlio a lottare da solo.
Morte, solo morte nel villaggio, ed il coraggio del mio erede, che da
fiero animale combatté contro la Fredda, cadendo sotto la
sua forza.
Gemetti di dolore, l’ira era troppa: un lungo pelo bianco
ricoprì il mio corpo, la mia posizione divenne quella del
protettore del mio popolo ed io divenni, nuovamente, un lupo.
Sempre per lei, sempre per la vendetta.
Non posso morire,
non più. Non che ora il mio corpo è posseduto
dalla rabbia e dal dolore. Mia moglie morì per me, per i
miei giovani figli, per salvare la nostra gente, ed io rimasi lupo.
Rimasi lupo per cercare di scordare tutta la disperazione, per cercare
di ritornare un animale, un semplice animale.
Corre troppa rabbia nelle mie vene, non di bestia, rabbia umana, che
mai più trionferà. Non ci sarà Amore
eterno nel regno degli Spiriti, solo rabbia, ed il mio corpo si piega
ad essa da millenni.
Rabbia eterna.
Taha Aki
ha parlato, questa è la sua storia, la storia di come
l’uomo divenne lupo ed il lupo
l’intrappolò.
Angolo autrice:
Sapete chi è? Lo sapete? Il caro Taha Aki! Il primo lupo!
Colui di cui Quil e BIlly narrano in Eclipse! Io l'ho preso, e dopo
averlo spupazzato un pò, ho scritto su di lui.
Spero sia piaciuta.
La ff si è piazzata seconda al contest "Cosa da Lupi"
indetto da Speedermoon.
Metto i giudizi ^^
2°
Classificata: " Eternal Rage" di princess of vegeta6
Grammatica
e sintassi: 8,5
La storia è stata penalizzata proprio per questo primo
punto. Un peccato,poichè gli errori che ho riscontrato sono
dovuti per la maggior parte dei casi alla distrazione, o forse, ad una
revisione non troppo accurata. Sorvolando sulle imprecisioni di
battitura che non ho considerato, la fanfiction è
appesantita nella stesura da frasi tipo:
" dove non sarebbe mai esistito ne inferno ne paradiso",dove non
compare alcun accento sul "ne"; incongruenze anche per quanto riguarda
le forme verbali quando, in alcuni casi,si passa improvvisamente dal
passato remoto all'imperfetto e viceversa. La
punteggiatura,inoltre,deve essere rivista su alcuni punti.
Lessico e stile: 9
Amo la tua tecnica:periodi brevi e secchi che esprimono in poche parole
emozioni fortissime,i miei complimenti!L'idea di utilizzare un tipo di
linguaggio più ricercato per poter riportare al meglio i
pensieri del saggio Taha Aki mi sembra,in questo
frangente,perfettamente mirata a raggiungere lo scopo: incollare il
lettore alla tua narrazione,senza stancarlo o farlo annoiare. Pause
brevi capaci di rendere la tensione,i sentimenti,l'istinto animale del
protagonista nella sua fase di trasformazione,il tutto condito da frasi
e periodi spezzati a regola d'arte. Incisivo,ecco l'aggettivo che
potrei associare al tuo metodo di scrittura. Devo ammettere che,tra
tutte e tre le storie che ho giudicato,questa è stata quella
che mi è rimasta più impressa,come un ricordo
difficile da dimenticare. Brillante,davvero brava.
Originalità: 10
Il mio libro preferito della saga di S.Meyer è Eclipse,per
cui ho avuto modo di rileggere molte volte la parte dedicata alle
leggende della tribù dei Quileute. Già da una
prima attenta lettura, ero rimasta colpita e affascinata dalla figura
del primo grande lupo e, se avessi dovuto descriverlo con poche
parole,avrei messo subito in primo piano la sua bontà,la sua
forza di sentimento,la sua impotenza nei confronti del destino e la sua
successiva rabbia. Puoi dunque immaginarti quanto sia stata felice e
compiaciuta di trovare una fanfiction interamente dedicata a questo
straordinario personaggio. Hai analizzato in maniera curata e
approfondita la sua vita, le sue perdite,il suo perpetuo continuare a
correre attraverso i millenni senza mai fermarsi. L'utilizzo continuo
della parola "rabbia" è quanto più indicato ci
potrebbe essere per una figura come la sua,così come il tono
solenne che sei riuscita a ricreare tramite il passaggio dalla prima
alla terza persona narrante,attraverso l'ultima frase della storia. Da
notare poi alcune frasi che,personalmente,mi hanno fatto venire la
pelle d'oca. Ad esempio " Un Quileute è ciò che
è la sua gente" o "Rabbia antica, dolore vecchio, forza
nuova." Lo ripeto,se avessi potuto,vi avrei premiate tutte col primo
posto.
IC: 10
Poco altro da aggiungere:caratterizzazione perfetta sia dell'impotenza
del protagonista di fronte alle prove avverse del destino,sia della
rabbia corrosiva che è rimasta ad animarlo per
l'eternità nonostante tutto. Una descrizione che non avrebbe
sfigurato fra le pagine di uno dei libri della saga di Twilight.
Giudizio personale: 5
Totale: 42,5/45
La storia ha anche la migliore introspettiva^^
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