Milano Ghoul

di Digichiaeri
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Introduzione

 

"A&A". 
Era questa la prima cosa che vedeva ad ogni risveglio, dopo essersi stropicciata gli occhi. 
Il tatuaggio, di un indelebile rosso, era impresso in corsivo sul palmo della sua mano sinistra. Erano passati tre lunghi anni da quando si fosse fatta inchiostrare la pelle come simbolo di promessa eterna. 
Ed erano sempre tre lunghi anni che quella promessa non veniva mantenuta. Eppure, c'era un motivo per non essersi fatta coprire quelle lettere con altro. 
Speranza. 
Una speranza in fondo al cuore, che gridava la sua voglia di ricongiungersi con la propria metà perfetta, nonostante non l'avrebbe mai ammesso. 
Dopotutto, lei aveva chiuso coi ghoul. Anzi, era la più spietata della base a Rogoredo, nonostante si trattasse ancora di un'investigatrice di secondo grado. 
I ghoul le avevano rovinato la vita, in particolare uno: proprio la sua anima gemella. 
Terminò di coprirsi della tuta in pelle di ghoul trattata e tinta di nero, e di mettersi un passamontagna del medesimo colore, duro come il marmo. Anch'esso era costituito da parti di ghoul. 
I suoi occhi verde smeraldo vennero coperti da degli occhialini sportivi azzurri, i quali tenevano a bada qualche ciuffo ribelle della sbarazzina chioma mora della diciannovenne. 
Era pronta per la caccia ai ghoul serale. 
Imbracciò il suo fucile a tre canne, pesante venti chili e carico di proiettili Q3000, innovativi colpi esplosivi in grado di perforare la pelle di ghoul, dopodichè si mise in spalla uno zaino scuro. Era lí che tutti gli agenti dell'EAM, Esercito Anti-Ghoul di Milano, conservavano i loro preziosi Ammazzaghoul. 
A passo deciso, uscí dal proprio appartamento da sola, ed annusò l'aria. Tracce fresche dei suoi obbiettivi aleggiavano ancora nella brezza invernale, e delle impronte sulla neve lasciavano ben sperare che quella sera avrebbe fatto ritorno con più di un cadavere. 
Ad un tratto, udì un "crick". 
Accadde tutto in un secondo. 
Le proprie spalle muscolose ruotarono bruscamente, ed il grilletto fu premuto diretto al punto da cui provenisse quel rumore, tuttavia, l'ombra a cui avesse mirato era già saltata dietro di lei, e l'aveva atterrata con un semplice calcio. 
Il peso delle armi era troppo grande per non cedere ogni volta come un fuscello. 
Cosí, la giovane, con un ringhio scalciò, afferrò le canne come una mazza e colpì in pieno il viso mascherato di un ghoul maschio e giovane, che barcollò stordito. Ella gettò a terra l'arma, e slacciando lo zaino, un grosso e potente lanciafiamme scarlatto si catapultò tra le sue mani, e senza esitazione, sparò una fiammata composta da cellule RC di un ghoul di livello S, del raggio di cinque metri, che prese in pieno l'essere. 
Delle urla sovrumane furono emesse dal giovane, che inerme perí dopo aver consumato tutto il fiato dei suoi polmoni. 
Quella visione di carne bruciata, commestibile e sicuramente più saporita data la cottura, fece brillare gli occhi dell'agente. Il suo stomaco brontolò, e le sue pupille si dilatarono in una follia inaspettata. 
Erano soli, in quella via. Non vi erano telecamere, e lei aveva fame. 
Si strappò di dosso il passamontagna, ed ansimò avvicinandosi alla creatura tramortita. 
"Chissà quanto è buono un cuore ancora pulsante..." della bava le inondò le labbra, e togliendosi gli occhialini dal viso, rivelò l'iride sinistra di un colore vermiglio, contornata da lunghe e vibranti venature del medesimo colore. La sua sclera nera rendeva l'aspetto di lei ancor piú demoniaco e minaccioso. 
Le ci volle poco per precipitarsi ferocemente su di lui, e confidargli il suo più intimo segreto: la diciannovenne investigatrice di secondo grado, Alba Massori, era un'ibrida. 
Ed era affamata.


Note dell'autrice: ho postato questa storia anche su Wattpad col mio account Tokachia. Spero vi possa interessare, fatemelo sapere se vi va! ;) grazie per aver letto!





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