Essi
pregano.
In questa
grande festa le moltitudini piagate, i folli, i perduti, i gretti, i
meschini,
gli infermi, i degenerati… tutti loro pregano, si prostrano e si
flagellano,
ciascuno a modo proprio. Non per l’infame Chiesa, o per gli Antichi:
nemmeno
per un Dio o per il Diavolo. Nemmeno in nome del Sogno o dell’Incubo.
Antica Yharnam, perduta Yharnam,
sacra Yharnam: in questa eterna notte,
offri la
devozione dei tuoi sognatori ai Tre!
Custodi,
testimoni, giudici, principi, signori… angeli: coloro a cui si tendono
le dita
deformi, i volti piagati, i corpi straziati. Una folla di occhi solo
per
vederli, una torma di bocche solo per supplicarli: l’empia Chiesa ha
osato
bollarli come Eretici! E la folla riunita sulle rive del grande lago
offre ai Tre
Santi il sacrificio di un’odiosa spia: legato sul nero altare, il
membro del
Coro si dibatte come un pesce lasciato a soffocare, mentre le sue
proteste sono
affogate a loro volta nel ritmo dei canti profani, nello schiocco delle
fruste
e nelle urla di estasi e sofferenza. La più nera cacofonia di devozione:
“La la! Ph’nglui mglw’nafh wgha’nagl fhtagn!”
nella loro casa morta, loro aspettano sognando...
Ma anche i
devoti hanno dimenticato: dal più giovane postulante, ancora innocente
dall’infusione del sangue, fino all’arcivescovo nero, l’unico che possa
bagnarsi nelle sacre acque, tutti loro hanno dimenticato la vera
origine di
coloro che essi venerano.
Non potrebbe
essere altrimenti: è passato davvero tanto tempo. Troppo, per credere
che i Tre
un tempo siano stati Cacciatori della Chiesa, membri del braccio
secolare di un'istituzione
più che abominevole: le cose cambiano, o per meglio dire, non si
possono
nascondere in eterno, nemmeno nei Sogni. Ma la rivelazione ultima, la
testimonianza di Kos, non li ha semplicemente sfigurati: no, dalla
verità, essi
sono stati trasfigurati. E quella
conoscenza ha generato retribuzione contro l’empia Chiesa per i peccati
con cui
ha gravato Yharnam e i suoi abitanti:
l’origine di quella cerimonia sulle rive del lago, che si ripete notte
dopo
notte, generazione dopo generazione.
Sii timorato
del sangue antico…
Lei è la
prima a rispondere all’invocazione: il suo nome è stato forse Selene un
tempo...
La invocano
ormai come la Manticora della Pallida Luna: madre degli uomini belva,
mangiatrice
di carne, signora dei serpenti… molti i suoi appellativi. Appare sulle
acque da
un raggio di luna: una donna vestita di rosso, in preziosi abiti
bordati di
pizzo di antica eleganza. Sul capo, un tricorno a coprirle una criniera
di
capelli oscuri come il giaietto e sulla schiena una grande spada, che
sembra
fatta di luce di luna. Con la destra, tra affusolate dita femminee,
brandisce
un cannone argenteo, la bocca oscura come lo spazio tra le stelle.
Nella
sinistra invece, coperta di pelliccia nera e dai lunghi artigli
ricurvi, un
fischietto e un acuminato pugnale d’osso dall’aspetto profano. Potrebbe
perfino
apparire bella, se non fosse per i suoi terribili occhi: quando si
fissano sul
sacrificio, un sorriso mostra zanne piuttosto che denti. E sulla lingua
con cui
si carezza le labbra, è impresso il marchio del più bestiale abbraccio.
Essa è Furia.
Tutti i
maledetti di Yharnam cadono in silenzio
alla sua apparizione, e sfregano terra con la fronte: dove uno dei tre
prende
forma, gli altri non sono mai troppo lontani. È la loro notte di festa
dopotutto, e sono sempre attesi e benvenuti dai loro devoti.
“Per voi!”
implora il nero arcivescovo, grande deforme e più piagato tra tutti i
presenti,
indicando l’altare con dita adunche.
Il
sacrificio è accettato, e la Manticora ulula alla luna, un grido acuto
come un
fischio, così sottile da far impazzire chi l’ascolta: in risposta, il
disco
d’argento nel cielo diventa oscuro come pece, mentre le acque del lago
si
tingono di rosso.
Esso
precipita dall’oscurità celeste per secondo: Il Vero Discepolo
dell’Oltre.
Se sia stata
un tempo una donna dal nome di Nausicaa, oppure invece un uomo, solo
gli altri
angeli lo sanno per certo. Esso è verità serbate e ben custodite:
paludato in
vesti scure come la cenere di ossa, esso non rivela niente ai
postulanti. Una
maschera nelle fattezze di teschio gli copre perfino il volto, una
maschera di
cui i sei occhi scrutano senza mai chiudersi al di sotto dell’ampio
copricapo conico:
tra tutte quelle sei aperture, una è sempre più oscura delle altre,
come un
cielo nero, ma quella tenebra pare muoversi di orbita in orbita,
scivolando su
ciò che la cupa maschera nasconde. Brandito con una mano e appoggiato
sulla
spalla, il braccio di un Amygdala, i minori tra gli antichi, spasima e
si
contrae pronto alla violenza: nessuno tra i Sognatori ricorda più quali
gesta
abbiano portato ad una simile congiunzione. Che una creatura così
impossibilmente sottile brandisca una clava così brutale…
Ma è inutile
spiare tra le vesti, nei punti in cui l’oscurità si rimbocca su altra
oscurità,
perché nel Discepolo la carne non è più carne, né il sangue, sangue.
Laddove la
stoffa nera si apre, filiformi e mobili tentacoli lattei, o forse ratte
radici,
scivolano e spasimano con ritmi dementi. Legato alla cintura, il
Discepolo porta
una croce di ferro, strumento di esorcismi e simbolo di superstizioni
ormai
infrante, dunque retta al contrario e percorsa da lievi fulmini.
L’altra mano è
completamente coperta da tentacoli, che si avvolgono alle dita in un
gesto di
solitario intendimento, disegnando la runa di uno strano fiore.
Esso è
Inconosciuto.
Ma è dalle
rosse acque che Lui prende forma: il Rosso Re del Mare.
Fu Balthazar
un tempo? Nemmeno la Chiesa, che pure odia lui più di tutti fra i tre,
né è più
certa. Una corta spada lievemente ricurva in una mano, e una pistola
altrettanto lunga nell’altra: due pugnali alla cintura e guanti
borchiati a
proteggere le mani, neri come anime arse da un boia. Nemmeno lui mostra
qualcosa
di sé stesso: il porpora regale lo cinge dai
piedi al
collo, l'elaborato florilegio di un cavaliere, mentre il suo volto è
celato
dietro un elmo argentino di forma triangolare, ornato da uno
scarmigliato
impennaggio bianco sulla nuca. Il suo mantello è ciò che scorre nelle
vene di Yharnam, e discende nelle acque
del lago, ora
immobili come ghiaccio. Una singola insegna orna la spada e i suoi neri
pugnali, il simbolo dell'ordine di Cainhurst, che l'hanno elevato loro
pari, prima
di servirlo dopo averlo fatto Re. Si dice, che nell'argento metallo del
suo
elmo i peccatori possano vedere riflesse tutte le proprie colpe: ed è
per sua
mano, e per il sangue, che i salvati sono resi tali, e i condannati
giustiziati. Il Re Scarlatto cammina in tutti i sogni, impalpabile come
fumo:
sotto la luna di Yharnam, non vi è luogo
dove lui non possa giungere. E non vi è essere che non possa giudicare.
Esso è Retribuzione.
I Tre
Apostoli, coloro che per primi si ribellarono alla Chiesa, e che ebbero
il
coraggio di rivelare la verità e il peso dei peccati di cui si era
macchiata: per
questo fu ordinato il loro martirio.
Ma gli
Antichi, gli esseri al di là delle stelle, avevano già steso la loro
mano
protettrice: essi tornarono dall'abisso, perché erano già troppo forti
per
restarvi imprigionati. E da allora, Yharnam,
nera capitale del luogo tra Incubi, Sogni
e veglia, prega per loro.
Il
sacrificio mormora la sua litania, sperando che gli inni che gli sono
stati
impartiti possano proteggerlo:
"Kos,
donaci occhi! Donaci occhi, per redimerci dalla nostra bestiale
ignoranza!
Donaci occhi, come facesti per il Vacuo Rom!"
Ma le sue
parole non possono tenere lontani i Tre Santi, né la sua fede
redimerlo: al
massimo, può solo infastidirli.
Ed è sulle
sue grida che il carnevale di Yharnam
comincia davvero.
Prendetevi pure
un momento: so che io l'ho fatto dopo aver finito di scrivere questo
breve racconto.
Il motivo, è che per scrivere qualcosa devo immaginarla, più
dettagliata meglio è. Non vi raccomando particolarmente questo panorama
:I
Credo in effetti di aver esagerato questa volta, ma bando alle ciance.
Non amo particolarmente i finali lasciati gratuitamente aperti. Per
cui, ho voluto immaginare cosa potrebbe succedere al vostro avatar dopo
il terzo finale di Bloodborne: non so voi, ma non mi sento
particolarmente bendisposto nei confronti della chiesa. Personale
interpretazione ovvio, ma questo, più tre i "archetipi" che più mi
hanno colpito in Bloodborne, ovvero Forza (Selene), Consapevolezza
(Nausicaa) e Bloodtinge/Dexterity (Balthazar), hanno creato questa
breve storia, che spero sia almeno riuscita a colpirvi.
A presto.
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