Acqua e Luna

di Kourin
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Premessa

Questa fanfic si colloca nello stesso universo di “Il carro dell'alba”. Penso che possa essere letta indipendentemente, tuttavia avviso che nella storia precedente avevo innalzato le età dei personaggi di cinque anni e avevo posticipato le investiture dei Gold più giovani. Gli effetti collaterali, qui, sono che Mū ha sedici anni anziché undici e che non tutti sanno che è il Santo di Aries. Inoltre, essendo stato presente al Santuario nella notte del presunto tradimento di Aiolos, ha finito per essere parzialmente consapevole dell'inganno da subito.


 
Acqua e Luna



I



Il Santuario era stato inondato dalla luce violetta del crepuscolo senza che il fuoco del tramonto avesse toccato suoi palazzi e i suoi templi. Tuttavia le nubi antracite che avevano oscurato il sole ora si stavano spostando lontano, sospinte dagli etesii che spalancavano finestre sempre più ampie sulla volta stellata di mezza estate.
Da quelli sprazzi di blu intenso scendevano i raggi di una luna prossima alla sua pienezza e, mentre le rovine bagnate dalla pioggia divenivano argentee, la terra che era stata arroventata dalla calura e gli arbusti cresciuti sui pendii riarsi iniziavano a respirare con sollievo.
Anche il giovane custode della Casa del Leone inspirò a pieni polmoni l'aria nuova.
Tutto sembrava così piacevole, eppure era proprio da quando era cessata la pioggia che era iniziato quello strano lamento che gli lambiva i sensi superiori, come una goccia d'acqua che gli s'infrangesse a ripetizione nel Cosmo. Forse non era nulla di pericoloso, ma Aiolia si sentì in dovere di controllare. Scese così nei templi sottostanti, al momento sorvegliati solo dalle correnti che si rincorrevano negli spazi fino a poco prima invasi dall'afa.

Arrivato in prossimità della Terza Casa decretò che, qualsiasi cosa fosse, proveniva proprio da lì.
Mosse un passo verso l'ingresso, il suo piede calpestò una pozzanghera, la luna che vi si specchiava andò in mille pezzi lasciando spazio ad una densa oscurità. Aiolia però era abituato ai singolari giochi di luce di quel tempio ed arrivò senza distrarsi fino al suo centro, dove Gemini accoglieva i visitatori in solitudine, osservandoli con i suoi molteplici volti.
Come al solito la maschera a destra ghignava, mentre quella a sinistra rimaneva serena. Ma era il terzo volto, quello fatto di vuoto, il più enigmatico, perché il destino del possessore di quell'armatura era un mistero noto solo al Sommo Sacerdote. Saga doveva essere vivo: il suo tempio non portava la morte dentro come il nono, dove tutto pian piano scoloriva e diventava polvere. Qui viveva l'armatura e vivevano anche le stanze, che facevano da cassa di risonanza al suono che l'aveva richiamato fin lì.
Quando sentì una goccia cadere, Aiolia fissò il soffitto, ma quando ne cadde una seconda i suoi sensi avevano già individuato la vera sorgente. “È la maschera dell'angelo. Sta piangendo.
Si spostò allora su quel lato, ma poté solo constatare che le lacrime scendevano da entrambi gli occhi e che sembravano dense, proprio come quelle umane. Gli venne spontaneo chiedersi se esistesse una parola di conforto per un'armatura, ma nella sua recente memoria non riusciva a trovarne nessuna e così, testimone di qualcosa che andava al di là della sua comprensione, non poté fare altro che tornare sui suoi passi.

Il presagio lo rendeva nel contempo mesto ed inquieto. Il Sommo Sacerdote non amava essere disturbato per questo genere di problemi. Con un tradimento alle spalle e una Guerra Sacra alle porte, i più lo ritenevano un atteggiamento comprensibile. Eppure non era il primo fatto strano che accadeva negli ultimi tempi e Aiolia iniziava ad essere stanco di vedere e non capire.
Aveva quasi raggiunto le statue della Quinta Casa quando si fermò, i nervi in allerta. Che cos'era quello sguardo che sentiva su di sé? L'istinto lo portò a voltarsi verso l'Altura delle Stelle. “Possibile che il Sommo Shion mi stia controllando?
Eppure lassù c'era solo la sagoma del piccolo tempio che si stagliava scuro nella luminosa costellazione della Vergine. Nulla indicava che l'anziano santo si trovasse lì, intento a sorvegliare i pensieri del fratello di colui che aveva portato tristezza e paura nei luoghi consacrati ad Athena. Partendo dalla sommità della cupola, Aiolia percorse con lo sguardo l'eclittica fino ad oriente, dove poche ore dopo sarebbe sorto l'Ariete.
Che fine hai fatto, Mū? Forse tu potresti darmi una spiegazione,” disse tra sé. Tanto sapeva perfettamente che, anche se avesse rivolto quella domanda agli dèi, la risposta sarebbe sempre stata un silenzio ancor più profondo di quello del cielo.


 
***


Il mondo era stato scosso da grandi rivoluzioni, ma a Gorō-Hō il torrente aveva continuato a precipitare nel vuoto come se nulla fosse accaduto. Per le dodici ore del giorno e della notte, nei dodici mesi lunari, negli anni di Fuoco, Terra, Metallo, Acqua e Legno, fossero Yin o fossero Yang, la corrente fluiva, ora più pacifica, ora più impetuosa, creandosi la propria strada nella roccia.*
Ormai Dōko era in grado di capire in che punto del tempo si trovasse sulla base di quel mormorio. Gli bastava ascoltare il muggito che seguiva le piogge estive per capire che il plenilunio del sesto mese era ormai prossimo. Correva ancora una volta l'anno del Serpente di Fuoco. Il quindicesimo anno del Serpente vissuto nel misopethamenos, il primo senza Shion oppure, da un punto di vista meno malinconico, il primo in compagnia del giovane Mū.
Dōko sbatté pigramente le ciglia. Spesso si dimenticava di possedere un senso della vista perfettamente funzionante, ma stavolta decise di usarlo per seguire i progressi del suo allievo adottivo secondo una visuale più terrena. Aveva bisogno di sentirsi parte del mondo: dopotutto non mancava poi tanto, al momento in cui vi avrebbe fatto ritorno.

Il ragazzo si trovava poco più a valle. Si era mantenuto immobile da quando il sole era scomparso dietro alle sporgenze rocciose, le gambe immerse fino alle ginocchia nell’acqua gelida del torrente. Sebbene fosse cresciuto sull'Himalaya, aveva finito per adattarsi bene all'addestramento nell'ambiente rigoglioso e umido del Monte Ro. I raggi lunari donavano alla sua carnagione lo splendore dell'astro, la brezza generata dalla corrente gli faceva ondeggiare i capelli come se fossero composti d'acqua. Il suo Cosmo era ormai penetrato ovunque, incanalato nelle venature millenarie delle rocce, abbarbicato alle radici secolari dei pini, adagiato tra le effimere infiorescenze dei muschi. Dōko si chiese se il lieve scintillio dorato emanato da queste ultime fosse indice di sbadataggine o di eccesso di sicurezza. Finì per propendere per la seconda, e il vecchio corpo intorpidito si risvegliò in un pesante sospiro: avrebbe potuto trattenere quell'allievo ancora per qualche mese, non certo in eterno.
Forse fu proprio quel sospiro, o forse solo una falena ingannata dal bagliore a fare sì che Mū si decidesse ad allargare le braccia e muovere le labbra per pronunciare, silenziosamente: “Crystal Wall”.
La luce del Cosmo si liberò all'improvviso per addensarsi in una sottile parete che arrivava compatta fino ai picchi circostanti, per poi sfumare gradualmente verso il cielo stellato.
L'acqua sembrò voler aggirare l'ostacolo inondando la boscaglia, ma la barriera le s'incurvò intorno come una rete che la sollevava verso l'alto. Sentendosi in trappola, il dragone azzurro iniziò a dibattersi sempre più energicamente finché il rombo si trasformò nel fragore di un tuono: era chiaro che il Crystal Wall aveva raggiunto il suo limite. Mū lasciò che apparissero le prime crepe, aspettò e aspettò ancora prima di gridare, stavolta forte e chiaro: “Starlight Extinction!”
Il dragone e la rete si volatilizzarono all'unisono, mentre il bosco, il tempio e le vicine risaie venivano inondati da un acquazzone composto da miriadi di scaglie cristalline.
Dōko ascoltò il canto della pioggia da sotto il cappello consunto, constatando che lo spirito del fiume non sembrava essersela presa troppo per quel gioco da ragazzini. Come a voler fare pace con lui, il Santo di Libra si lasciò andare in una risata liberatoria.

“Che ve ne pare, Anziano Maestro?”
La voce giovane di Mū l'aveva raggiunto sotto la sporgenza rocciosa prima ancora del corpo, che acquistò invece la normale consistenza un po' per volta, come se fosse stato composto di nebbia. I grandi occhi verdi erano alzati in cerca di un'approvazione che sapeva già di avere, forte della bellezza diabolica della gioventù, per niente adombrata dal velo delle nubi che danzavano come spettri intorno alla luna.
“Avrai spaventato i contadini. Domani mattina correranno tutti qui a chiedermi spiegazioni, e chi li sente?”
“Che sarà mai?” replicò Mū sorridendo. “I loro campi saranno più floridi!”
“Però mi dispiace per lui,” aggiunse mentre un salmone gli si materializzava tra le mani. “Gli altri sono riuscito a teletrasportarli a valle, ma questo mi è sfuggito e ha battuto la testa. “Devo perfezionarmi ancora un po', spero che non abbia sofferto.”
Dōko prese il bastone e lo usò per rialzarsi, operazione che sapeva essere infinita per chi aveva un corpo giovane. Tuttavia Mū attese, senza dare segni d'impazienza.
“Seguimi, pecorella, sei diventata abbastanza grande per bere il sakè.”
Stavolta il ragazzo lo guardò sorpreso, perdendo parte della sua sicurezza, tanto che il cadavere del grosso pesce gli scivolò dalle braccia.
“E non guardarmi così, perché non voglio passare per uno che corrompe i ragazzi. Io e te dobbiamo parlare da uomo a uomo. Se non ho il sakè non mi riesce, non sono perfettino come qualcuno, sai?” disse dandogli un colpetto sul sedere col bastone, smuovendolo così dall'apparente stato di paralisi.





Note

* Dōko conta il tempo secondo il vecchio sistema di numerazione cinese chiamato Ganzhi. Per chi vuole divertirsi con l'argomento, l'omonima pagina di wikipedia (link) offrirà i dettagli precisi. Parliamo comunque di un calendario di tipo lunare secondo il quale, nel 1977, il plenilunio del sesto mese cadeva il 30 luglio.
Perché faccio tutto ciò, perché mi faccio tanto del male? Perché il sesto mese è il mese della Pecora dello zodiaco cinese e io sono una fan degli arieti!!!
Nooo vi prego non fuggite dopo questa rivelazione, ci sono ancora tre capitoli....XD

Kourin

 




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