"La solitudine è il
campo da gioco di Satana."
Vladimir Nabokov
Non mi
è mai pesato stare da
solo.
Ho sempre pensato che tanto, anche se fossi una delle cosiddette
persone socievoli, non troverei compagno migliore di me stesso. La
maggior parte della gente la teme più della morte, ma
è solo una questione di abitudine. Ed è qui che
sta la
maledetta fregatura. Basta un attimo, un solo attimo di distrazione che
ti ci ritrovi qualcuno infilato dentro. Ma le persone non le puoi
controllare e gestire a tuo piacimento, e per quanto tu ti possa
impegnare a trovare compromessi non puoi impedire loro di sgattaiolare
via furtivamente come sono arrivate. E dopo, anche la tua solitudine
non è più la stessa, senti sempre un pezzo
mancante. Di conseguenza, non mi resta che aspettare, aspettare che
pian piano i tasselli tornino tutti al loro
posto, e al diavolo chi li ha scombinati. Hai capito, Sana? Ovunque tu
sia in questo momento, al diavolo!
Al diavolo, al diavolo, al diavolo, al diavolo.
Prendo il telefono dalla tasca e lo sbatto con forza contro il muro,
provando una certa soddisfazione nel vederlo poi aperto in
due
sul pavimento, con la batteria e la scheda sparse poco lontano. Spero
anche che si sia rotto, quel maledetto. Completo il tutto con un calcio
alla porta, purtroppo non abbastanza forte da scardinarla. Ecco, adesso
sto molto meglio. Ok, non è vero, ma faccio finta di crederci.
Sto giusto pensando a come tirare giù una mensola quando
vengo
interrotto dal suono del citofono. Ma non l'avevo smontato? Qui
c'è lo zampino della signora Hiroki. Apro la porta senza
nemmeno
chiedere chi è, tanto si tratta di una visita indesiderata.
Oh porca puttana.
Molto, molto più indesiderata del previsto.
- Akito, dimmi che non è vero. -
Non ho bisogno di domandare di cosa si tratta, la figura che mi trovo
davanti parla da sola.
Tsuyoshi ha i capelli spettinati, la fronte sudata, le nocche
insanguinate e gli occhi rossi. Non profuma nemmeno di acqua di
colonia, il che considerando le sue dosi abituali significa che non si
lava da giorni. Sono tentato di richiudergli la porta in faccia, ma ho
già avuto la mia buona dose di vigliaccheria. Vai e muori da
uomo,
Akito, come uno dei personaggi che da bambino leggevi nei fumetti.
Certo, loro erano degli eroi, ma ho sempre pensato che anche i cattivi
avessero una certa dignità dopotutto. Anche se
così
meschini? No, quelli come me non ne hanno. Di fronte al
mio silenzio alza la voce e continua.
- Dimmelo! Guardami negli occhi e dimmi che Sana si è
inventata
tutto, dimmi che non è vero che il mio migliore amico si
è scopato la mia ragazza! -
Ha pianto, Tsuyoshi, e giuro che in quindici anni non l'ho mai visto
piangere.
- Parla, maledizione! Giuro che crederò a qualsiasi cosa tu
dica. -
-Tsu, lascia che ti spieghi, mi dispia -
Non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo a terra con un
labbro spaccato. E come alzo gli occhi Tsu è sopra di me, e
un
suo sinistro mi raggiunge il sopracciglio.
- Cazzo..-
- Mi fai schifo. Tu lo sapevi! Dannazione, lo sapevi! -
- Quanto lei contasse per te? Sì, lo sapevo. -
- No, Akito, quanto tu
contassi per me! -
Fa per andarsene lasciandomi il tempo di alzarmi, ma poi si volta di
nuovo verso di me.
- Sai cos'è che mi fa rabbia? Che se lei non me l'avesse
confessato tu mi avresti permesso di sposarla, pur sapendo che non mi
amava. -
Adesso si è tranquillizzato, ma il suo respiro è
ancora affannoso.
- Ma no, non è così. E' stato solo un
errore di percorso. -
E mentre lo dico vorrei davvero che fosse la verità.
- Oh certo, mi piacerebbe. -
Così dicendo se ne va, lasciandomi solo con il mio fardello
che non si è alleggerito nemmeno di un grammo.
E anche in un momento come questo l'unica cosa a cui riesco a pensare
è lei. Se Tsu non l'ha ancora perdonata, dove
sarà lei in questo momento?
Non so come mai, ma ho la sensazione che solo una persona abbia la
risposta.
- Oh Signore, cosa ti hanno fatto? -
Lo sapevo, avrei dovuto rendermi più presentabile prima di
venire qui.
- Lasci stare, dov'è Sana? -
- Se ne è andata, ma non lascio stare un bel niente. Ti sei
guardato allo specchio? Sei uno stato pietoso. -
- Come se n'è andata? E' andata dove? -
- E' tornata a Osaka. Almeno, così mi ha detto. E adesso
vieni qui che vado a prendere del disinfettante. -
- Le ha detto..? Quando l'ha vista? -
- E' venuta qui qualche sera fa. Non dico che era conciata come te, ma
quasi. -
- L'hanno picchiata? -
- Ma no, sciocchino, parlavo del morale. E stai fermo che non riesco a
vedere le ferite! -
Mentre parliamo mi tampona delicatamente il labbro e il taglio sul
sopracciglio.
- Ah, già.. Mandare all'aria un matrimonio non è
mai bello. -
- Specialmente quando sei convinta che la persona che vuoi non ti
voglia. -
Rido nervosamente. Io che non voglio lei! La situazione si fa davvero
paradossale. A un certo punto mi si accende una lampadina.
- A Osaka? Certo, adesso che Tsuyoshi l'ha lasciata se ne torna a casa.
Era la scelta più facile, chi le darebbe torto?-
- Quale scelta facile Akito? Non esisteva un'opzione indolore, in ogni
caso. -
- Avrebbe potuto non dire niente! Era compito mio. Comunque gli
passerà, ci tiene troppo a lei. -
- Il fatto è che credo sia stata Sana a lasciare Tsuyoshi,
non il contrario. -
Inizio a tossire convulsamente, credo che il disinfettante mi sia
entrato in bocca.
- Crede o lo sa? - chiedo sputacchiando qua e la per togliermi
quest'orrido sapore dalla lingua.
- Lo so, me l'ha confessato lei. Ma che differenza fa? -
E per un attimo mi si fermano la circolazione, il cuore e tutti gli
organi vitali. E capisco che c'è una cosa che devo assolutamente fare.
- La ringrazio, mi è stata molto utile. -
Non aspetto neanche che mi risponda e mi catapulto nel mio
appartamento.
Ma dove cazzo ho lasciato il cellulare? Saranno dieci minuti buoni che
lo cerco. Sto per guardare sotto il divano quando noto un oggetto
grigio molto simile a una batteria vicino alla porta, e allora tutti i
miei dubbi si chiariscono. Poco più in là giace
quello che resta del mio povero telefonino, irrimediabilmente
compromesso dal volo che gli ho fatto fare stamattina durante uno dei
miei ultimamente piuttosto frequenti scatti d'ira. Cazzo, non
pensavo di averlo rotto.
Mi dispererei sull'enorme scocciatura del doverne comprare uno nuovo se
al momento non avessi una cosa più importante a cui pensare.
Dove sarà il telefono fisso? Da qualche parte
dovrò pur averne uno. Lo trovo su un ripiano della cucina -
posto piuttosto insolito in effetti - e inizio velocemente a comporre
il numero, sorprendendomi di averlo imparato a memoria senza nemmeno
accorgermene.
Suona libero, grazie al cielo. Ma perchè tarda tanto a
rispondere? A ogni tuuu il cuore mi batte più velocemente,
nonostante non faccia altro che intimargli di fermarsi una buona volta,
prima che finisca per ingoiarlo. Eventualità che, tra
l'altro, si verifica non appena sento la sua voce rispondere al
telefono.
- Pronto? - Non avevo pensato a quanto fosse conveniente non usare il
cellulare impedendole così di riconoscere il numero.
- ... -
E' che il suo tono è così rilassato.. e sono
terrorizzato che chiuda la chiamata non appena pronuncerò
una sillaba. Andiamo, non è tempo per queste sciocchezze.
- Sana, sono io. -
Non ho bisogni di specificare, mi accorgo che ha capito perfettamente
da come sento il suo respiro improvvisamente accelerato dall'altro capo
del telefono. Chissà se riesce a sentire quanto va veloce il
mio.
- Ciao Akito. -
Lascio andare un sospiro. Non si può dire che sia la stessa
voce serena che ha risposto al telefono, ma se non altro è
ancora in linea.
- Come stai? -
- Mi sembra una domanda stupida da parte tua, non credi? -
effettivamente non posso darle torto. - comunque sono ancora viva se
è questo che intendi. Pare che per ora tu non debba avere
nessuna ragazza disperata sulla coscienza. - aggiunge ironica. Mi
aspetto quasi che mi chieda come sto io - per educazione se non per
altro - ma quando mi rendo conto che non ha nessuna intenzione di farlo
decido di procedere e addio ai convenevoli.
- Che cosa ti è saltato in mente di lasciare Tsuyoshi? -
Il mio tono è arrabbiato, anche se in realtà non
vorrei.
- Quello che decido di fare nella mia vita non è affar tuo,
Hayama. -
- Siamo tornati a questo punto, Kurata? Siamo sempre fermi a questo
punto? -
- Non capisco a cosa tu ti stia riferendo, a me sembra che abbiamo
fatto degli enormi passi avanti. -
- Però alla fine il succo è sempre lo stesso. Io
cerco di capire e tu mi chiudi fuori. -
- Se ben ricordo sei stato tu a chiudere fuori me, e neanche troppo
delicatamente. - commenta, sempre con una certa ironia. Le sembra il
momento di fare dell'umorismo?
- Lo sai che non mi riferivo a questo. E sai anche che Tsuyoshi ti
avrebbe perdonato. -
- Ma non ti è passato neanche per l'anticamera del cervello
che io potessi non volere più Tsuyoshi? -
- Hai sempre detto che era perfetto per te. -
- E lo era! Infatti sono io quella difettosa. -
- Sì, lo sei! Perchè devi complicare sempre
tutto? -
Mi accorgo di essere un perfetto idiota non appena ho finito di
pronunciare la frase. Come se dare la colpa a lei fosse la soluzione di
tutto.
- Ascolta, non volevo dire questo.. -
- Sì che volevi. E sai cosa ti dico? Hai ragione. Hai
perfettamente ragione. -
Singhiozza, e nonostante i chilometri che ci dividono sento le sue
lacrime sulla pelle come se fosse qui. Oh, quanto vorrei che lei fosse davvero qui, quanto
vorrei poterla toccare, poterla sentire. Poterle dire quelle parole che
mi si sono depositate sullo stomaco e se ne stanno lì, ad
intasarlo come fa il calcare con gli ingranaggi della lavatrice. Potrei
farlo, eppure non ci riesco.
- Io.. -
- Dimmi solo una cosa, ok? - La sua voce è quasi un
bisbiglio. - Hai mai.. hai mai pensato che forse.. forse se le cose tra
di noi fossero state diverse.. se io non fossi me e tu non fossi te, se
io non fossi la ragazza di Tsuyoshi e tu non fossi il suo migliore
amico.. hai mai pensato che forse potresti.. avresti potuto.. - non
dirlo, cazzo - ..amarmi? -
L'ha detto. E sono improvvisamente contento che lei non possa vedermi.
Che non possa vedere la mia insicurezza e non possa leggermi negli
occhi il migliaio di volte che mi sono posto la stessa dannata domanda.
E che sono arrivato alla stessa dannatissima risposta.
Risposta che è qui, sulla punta della mia lingua, ma non ne
vuole sapere di uscire.
- Sana, io.. -
E' questione di un attimo, riesco persino a immaginarla mentre
deglutisce il groppo che le si è formato in gola, strizza
gli occhi e rimette la maschera col sorriso.
- Lascia stare, fingi che non ti abbia detto nulla. Stammi bene, Akito.
-
Non posso dire niente perchè la sua voce è
sostituita da una sequenza di tu tu tu che non mi è mai
sembrata così irritante e fastidiosa. E io rimango
lì, come il perfetto idiota quale sono, con un labbro
scorticato, un sopracciglio di nuovo sanguinante e il cuore spaccato a
metà.
E nello spazio di una frazione di secondo quella domanda che non ha
ricevuto risposta torna prepotentemente a farsi strada nella mia mente.
Se io non fossi stato Akito Hayama e lei non fosse stata Sana Kurata..
se ci fossimo incontrati in un altro tempo, in un altro spazio, in un
altro mondo.. chissà.. avremmo potuto amarci?
- Sì.
-
E' un sibilo che ricaccio violentemente da dov'è venuto.
Perchè noi siamo in questo
tempo, in questo
spazio, in questo
mondo. E qui non c'è spazio per un amore che non avrebbe
dovuto esistere, per un amore che non può essere raccontato
perchè, a differenza delle storie travagliate descritte nei
libri, di eroico non ha proprio nulla. E se le
persone sapessero guarderebbero da fuori, qualcuno con aria
schifata, con compatimento per lo più, quei due poveracci
che si sono incontrati nel momento sbagliato, nel posto sbagliato e
hanno fatto le scelte sbagliate, finendo per autodistruggersi senza via
d'uscita.
Cazzo, in questa storia è tutto così dannatamente
sbagliato.
Cioè, non so se avete notato l'anticipo con cui ho
aggiornato!
Ok, probabilmente mi odierete comunque. Mi odierei anch'io se non fossi
l'autrice di tutto questo casino. Sana se n'è andata, anche
se mi sembra palese che è innamorata di Akito, e Akito non
ha fatto nulla per fermarla, anche se mi sembra palese che è
innamorato di Sana. Perchè nonostante tutto, non sempre
l'amore vince. E io sono la prima a cercare in una fiction
ciò che la realtà non è in grado di
darmi, ma stavolta mi andava così. Spero abbiate capito, in
caso contrario.. beh, mi dispiace di avervi deluse. Mi sembra comunque
doveroso, nonché sacrosanto, ringraziare tutte le persone
che mi hanno sopportata - e supportata - fino a qui.
Tutte le magnifiche 65 persone che hanno
aggiunto la mia storia tra i preferiti:
airuka
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Simonathephoenix
Soniuccia
Sour
girl
stefola93
talpy
Tanny
trixina
Tyresiah
Usagichan
x_Mokona
zac
_Bella_Swan_
Tutte le altrettanto
magnifiche 9
persone che l'hanno aggiunta nel nuovo di zecca parametro "seguite":
akane_date
aki96
AngelOfLove
Deb
Fallen
Star
Giuggiolina
Leuconoee
marghepepe
Soniuccia
E tutte le persone che,
sebbene non possano essere ne contate né riconosciute, mi
hanno fatto l'immenso favore di aprire la mia storia e darci
un'occhiata, anche solo per poter dire alla fine del primo capitolo "no
che schifo non mi piace" XD
Stasera sono un po' giù [non si era capito, va un po' te che
razza di finale], quindi se non vi dispiace rispondo alle vostre
recensioni nell'epilogo. Perchè sì, ci
sarà un epilogo e sì, non mi sono ancora stufata
di rompervi le scatole. Quindi non è un addio, ma solo un
arrivederci, a tra poco spero =D
un bacio e un abbraccio pieno di riconoscenza,
chia
[better known as lo stupido nonchè assolutamente casuale
nick after_all]
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