dal diario..
Dal diario di un giovane creatore di
mondi, 27 primo.
Dopo la fondazione di questa comunita’
sono riuscito a istituire un insieme di regole che stanno cominciando a essere
accettate a distanza di un mese circa. Tuttavia mi rendo conto che il mio Paese
sembra essere abbastanza vuoto, come se mancasse qualcosa. Infatti ciò che più
mi manca del mondo vecchio, sono gli affetti, le cose a cui ero legato... le
tradizioni. Forse dovrei cominciarne a pensare a nuove tradizioni, in modo che
chi verrà dopo di me non debba preoccuparsene. Meglio cominciare dall’inizio.
Il termine tradizione (dal latino traditiònem
deriv. da tràdere = consegnare, trasmettere) può assumere diverse
accezioni, fortemente interrelate:
·
come
sinonimo di consuetudine (spesso è utilizzata in tale senso la
definizione "tradizioni popolari" o "folklore"),
intendendo la trasmissione nel tempo, all'interno di un gruppo umano, della
memoria di eventi sociali o storici, delle usanze, delle ritualità, della mitologia, delle
credenze religiose, dei costumi, delle superstizioni e leggende; in
particolare è detta tradizione orale la
trasmissione non mediata dalla scrittura
·
come corpus
più o meno coerente di credenze e pratiche condivise da un gruppo di persone
all'interno di un campo di attività umano, come può essere ad esempio una tradizione
religiosa o una tradizione scientifica
·
può essere
utilizzato per indicare una ricorrenza ciclica, ad esempio una festa
tradizionale
Mi sono reso conto che effettivamente
bisogna creare qualcosa di cui tutti condividano il valore. In fondo se
siamo scappati dal vecchio mondo è proprio per evitare quella dimensione vuota
che si era andata a creare, in cui nessuno era disposto a credere a nulla.
Prima di azzardare qualcosa, mi riterrò bene di ponderarla più e più volte,
dato che da questo deriverà la fisionomia del popolo che mi seguirà. Ritengo
sia opportuno evitare una qualsivoglia forma di divinità, traendo esempio da
quanto appreso in precedenza, in quanto in passato ciò non ha provocato
nient’altro che discordie e guerre, con poche eccezioni, delle quali posso dire
con fermezza che sarebbero state presenti senza alcun elemento esterno.
Pertanto dato che la mente umana tenderebbe comunque a credere il qualcosa,
credo che (dato che l’aver divinizzato dei di pace ha dato l’effetto contrario)
sia giusto porre in alto qualcosa anch’esso insito dentro l’uomo, vale a dire
la Ragione e il Sentimento. Da oggi la nostra tradizione sarà di venerare
questi due aspetti presenti in ogni uomo. Al contrario delle vecchie religioni
in cui nulla era dimostrabile, partiremo da postulati certissimi, che nessuno
può negare di avere dentro. Tuttavia non parleremo più di religione, in quanto
sia la Ragione che il Sentimento serviranno semplicemente come punto di
riferimento, e in quanto elementi non antropomorfi non ci sarà motivo di
venerarli o offrire a loro sacrifici. E affinchè non si creino differenze tra
seguaci della Ragione e seguaci del Sentimento, sarà quindi di essenziale
importanza la premessa per cui entrambi si manifestano differentemente in
ciascun individuo, ma coesistono in ogni caso. Pertanto ogni anno verranno
istuituite nobili gare in cui le sfide saranno articolate nelle categorie della
Ragione e del Sentimento, da ognuno scelte secondo le proprie volontà, il cui
vincitore sarà dunque ricordato come Custode della ragione o Custode del
sentimento. Saranno loro a decidere nel campo in cui operano, ma soltanto nel
caso in cui questo sia richiesto da qualcuno.
Tuttavia per impedire che lo stesso
“deragliamento” avvenga come nelle società precendenti, le persone verranno
suddivise in piccole comunità, indipendenti dal punto di vista economico e
sociale. I valori fondamentali diventeranno l’amicizia, la famiglia e il lavoro.
Chi perde l’onore ha il diritto di essere giudicato ed eventualmente espulso
dalla sua comunità e rimandato nel vecchio mondo, credo che questo basti
abbondamente per l’autoregolazione.
Ogni mese passerà il Messaggero del
Paese affinchè vengano trasmesse le notizie necessarie e inoltre provvederà a
istruire gli abitanti sugli aspetti ritenuti propositivi per il loro sviluppo.
Ogni anno tutto il Paese si riunirà al
fine di svolgere le sopra citate gare ed eleggere il Messaggero, il tutto verrà
svolto solennemente e sarà ricordato come giorno di festa nazionale.
I membri di una comunità , nel caso lo
vogliano, possono decidere, col consenso di un’altra determinata comunità, di
trasfervisi senza limiti temporali.
Qualora questa struttura sociale non dovesse
essere in grado di soddisfare le esigenze, interverrò io stesso dove
necessario.
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