Il Desiderio di Un Bambino
La
Stella
Non voglio soffrire
più.
L’aria
fresca soffiò sulle ciocche scure che danzavano ai
lati del suo viso.
Era un bambino. Un
bambino dagli occhi celesti e i capelli
neri.
In piedi in un
giardino segreto, nella notte più buia,
fissava il cielo.
Fissava quelle luci
azzurre vorticare e posarsi lontano da
lui.
Desiderava possedere
una stella, come la terra su cui
sarebbero precipitate tutte le altre.
Non voglio soffrire
più.
Il suo sguardo non
aveva simili. Spento, si lanciava su
un’oscurità senza fine, un pozzo nero che
ristagnava putrido dentro di lui.
Quel pozzo nero che era la sua anima smarrita non lo avrebbe
abbandonato mai.
Il bambino
alzò il viso ad incontrare il vento, a lasciarsi
cullare per un attimo.
Ma lassù in
cielo c’era ancora una luce azzurra, solitaria.
Desiderava possedere
una stella, come la terra su cui
sarebbero precipitate tutte le altre.
Non voglio soffrire
più.
Quella stella
solitaria appesa al manto nero si tendeva come
un’equilibrista appesa al filo.
Danzando leggera
nell’aria, si sporgeva verso di lui. Con le
sue spirali, camminava lenta nella sua vita effimera.
Attendeva un
desiderio. E nessuno lo aveva espresso ancora.
Il bambino vide la
luce azzurra chiamarlo, cantando. Gli
chiedeva «E tu? Non desideri nulla, bambino?»
Desiderava possedere
una stella, come la terra su cui
sarebbero precipitate tutte le altre.
Non voglio soffrire
più.
Il bambino
aprì le braccia e chiuse gli occhi.
Immaginò di
poter cambiare il mondo con le sue piccole mani
da infante.
Immaginò la
terra sotto di lui prendere vita, avvolgerlo e
farlo sprofondare.
Prima,
però, aveva ancora una richiesta.
Aprì di
nuovo gli occhi e cercò la stella. Era sempre là,
ad
aspettarlo.
«Non voglio
soffrire più», sussurrò.
La stella scese verso
di lui.
Si librò
leggera, seguendo il soffio del vento. Danzò come
un’equilibrista fino a terra.
Si posò tra
le sue mani.
Desiderava possedere
una stella, come la terra su cui
sarebbero precipitate tutte le altre.
La luce azzurra si
poggiò sul suo petto.
Tese le mani
affusolate da danzatrice ed entrò in lui.
Non voglio soffrire
più.
Il suo cuore
cessò di battere per un momento.
Con un sussulto, si
lanciò fuori da quel corpo così giovane
e si abbandonò tra le sue mani.
Pulsava ancora,
lentamente. Battito dopo battito,
testimoniava la propria esistenza.
Il bambino
sentì la leggerezza sopraffarlo.
Le ginocchia cedettero
e si accasciò a terra.
Sorrise dolcemente.
Senza il suo cuore, il
male avrebbe smesso di tormentarlo.
In quel momento non si
rendeva conto che avrebbe perso un
infinito intero.
Per un attimo vide una
ragazza dai capelli color
dell’argento cadere nell’oscurità sotto
di lei.
E sentì una
fitta attraversarlo.
Ma era ben poca cosa.
Senza il suo cuore,
non avrebbe più versato lacrime per la morte
di sua madre.
Né per la
violenza di suo padre.
Con gratitudine
sfiorò il cielo con lo sguardo.
E si
addormentò.
Non soffrirò
più.
[Howl Child
Tribute]
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Aki
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