Buona
lettura:
-Come
ti senti?
-Non
ne ho idea.
-Eccitata?
-Mmm
-Felice?
-Mmm
-Sana
stiamo tornando a casa!!-
Già,
stiamo tornando da lui...-New York non era male.
-Qualche
settimana fa non la pensavi così.
Stavolta
non rispondo e comunque Naozumi non si aspetta nessuna risposta. Era
vero, New York non è stata casa per me. L'ho vissuta male e
se non
sono scappata è stato solo perchè vedere chi non
mi voleva,
sconfitto era un buon metodo per distrarmi.
Distrarmi.
Ce l'ho messa tutta per farlo. Ho lavorato duramente, ho lottato
contro gente cattiva, ho messo i tappi alle orecchie eppure
quell'assordante rumore al petto non se n'è mai andato.
-Sana..-
Nao mi stringe le mani e le tiene strette. Da quando sono andata via,
da quando la sua mano ha stretto quella di lei,
non ho fatto altro che graffiarmi per distrarmi.
Distrarmi.
Più era accentuato
il dolore fisico più diminuiva il dolore al petto, al
cuore... come
se un cuore ce lo avessi ancora. Il mio cuore era essiccato insieme a
tutti i sogni fatti con lui, insieme a tutte le giornate vissute con
lui, insieme al nostro primo bacio e a tutti quelli dopo. Il mio
cuore non c'era più dal giorno della mia partenza quando,
per la
prima volta mi ha lasciata andare via, quando, per la prima volta,
invece di stringere la mia mano e fermarmi mi ha guardato
allontanarmi stingendo la mano a lei. E il mio cuore si è
fermato
per sempre.
Stanca e
depressa sono riuscita
ad addormentarmi e a svegliarmi sono stati i pizzicotti di Rei.
-Allora,
andiamo?
-Siamo
già arrivati?
-Si!
-...
-Dai su...
sorridi!
E in fin
dei conti perchè non
avrei dovuto sorridere a Rei? Aveva fatto tanto per me e lui si
meritava tutto!
* * *
Ritornare
in quell'aeroporto e
non pensare minimamente a quella scena è praticamente
impossibile.
Mi rivedevo lì intenta a sorridere ai miei amici, alle
telecamere, a
Nao e a morire dentro perchè non riuscivo proprio a
sorridere a lui.
Lui che non mi sorrideva. Lui che mi sfidava. Lui che non aveva avuto
fiducia in me. Lui che, alla fine dei giochi, aveva scelto lei.
Per fortuna
nessuno era venuto a
prendermi e così passare inosservata non era stato
difficile.
Mancavano pochi chilometri e finalmente avrei potuto abbracciare la
mia mamma, rivivere la mia quotidianità.
Rivederlo.
-Corri Rei.
Corri.
* * *
-Hei
genteeeeee!
Sì,
entrare in casa mia mi
aveva fatto decisamente bene. Mamma mi ha messo il buon umore e la
mia cameretta mi ha fatta tornare di nuovo bambina.
La serata
era passata
tranquillamente, tra racconti, regali, urla e i soliti momenti
nostri. Mamma sa che la mia scelta di volare via è stata
principalmente a causa di Akito e non ha detto niente di
sconveniente, strano ma comunque importante. Io sto crescendo e lei,
finalmente, lo sta capendo.
Non ho
sonno. Mi giro. Mi
rigiro. Mi alzo. Bevo. Leggo. Scrivo. Akito. Non ho sonno. Sono le
due di notte e non ho sonno. Basta! Apro piano la porta e ben coperta
decido di andare a passeggiare. Mamma non approverebbe ma io ne ho
veramente bisogno.
In silenzio
apro e chiudo il
portone. In silenzio corro via.
Il passato
cade
irrimediabilmente sul mio collo e un macigno troppo pesante mi
schiaccia, penso che se riesco a correre più veloce, forse
vinco io
e lo lascio veramente indietro. Ma è ovviamente impossibile
e invece
di andare avanti mi ritrovo in quel gazebo. Mi ritrovo intrappolata
in quell'insopportabile passato. Mi fermo e forse per la stanchezza,
forse per il sonno, forse per la tristezza di non poter essere
più,
rivedo me e Hayama sotto quel gazebo. Rivedo me accarezzarlo e
sfiorarlo, coccolarlo per non farlo più sentire solo. Rivedo
lui
stanco e febbricitante sdraiato sulle mie ginocchia. Rivedo me e lui
felici e insieme in un passato che mi tortura. E il presente diventa
solo un magone amaro in più da ingoiare.
-Sana.-
riconoscerei quella voce
tra mille. La riconoscerei anche se non sentissi più. E
forse
sarebbe stato veramente meglio non sentire. Perchè il
destino doveva
giocarsi la mia vita in questo modo? Perchè l'universo ha
permesso
che questo accadesse?
-Che ci fai
qui?
E pretende
pure una risposta.
-Proprio
qui!
Continua a
parlare. È dietro di
me. Non riesco a vederlo. Lo sento.
-Non
dovresti andare in giro a
quest'ora!
Crolla il
mondo intorno a me.
Crolla la certezza di non morire più. Crolla la voglia di
dimenticarlo. Crolla il tempo a New York. Crollo io. Me ne vado.
-Sana.
Corro
veloce lontano da lui,
lontano dal gazebo, lontano da quei piccoli Sana e Akito che avevano
un futuro davanti che non hanno saputo vivere, corro lontano dal
passato, corro lontano dal futuro che non so più come
vivere, corro
lontano da quella me che invece vorrebbe restare ferma davanti a lui.
Corro
lontano ma non potrò mai
andare lontano da lui. Mi ferma. Mi stringe il polso e avverto
l'elettricità scivolare lungo i miei nervi. Agognavo questa
presa da
troppo tempo.
-Sana...
-Smettila.-
non lo guardo, non
guardo la sua mano, ma sento che finalmente sta stringendo me. Di
nuovo.
-Sana...
-Che vuoi?-
ha vinto lui, mi
lascio stringere e brucio dentro quella stretta.
Ad un
tratto lo sento piangere.
Sento le sue lacrime bagnarmi i capelli, sento i singhiozzi
squassarlo da dentro, sento i suoi muscoli stringermi troppo forte.
Sento Akito Hayama piangere e allora forse sto sognando.
-Akito?!-
da bambino si
nascondeva dietro una maschera troppo grande, si nascondeva dietro
pugni, risse, prese in giro e offese, si nascondeva sempre a
discapito degli altri. Akito non si apriva mai. Sono riuscita a
salvarlo dal baratro del suo brutto carattere ma non ho mai visto
Akito così vulnerabile. Non ho mai visto Akito piangere.
-Abbiamo
combinato un disastro.
Abbiamo sempre avuto un tempismo da far schifo. Ci siamo fatti male,
ci siamo fatti bene, ci siamo stati solo noi e poi non ci siamo stati
più. Me ne sono andato io, te ne sei andata tua. Non abbiamo
capito
quello che provavamo, troppo stupidi e ingenui eppure siamo sempre
stati così presi da noi che allontanarci ci ha sempre
ucciso. Mi hai
ucciso Sana, sei volata via e non mi hai neanche lasciato il tempo di
fermarti...
Sentire
tutto quello, sentire
Akito parlare in quel modo mi stava distruggendo. Ho pianto tanto per
lui. Ho pianto sempre per lui. Ma stavolta non ci riesco proprio,
neanche a sforzarmi una lacrima cadrebbe.
-Mi ha
fatto male vederti con
lei.
-Io ho
sempre odiato vederti con
lui. Ti strige, ti abbraccia, ti sfiora come se solo lui potesse
farlo...
-Akito non
dire stronzate!
Naozumi è sempre stato un amico, con lui è sempre
stato un continuo
recitare da un palco all'altro.- non piange più. Ora
è fermo. Ora è
di nuovo Akito. Quello sguardo dove tante volte il mio si è
specchiato, non mi fa paura. Mi gela sul posto ma ardo così
tanto
dentro che per la prima volta riesco a mantenerlo.-tu e Fuka, invece,
lo avete scelto. Tu hai scelto di farmi male. E non m'importa se
volevi solo farmi assaggiare il dolore, tu e lei non avevate un
copione da recitare. Sei venuto a salutarmi stringendoti a lei...
-Lui
stringeva te...
-Lui mi
proteggeva da te.-
neanche un schiaffo gli avrebbe fatto così male. Sa bene che
per me
non è mai stato un pericolo e io so bene che con questa
insinuazione
l'ho distrutto. Bene, non è giusto che solo il mio cuore non
deve
battere.
-Io non la
amo. Lei lo sa.
Abbiamo chiuso. Lei ha chiuso.
Era
ciò che non dovevo mai
sentire. Dopo un anno il mio cuore ha ripreso a battere. Sento uno
strano formicolio al petto e so per certo che tra tre secondi
inizierò a piangere.
Il silenzio
ci consuma e
ritorniamo bambini in quel gazebo.
-Mi hai
salvato così tante
volte.
-Mi hai
distrutto.
E con il
ricordo di quello che
siamo stati alle spalle, Akito finalmente fa il grande passo. Mi
prede così forte che sento tutte le molecole del mio corpo
disintegrarsi e tornare ad essere nulla, plasmarsi a sua immagine e
somiglianza e finalmente tornare ad essere un tutt'uno con le altre
molecole nel mondo. Come se dopo un'eternità chiusa al buio,
rivedessi finalmente il sole.
Le labbra
di Akito modellate
sulle mie, si incastrano perfettamente nel bacio più rovente
di
tutti.
Sento
distintamente la limonata
del primo bacio, quando a tradimento mentre lo pulivo, mi
baciò,
avverto il gelo della neve che ci circonda quando a Natale, la festa
della nostra Viglia, davanti al più bel pupazzo di neve, lui
mi
baciò, riconosco la morbidezza dell'amore quando dopo aver
ripreso
fiato lui mi guarda come solo gli occhi dorati e profondi di Akito
Hayama mi hanno mai guardata. E sotto quello sguardo ricompongo tutti
i pezzi che avevo perso, risento l'assordante rumore del cuore che
batte frenetico.
-Non
lasciarmi più. Ti prego!
Lui mi
stringe il polso,
possessivo e rassicurante. Mi sorride. Il suo sorriso raro quanto
vero. E andiamo via. Via dal nostro passato dove due piccoli Sana e
Hayama si amano ingenuamente sotto il loro gazebo, diretti verso il
nostro futuro.
Pensieri e
Parole:
La storia
non si incastra bene
né con il manga (che purtroppo non ho mai letto)
né con l'anime.
Quando Sana ritorna da New York Fuka e Akito stanno insieme ancora e
non si lasciano subito ma, siccome io ho praticamente da sempre
adorato la scena del gazebo, Akito che si lascia andare grazie ad una
Sana apprensiva e dolce, beh non potevo fare altrimenti di ambientare
una FF proprio lì. È la prima FF che scrivo su
Rossana, spero di
non aver fatto troppo male!
Spero in un
vostro commentino <3
Vivogliotroppobene
Sempre
vostra Niaile <3
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