solangelo high school
Just like they
say it in the song
-Ehi ciao.-
Nico si girò verso la persona che gli aveva posato una mano
sulla spalla calorosamente, pronto a incenerirla senza esitazione. O
almeno pensava di farlo prima di essere abbagliato da due grandi occhi
azzurri e un sorriso scintillante a trentadue denti.
-Come va Nico?- Il ragazzo davanti a lui si stava mordendo il labbro
nervoso, aspettando una sua risposta; a quelle parole si riscosse e
tentò di riprendere un'espressione normale, ossia una via di
mezzo tra menefreghismo e cupa rabbia.
-Cosa vuoi, Solace?- rispose forse con un tono un pò troppo
duro. Will però non perse il sorriso, sollevato, cercando di
restare vicino a lui nonostante le persone che si muovevano introrno.
-Allora ti ricordi come mi chiamo! Non avevo intenzione di farti fare
una figuraccia!- Non capendo se lo stesse prendendo in giro, Nico gli
voltò le spalle, spostandosi verso il tavolo del rinfresco.
Ma
evidentemente l'altro non aveva l'intenzione di lasciarlo in pace
perchè lo seguì e cercò di fermarlo
posando una
mano sul suo fianco coperto solo dalla maglietta attillata che
indossava.
A quel tocco il ragazzo perse la pazienza: già non voleva
partecipare a quella festa noiosa, ma un biondino troppo sorridente che
stava rovinando i suoi piani di mimetizzazione era troppo da
sopportare. Si ritirò come scottato da quel tocco, scoccando
un'occhiata di fuoco alle sue spalle, deciso a essere lasciato in pace.
Dopo aver ingerito una discreta quantità di alcol il suo
corpo
sembrava essere più sereno e l'irritazione
cominciò a
sbollire, spinta via dall'immagine di due dannati occhi azzurrissimi
che aveva visto la prima volta a lezione di chimica anni prima, quando
Will Solace era capitato nel suo tavolo di laboratorio. Ora i due
avevano un rapporto amichevole, che avrebbe potuto forse trasformarsi
in
amicizia se il biondo non avesse avuto il grandissimo difetto di
riuscire a comparire solo nei momenti in cui Nico era più
irritato o giù di morale. Forse aveva una specie di radar.
Appena formulati questi pensieri, l'oggetto delle sue riflessioni
annebbiate dai drink si materializzò davandi a lui: lo aveva
individuato appoggiato al muro in fondo alla sala.
-Sono contento di farti sempre incazzare...- buttò
lì Will.
Nico rimase spiazzato ma cercò di rispondere in modo
comunque
intelligente: -Non sei tu che mi fai incazzare, più che
altro mi
compari davanti sempre nei momenti sbagliati.- cercò di
giustificarsi.
L'altro arrossì e si appoggiò al muro vicino a
lui: -Adesso è un momento sbagliato? Perchè se no
posso
andare.- usò un tono basso e stranamente sensuale.
-Adesso è un momento noioso ma se vuoi puoi restare.-
ribattè Nico con menefreghismo, restando però
stupito.
-Sì, la festa si è un pò spenta, ma
penso che non
ti piacesse anche prima.- Will si stava rivolgendo a lui in tono calmo
ma
sveglio.
-Decisamente non è il mio genere di festa.-
ribattè scuotendo la testa. -Un pò troppo allegra
e affollata.-
-A me piace, fa un pò Grease non trovi?- il biondo sorrise
nuovamente. -Quale sarebbe la festa per te? Un funerale?- il suo tono
non era canzonatorio, ma Nico si sentì male lo stesso.
Intorno a loro calò un gelo infernale. Non
sapeva se lo avesse fatto apposta o no, ma non gli andava che qualcuno
scherzasse sui morti e i funerali: aveva partecipato anche a troppe di
queste "feste" di persone a cui teneva nella sua vita. In tono
sarcastico disse: -Di certo non un posto con te.- e lo
lasciò
lì, inebettito, dirigendosi fuori dalla palestra della
scuola.
Lui era uno scemo. Decisamente Will Solace era uno scemo. Aveva appena
commesso uno dei più gravi sbagli della sua vita.
Tutti
sapevano quello che aveva passato Nico Di Angelo: la morte di sua madre
da piccolo e in seguito della sua sorella maggiore lo avevano segnato e
aveva trascorso gli anni prima del liceo in solitudine, allontanando
chiunque si preoccupasse per lui. Ora però era cambiato, non
mostrandosi comunque come un tipo estroverso. E poi era arrivato lui,
Will Solace, talmente stupido da fare una battuta su un argomento che
di certo lo toccava ancora. Ma come aveva fatto a scherzare su un
funerale? Senza pensarci, osservando i vestiti neri dell'altro ragazzo,
la sua mente bacata aveva fatto quel collegamento. Ma se ci ripensava,
suonava terribile. Sembrava che avesse voluto ridere e prenderlo in
giro sul suo unico punto debole. Senza accorgersi era stato spregevole,
l'aveva probabilmente ferito, tutto per una stupida battuta che aveva
tentato di fare.
Il suo obiettivo della serata era quello di scherzare con lui,
punzecchiarlo un pò e avere una conversazione amichevole che
non
si basasse su un progetto di scienze, e ci stava anche riuscendo.
Nico gli interessava. All'inizio era stata la curiosità a
spingerlo verso quel ragazzino un pò dark e misterioso, ma
tremendamente affascinante. Perchè non si poteva negare che
quel
ragazzo dagli occhi scuri non avesse fascino, un fascino che scaturiva
dal mistero e dalla sua riservatezza. Era riuscito in anni di ore di
laboratorio e conversazioni incazzate a intrigare Will. E quella festa
sarebbe stata la scusa perfetta per parlargli e, perchè no,
flirtare con lui. Ma ovviamente lui doveva sempre rovinare tutto
cercando di essere spiritoso.
Doveva andare a cercarlo e risolvere quel disastro, sperando di non
aver spezzato tutti i legami con lui.
Nico stava ripensando a quello che era appena successo con Will. Doveva
per forza essere stato un errore del biondo, non riusciva a credere che
proprio lui potesse essere così cattivo. Eppure un rancore
sordo
si era fatto strada nel suo petto, portando con sè tanta
malinconia. Ma non poteva lasciarsi prendere dalla tristezza, erano
anni che andava avanti senza farsi tirare giù dai cattivi
pensieri. Non era più un bambino solo e sperduto, era
diventato
forte e indipendente. Se Will Solace lo aveva preso in giro avrebbe
dovuto aspettarsi solo uno scontro.
Lo vide avvicinarsi a lui e lo trapassò con uno sguardo
omicida, rivolgendo poi la sua attenzione altrove.
-Due volte che ti faccio arrabbiare in un serata: deve essere un
record.- aveva un tono imbarazzato, Nico sbuffò.
-Senti...- -Se sei qui per continuare a sfottermi.- lo aveva fermato
-Puoi anche andartene perchè non mi tocca ciò che
mi
dici. Noi ci conosciamo appena.- e aveva incatenato duramente quegli
occhi azzurri con i suoi scuri. Will aveva abbassato lo sguardo per poi
continuare a parlare: -Non volevo dire quella cosa, davvero. Non stavo
pensando. Ero solo concentrato su di te e visto che sei vestito di nero
ho fatto un collegamento stupido. Mi spiace. Volevo avvicinarmi a te e
ho rovinato ancora di più i rapporti fra di noi. Non avevo
intenzione di offenderti, sono sincero. Mi dispiace. Ora me ne vado,
tranquillo.-
Detto questo si era voltato ed era tornato nella palestra piena di
gente.
La festa di fine anno stava ormai giungendo al termine e Nico aveva
trascorso metà della serata fuori in giardino da solo, a
ripensare a ciò che gli aveva detto Will Solace. Il suo
cervello
si era creato milioni di complessi con il passare del tempo. Molte
domande gli frullavano in testa: Davvero aveva preso solo una svista?
In effetti sembrava sempre in mezzo alle nuvole e non era una cattiva
persona. Ma era distratto da lui? Sembrava realmente dispiaciuto ma
poteva credere al fatto che stesse cercando di avvicinarlo? Era
possibile che una persona come lui fosse interessata a Nico Di Angelo?
Quando iniziò a notare troppe persone (la maggior parte in
coppia) che uscivano dalla palestra guardandolo male, si decise a
rientrare dal momento che la festa doveva essere quasi finita.
In tutta la sala risuonava una musica noiosa e per niente movimentata
come se il DJ avesse improvvisamente deciso di far dormire tutti.
Individuò Will vicino al muro, dove si era posizionato lui
stesso prima del loro battibecco, e si diresse verso di lui.
-Finita la festa alla Grease, Solace?- il suo tono era lievemente
sarcastico ma non pungente. L'interpellato a quelle parole si riscosse
abbozzando un sorriso timido e imbarazzato.
-Non sei arrabbiato?- gli chiese abbastanza sorpreso.
-Ho capito che non avevi cattive intenzioni e che sono davvero troppo
spesso arrabbiato con te.- Nico si posizionò vicino lui,
appoggiato al muro.
-Ci hai messo mezza serata...- disse Will scettico.
In quel momento era partita una canzone pop realmente stile anni '60 e
piano piano tutti erano finiti sulla pista da ballo.
-Non avevo così tanto voglia di tornare a questa magnifica
festa.-
-Beh, una festa si può anche migliorare...- aveva accennato
allora il biondo insicuro.
-Vuoi ballare, Solace?- L'istante dopo aver detto quelle parole Nico si
era pentito ma ormai non poteva tornare indietro.
Will sgranò gli occhi e sorrise, avvicinandosi ai ragazzi
che
ballavano. Poi lo prese per un braccio e cercò di
coinvolgerlo
con quel tipo di musica. Erano entrambi imbarazzati, ma cercarono di
farlo vedere.
-Sai che canzone è, Nico?- sussurrò Will al
ragazzo che
si era appoggiato alla sua spalla. -Si chiama Marvin Gaye di Meghan
Trainor.-
-E quindi?-
-Hai presente il video di questa canzone?- Nico fece segno di no
sollevando la testa. -Penso che ti darò solo una
dimostrazione
di cosa dicono nella canzone.-
Detto questo Will prese la sua faccia tra le mani, costringendolo a
guardarlo, azzurro contro buio, e fece unire le loro labbra in un
bacio. Nico chiuse gli occhi, circondando con le braccia quella testa
bionda, lasciandosi trasportare.
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