Iced tea
Non
ce la faceva più; stava impazzendo. Ryo continuava ad aggirarsi senza
maglietta, tutto un addominale sudato per l’umidità opprimente, e lei
era
sull’orlo del delirio. Già faceva fatica a respirare per la calura
afosa, già
il cuore le batteva a stento per la fatica, già si sentiva sudaticcia
ed
appiccicosa per tutti i fattori precedenti, ci mancava lui che
scorrazzava
incurante mezzo nudo come se niente fosse, con la sua aria da modello
di
Abercrombie troppo sprezzante del mondo circostante.
“Ichigo?
Hai capito quello che ti ho detto?”
Lei
scostò gli occhi a fatica dalla sagoma del ragazzo per voltarsi verso
Minto,
che la stava osservando con aria irritata. “Ehm… sì, sì, la festa,
certo.”
“Ho
detto la posta, non la
festa, brutta cretina che non sei
altro! Cosa ci parlo a fare con te se non hai la decenza di prestare
attenzione
per cinque secondi? Hai almeno intenzione di fare qualcosa o preferisci
continuare a fissare Shirogane come se fosse un appetibile dolcetto?”
Ichigo
arrossì senza poter essere capace di replicare. Lei aveva tantissima intenzione di fare qualcosa,
qualcosa che teoricamente non le sarebbe dovuto passare per
l’anticamera del
cervello in quel momento, ma che purtroppo continuava a vorticarle in
testa e
zone non proprio limitrofe da mesi, ormai, e che ora sembrava farle
scoppiare
il sistema nervoso…
“Ichigo.”
“Eh?”
Minto
alzò un sopracciglio: “Vai.”
“Do-dove?”
“Eh,
a quel paese,” la mora sollevò gli occhi al cielo “Da Ryo, no? Questa
situazione sta diventando imbarazzante.”
Lei
guardò l’amica con aria scioccata: “No! Io – cosa?
Cioè, non… ma ti pare?!”
“A
me pare che tu abbia seri problemi.”
Decisamente.
Ichigo
deglutì, picchiettandosi le punte degli indici. “Tanto non gli piaccio.”
“E
io sono la regina d’Austria. Secondo te si mette in mostra come un
galletto per
me?”
“Cosa
dovrei dirgli?!”
“Ehi,
Ryo-kun, visto che mi vieni dietro da sei anni, ti dispiacerebbe
rivoltarmi
come un calzino?”
Ichigo
sobbalzò alla voce fin troppo squillante di Purin, spuntata
all’improvviso alle
loro spalle.
Mentre
Minto rideva, la rossa sbiancò allarmata: “Purin!! Ti sembrano cose da
dire?!”
“L’hai
chiesto tu, ti stavo dando un consiglio.”
“Voi
mi farete impazzire.”
“Secondo
me anche Shirogane nii-san vorrebbe farti impazzire.”
“Purin smettila! Minto, dille
qualcosa!”
“Non
posso che essere d’accordo. Allora, ci vai?”
“No!”
“Ryooooooooo
ni-saaaaaan!”
“Purin che diavolo
fai!”
Al
richiamo della biondina, Ryo si voltò incuriosito verso le tre ragazze,
lo
sguardo che non poté evitare di soffermarsi su Ichigo, avvolta da un
banalissimo prendisole bianco che sembrava coprire proprio il minimo
indispensabile, e che con tutto quel caldo le si era appiccicato alla
pelle
candida. Era arrossita per chissà quale motivo mentre si sbracciava
verso
Purin, che esibiva un sorrisetto soddisfatto, e lui avvertì lo stomaco
fare una
capriola.
Si
avvicinò a loro, cercando a sua volta di non sorridere.
“Perché
state sberciando, ragazzine?”
“E’
colpa di Ichigo!”
La
suddetta si voltò di nuovo verso la biondina: “Non è vero!”
Lui
le diede un colpetto sul naso: “Vedi, lo stai facendo di nuovo.”
Gioì
interiormente nel vederla arrossire, poi strofinarsi il naso.
“Shirogane,
non sei simpatico.”
“Some people would say otherwise.”
“Blah blah
pipol blah blah.”
Ryo
rise, accorgendosi di come lei si fosse avvicinata di mezzo passo, e di
come
quelle due squinternate delle sue amiche si fossero dissolte nel nulla.
Poteva
sentire l’odore del suo shampoo e della sua pelle, calda per il Sole,
forse per
i geni felini che danzavano in entrambi e gli facevano notare molte più
cose
della ragazza di quanto pensasse possibile.
La
osservò indugiare sulla propria pelle scoperta, mordersi il labbro ed
abbassare
lo sguardo a terra mentre si dondolava sui piedi.
“Hai
sete?” domanda stupida, ma sarebbe impazzito se quel silenzio fosse
continuato.
Ichigo
annuì senza alzare il viso. “Un po’. Fa davvero caldo.”
“Vuoi
andare a prendere qualcosa?”
Quella
tensione l’avrebbe ucciso.
Lei
ripeté il gesto, lui le tese la mano e quasi la trascinò verso la
cucina del
Caffè, passando dal retro. Poteva sentire il suo battito accelerato
sotto le
dita, la presa salda che manteneva su di lui.
L’aria
all’interno era decisamente più fresca, però lui quasi non lo notò.
“Cosa
vorresti?” le chiese, dandole le spalle.
“Tè,”
il cuore di Shirogane perse un battito mentre la regione lombare si
lanciava in
una mazurca “Ehm… freddo. Tè freddo, per favore.”
You’re such an idiot,
Ryo.
Afferrò
la bottiglia dal frigo e due bicchieri dalla dispensa, riempendoli fino
all’orlo. Si svolse tutto in sacrosanto silenzio, interrotto solo dal
loro
deglutire. Ichigo era così agitata che tracannò il proprio tè di
fretta,
facendone colare alcune gocce dagli angoli della bocca, tutto sotto
l’occhio
attento del biondo.
“Sei
una ragazzina pasticciona,” commentò atono, passandole un tovagliolo.
Ichigo
non rispose, lo stomaco intrecciato in una morsa e i nervi in fiamme.
“Meglio
così?” gli chiese dopo essersi pulita.
“Mmhmm.”
Le
parole di Minto le rimbalzarono in testa.
“Sicuro?”
Vide
la sua espressione sicura cedere per un secondo, e fece un passo
avanti.
“Non
hai niente, kitty cat.”
Perché
diamine era così alto? Cosa cavolo le stava passando per la testa?
Ichigo, lo sai
benissimo che ti sta passando per la testa.
“Tu
sei sporco, invece.”
Ryo
alzò mezzo sopracciglio e fece per passarsi un dito sulle labbra, ma la
sua
mano fu intercettata dalla rossa.
“Proprio
qui.”
Si
sollevò in punta di piedi e lo baciò, premendo decisa la bocca contro
la sua,
lasciandosi scappare un sospiro rumoroso quando, una volta passato lo
stupore
iniziale, il ragazzo ricambiò.
Lo
sfarfallio nel suo stomaco si fece più deciso, gli appoggiò una mano
dietro la
nuca per tirarlo più vicino.
“Ichigo,”
borbottò lui tra un bacio e l’altro “Che stiamo facendo?”
“Ci
stiamo baciando,” affermò lei, graffiandogli leggera la schiena.
Le
mani di lui si spostarono convinte sui suoi fianchi, passando sotto al
vestito:
“Questo lo vedo.”
“Avresti
altri programmi?”
L’americano
rise: “… dipende da te.”
Ichigo
si staccò, accaldata e affannata, per osservarlo.
Poi
lo prese per mano, e lo trascinò al piano di sopra.
IDIOZIA
PURA
ahahahahah Come scrivevo ieri su FB, mi ero completamente
dimenticata di aver scritto questa storia ormai l’anno scorso, secondo
il
computer, perché era finita nella cartella dei vaneggiamenti con le
Mewskettiere (sapeste che robe ci sono là dentro.........). Ma ho
deciso di
pubblicarla lo stesso perché, a parte la qualità discutibile, mi fa
ridere, ed
era tempo che in questa raccolta ci fosse di nuovo qualcosa di
demenziale e
felice, non trovate? xD E poi mi ricorda molto Heat
Wave, e sapete benissimo quanto ci tenga a quella :D
Dedicata,
questa Ryochigo felice, a Serenity
Moon,
preziosissima alleata pro-Ryochigo, perché le ho spezzato il
cuore un po’
troppe volte e quindi mi faccio perdonare <3
A
presto
fanciulle, per demenze quotidiane mi trovate sempre su FB,
venite a
chiacchierare! :D
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