chi sarà mai?
Salve a tutti, mi chiamo Helia e sono qui per raccontavi una storia.
Vi parlerò di un uomo, uno stranissimo ometto dai capelli arancioni che girava nei pressi di casa mia.
All'epoca io vivevo insieme alla mia famiglia, e avevo la fortuna di essere il primo davanti a tutti.
Ero bellissimo e fiero o così mi diceva sempre quell'uomo, in
casa non avevo specchi, veniva sempre a trovarmi e gli piaceva farmi un
sacco di ritratti, diceva che i miei capelli d'oro e la mia pelle
abbronzata dalla vita all'aperto fossero una rassicurazione per lui in
una vita triste e frenetica.
Non ne capisco molto di arte, ma posso dirvi che poche volte mi sono visto bello come nei suoi disegni.
Sembravo vivo, e i miei capelli emanavano quasi luce.
Per la verità non mi disegnava quasi mai da solo, voleva sempre
al mio fianco le mie sorelle e i miei fratelli perchè non fossi
mai solo come lo era lui.
Il mio amico aveva un fratello ma viveva lontano, e non sempre rispondeva alle lunghissime lettere che scriveva.
Portava sempre carta e penna con se in caso avesse qualcosa di urgente
da comunicare, ma come ho già detto suo fratello doveva essere
un uomo molto impegnato perchè raramente poteva rispondergli.
Un giorno decise di potarmi con se e io ero felice, avrei potuto stare sempre insieme a lui!
Non voleva però che me ne andassi senza lasciare niente di
me, così prese le mie lacrime di addio e le mise nel terreno per
custodirle fino al mio ritorno.
Anche questa volta non mi fece andare solo, scelse i più in
salute fra le mie sorelle e i miei fratelli e ci porto insieme a lui
nella sua casa.
Era bella nonostante fosse piccina piccina, noi eravamo tanti e avevamo
una casa immensa mentre lui era uno solo e aveva una piccola stanza.
Aveva un letto e dietro la testiera c'erano appese tutte le sue giacche, c'erano due sedie in caso fossero arrivati ospiti.
Aveva messo anche una brocca d'acqua e una tinozza per lavarsi il viso,
c'era anche una finestra ma ero troppo basso e non riuscivo mai a
vedere fuori, alle pareti c'erano i suoi disegni e vidi anche qualche
mio ritratto fra le tante immagine.
Dovette dividere quella piccola stanza con noi e ci diede la parte migliore, quella vicina alla finestra.
Da quando arrivammo noi poco a poco le tende iniziarono ad aprirsi
sempre di più, ci piaceva il sole e ne avevamo bisogno per
crescere.
Quando ci facemmo grandi e iniziammo a perdere i denti li prese lui e
uno per uno, li mise sotto un morbido cuscino marrone, diceva che un
giorno sarebbero diventati d'oro e avrebbero reso le persone felici.
Parlava sempre della felicità, diceva che quelli come me e i
miei fratelli erano destinati a far sentire bene le persone, che
insieme eravamo un mare dorato che rendeva tutto più bello e da
soli eravamo piccoli raggi di sole splendenti.
Le cose non andarono sempre bene purtroppo e lo strano uomo iniziò ad ammalarsi.
A volte stava via per giorni e mangiava cose dai colori strani che
però a noi non era permesso mangiare, a volte diceva cose che lo
facevano sembrare matto e le sue azioni erano anche peggio.
Diceva che c'erano delle persone piccole piccole, quasi come i nostri
denti che gli dicevano cose che lo facevano soffrire ma io sapevo che
lui non era pazzo e che era solo colpa di quelle persone.
Qualche volta venne anche suo fratello a trovarlo, a me lui non
piaceva, lo portava via per lunghi periodi e il nostro amico per farci
stare bene ci riportava a casa, diceva che se no saremmo morti la in
quella piccola stanza senza che nessuno si occupasse di noi.
Odiavo andare a casa mia, non mi apparteneva più, quello che era
il mio letto ora era occupato da altri e a me non restava che stare sul
ciglio della strada e sperare che qualcun altro come lui mi volesse
portare con se.
Era triste quando tornava dal fratello, non avrebbe mai voluto
lasciarlo ma lui era un uomo importante e non poteva star molto insieme
al mio amico e così tornava e mi riprendeva al suo fianco e
di nuovo tornavamo a essere felici insieme.
Un giorno però qualcosa andò storto, si ferì e lo
portarono via per sempre da me, lo ricordo ancora perfettamente.
Gli omini piccoli gli dicevano cose brutte e lui non voleva più
ascoltarli e si ferì a un orecchio, dei brutti uomini vestiti di
bianco lo portarono via da me per sempre.
Non sentì più parlare di lui per lungo tempo, dove quell'uomo aveva seminato le mie lacrime io avevo ricostruito la mia casa
insieme alla mia nuova e numerosa famiglia ed ero nuovamente felice ma
mi mancava il mio amico, non lo avrei mai dimenticato.
Un giorno una ragazza venne nei pressi di casa mia e si innamorò di me all'istante e lo stesso feci io di lei.
Aveva dei lunghi capelli biondi, delle piccole lentiggini sul naso e
sotto quei suoi meravigliosi occhi azzurri che mi fecero perdere la
testa, aveva anche un cappello di paglia con un nastro e tanti fiori
intorno.
Mi prese con se e girammo il mondo, fino a che un giorno andammo insieme a un museo ed io ero la!
Avete capito bene, io facevo parte della mostra e con me c'erano tutti
i miei fratelli e insieme occupavamo uno spazio importante dedicato a
quel mio amico.
Alla fine ce l'aveva fatta! Era diventato famoso! Solo allora
scoprì il suo nome: Vincent, si vede che era destinato a essere
qualcuno di grande e lo avevano già deciso dal suo nome.
Ti voglio bene caro amico ovunque tu sia.
Grazie per aver letto la mia storia, vi lascio un ritratto che mi fece per vedere quanto bravo fosse il mio amico.
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