Could this be the magic, at last

di HakunaMatata_3
(/viewuser.php?uid=167465)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


E immaginai
Cobalto il cielo
d
amore immenso intorno a lei
e me ne andai
e navigai
e non lo so se pi
ù tornai
(Zucchero - Nel così blu)
https://www.youtube.com/watch?v=4Mj7rfIJSgc
 
<< Ehi, quelli non sono i Malfoy? >>
<< È uscito dal maniero, a quanto pare! >>
<< Che ci fanno alla stazione? >>
<< Quello è suo figlio?! >>
<< Ecco un futuro Serpeverde >>.
Sono questi i commenti che continuo a sentire. Tutti fissano mio padre e me. Lui sembra non accorgersene, (anche se noto che stringe forte la mano di mia madre). Tremo mentre salgo sul treno per cercare uno scompartimento e lasciare lì il mio baule. Papà mi ha sempre detto che abbiamo un cognome molto difficile e che devo essere forte, ma non so se posso farcela. Ovunque sento gli sguardi traforarmi la nuca e così, codardo, mi affretto a raggiungere i miei per gli ultimi saluti e per lasciare che, al posto mio, fissino mio padre ancora un po’, come se fosse una sorta di scudo. Sto per chiedergli di tonare a casa, non mi sento pronto per tutto questo, quando lo vedo irrigidirsi. Fa un cenno con la testa a due uomini e una donna a pochi passi da noi. Io li osservo e lo stesso fa la gente sulla banchina.
Dapprima ne sono sollevato, poi li riconosco (grazie alla mia collezione di figurine delle Cioccorane) e sgrano gli occhi: Harry Potter e Hermione Granger ricambiano al saluto di mio padre. Ronald Weasley mi fissa, poi si rivolge a una ragazzina dai capelli rossi. Mi indica e le dice di non darmi confidenza e di battermi in tutti gli esami. Hermione Ganger ribatte qualcosa, ma smetto di ascoltare. Saluto i miei e, con gli occhi velati di lacrime, mi rintano sull’Espresso per Hogwarts, promettendomi di scendere per tornare a casa al primo annuncio di chiusura delle porte.
Dal finestrino riesco a vedere i miei che mi guardano preoccupati. I Weasley e i Potter gli si avvicinano per accompagnare i figli al treno, che inghiottisce un Harry Potter in miniatura e la ragazzina dai capelli rossi. Vedo i sei adulti perdersi in tesi convenevoli, poi una voce troppo vicina mi fa sobbalzare.
<< Posso posare il baule qui? Torno a prenderlo subito, promesso >>.
È lei. È la figlia di Weasley e Granger, la mia ipotetica rivale, quella che dovrebbe starmi alla larga. È Rose Weasley, come m’informa il baule. Non fisso altro, se non le lettere arancioni che compongono il suo nome.
Capelli rossi e fan dei Cannoni di Chudley, penso distrattamente. Scrollo le spalle come a dirle di fare ciò che vuole. C’è il primo avviso di chiusura delle porte. Faccio per alzarmi e individuo, con un’occhiata fugace, una colonna dietro la quale potrei nascondermi. L’unica cosa difficile…
<< Come ti chiami? >>. …è non farmi vedere dai miei e… cosa?
<< Eh? >>.
Rose Weasley ride. << Come ti chiami? >>
<< Scorpius >> sussurro distogliendo lo sguardo da fuori. Lo punto sulla sua spalla, ricoperta da una ciocca di capelli rossi.
<< Lascia perdere mio padre, Scorpius. Okay? >> Sbianco. Mi ha visto mentre origliavo. La guardo in faccia un secondo prima che lei si volti per scendere. Rimango folgorato dai suoi occhi. Sono dolci e comprensivi, non duri e sorpresi come quelli degli altri. E sono più belli del mare. Il mare non è così intenso, così profondo, così… così blu.
Per la seconda e penultima volta annunciano la chiusura delle porte. Non mi muovo. Ricado sul sedile, stordito. Avvolto dal calore, avvolto dallo sguardo di Rose. In testa ho la frase che lei disse, resta in testa a me. E mi estasiai. Tutti gli sguardi carichi di pregiudizio mi abbandonano pian piano, mi sento leggero come l’aria.
Fuori c’è la vita, c’è la frenesia, ci sono le lacrime delle madri e i saluti gioiosi dei figli. Ma io sono lontano, me ne sono già andato. Un terzo fischio, qualche minuto e il treno parte, con me dentro, ma non ci sono davvero.
E me ne andai nel così blu e non lo so se più tornai.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3543331