- Ragazzi abbiamo visite - annunciò Ronnie con la
sua solita aria da capo.
- Che genere di visite? - domandò Brian.
Ronnie rise. Potevo assaporare ogni sua piccola scossa di
felicità.
- Sto cominciando a preoccuparmi - dissi.
- Dai Max!! Non fare il guastafeste - sbruffai. Ultimamente non ci
trovavamo mai daccordo. Eppure eravamo molto amici.
- Oh cazzo! - sussurrò Robert. Poi mi voltai verso il punto
in cui il suo sguardo era rivolto. Un brivido mi scosse... Porca
puttana.
- Ragazzi vi presento una mia amica. Karen loro sono i quattro coglioni
che hanno l'onore di suonare con me -
Io continuavo a fissare i suoi lineamenti perfetti. Era splendida. I
capelli corti di un biondo platino le coprivano una buona parte del
viso. Gli occhi erano scuri e profondi. Per non parlare del suo corpo.
Portava dei pantaloncini corti fino alle ginocchia e le calze a rete le
coprivano le gambe. La maglietta nera era priva di scollature ma era
aderente quanto bastasse per mettere in risalto le sue splendide forme.
E poi le sue labbra... Sussurravano un leggero invito... Mordici. Il
pircing a lato era il tocco finale.
- Gran pezzo di gnocca - sussurrò Robert.
- Puoi dirlo forte - dissi con la voce quasi del tutto assente. Lei si
era seduta di fianco a Ronnie e stavano parlando. La sua voce era un
richiamo al fondo della sensualità. Mi avvicinai a loro. Lei
doveva essere mia.
- Karen credo che tu abbia riconosciuto... -
- Maxwell - concluse lei sorridendo.
- Piacere di conoscerti - le disse ricambiando.
- Il tuo non è un nome troppo da bravo ragazzo?? - chiese
piegando leggermente la testa di lato. Mi faceva impazzire.
- Infatti. Puoi chiamarmi Max -
- Si sente di più l'odore del peccato -
Ronnie ed io ci guardammo negli occhi. Poi scoppiammo a ridere
entrambi. Poi il volto di Karen si illuminò.
- Tu non ne hai mai commesso nella tua vita?? - chiesi.
- Io sono il peccato in persona mio caro bassista - Dovetti resistere
all'inpulso di saltarle a dosso.
Per il resto del giorno parlammo di cose stupide e prive di senso. Ma
io ero caduto nella sua trappola. Lei adorava stuzzicarmi con la sua
voce e con sguardi maliziosi. Da quello che potei capire non era
americana ma di origini italiane. Nonostante tutto afferrai il
concetto: era un osso duro. Averla non sarebbe stato molto facile. Ora
capivo perchè Ronnie la aveva portata qui... Ma anche lui
era caduto nel suo tranello. Karen con tutta se stessa faceva credere
di essere ormai tra le sue braccia ma nel momento giusto si smuoveva da
tutta quella sensuale sinfonia e lui poteva solo che restare
ipnotizzato da lei. Di certo era diversa da tutte le altre puttane che
c'erano in giro. Era agressiva e satanica... Ma nello stesso tempo
dolce e tenera. Quando poi se ne andò potei tirare un
respiro di sollievo. Il desiderio che mi incatenava a lei diventava
sempre più forte e si faceva sentire.
- Ronald se non te la scopi tu lo faccio io molto volentieri - dissi
guardandolo dritto negli occhi.
- Non affannarti Max. L'ho vista prima io - sorrise. Pensava veramente
che ormai fosse in suo potere. Ma non capiva che la situazione era
capovolta.
- Potreste chiederle se le va di fare una cosa a tre - disse Robert.
- Non credo che il piccolo sia capace di reggere una nottata intera di
sesso con quella li -
- Nemmeno tu lo sei mio caro - gli dissi come se volessi sfidarlo.
- Vedremmo -
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